LA SACRA BIBBIA - ANTICO TESTAMENTO - GEREMIA

INTRODUZIONE AL LIBRO DI GEREMIA

Autore e ambiente storico
L'attività del profeta Geremia ha inizio nel 626 a.C. e si conclude qualche anno dopo il 587 a.C. (vedi 1, 2-3). Il profeta morì probabilmente in Egitto (vedi capitoli 43-44). Nel suo libro troviamo ampie notizie sulla sua attività dal 609 al 587 a.C.
Questi vent'anni sono stati molto importanti per la vita del popolo ebraico. Il piccolo regno di Giuda, coinvolto nel gioco delle grandi potenze (Egitto, Assiria, Babilonia), finì per essere schiacciato dal vincitore Nabucodonosor, re di Babilonia.
Questi conquistò Gerusalemme una prima volta nel 597 a.C. Lasciò intatta la città, ma condusse in esilio il re Ioiachin e un certo numero di persone qualificate.
Dieci anni dopo, Nabucodonosor ritornò a Gerusalemme per punire una ribellione del nuovo re, Sedecia. Questa volta distrusse la città e il tempio del Signore e deportò a Babilonia buona parte della popolazione superstite, insieme al re Sedecia. Nel territorio di Giuda rimase soltanto la gente più povera, sfruttata e maltrattata da bande di soldati sfuggiti al massacro.

Nel quadro di queste vicende storiche si inserisce l'attività del profeta Geremia. Egli ricevette da Dio l'incarico di spiegare ai suoi contemporanei il significato della tragedia che stavano vivendo. In un primo momento il profeta sperò di poter convincere il suo popolo ad evitare la catastrofe nazionale. Si oppose ai re, ai capi, all'opinione pubblica del suo tempo, e lo fece non per calcoli umani, ma per fedeltà alla missione ricevuta da Dio, alla quale ubbidirà sempre nonostante le difficoltà interiori ed esteriori, che si manifestano nei suoi lamenti rivolti a Dio (vedi ad esempio 11, 18-12, 6; 15, 10-21; 17, 14-18; 18, 18-23; 20, 7-18).
Quando la catastrofe si rivelò inevitabile, il profeta affermò la necessità di accettare il predominio dei Babilonesi e fu, per questo, accusato di disfattismo e tradimento. Ma egli amava il suo popolo e suggeriva la sottomissione perché scorgeva in essa l'ubbidienza al piano di Dio. Il disastro nazionale e il rifiuto opposto alla sua predicazione gli fecero comprendere che il comportamento umano può essere mutato solo da una trasformazione del modo di pensare e agire operata da Dio stesso (31, 31-34). Sperando in questo, egli poté annunziare ai deportati in Babilonia e a quelli rimasti in Giudea la futura rinascita.

Caratteristiche principali
Il capitolo 36 del libro di Geremia fa capire in che modo è stato scritto questo libro, almeno nella sua parte essenziale.
A distanza di vent'anni da quando aveva cominciato a parlare, Geremia fece scrivere i suoi interventi precedenti. Questa prima raccolta venne bruciata dal re Ioiakim, ma Geremia ne fece una seconda redazione, aggiungendo anche altro materiale.
Il profeta non scrisse personalmente, ma si servì di un amico, di nome Baruc, che svolgeva una funzione simile a quella dei nostri notai. E' probabile che Baruc, dopo la morte del profeta, abbia raccolto le sue memorie e con esse abbia completato il libro. Alcuni pensano che altri ricordi furono, più tardi, aggiunti a questa raccolta da discepoli che avevano costatato l'avvenuta realizzazione delle parole del profeta.

Le ripetizioni, i cambiamenti di stile e l'apparente disordine che possono disorientare i lettori di oggi, si spiegano con l'origine complessa del libro. Per seguire meglio i racconti e comprendere i messaggi del profeta è utile tener conto delle grandi divisioni all'interno del libro stesso, indicate nello schema seguente.

Schema
- Presentazione 1, 1-3
- Dio chiama Geremia alla missione di profeta 1, 4-19
- Messaggi ai re e agli abitanti del regno di Giuda 2, 1-24, 10
- Breve sintesi della missione del profeta Geremia 25, 1-38
- Avvenimenti della vita del profeta 26, 1-45, 5
- Messaggi rivolti alle nazioni straniere 46, 1-51, 64
- Appendice:
La fine di Gerusalemme 52, 1-34

PRESENTAZIONE DEL LIBRO

CAPITOLO 1
1 Messaggi e fatti della vita di Geremia. Egli era figlio di Chelkia, uno dei sacerdoti che abitavano ad Anatot, nel territorio della tribù di Beniamino.
2 Il Signore cominciò a parlare a Geremia nel tredicesimo anno del regno di Giosia figlio di Amon, re di Giuda.
3 Il Signore gli parlò di nuovo quando era re loiakim figlio di Giosia, fino al termine dell'undicesimo anno di regno di un altro figlio di Giosia, Sedecia. Nel quinto mese di quell'anno, gli abitanti di Gerusalemme furono condotti in esilio.

DIO CHIAMA GEREMIA ALLA MISSIONE DI PROFETA

4 Il Signore mi disse
5 - Io pensavo a te prima ancora di formarti nel ventre materno. Prima che tu venissi alla luce, ti avevo già scelto, ti avevo consacrato profeta per annunziare il mio messaggio alle nazioni.
6 Io risposi:
- Signore mio Dio, come farò? Vedi che sono ancora troppo giovane per presentarmi a parlare.
7 Ma il Signore mi disse:
- Non preoccuparti se sei troppo giovane. Va' dove ti manderò e riferisci quel che ti ordinerò.
8 Non aver paura della gente, perché io sono con te a difenderti. Io, il Signore, ti do la mia parola.
9 Allora il Signore stese la mano, mi toccò la bocca e mi disse:
- Io metto le mie parole sulle tue labbra.
10 Ecco, oggi ti do autorità
sulle nazioni e sui regni
per sradicare e demolire,
per distrùggere e abbattere,
per edificare e piantare.

DUE VISIONI: IL MANDORLO E LA PENTOLA

11 Il Signore mi domandò:
- Geremia, che cosa vedi?
Io risposi:
- Vedo un ramo di mandorlo.
12 Il Signore aggiunse:
- Hai visto bene. Ricordati che anch'io sto ben attento perché si realizzi tutto quel che dico.
13 Il Signore mi domandò ancora:
- Che cos'altro vedi?
Risposi:
- Vedo una pentola che sta bollendo, inclinata da nord verso sud.
14 Il Signore mi spiegò:
«E' proprio dal nord
che si rovescerà la distruzione
su tutti gli abitanti di questa regione.
15 Io infatti sto per radunare
tutte le tribù e i regni del nord.
Essi verranno, e ogni re porrà il suo trono
davanti alle porte di Gerusalemme.
Circonderanno le sue mura
e attaccheranno tutte le città di Giuda.
Lo dico io, il Signore.
16 «Allora io punirò gli abitanti della Giudea per tutto il male che hanno commesso: hanno abbandonato me per offrire sacrifici a divinità straniere e per andare a buttarsi in ginocchio davanti a idoli che loro stessi si sono fabbricati.
17 Ma tu tieniti pronto per andare a riferire loro quel che io ti ordinerò. Non aver paura di loro, altrimenti sarò io a farti tremare davanti a loro.
18 Oggi io ti rendo capace di resistere, come una città fortificata, come una colonna di ferro e un muro di bronzo contro gli attacchi di questa regione: i re di Giuda, i suoi capi, i sacerdoti, tutta la sua gente.
19 Si metteranno tutti contro dite, ma non potranno vincerti perché ci sarò io con te a difenderti. Te lo prometto io, il Signore!».

MESSAGGI AI RE E AGLI ABITANTI DEL REGNO DI GIUDA

CAPITOLO 2

RICORDI DI UN PASSATO FELICE

1 Il Signore mi mandò
2 a proclamare sto messaggio a tutti gli abitanti di Gerusalemme:
«Israele, voglio ricordarti come mi eri fedele negli anni della tua giovinezza, come mi amavi quando eri fidanzata. Camminavi dietro a me nel deserto, là, dove non si può seminare.
3 Eri soltanto mia,
come mia è l'offerta
dei primi prodotti del raccolto.
Allora io punivo
tutti quelli che ti facevano del male.
Lo dico io, il Signore».

I PRIMI PECCATI DI ISRAELE

4 Ascoltate la parola del Signore, voi discendenti di Giacobbe, tutte le tribù d'Israele.
5 Il Signore dice:
«Che male ho fatto ai vostri antenati?
Perché si sono allontanati da me?
Sono corsi dietro agli idoli inutili,
e loro stessi sono diventati insignificanti.
6 Non si sono preoccupati di me
che li ho fatti uscire dall'Egitto.
Li ho guidati attraverso il deserto,
in mezzo alle aride steppe,
tra le ombre allucinanti
di una terra bruciata dal sole,
dove nessuno passa,
dove nessuno può sopravvivere.
7 Io li ho fatti entrare in una terra fertile,
perché gustassero i suoi frutti migliori.
Ma essi, sùbito, hanno rovinato la mia terra.
8 Neppure i sacerdoti si sono domandati:
"Dov'è il Signore?"
Essi hanno sempre tra le mani la mia legge
eppure non sanno nemmeno chi sono io.
I capi del popolo
si sono ribellati contro di me,
i profeti hanno parlato in nome di Baal
e sono corsi dietro a idoli inutili.

IL SIGNORE ACCUSA ISRAELE

9 «Per questo, io, il Signore,
voglio fare di nuovo causa
a voi e ai vostri discendenti.
10 Andate pure a vedere nelle isole greche,
mandate qualcuno a informarsi bene
nel territorio della tribù di Kedar.
Vedrete che non è mai accaduto
quel che accade qui.
11 Nessun'altra nazione ha mai cambiato
i suoi dèi, benché inutili.
Il mio popolo invece ha sostituito me
che sono la sua vera gloria,
con idoli che non gli recano
alcun vantaggio.
12 Per questo sconvolgerò il cielo
e tutti saranno atterriti dall'orrore,
- dice il Signore. -
13 Due sono le colpe
che ha commesso il mio popolo:
ha abbandonato me,
sorgente di acqua fresca e viva,
e ha preferito scavarsi cisterne,
cisterne screpolate,
incapaci di contenere acqua.

14 Israele non è nato schiavo,
né lo è diventato.
Come mai allora tutti se ne approfittano?
15 Si gettano su di lui con grida minacciose;
ruggiscono come leoni,
hanno ridotto la sua terra a un deserto,
hanno incendiato le sue città
e più nessuno le può abitare.
16 Perfino gli abitanti di Menfi e di Tafni
lo hanno assalito con violenza.

17 Certamente questo ti accade, Israele,
perché hai abbandonato me,
il Signore Dio tuo,
quando ti guidavo nel cammino.
18 Perché ora corri in Egitto
a bere le acque del Nilo?
Perché corri in Assiria
a bere le acque dell'Eufrate?
19 Il male che hai fatto ti punisce,
il tuo tradimento ti castiga.
Proverai con dura esperienza
quanto è triste ed amaro
abbandonare il Signore, Dio tuo,
ed essergli infedele.
Lo dico io, il Signore, Dio dell'universo».

ISRAELE HA ABBANDONATO IL SIGNORE

20 Così dice Dio, il Signore:
«Gente d'Israele, da quanto tempo,
hai rigettato la mia autorità,
hai rifiutato di ubbidirmi
e hai detto: "Non voglio più essere
schiava!".
E invece ti sei prostituita
sulla cima di tutte le colline,
all'ombra di ogni albero.
21 Avevo piantato viti di prima qualità
per fare di te una vigna privilegiata.
Come mai ti sei mutata
in tralci bastardi di uva selvatica?
22 Anche se continui a lavarti
con molto sapone,
resterà sempre davanti ai miei occhi
la macchia della tua colpa.

23 Come osi dire:
"Non mi sono macchiata,
non sono andata dietro agli idoli di Baal"?
Guarda e riconosci almeno
quel che fai nella valle:
ti comporti come una cammella irrequieta
che corre qua e là dove vuole,
24 come un'asina selvatica
abituata nel deserto.
Quando entra in calore,
ansima, si eccita, niente la trattiene.
Tutti quelli che la vogliono
non fanno fatica a trovarla:
essa è sempre disponibile.
25 Fermati, Israele,
prima che i tuoi piedi restino scalzi
e la tua gola diventi secca.
Ma tu rispondi: "E' inutile insistere.
Ho amato degli dèi stranieri
e voglio ancora correre dietro a loro"».

LA PUNIZIONE DI ISRAELE

26 Il Signore dice: «Come si vergogna un ladro sorpreso a rubare, così dovresti vergognarti tu, popolo d'Israele, con tutti i tuoi re, i tuoi capi, i tuoi sacerdoti e i tuoi profeti.
27 Rivolti a un pezzo di legno dicono: "Tu sei mio padre", e a una pietra: "Tu sei mia madre". A me invece voltano le spalle e non mi adorano. Ma quando si trovano in difficoltà mi supplicano: "Vieni! Salvaci!".
28 «Gente di Giuda, dove sono gli dèi che ti sei costruiti? Vengano loro a salvarti, se sono capaci, quando sei colpita dal male. I tuoi dèi sono diventati numerosi come le tue città.
29 Perché vuoi accusare me, mentre sei stata tu a ribellarti contro di me? - così dice il Signore. -
30 Ti ho punito inutilmente: tu non hai imparato la lezione. Infatti hai assassinato i tuoi profeti con la ferocia di un leone.
31 Popolo d'Israele, fa' attenzione alla parola del Signore. Sono forse stato per te come un deserto o come una terra dove è sempre notte profonda? Perché quelli del mio popolo dicono: "Vogliamo fare come ci pare, non ritorneremo più da te"?
32 Nessuna ragazza dimentica di mettersi i suoi gioielli, nessuna sposa dimentica l'abito di nozze. Il mio popolo invece si è dimenticato di me da troppo tempo.
33 Come sai combinare i tuoi intrighi per ricercare l'amore dei tuoi amanti! Anche la peggiore delle donne può imparare da te.
34 I tuoi vestiti sono imbrattati fino all'orlo del sangue di povera gente innocente, non di quello di ladri sorpresi a rubare. «Eppure,
35 tu continui a ripetere: "Io sono innocente, certamente il Signore non è più in collera con me". Invece io pronunzio la sentenza contro di te proprio perché ti ostini a dire che non hai fatto niente di male.
36 Come sei caduta in basso! Anche l'Egitto ti deluderà come ti ha delusa l'Assiria.
37 Anche dall'Egitto verrai via umiliata e ti metterai le mani nei capelli per la vergogna. Infatti, io il Signore disprezzo i tuoi progetti che ti danno sicurezza: non ti serviranno a niente».

CAPITOLO 3

ISRAELE INFEDELE A DIO

1 Dice il Signore: «Supponiamo che un uomo divorzi dalla moglie. Questa se ne va per diventare moglie di un altro. Certamente il primo marito non può ritornare più da lei, per non rendere impura la terra. Ma tu, Israele, ti sei prostituita con tanti amanti, e osi tornare da me?
2 Guarda attentamente su ogni collina: riesci a vedere un luogo dove non ti sei prostituita? Ti sedevi lungo le strade e aspettavi i clienti, appostata come i predoni arabi nel deserto. Così hai reso impura la terra con la tua prostituzione e la tua immoralità.
3 Per questo ho trattenuto le piogge e non ho mandato gli acquazzoni di primavera. Ma tu continui a prostituirti in modo sfacciato, senza un minimo di pudore.
4 «D'ora in poi forse mi dirai: "Tu sei mio padre, mi hai tanto amata nella mia giovinezza.
5 Non sarai sempre adirato, non mi serberai rancore per sempre!". Tu dici così, ma intanto continui a commettere tutto il male che puoi».

ISRAELE E GIUDA: DUE SORELLE INFEDELI A DIO

6 Durante il regno di Giosia il Signore mi disse: «Geremia, hai visto che cosa ha fatto l'infedele Israele? Se n'è andata a fare la prostituta sulla cima di tutte le colline sacre, all'ombra di ogni albero.
7 Io pensavo che una volta sbizzarrita, certamente sarebbe ritornata da me. Ma non è tornata. Sua sorella, la traditrice Giuda, ha visto tutto.
8 Ha visto che io ho consegnato all'infedele Israele una dichiarazione scritta di divorzio e l'ho cacciata via perché si è prostituita. Ma la traditrice Giuda non ha avuto paura e anch'essa si è comportata come una prostituta.
9 La sua immoralità ha reso impuro tutto il paese perché ha commesso adulterio, ha adorato idoli di pietra e di legno.
10 Nonostante il castigo d'Israele, la traditrice Giuda non è tornata da me con tutto il cuore: non è sincera. Lo dico io, il Signore».
11 Allora il Signore mi fece capire che Israele, con tutte le sue infedeltà, si era comportata meglio della traditrice Giuda.
12 Mi ordinò di andare al nord per dire: «Torna da me, Israele infedele. Io ti perdonerò perché sono misericordioso. Non sarò in collera per sempre, - dice il Signore. -
13 Riconosci la tua colpa: ti sei ribellata contro il Signore, Dio tuo, ti sei concessa a divinità straniere all'ombra di ogni albero e non hai ascoltato la mia voce. Dice il Signore».

POPOLO DI GIUDA, RITORNA AL TUO DIO

14 «Torna da me, popolo infedele, sono sempre io il tuo Signore. Ti radunerò da ogni città e da ogni tribù e ti ricondurrò al monte Sion.
15 Ti darò dei capi che ti guideranno come voglio io, con saggezza e intelligenza.
16 Allora, - dice il Signore, - quando sarai diventato numeroso nella tua terra, non si parlerà più dell'arca dell'alleanza con il Signore. Nessuno ci penserà più, nessuno se ne ricorderà, non ne faranno un'altra perché nessuno ne sentirà la mancanza.
17 Gerusalemme sarà chiamata: "Trono del Signore" e si raduneranno in essa tutte le nazioni per adorare me, il Signore. Non si ostineranno più a fare quel che suggerisce il loro animo malvagio.
18 Gli appartenenti alla tribù di Giuda si uniranno a quelli d'Israele. Dalle regioni del nord dove stanno in esilio, torneranno insieme nella terra data da me in eredità ai loro antenati».

POPOLO D'ISRAELE, RITORNA AL TUO DIO

19 Il Signore dice:
«Israele, desideravo tanto
accoglierti tra i miei figli
e darti una terra invidiabile,
il gioiello più prezioso del mondo.
Volevo sentirti dire: "Padre mio"
e pensavo che mi saresti rimasto vicino.
20 Invece, tu mi hai tradito
come una moglie infedele.
Così dice il Signore».

21 Si odono gli Israeliti piangere e gemere
sulle colline.
Hanno perso la strada,
hanno dimenticato il Signore, loro Dio.

22 Tornate a lui, figli infedeli:
Egli vuole guarirvi
dalle vostre infedeltà.

Allora voi direte: «Eccoci, noi apparteniamo a te perché tu sei il Signore, nostro Dio.
23 E' vero, dalle colline sacre abbiamo riportato soltanto delusioni, sui monti abbiamo fatto solamente chiasso. Certo, la salvezza per Israele può venire soltanto dal Signore, nostro Dio.
24 Invece, fin da quando eravamo giovani, noi abbiamo sacrificato scioccamente a Baal il frutto delle fatiche dei nostri padri: pecore e buoi, figli e figlie.
25 Buttiamoci a terra per la vergogna, lasciamoci coprire dal disonore, perché dall'inizio fino ad oggi, noi e i nostri antenati abbiamo peccato contro il Signore, nostro Dio. Non abbiamo mai ascoltato la voce del Signore, nostro Dio».

CAPITOLO 4

INVITO ALLA CONVERSIONE

1 Il Signore dice: «Popolo d'Israele, se davvero cambi condotta, puoi ritornare a me. Se elimini quegli idoli che io non posso sopportare e ti mantieni fedele a me,
2 se tu giuri sul mio nome nella verità, nel diritto e nella giustizia, allora anche gli altri popoli vorranno essere benedetti da me e mi canteranno le loro lodi».
3 Il Signore dice agli abitanti di Giuda e di Gerusalemme: «Arate di nuovo i campi lasciati incolti, non seminate più fra le spine,
4 ma rinnovate il vostro patto con me. Cambiate sinceramente vita, abitanti di Giuda e di Gerusalemme. Se non farete così, il mio furore divamperà come fuoco. Brucerà e nessuno lo potrà spegnere a causa del male che avete commesso».

ANNUNZIO DELL'INVASIONE

5 Suonate la tromba per tutto il paese,
gridate a piena voce e avvisate
il popolo di Giuda e di Gerusalemme:
«Correte a rifugiarvi nelle città fortificate!
6 Indicate la strada che conduce a Sion!
Mettetevi al sicuro! Non perdete tempo!
Il Signore sta per mandare una sciagura.
Una grande rovina verrà dal nord».
7 Come un leone che balza fuori dalla tana,
il distruttore dei popoli è già in marcia.
E' uscito dal suo paese
per saccheggiare il territorio di Giuda,
distruggere le sue città
e lasciarle senza abitanti.
8 Perciò, vestitevi a lutto,
piangete con forti lamenti,
perché la collera ardente del Signore
non si è allontanata da Giuda.

9 Dice il Signore: «In quel giorno i re e i capi perderanno il loro coraggio; i sacerdoti e i profeti saranno confusi e terrorizzati»
10 Allora dissi: «Signore mio Dio, sei riuscito a ingannare questo popolo e Gerusalemme! Avevi promesso la pace e invece ci troviamo con la spada alla gola!»
11-12 Verrà un giorno in cui si dirà al popolo di Gerusalemme: «Il Signore manda contro di voi questo vento infuocato. Più impetuoso di quello del deserto, esso spazza via la paglia e il grano». Il Signore stesso pronunzierà la condanna contro il suo popolo.

LA REGIONE DI GIUDA E' CIRCONDATA DAI NEMICI

13 L'invasore si avvicina come nube minacciosa, i suoi carri da guerra sono come un uragano, più veloci delle aquile sono i suoi cavalli. Non c'è speranza per noi, siamo perduti!
14 Abitanti di Gerusalemme, fate sparire il male dalla vostra città, se volete sfuggire alla morte. Per quanto tempo avete ancora intenzione di seguire i vostri istinti malvagi?
15 Dalla città di Dan e dalle montagne di Efraim cominciano ad arrivare cattive notizie.
16 Fate sapere agli abitanti di Gerusalemme e alle altre popolazioni che i nemici stanno arrivando da una terra lontana. Lanciano urla contro le città di Giuda,
17 circondano Gerusalemme da ogni parte come fanno i guardiani dei campi. «Questo vi accade perché vi siete ribellati contro di me. Dice il Signore».
18 Siete stati voi stessi a tirarvi addosso tutte queste sciagure con la vostra condotta e le vostre azioni perverse. Ecco il risultato della vostra malvagità! Ora ne provate l'amarezza fin nel profondo del cuore.

IL DOLORE DI GEREMIA PER IL POPOLO

19 Sono sconvolto, non posso sopportare il
dolore!
Il cuore mi scoppia, sono atterrito:
non posso tacere!
Ho sentito gli squilli di tromba,
le urla dei soldati in battaglia.
20 Si annunzia un disastro dopo l'altro,
tutto il paese è caduto in rovina.
I nostri accampamenti sono stati distrutti,
in un baleno le nostre tende sono sparite.
21 Per quanto tempo
dovrò vedere bandiere di guerra
e sentire squilli di tromba?
22 Il Signore dice:
«Il mio popolo si è comportato da stolto
e non mi ha riconosciuto come Dio.
Come sciocchi bambini
non hanno capito nulla.
Si sono dimostrati abili nel compiere
il male,
ma non sono stati capaci di fare
qualcosa di buono».

UNA VISIONE SPAVENTOSA

23 Guardo la terra: è deserta e vuota;
il cielo: è senza luce!
24 Guardo le montagne: le vedo tremare;
le colline: sono tutte sconvolte!
25 Guardo: non vedo nessuno.
Perfino gli uccelli sono volati via!
26 Guardo la terra che era fertile:
è diventata un deserto,
tutte le città sono mucchi di rovine!
E' stato il Signore!
E' stata la sua collera ardente!

27 Così dice il Signore:
«Tutta la terra sarà devastata,
ma non la distruggerò completamente.
28 Per questo, la terra sarà in lutto
e il cielo diventerà oscuro.
Perché così ho decretato
e non cambio i miei piani.
Ho preso una decisione
e non torno indietro».

29 Al rumore dei cavalieri e degli arcieri,
tutti fuggono dalle città.
Cercano rifugio nelle foreste
o si nascondono tra le rocce dei monti.
Ogni città è abbandonata,
non vi è rimasto nemmeno un uomo.
30 Gerusalemme, per te è finita!
Che cosa puoi fare ancora?
Puoi vestirti d'oro
sfoggiare i tuoi gioielli preziosi,
truccarti gli occhi.
A nulla serviranno i tuoi sforzi
per farti più bella.
I tuoi amanti ti disprezzano
e cercano solo di ucciderti.
31 Sento un grido
come di donna che ha le doglie,
un urlo come di donna al primo parto.
E' la voce di Gerusalemme!
Sta soffocando tende le mani e grida:
«Son venuti a uccidermi!
Non voglio morire!».

CAPITOLO 5

I PECCATI DI GERUSALEMME

1 Abitanti di Gerusalemme,
percorrete le vie della città,
guardatevi attorno, informatevi,
cercate nelle sue piazze:
se riuscite a trovare un uomo,
anche uno solo,
che si comporta in modo onesto
e si mantiene fedele al Signore,
allora Dio perdonerà la vostra città.
2 Voi giurate il falso anche quando dite:
«Com'è vero che esiste Dio...!».
3 Certamente il Signore
vuole che siate fedeli.
Egli vi ha colpiti,
ma voi non ci avete fatto caso,
vi ha schiacciati,
ma voi avete rifiutato la lezione.
Avete reso la vostra faccia
più dura della pietra,
non volete staccarvi
dai vostri peccati.
4 Allora ho pensato:
«E' gente ignorante, si comportano
da sciocchi
perché non seguono il Signore,
non accettano la legge del loro Dio.
5 Me ne andrò a parlare
con quelli che stanno al potere.
Essi certamente seguono il Signore
e accettano la sua legge».
Ma anche questi, come gli altri,
hanno rigettato l'autorità del Signore
e rifiutano di ubbidirgli.
6 Per questo:
usciranno i leoni dalla foresta
per sbranarli,
dalla steppa verranno i lupi per sgozzarli,
i leopardi staranno in agguato
vicino alle loro città.
Se usciranno, saranno dilaniati
perché hanno aumentato i loro peccati
e si allontanano sempre più da Dio.

7 Il Signore domanda:
«In queste condizioni,
come posso perdonare i peccati
del mio popolo?
Hanno abbandonato
me per servire falsi dèi.
Io li avevo saziati, ma essi
hanno commesso adulterio
e tutti corrono a prostituirsi.
8 Sono come stalloni ben pasciuti e focosi,
ognuno nitrisce alla moglie del suo vicino.
9 Io, il Signore,
non dovrei forse punirli per questi delitti,
non dovrei vendicarmi di gente
come questa?
10 Dirò ai nemici d'Israele:
"Calpestate i suoi filari di viti, saccheggiate,
ma non distruggeteli completamente.
Strappatene i tralci, perché
non sono più miei".
11 Il popolo d'Israele e di Giuda
mi ha tradito continuamente».
Così dice il Signore.

12 Gli Israeliti hanno rinnegato il Signore e dicono: «Non vogliamo saperne di Dio! Non ci capiterà alcun male, non avremo né guerra né carestia.
13 I profeti non valgono nulla, non annunziano la parola del Signore. Accada ad essi quel che minacciano a noi!».
14 Il Signore Dio dell'universo mi disse: «Geremia, poiché il popolo ha detto queste cose, le mie parole sulla tua bocca saranno come un fuoco e il popolo come la legna consumata dal fuoco».

LA PUNIZIONE

15 Dice il Signore: «Popolo d'Israele, farò venire contro di voi una nazione da terre lontane. E' gente valorosa, è una nazione antica; voi non conoscete la sua lingua, non riuscirete a capirvi.
16 I loro arcieri sono infallibili, non risparmieranno nessuno.
17 Divoreranno il vostro raccolto e il vostro pane, uccideranno i vostri figli e le vostre figlie, mangeranno tutto il vostro bestiame, distruggeranno le vostre vigne e i vostri fichi. Con le loro armi raderanno al suolo le vostre città fortificate che vi danno tanta sicurezza.
18 «Ma neppure in quei giorni farò distruggere completamente il mio popolo.
19 Si chiederanno: "Per quale motivo il Signore nostro Dio ci ha fatto subire tutte queste disgrazie?". Tu, Geremia, risponderai: "Come voi avete abbandonato il Signore per servire divinità straniere nella vostra terra, così ora servirete popoli stranieri in una terra che non è la vostra". Lo dico io, il Signore.
20 «Annunzia ai discendenti di Giacobbe, agli abitanti di Giuda:
21 "Fate attenzione, gente sciocca e senza cervello. Avete occhi, ma non siete capaci di vedere, avete orecchie, ma non state a sentire.
22 Io sono il Signore! Perché non avete timore di me e non tremate in mia presenza? Al mare io ho dato come confine la sabbia: è un limite invalicabile per sempre. Le sue onde si agitano, ma sono impotenti, rumoreggiano, ma non vanno oltre.
23 Voi, invece, siete un popolo testardo e ribelle, mi avete voltato le spalle e ve ne siete andati.
24 Non vi è nemmeno venuto in mente di onorare me, il Signore vostro Dio, quando vi mandavo regolarmente la pioggia in autunno e in primavera e vi davo ogni anno la stagione adatta per mietere il grano.
25 Ma i vostri peccati hanno sconvolto le stagioni, per le vostre iniquità non godete i frutti del paese".
26 «Infatti tra il mio popolo c'è gente cattiva: sta in agguato come i cacciatori di uccelli, mette trappole, ma per farci cadere gli uomini.
27 Come gabbie piene di uccelli, le loro case sono piene di merce rubata. E' per questo che sono diventati potenti e ricchi,
28 grassi e ben pasciuti. Non c'è limite alla loro arroganza, non rispettano nessun diritto, nemmeno quello degli orfani, non rendono giustizia agli oppressi. Eppure prosperano sempre.
29 «Io, il Signore, non dovrei forse punirli per questi delitti, non dovrei forse vendicarmi di gente come questa?
30 Cose terribili e spaventose avvengono nel paese:
31 i profeti parlano a nome di falsi dèi, i sacerdoti ne approfittano e il mio popolo è contento di tutto questo. Ma che cosa faranno quando arriverà la fine?».

CAPITOLO 6

L'ARRIVO DEI NEMICI

1 Discendenti di Beniamino, abbandonate Gerusalemme per mettervi in salvo! Suonate la tromba nella città di Tekoa, date l'allarme a Bet-Cherem, perché dal nord si avvicina un disastro, una grande distruzione.
2 La città di Sion è bella e incantevole, eppure sarà distrutta.
3 Alcuni re con i loro eserciti marceranno contro di essa. Ognuno vi pianterà attorno il suo accampamento per prendere la propria parte di bottino.
4 E diranno: «Dichiarate guerra a Gerusalemme! State pronti: a mezzogiorno sferreremo l'attacco!». Alla sera, quando si allungano le ombre, diranno: «Peccato, il giorno sta per finire!
5 Ma non importa, l'assaliremo di notte e distruggeremo i suoi palazzi».
6 Il Signore dell'universo ha ordinato agli assalitori di tagliare alberi e di costruire una palizzata attorno a Gerusalemme. «E' una città da punire, - dice il Signore, - non c'è altro che oppressione.
7 Come un pozzo dà sempre acqua, così Gerusalemme produce sempre malvagità. In città si sentono soltanto grida di violenza e di oppressione, non si vede altro che sofferenza e ferite.
8 Abitanti di Gerusalemme, accettate questa lezione, altrimenti io vi abbandonerò. Trasformerò la vostra città in un deserto, in una terra disabitata».
9 Così dice il Signore dell'universo: «Prendete tutti i superstiti del popolo d'Israele, fate come i vendemmiatori che raccolgono l'uva».
10 Allora io dissi: «A chi mi rivolgerò, con la speranza di essere ascoltato? Tutti sono diventati sordi e rifiutano di prestare attenzione. Anzi, deridono la parola del Signore e non ne vogliono sapere.
11 Anch'io come te, o Signore, sono adirato contro di loro. Non posso più frenarmi». Il Signore rispose: «Sfoga l'ira per le strade, sui bambini e sui giovani. Saranno portati via uomini e donne, anche se vecchi e cadenti.
12 Le case, i campi e le loro mogli passeranno ad altri quando stenderò la mia mano contro gli abitanti di questa regione per punirli.
13 Poveri e ricchi, nessuno escluso, cercano solo di far denaro, profeti e sacerdoti sono una massa di imbroglioni.
14 Essi curano le piaghe del mio popolo come se si trattasse di un semplice graffio. Dicono: "Va tutto bene!", e invece non va bene niente.
15 Dovrebbero vergognarsi per queste malvagità disgustose, ma non si vergognano affatto, non arrossiscono. Perciò cadranno come sono caduti altri, saranno abbattuti quando io li punirò. Io, il Signore, ho stabilito così».

OSTINAZIONE D'ISRAELE

16 Così dice il Signore al suo popolo: «Fermatevi per strada e guardatevi attorno, imparate come ci si comportava nel passato. Camminate sulla strada giusta e vivrete in pace. Ma voi rispondete: "Non vogliamo seguire quella strada".
17 Ho anche messo sentinelle presso di voi per darvi in tempo l'allarme, ma voi avete risposto: "Non vogliamo sentire".
18 «Perciò ascoltate, popoli di tutta la terra, e anche tu, comunità d'Israele, sappi bene quel che sta per accaderti.
19 Farò venire la rovina su di te a causa dei tuoi progetti malvagi, perché non hai dato importanza alle mie parole e hai rifiutato il mio insegnamento.
20 Che me ne faccio dell'incenso importato dalla regione di Saba, o delle spezie aromatiche fatte arrivare da lontano? I tuoi sacrifici non mi fanno piacere e le tue offerte non mi sono gradite.
21 Perciò, Israele, ti metterò davanti alcuni ostacoli per farti inciampare. Allora morirete tutti, padri e figli, amici e vicini. Così dice il Signore».

L'INVASIONE DAL NORD

22 Dice il Signore: «Attenzione! Un popolo sta arrivando dal nord. E' una grande nazione che si mette in marcia dagli estremi confini della terra.
23 Sono armati di archi e di spade, sono crudeli e senza pietà. Quando vanno a cavallo il loro frastuono è come quello del mare in tempesta. Sono pronti, come un sol uomo, a combattere contro dite, Gerusalemme».
24 «Abbiamo udito la loro fama e siamo rimasti paralizzati dalla paura, - dicono gli abitanti di Gerusalemme. - Siamo spossati dal dolore e dall'angoscia, come una donna durante il parto.
25 Non possiamo più uscire nei campi, né camminare per le strade. Da ogni parte ci sono nemici armati che spargono il terrore».
26 Dice il Signore: «Vestitevi a lutto, rotolatevi nella polvere, abitanti di Gerusalemme! Piangete lacrime amare, lamentatevi come se fosse morto un figlio unico, perché su di voi piomberà all'improvviso l'esercito distruttore.
27 «Geremia, voglio che tu sia come un esperto di metalli in mezzo al mio popolo: provalo e vedrai come si comporta.
28 Sono tutti ribelli ostinati, duri come il bronzo e il ferro. Sono completamente corrotti e per di più spargono calunnie.
29 Soffiando con forza sul fuoco, le scorie si separano dai metalli. Io ho cercato di raffinare il mio popolo, ma inutilmente: non si è staccato dai suoi comportamenti cattivi.
30 Allora io, il Signore, l'ho rifiutato; perciò sarà chiamato "materiale di scarto"».

CAPITOLO 7

GEREMIA PARLA DAVANTI AL TEMPIO

1-3 Il Signore ordinò a Geremia di andare al tempio per parlare al popolo di Giuda. Geremia si fermò alla porta d'ingresso, e a tutti quelli che entravano per partecipare alle cerimonie religiose diceva:
«Ascoltate quel che vi dice il Signore dell'universo, Dio d'Israele! Cambiate la vostra condotta e il vostro modo di agire, e io vi lascerò abitare in questo luogo.
4 Non fidatevi di quelli che continuano a dire: "Siamo al sicuro! Abbiamo il tempio del Signore, il tempio del Signore...". Essi vi ingannano.
5 «Piuttosto, migliorate davvero la vostra condotta e il vostro modo di agire. Ognuno agisca con giustizia verso il suo prossimo.
6 Basta con lo sfruttamento dei forestieri, degli orfani e delle vedove! Basta con lo spargimento di sangue innocente in questa terra! Basta con il seguire divinità straniere! Vi portano solamente disgrazie!
7 Se mi ascoltate, vi lascerò ancora abitare in questa terra che da tanto tempo ho dato ai vostri antenati e per sempre.
8 «Non avete niente da guadagnare se continuate a fidarvi di chi vi inganna.
9 Voi rubate, uccidete, commettete adulterio, giurate il falso, offrite sacrifici a Baal e seguite divinità straniere che prima non conoscevate.
10 E ora venite qui, vi fermate davanti a me, in questo tempio consacrato a me, e dite: "Siamo al sicuro". Poi tornate a compiere le stesse azioni vergognose.
11 Avete forse preso questo mio tempio per un covo di briganti? Io, il Signore, so bene quel che avete fatto.
12 Come primo luogo per farmi costruire un santuario, io avevo scelto Silo. Ora andate a vedere che cosa ne ho fatto, a causa dei peccati del mio popolo Israele.
13 Voi avete commesso ogni sorta di male. Quando io vi ho parlato con insistenza, voi non mi avete risposto.
14 Quel che ho fatto a Silo, lo farò anche a questo tempio consacrato a me, a questo luogo che vi dà tanta sicurezza perché lo avevo assegnato ai vostri antenati e a voi.
15 Vi scaccerò lontano da me, come ho fatto con i vostri connazionali, i discendenti di Efraim». Questo ha detto il Signore.

LA DISUBBIDIENZA DEL POPOLO

16 Il Signore disse: «Geremia, non pregare per questo popolo, non piangere e non supplicarmi in suo favore, non insistere con me, perché non ti ascolterò.
17 Non vedi che cosa fanno nelle città di Giuda e nelle strade di Gerusalemme?
18 I ragazzi raccolgono la legna, gli uomini accendono il fuoco, le donne impastano la farina per fare dolci in onore della dea Istar, regina del cielo, e offrono vino ad altri dèi. Tutto questo mi offende.
19 Ma è proprio me che offendono? No, offendono se stessi e si coprono di vergogna.
20 Perciò la mia grande collera si riversa su questo luogo, sugli uomini e sul bestiame, sugli alberi della campagna e sui frutti della terra. Il mio furore brucerà come fuoco che non si spegne». Così ha detto Dio, il Signore.

I RIMPROVERI DI DIO

21 Così dice il Signore dell'universo, Dio d'Israele: «Mangiatevi pure tutta la carne dei vostri sacrifici, anche quella che siete soliti bruciare completamente in mio onore.
22 Quando feci uscire i vostri antenati dall'Egitto, non parlai affatto di questi sacrifici, non diedi nessun ordine al riguardo.
23 Una sola cosa ho comandato: "Ascoltate la mia voce! Così sarò il vostro Dio e voi il mio popolo. Osservate i miei comandamenti e tutto vi andrà bene".
24 Ma essi non ascoltarono, non prestarono attenzione. Si comportarono da testardi seguendo le loro inclinazioni perverse. Invece di avvicinarsi a me, mi hanno voltato le spalle.
25 Da quando i vostri antenati uscirono dall'Egitto fino ad oggi, ho sempre continuato a mandarvi i miei servi, i profeti.
26 Ma nessuno mi ha ascoltato, nessuno ha prestato attenzione. Anzi siete diventati ostinati e ribelli più dei vostri antenati.
27 «Tu, Geremia, dirai loro tutte queste parole, ma essi non ti ascolteranno; li chiamerai ma non ti risponderanno.
28 Sono un popolo che non ascolta la voce del Signore suo Dio e non accetta la correzione. La fedeltà è morta, e nemmeno se ne parla più».

L'IDOLATRIA NELLA VALLE DI BEN-INNOM

29 Dice il Signore:
«Tagliatevi i lunghi capelli,
abitanti di Gerusalemme,
e gettateli lontano.
Intonate un canto funebre
sulle vostre colline.
Io ho abbandonato e rigettato il popolo
perché ha meritato la mia collera.
30 «Il popolo di Giuda ha commesso il male che io, il Signore, disapprovo. Hanno posto i loro idoli vergognosi nel tempio consacrato a me, e lo hanno profanato.
31 Nella valle di Benlnnom hanno costruito un luogo sacro chiamato Tofet per bruciare i loro figli e le loro figlie in sacrificio. Io non ho mai comandato niente di simile, non l'ho mai pensato.
32 Perciò io, il Signore, vi assicuro che verranno giorni nei quali non si chiamerà più Tofet né valle di Benlnnom, ma valle del Massacro. Là dovranno seppellire i morti, perché non ci sarà più posto altrove.
33 I cadaveri di questo popolo saranno il pasto di uccelli rapaci e di bestie selvatiche. Non ci sarà nessuno per scacciarli.
34 Nelle città di Giuda e nelle strade di Gerusalemme farò cessare i canti di gioia e di allegria, i canti dello sposo e della sposa, poiché il paese sarà ridotto a un deserto».

CAPITOLO 8
1 Dice il Signore: «Allora tireranno fuori dai loro sepolcri le ossa dei re, dei capi di Giuda, dei sacerdoti, dei profeti e degli abitanti di Gerusalemme.
2 Queste ossa non saranno più raccolte per essere sepolte, ma diventeranno letame per la terra. Le lasceranno sparse al sole, alla luna, alle stelle che essi hanno amato e servito, che hanno onorato e consultato, e davanti ai quali si sono prostrati.
3 Gli uomini di questa nazione malvagia che riusciranno a sopravvivere, preferiranno morire piuttosto che continuare a vivere così nei luoghi dove io li ho dispersi. Lo assicuro io, il Signore dell'universo».

OSTINAZIONE NEL MALE

4 Il Signore mi mandò a dire al suo popolo: «Quando uno cade, forse non si rialza? Se uno perde la strada, non torna forse indietro?
5 Perché invece il mio popolo si è allontanato da me e non torna indietro? Sono ostinatamente malvagi e non vogliono tornare a me.
6 Ho ascoltato attentamente, ma non dicono la verità. Nessuno rinunzia a commettere il male, nessuno riconosce di avere sbagliato. Ognuno tira dritto per la sua strada come un cavallo lanciato in battaglia.
7 Anche la cicogna nel cielo sa quando è tempo di migrare; la tortora, la rondine e la gru sanno quando è tempo di tornare. Invece il mio popolo non sa riconoscere l'ordine stabilito dal Signore.
8 Come potete credervi saggi soltanto perché avete la legge del Signore, dal momento che gli stessi vostri maestri l'hanno completamente falsata?
9 I sapienti saranno coperti di vergogna, saranno confusi e fatti prigionieri. Essi hanno disprezzato la parola del Signore: quale sapienza possono avere?
10 Perciò darò le loro mogli ad altri e i loro campi ai conquistatori perché tutti, poveri e ricchi, cercano solo di far denaro. Profeti e sacerdoti sono una massa di imbroglioni.
11 Curano le piaghe del mio popolo come se si trattasse di un semplice graffio. "Va tutto bene", dicono, e invece non va bene niente.
12 Dovrebbero vergognarsi per queste malvagità disgustose, ma non si vergognano affatto, non arrossiscono. Perciò cadranno come sono caduti altri; quando io li punirò, saranno abbattuti. Io, il Signore, ho stabilito così».

LA FINE DEL REGNO DI GIUDA

13 Dice il Signore: «Voglio distruggerli completamente: non resterà neppure un grappolo nella vigna, nemmeno un frutto sul fico; anche le foglie appassiranno. Farò venire contro di loro gente che li calpesterà».
14 Gli abitanti di Giuda dicono: «Perché ce ne stiamo senza far niente? Riuniamoci, entriamo nelle città fortificate e restiamo lì perché il Signore nostro Dio vuole farci morire. Ci fa bere acqua avvelenata, perché abbiamo peccato contro di lui.
15 Aspettavamo la pace, ma non c'è stata; aspettavamo la guarigione, ma è arrivato il terrore.
16 I nostri nemici sono già nella città di Dan. Sentiamo sbuffare i loro cavalli; al loro nitrito trema tutta la terra. I nemici sono venuti a saccheggiare il nostro territorio e le sue ricchezze, a distruggere le città con i loro abitanti».
17 Dice il Signore: «Attenzione! Sto per mandare dei serpenti velenosi. Non riuscirete a incantarli, e vi morderanno».

IL LAMENTO DEL PROFETA GEREMIA

18 Il mio dolore è senza speranza
mi sento venir meno.
19 Da un capo all'altro del paese
sento le grida del mio popolo:
«Il Signore nostro re
non è più in Sion?».
Il Signore risponde:
«E voi, perché mi avete offeso
con i vostri idoli, con queste cose inutili
portate dagli stranieri?».
20 Il popolo grida:
«E' finita la mietitura, è passata l'estate,
e noi non siamo stati salvati».
21 Sono afflitto per la sventura
che ha colpito il mio popolo,
sono costernato, distrutto dal dolore.
22 Non c'è nessuna medicina in Galaad,
non si riesce a trovare un medico?
Perché il mio popolo
non è stato guarito?
23 Vorrei che il mio capo fosse una fonte
e i miei occhi una sorgente di lacrime,
per piangere giorno e notte
le vittime del mio popolo.

CAPITOLO 9
1 Vorrei trovare un rifugio nel deserto,
per abbandonare il mio popolo
e fuggire lontano da lui.
Sono tutti infedeli al Signore,
una massa di traditori.
2 Sono sempre pronti a mentire,
favoriscono la menzogna,
non lasciano regnare la verità nella nostra
terra.

IL MALE DILAGA

Dice il Signore:
«Il mio popolo passa da un delitto all'altro,
e non mi riconosce come suo Dio.
3 Ognuno si guardi dal suo amico,
nessuno si fidi neppure di suo fratello,
perché ogni fratello cerca di imbrogliare
l'altro
e ciascuno calunnia l'amico.
4 Tutti ingannano i propri amici,
nessuno dice la verità.
Si sono talmente abituati a mentire
che non possono fare a meno
di commettere il male.
5 Commettono violenza su violenza,
un inganno dopo l'altro,
e rifiutano di riconoscermi
come il loro Dio».
Così dice il Signore.

6 Per questo, il Signore dell'universo dice:
«Metterò alla prova il mio popolo,
lo raffinerò come un metallo.
Non mi resta altro da fare, con loro.
7 La loro lingua è come freccia mortale,
la loro bocca dice solo menzogne.
A parole, augurano il bene agli amici,
ma dentro di sé pensano solo a rovinarli.
8 E io non dovrei punirli
per il loro comportamento?
Non dovrei vendicarmi
di gente come questa?».
Così dice il Signore.

LA ROVINA E' INEVITABILE

9 Io dissi:
«Vedo i monti: piango e sospiro;
vedo i pascoli e canto un lamento funebre.
Sono bruciati, più nessuno vi passa.
Non si ode più il muggito delle mandrie,
gli uccelli, gli animali selvatici
sono fuggiti, scomparsi».
10 Rispose il Signore:
«Ridurrò anche Gerusalemme
a un mucchio di rovine,
dove vivono gli sciacalli;
raderò al suolo le città di Giuda,
e più nessuno vi abiterà».
11 Allora domandai:
«Perché la nostra terra è devastata
e bruciata
come un deserto dove non passa nessuno?
Se c'è qualcuno tanto sapiente
da comprendere
quel che il Signore ha detto,
lo annunzi agli altri!».
12 Il Signore rispose: «Questo avviene perché hanno rifiutato la legge che io avevo dato loro, non hanno ascoltato la mia voce e non hanno ubbidito.
13 Hanno agito da testardi, hanno seguito gli idoli di Baal come avevano imparato dai loro padri
14-15 Perciò farò mangiare a questo mio popolo erbe amare e gli farò bere acqua avvelenata. Li disperderò in mezzo a nazioni a loro sconosciute. Li farò inseguire da eserciti nemici finché non li avrò completamente distrutti. E' il Signore dell'universo, Dio di Israele che parla».

UN LAMENTO FUNEBRE PER GERUSALEMME

16 Il Signore dell'universo dice:
«Fate attenzione! Chiamate le donne
che per mestiere piangono nei funerali,
cercate le più brave e radunatele!».
17 Il popolo dice:
«Raccomandate loro di affrettarsi
a intonare su di noi un canto funebre.
I nostri occhi si sciolgano in pianto,
le nostre ciglia grondino lacrime».
18 Ascoltate il grido di lamento che viene da
Sion:
«Siamo rovinati! Che vergogna
dover abbandonare la nostra terra
ed essere scacciati dalle nostre case».
19 E io dico:
«O donne, ascoltate che cosa dice
il Signore,
fate attenzione alle sue parole.
Ognuna insegni a sua figlia
come fare il lamento,
e alla propria amica il canto funebre.
20 La morte è entrata dalle nostre finestre,
è penetrata nei nostri palazzi,
ha falciato i bambini per strada
e i giovani nelle piazze.
21 Questo è quel che il Signore
mi ha ordinato di dire:
cadaveri umani saranno sparsi ovunque
come letame sui campi,
come spighe di grano
lasciate dai mietitori,
che più nessuno raccoglie».

LA VERA SAPIENZA: CONOSCERE IL SIGNORE

22 Così dice il Signore:
«Non si vanti il sapiente della sua sapienza,
non si vanti il forte della sua forza,
non si vanti il ricco della sua ricchezza.
23 Se qualcuno vuole vantarsi,
si vanti di conoscermi
e di sapere che io, il Signore,
sono buono, giusto e retto con tutti.
Sono queste le cose che mi piacciono».

24 Dice il Signore: «Sta per venire il tempo nel quale punirò tutti quelli che praticano una circoncisione che, per me, non ha alcun valore:
25 i popoli di Egitto, Giuda, Edom, Ammon, Moab e la gente del deserto che si tagliano i capelli sulle tempie. Tutte queste nazioni, come anche Israele, non sono circoncise per il Signore e perciò le punirò».

CAPITOLO 10

GLI IDOLI E IL VERO DIO

1 Ascoltate il messaggio del Signore, popolo d'Israele.
2 Egli dice:
«Non imitate il modo di vivere
delle altre nazioni:
esse sono atterrite
da fenomeni insoliti
che accadono in cielo,
ma voi non dovete averne paura.
3 La religione degli altri popoli
non vale niente.
Essi tagliano un pezzo di legno nel bosco,
l'intagliatore lo lavora con lo scalpello;
4 poi lo ricoprono d'oro e d'argento,
lo fissano con chiodi a colpi di martello
perché non cada.
5 Questi idoli sono come spaventapasseri
in un campo di cocomeri:
non possono parlare.
Devono essere trasportati
perché non possono camminare.
Non abbiate paura: non fanno alcun male,
ma non possono nemmeno fare
alcun bene».

6 Nessuno è come te, Signore!
Tu sei grande,
grande e potente è il tuo nome!
7 Chi non ti renderà onore, re delle nazioni?
Tu solo lo meriti.
Non c'è nessuno come te in tutti i regni,
tra tutti i saggi delle nazioni.
8 Tutti sono stupidi e sciocchi:
vanno a lezione dagli idoli di legno!
9 Li fanno ricoprire dagli orefici
con lamine d'argento importato da Tarsis
e con oro fatto venire da Ufaz.
Li fanno rivestire da abili artisti
con stoffe costose rosse e viola.
10 Ma tu, Signore, sei il vero Dio,
sei tu il Dio vivente,
tu sei re per sempre.
Quando sei sdegnato, la terra trema,
le nazioni non resistono al tuo furore.

11 Voi direte alle nazioni straniere: «I vostri dèi non hanno fatto il cielo e la terra. Perciò dovranno scomparire dalla faccia della terra, da ogni regione che è sotto il cielo».

INNO AL CREATORE

12 Il Signore potente ha formato la terra,
con la sua sapienza ha creato il mondo,
ha disteso il cielo con la sua intelligenza.
13 Al suo comando
le acque si accumulano in cielo.
Egli fa salire le nuvole
dall'estremità della terra,
scatena temporali con lampi e pioggia
e sprigiona il vento impetuoso.
14 Allora tutti gli uomini
restano stupiti, non capiscono.
Quelli che fabbricano idoli
provano grande vergogna
perché le loro statue
risultano false, prive di vita.
15 Sono oggetti inutili,
degni solo di disprezzo.
16 Il Signore li farà sparire,
quando se li troverà davanti.
Il Dio di Giacobbe non è come quelli!
Egli ha fatto ogni cosa,
e ha scelto Israele come suo popolo.
Il suo nome è: il Signore dell'universo.

L'ESILIO E' VICINO

17 Abitanti di Gerusalemme, siete in stato d'assedio! Raccogliete tutte le vostre cose.
18 Così ha detto il Signore: «Questa volta scaccerò via tutti gli abitanti di questa terra. Non ci sarà scampo per nessuno».

19 Allora il popolo grida:
«Siamo colpiti a morte,
la nostra ferita non può guarire!
Noi invece pensavamo
che fosse cosa da poco,
un dolore sopportabile!
20 Le nostre tende sono sfasciate,
le loro corde sono rotte.
I nostri figli sono andati lontano:
non c'è più nessuno
che pianti i paletti della tenda
e rialzi i teloni.
21 I nostri governanti hanno perso la testa,
non cercano più il Signore come loro guida.
Per questo hanno sbagliato tutto
e hanno portato il popolo alla rovina».

22 Attenzione! Sono giunte notizie!
Un popolo del nord è in subbuglio:
il suo esercito viene per ridurre le città di Giuda
a un deserto abitato solo da sciacalli.

PREGHIERA DEL PROFETA

23 Signore, ho capito!
Nessuno sa scegliere la giusta via,
nessuno sa decidere bene per la propria vita.
24 Correggi il tuo popolo, Signore,
ma non essere troppo duro con noi.
Non trattarci con ira:
per noi sarebbe la fine!
25 Rivolgi la tua collera
contro queste nazioni.
Esse non ti riconoscono come Dio
e non ti invocano.
Hanno distrutto completamente
il tuo popolo
e hanno devastato il tuo territorio.

CAPITOLO 11

L'ALLEANZA CON DIO E' STATA TRADITA

1-3 Il Signore mi affidò un messaggio per gli abitanti di Giuda e di Gerusalemme:
«Ascoltate i termini dell'alleanza! Io, il Signore Dio d'Israele, maledico chiunque non li mette in pratica.
4 E' la stessa alleanza conclusa con i vostri antenati quando li ho fatti uscire dall'Egitto, dove stavano come in una fornace per fondere il ferro. Allora dissi: "Se ubbidite alla mia voce e mettete in pratica quel che io vi comando, diventerete il mio popolo e io sarò il vostro Dio".
5 Ora io ho mantenuto il giuramento fatto ai vostri antenati. Ho dato loro una terra dove scorre latte e miele, proprio quella che voi ora abitate». Io risposi: «Va bene, Signore, porterò il tuo messaggio».
6 Allora il Signore mi disse: «Va' nelle città di Giuda e per le strade di Gerusalemme. Proclama il mio messaggio, esorta il popolo ad ascoltare i termini di questa alleanza e a metterli in pratica.
7 Da quando ho fatto uscire i loro antenati dall'Egitto fino ad oggi, ho scongiurato ripetutamente il popolo di ubbidire alle mie parole.
8 Ma essi non hanno ascoltato e non hanno ubbidito. Ognuno ha continuato ad essere testardo e ostinato nel fare il male. Io avevo ordinato di osservare gli impegni di questa alleanza, ma essi non lo hanno fatto: perciò ho applicato contro di loro le sanzioni previste».
9 Il Signore mi disse ancora: «Ho visto che gli abitanti di Giuda e di Gerusalemme hanno fatto una congiura contro di me.
10 Sono tornati a commettere i peccati dei loro antenati. Anch'essi hanno rifiutato di ubbidire alle mie parole, hanno seguito gli dèi stranieri e li hanno adorati. Così gli abitanti d'Israele e di Giuda hanno rotto l'alleanza che avevo concluso con i loro antenati.
11 Per questo, - dice il Signore, - manderò una sciagura e non potranno evitarla. Essi mi chiameranno a gran voce perché li aiuti, ma io non li ascolterò.
12 Allora gli abitanti di Gerusalemme e delle altre città di Giuda andranno a implorare aiuto agli dèi ai quali hanno offerto sacrifici. Ma quando arriverà il disastro, gli dèi non potranno in nessun modo salvarli.
13 La gente di Giuda ha ormai tanti idoli quante sono le loro città. Per adorare quel vergognoso idolo di Baal gli abitanti di Gerusalemme hanno costruito più altari che strade.
14 Geremia, non pregare per questo popolo, non piangere e non supplicarmi in suo favore. Quando saranno colpiti dalla sciagura e cercheranno il mio aiuto, non li ascolterò».

15 Dice il Signore:
«Il popolo che io amo
ha commesso azioni malvagie.
Che cosa viene a fare ora nel mio tempio?
Pensa forse di allontanare il disastro
con promesse e con sacrifici di animali?
Pensa forse di farla franca?
16 Io avevo fatto diventare il mio popolo
forte e ricco come un ulivo carico di frutti,
ma ora gli darò fuoco,
le sue foglie bruceranno con grande rumore
e spezzerò i suoi rami.
17 Io, il Signore dell'universo, lo avevo piantato. Ma ora ho deciso di far venire una sciagura sul mio popolo, Israele e Giuda, per il male che hanno commesso. Mi hanno offeso: hanno offerto sacrifici in onore di Baal».

GEREMIA SI LAMENTA CON IL SIGNORE

18 Il Signore mi ha fatto vedere gli intrighi che i miei nemici tramavano contro di me e solo allora ho aperto gli occhi.
19 Io ero come un agnello docile portato al macello e non capivo che tutti quegli intrighi erano a mio danno. Essi dicevano di me: «Abbattiamo l'albero mentre è nel suo pieno vigore; uccidiamolo, così più nessuno si ricorderà di lui».
20 Allora pregai così: «Signore dell'universo, tu sei un giudice giusto e conosci i sentimenti e i pensieri segreti dell'uomo. Io ho affidato a te la mia causa: sono certo che vedrò come tu punirai i miei nemici».
21 Gli abitanti di Anatot minacciano di uccidermi e dicono che mi ammazzeranno se continuo ad annunziare il messaggio del Signore.
22 Perciò il Signore dell'universo dice: «Io li punirò! I loro giovani saranno uccisi in guerra, i loro figli e le loro figlie moriranno di fame.
23 Nessuno di essi si salverà quando castigherò gli abitanti di Anatot con la sciagura che manderò su di loro».

CAPITOLO 12
1 Signore, tu sei giusto,
eppure io voglio lamentarmi con te;
voglio discutere con te
a proposito della giustizia.
Perché ai malvagi va tutto bene?
Perché quelli che compiono il male
vivono tranquilli?
2 Tu li pianti, e quelli mettono radici,
crescono e producono frutti.
Tu sei sempre sulla loro bocca,
ma il loro cuore è lontano da te.
3 Eppure tu, Signore, mi conosci bene,
mi hai messo alla prova
e sai che sto dalla tua parte.
Metti da parte i malvagi
come pecore destinate al macello,
tienili pronti per il giorno del massacro.
4 Fino a quando la nostra terra
deve soffrire per la siccità
e tutta l'erba dei campi
sarà arsa dal sole?
Anche gli animali e gli uccelli muoiono
per la malvagità dei suoi abitanti.
Essi dicono:
«Dio non vede quel che facciamo».
5 Il Signore mi rispose:
«Geremia, tu ti stanchi
a correre quando gareggi con gli uomini;
come puoi pensare di farcela con i cavalli?
Se non riesci a rimanere in piedi
in un terreno pianeggiante,
come ti reggerai in piedi
sulle rive ripide del Giordano?
6 Perfino i tuoi fratelli,
i membri della tua famiglia,
ti hanno tradito,
si sono messi insieme per perseguitarti.
Non fidarti di loro
anche se ti dicono parole amiche».

IL SIGNORE ABBANDONA IL SUO POPOLO

7 Il Signore dice:
«Ho abbandonato Israele,
ho ripudiato la nazione che mi ero scelta;
ho consegnato nelle mani dei suoi nemici
il popolo che amo.
8 Il popolo che mi ero scelto
si è ribellato contro di me;
ha ruggito come un leone nella foresta
e così io non lo amo più.
9 Ora il popolo che mi ero scelto
è diventato una preda bella e desiderata:
da ogni parte gli uccelli rapaci
si precipitano su di lui.
Venite, animali selvatici,
venite anche voi a divorare la preda.
10 Molti re stranieri
hanno distrutto la mia vigna
hanno calpestato i miei campi,
hanno trasformato la mia terra prediletta
in un deserto desolato.
11 Sotto i miei occhi l'hanno ridotta
in una condizione pietosa.
Tutto è distrutto,
è diventato un deserto
e nessuno se ne prende cura.
12 Da tutti i nascondigli del deserto
spuntano predoni per saccheggiare:
sono come una spada nelle mie mani.
Essi distruggono ogni cosa
da un capo all'altro del territorio.
Non c'è scampo per nessuno.
13 Il mio popolo ha seminato frumento
e ha raccolto spine;
ha lavorato duramente
senza poi ricavare nulla;
gli sono mancati i raccolti
perché io ero adirato con lui».

IL SIGNORE PARLA ALLE NAZIONI

14 Così dice il signore: «Ho un messaggio per tutti i popoli malvagi vicini d'Israele. Essi hanno messo le mani sulla terra che avevo dato al mio popolo. Io li sradicherò dalla loro terra e libererò la gente di Giuda dalle loro mani.
15 Ma poi avrò compassione di quei popoli: farò tornare ogni nazione alla sua terra e al suo paese di origine.
16 Hanno insegnato a Israele a giurare per Baal. Ma se impareranno a comportarsi davvero secondo le leggi del mio popolo e a dire nei loro giuramenti: "Come è vero che il Signore vive..." potranno far parte del mio popolo e avere prosperità.
17 Ma se qualche nazione non ubbidirà, la sradicherò definitivamente e la distruggerò». Così ha detto il Signore.

CAPITOLO 13

LA SORTE DI UNA CINTURA DI LINO

1 Il Signore mi disse: «Va', comprati una cintura di lino e legatela ai fianchi. Però non lavarla».
2 Io comprai la cintura, come aveva detto il Signore, e me la misi attorno ai fianchi.
3 Dopo un po' il Signore mi disse:
4 «Prendi la cintura che hai comprato e che porti ai fianchi. Va' al torrente Fara e nascondila tra le pietre».
5 Io andai e la nascosi là dove mi aveva detto il Signore.
6 Molto tempo dopo il Signore mi disse ancora: «Va' a riprendere la cintura che hai nascosto nel torrente Fara».
7 Ritornai al torrente, cercai nel posto dove avevo nascosto la cintura e la tirai fuori: era completamente marcita e non serviva più.
8 Allora il Signore mi parlò
9 e mi disse: «Allo stesso modo farò marcire la grande superbia di Giuda e di Gerusalemme.
10 Questo popolo malvagio ha rifiutato di ascoltare le mie parole; è stato ostinato e ribelle, ha onorato e servito altri dèi. Perciò lo farò diventare come questa cintura che non serve più a niente.
11 Io volevo legare a me il popolo d'Israele e di Giuda proprio come si lega una cintura ai fianchi. Volevo che fossero il mio popolo, il mio onore e la mia gloria, ma essi non hanno voluto ascoltarmi».

I BOCCALI DI VINO, SEGNO DELLA COLLERA DI DIO

12 Il Signore Dio d'Israele mi disse: «Geremia, va' a dire alla gente che ogni boccale deve essere riempito di vino. Tutti ti risponderanno che lo sanno benissimo.
13 Allora dirai loro che io, il Signore, riempirò di vino gli abitanti di questa regione: i suoi re che siedono sul trono di Davide, i sacerdoti, i profeti e gli abitanti di Gerusalemme, finché non saranno tutti ubriachi.
14 Poi li farò sbattere l'uno contro l'altro, giovani e vecchi, e andranno in frantumi come boccali. Non avrò pietà, compassione e misericordia: li distruggerò completamente».

AMMONIMENTI CONTRO LA SUPERBIA

15 Popolo d'Israele, non essere arrogante,
ascolta attentamente
quel che ti dice il Signore.
16 Rendi onore al Signore tuo Dio,
prima che faccia scendere l'oscurità
e i tuoi piedi inciampino sui monti
quando viene la notte.
Tu aspetti un nuovo giorno
ma egli lo trasformerà
in oscurità profonda,
piena di pericoli mortali.
17 Se tu non ascolterai
piangerò in segreto per la tua arroganza.
Verserò lacrime amare
perché il popolo del Signore sarà deportato.

18 Il Signore mi disse: «Ordina al re e alla regina madre di scendere dal loro trono perché la corona preziosa è già caduta dalle loro teste.
19 Le città del Negheb sono assediate e nessuno può liberarle. Tutta la popolazione di Giuda è condotta lontano in esilio».
20 Alza gli occhi, Gerusalemme, e guarda! I tuoi nemici vengono dal nord. Dov'è il popolo che ti era stato affidato, il gregge che era il tuo vanto?
21 Tu credevi di esserti assicurata l'amicizia degli stranieri. Che cosa dirai quando ti conquisteranno e comanderanno su di te? Ti lamenterai come una donna colta dalle doglie del parto.
22 Allora ti domanderai perché ti sono accadute queste disgrazie. E' stato a causa delle tue grandi colpe che i nemici ti hanno spogliata e violentata.
23 Può un uomo di colore cambiare la sua pelle o un leopardo cancellare le sue macchie? Così i tuoi abitanti, abituati a comportarsi male, si illudono forse di poter fare qualcosa di buono?
24 Il Signore li disperderà come paglia spazzata via dal vento del deserto.
25 E' questo il tuo destino, Gerusalemme! Il Signore ha deciso di trattarti così perché lo hai messo da parte e ti sei affidata alla protezione di idoli falsi.
26 Il Signore stesso ti strapperà i vestiti e ti esporrà nuda alla vergogna.
27 Egli ha visto il tuo comportamento osceno quando ti sei prostituita sulle alture e nei campi per onorare i tuoi idoli vergognosi. Gerusalemme, per te è finita! Quando deciderai di purificarti?

CAPITOLO 14

LA GRANDE SICCITÀ

1 Quando venne la siccità, il Signore disse
a Geremia:
2 «La terra di Giuda è in lutto:
le sue città stanno morendo,
la gente è abbattuta per il dolore,
tutta Gerusalemme grida e cerca aiuto.
3 I ricchi mandano i servi
ad attingere acqua:
quelli giungono ai pozzi
ma li trovano asciutti
e ritornano indietro con i secchi vuoti;
scoraggiati e confusi, si nascondono il volto.
4 Non è più caduta la pioggia
sulla nostra terra:
tutto il terreno è screpolato
e i contadini, avviliti, si nascondono il volto.
5 Le cerve partoriscono nei campi
e abbandonano i cuccioli appena nati
perché non c'è più un filo d'erba.
6 Gli asini selvatici si fermano sulle colline
e fiutano il vento come sciacalli:
per mancanza di cibo non ci vedono più».
7 La gente grida:
«Anche se i nostri peccati ci accusano,
salvaci, Signore, per amore del tuo nome.
E' vero, troppe volte ti abbiamo tradito,
abbiamo peccato contro di te.
8 Tu sei la speranza d'Israele,
tu ci hai salvati
nei momenti di disgrazia.
Perché ora ti comporti
come uno straniero in mezzo a noi,
come un viaggiatore
che si ferma solo una notte?
9 Perché ti comporti
come un uomo colto di sorpresa,
come un uomo forte,
ma incapace di aiutare?
Eppure tu sei in mezzo a noi, Signore!
Noi siamo il tuo popolo:
non abbandonarci!».

10 Così dice il Signore riguardo a questo popolo: «Ci provano gusto a vivere in modo sregolato, senza tener conto di me. Ma io non posso approvarli. Conosco il loro comportamento malvagio e li punirò per i loro peccati».
11 Il Signore mi disse: «Non chiedermi di aiutare questo popolo.
12 Anche se digiuneranno, non ascolterò le loro grida che invocano aiuto; anche se mi faranno offerte o bruceranno in mio onore carne di animali, non mi faranno piacere. Anzi, li sterminerò con la guerra, la carestia e la peste».
13 Allora esclamai: «Signore mio Dio, tu sai che purtroppo i profeti assicurano al popolo che non ci sarà né guerra né carestia e che tu hai garantito una pace perfetta nella nostra terra».
14 Ma il Signore mi rispose: «E' falso quel che i profeti dicono a nome mio. Io non li ho inviati, non ho dato nessun ordine, non ho rivolto loro la mia parola. Vi annunziano solo visioni false, predizioni senza senso e invenzioni della loro fantasia.
15 Questi profeti non li ho mandati io, anche se parlano a nome mio. Annunziano che non ci sarà né guerra né carestia in questa regione. Ebbene, io li farò morire proprio in guerra e a causa della carestia. Te lo assicuro io, il Signore.
16 La gente che li ha ascoltati, farà la stessa fine: morirà di fame e per la guerra. I loro cadaveri saranno gettati per le strade di Gerusalemme e nessuno li seppellirà. Questo capiterà anche alle loro mogli, ai figli e alle figlie. In questo modo farò ricadere su di essi la loro malvagità».

IL LAMENTO DI GEREMIA

17 Il Signore mi ordinò di rivolgere al popolo
queste parole:
«I miei occhi son pieni di pianto,
giorno e notte non possono trattenere
le lacrime:
una grande sciagura
si è abbattuta sul mio popolo
e lo ha colpito a morte.
18 Esco in aperta campagna
e vedo cadaveri di caduti in guerra;
rientro in città
e vedo gente che muore di fame.
Profeti e sacerdoti
si aggirano per la regione
senza capirci più nulla».

IL LAMENTO DEL POPOLO

19 «Signore, hai messo Giuda
completamente da parte?
Ti è diventata insopportabile
la città di Sion?
Perché ci hai colpiti così duramente
che non possiamo più riprenderci?
Aspettavamo la pace, ma non c'è stata;
aspettavamo la guarigione,
ma è arrivato il terrore.
20 E' vero, Signore, abbiamo peccato
contro di te:
riconosciamo i nostri peccati
e quelli dei nostri padri.
21 Per amore del tuo nome,
non abbandonarci!
Non permettere che Gerusalemme
sia disprezzata!
E' la città dove tu regni glorioso!
Ricordati della tua alleanza con noi:
non venir meno alle tue promesse!
22 Fra tutti gli idoli delle nazioni
nessuno è capace di far venire la pioggia!
Da solo, il cielo non può mandare temporali!
Noi speriamo in te, Signore Dio nostro,
perché solamente tu fai tutte queste cose».

CAPITOLO 15

IL CASTIGO E' INEVITABILE

1 Allora il Signore mi disse: «Anche se venissero Mosè e Samuele a supplicarmi, io non mi lascerò intenerire per questo popolo. Mandalo via! Se ne vada!
2 Se ti domanderanno dove devono andare, risponderai che io ho
detto:
Chi deve morire di peste,
vada a morire di peste!
Chi deve morire per la guerra,
vada a morire in guerra!
Chi deve morire di fame,
vada a morire di fame!
Chi deve andare in esilio,
vada in esilio!
3 Io, il Signore, ho deciso di colpirli con quattro specie di disgrazie: la guerra per ucciderli, i cani per farli sbranare, gli uccelli rapaci e infine le bestie selvatiche per far sparire ogni resto dei loro cadaveri.
4 Tutti i popoli della terra avranno orrore per il castigo che ha colpito gli abitanti di Giuda. E' la conseguenza dei delitti commessi a Gerusalemme da Manasse, figlio di Ezechia, quando era re di Giuda».
5 Il Signore dice:
«Nessuno avrà pietà di te, Gerusalemme,
nessuno avrà per te un gesto di solidarietà,
nessuno si fermerà a domandare come stai.
6 Tu mi hai respinto,
mi hai voltato le spalle.
Allora io ho steso la mano contro di te
per distruggerti:
sono stanco di avere pietà!
7 In tutte le città della regione
ho disperso i tuoi abitanti
come paglia al vento.
Ho fatto morire i loro figli,
ho distrutto il mio popolo
perché non ha mai smesso
di comportarsi male.
8 Le loro vedove sono diventate
più numerose dei granelli di sabbia
nel mare.
In pieno giorno ho mandato il lutto
sulle madri dei giovani in guerra.
All'improvviso le ho sconvolte
con una terribile angoscia.
9 Anche la madre che aveva sette figli
si sente svenire, le manca il respiro,
le si annebbia la vista in pieno giorno,
impallidisce e vaneggia.
Farò uccidere dai nemici
anche quelli che credevano
di averla scampata.
Ve lo assicuro io, il Signore».

GEREMIA SI LAMENTA CON IL SIGNORE MA DIO LO CONFERMA NELLA SUA MISSIONE

10 Quanto sono infelice!
Perché mia madre mi ha messo al mondo?
Tutti in questo paese mi sono nemici!
Non ho fatto debiti, non ho fatto prestiti,
eppure tutti mi maledicono.
11 Il Signore mi rispose:
«Farò andare tutto a tuo favore,
te lo prometto!
Farò cadere i nemici ai tuoi piedi
quando ti troverai in grave pericolo.
12 Sarai come l'acciaio temprato nel nord,
che non può essere spezzato
dal ferro o dal rame.
13 Lascerò nelle mani dei nemici
le ricchezze e i tesori del mio popolo,
per punirlo di tutti i peccati
commessi sul suo territorio.
14 Il mio popolo diventerà schiavo
dei suoi nemici
in una regione che non conosce,
perché la mia ira si è accesa come un fuoco
che arderà contro di lui».
15 Allora dissi:
«Signore, tu mi conosci bene!
Ricordati di me, aiutami!
Vendicami dei miei persecutori.
Se tu sei troppo paziente con loro,
quelli mi uccidono!
Ricordati che mi insultano per causa tua.
16 Ero affamato delle tue parole,
e quando le trovavo
mi sentivo il cuore pieno di gioia
ed ero perfettamente felice,
perché appartengo a te,
Signore, Dio dell'universo.
17 Non ho mai cercato la mia felicità
tra gente allegra e chiassosa,
perché tu mi hai costretto
a rimanere da solo,
in disparte, pieno di sdegno.
18 Perché continuo a soffrire?
Il mio dolore è come una piaga
che nessuna medicina riesce a guarire.
E ora, anche tu mi deludi,
come un torrente dalle acque incostanti».

19 Allora il Signore mi rispose:
«Se tu tornerai verso di me,
io ti accoglierò di nuovo
al mio servizio.
Se tu saprai distinguere
tra le cose importanti e le cose da poco,
io continuerò a parlare per mezzo tuo.
La gente di Giuda deve imparare da te,
non tu da loro.
20 Nei confronti di questo popolo,
ti renderò come un muro di bronzo
durissimo;
combatteranno contro di te,
ma non ti vinceranno
perché con te ci sono io
a difenderti e salvarti.
Te lo prometto io, il Signore!
21 Ti libererò dal potere dei nemici,
ti strapperò dalle loro mani violente».

CAPITOLO 16

LA VITA DI GEREMIA E' UN SEGNO PER IL POPOLO

1 Il Signore mi disse ancora:
2 «Non devi prendere moglie e avere figli in questo paese.
3 Voglio confidarti che cosa accadrà ai bambini che nascono in questo luogo e ai genitori che hanno dato loro la vita:
4 moriranno tutti straziati da mali orribili; resteranno senza funerali e senza sepoltura; saranno come concime nei campi; saranno uccisi in guerra o moriranno di fame; i loro cadaveri verranno lasciati in pasto agli uccelli rapaci e alle bestie selvatiche.
5 «E' inutile che tu entri in una casa dove si fa lutto per unirti ai pianti o per portare conforto: perché io ho ritirato da questo popolo la prosperità che gli avevo dato. Non lo amo più, non ne ho compassione.
6 In questo paese moriranno tutti, senza distinzione, e non saranno rimpianti né sepolti. Nessuno si graffierà per la disperazione o si taglierà i capelli in segno di lutto.
7 Nessuno andrà a mangiare e a bere con chi è afflitto per consolarlo della morte di persone care, nemmeno se si tratta del padre o della madre.
8 «Non entrare in una casa dove c'è un pranzo di nozze, non fermarti a mangiare e a bere con gli invitati.
9 Voglio confidarti che cosa accadrà fra poco, e tutti ne saranno testimoni: farò cessare in questo luogo i canti di gioia e di allegria, la voce dello sposo e della sposa. Lo dico io, il Signore dell'universo, Dio d'Israele.
10 «Quando riferirai alla gente tutte queste cose, essi ti domanderanno perché ho deciso di punirli così duramente. Vorranno sapere quali colpe hanno commesso, quali peccati hanno fatto contro il Signore loro Dio.
11 Allora tu dirai queste mie parole: I vostri padri si sono allontanati da me per andare dietro ad altre divinità, le hanno adorate e si sono inginocchiati davanti ad esse; mi hanno abbandonato e non hanno seguito i miei insegnamenti.
12 Ma voi vi siete comportati anche peggio. Ognuno di voi si è ostinato nel seguire i suggerimenti del suo animo malvagio e rifiuta di ubbidirmi.
13 Perciò vi scaccerò da questa vostra terra e vi farò andare in una regione che non conoscete. Nemmeno i vostri padri ne hanno mai sentito parlare. Laggiù servirete divinità straniere giorno e notte, perché io non avrò più misericordia di voi».

RITORNO DALL'ESILIO

(vedi 23, 7-8)
14 Il Signore dice: «Sta per venire il momento in cui la gente non dirà più: "Giuro per la vita del Signore che ha fatto uscire il popolo d'Israele dall'Egitto...".
15 Invece diranno: "Giuro per la vita del Signore che ha fatto ritornare il popolo d'Israele dal nord e da tutte le regioni dove lo aveva disperso". Infatti io li farò ritornare nella loro terra, quella che avevo dato ai loro antenati».

I COLPEVOLI SARANNO PUNITI

16 Il Signore dice: «Manderò contro gli Israeliti i loro nemici: questi ne faranno grandi retate, come fanno i pescatori, e inseguiranno gli altri sui monti e sulle colline come fanno i cacciatori, per scovarli tutti perfino nelle spaccature delle rocce.
17 Io vedo tutto quel che fanno, non possono nascondermi nulla: le loro azioni malvagie mi saltano agli occhi.
18 Tanto per cominciare, farò loro pagare fino in fondo le colpe e i peccati commessi. Infatti hanno profanato la mia terra con i loro idoli senza vita, come sono i cadaveri, e hanno riempito la mia proprietà con i loro dèi falsi».

PREGHIERA DI GEREMIA

19 Signore, tu mi proteggi
e mi dài forza,
tu mi aiuti quando sono in difficoltà.
A te verranno i popoli
da tutte le parti della terra e diranno:
«Gli dèi che i nostri padri
ci hanno lasciato
sono soltanto una menzogna,
sono come vento e non servono a nulla.
20 Non possono essere veri
gli dèi che l'uomo si fabbrica».

21 «Ebbene, - dice il Signore, -
questa volta farò conoscere ai popoli
la mia forza e la mia potenza,
ed essi riconosceranno
che io sono il Signore».

CAPITOLO 17

LE COLPE DEL POPOLO DI GIUDA

1 Il peccato del popolo di Giuda
è scritto con uno scalpello di ferro,
è inciso nei loro cuori
e sugli angoli sporgenti dei loro altari
con una punta di diamante.
2 Così i loro figli si ricorderanno sempre
dei loro altari e dei pali sacri,
piantati presso gli alberi verdi,
sulle colline elevate,
3 sui monti e in aperta campagna.
Popolo di Giuda,
farò saccheggiare dai nemici
le tue ricchezze e i tuoi tesori
per i peccati commessi
nei luoghi dedicati al culto degli dèi,
sparsi in tutto il tuo territorio.
4 Tu dovrai restituire
la terra che ti avevo dato.
Ti renderò schiavo dei tuoi nemici
in una regione che non conosci,
perché mi hai provocato
e la mia ira è come un fuoco
che non si spegne mai.

SENTENZE VARIE

5 Il Signore dice:
«Io condanno chi si allontana da me,
perché ha fiducia nell'uomo
e conta soltanto su mezzi umani.

6 Costui sarà come un rovo
che cresce nel deserto,
in una terra arida, piena di sale,
dove è impossibile vivere:
non gli accadrà mai nulla di buono.

7 Ma io benedico chi ha fiducia in me
e cerca in me la sua sicurezza.
8 Egli sarà come un albero
che cresce vicino a un fiume
e stende le sue radici fino all'acqua.
Non dovrà temere quando viene il caldo,
perché le sue foglie resteranno verdi.
Neppure un anno di siccità gli farà danno:
continuerà a produrre i suoi frutti.

9 Il cuore dell'uomo inganna
più di ogni altra cosa:
è incorreggibile.
Chi può comprenderlo?
10 Ma io, il Signore,
conosco i sentimenti
e i pensieri segreti dell'uomo.
Così posso trattare ciascuno
secondo la sua condotta
in base al risultato delle sue azioni».

11 Chi accumula ricchezze in modo disonesto
è come un uccello che cova uova non sue:
a metà della vita la fortuna l'abbandona
e alla fine si troverà a mani vuote.

12 Il nostro tempio santo
è come un trono splendente
collocato in alto fin dalle origini.

13 Signore, tu sei la speranza d'Israele:
chi ti abbandona è destinato al fallimento!
Quelli che si allontanano da te
spariranno come nomi scritti nella polvere
perché hanno abbandonato te, il Signore,
la sorgente di acqua fresca e viva.

ALTRA PREGHIERA DEL PROFETA

14 Signore, solo tu puoi guarirmi,
solo tu puoi salvarmi.
Tu mi hai sempre dato
un motivo per lodarti!
15 La gente mi dice:
«Dove sono finite le minacce del Signore?
Si realizzino, una buona volta!».
16 Io non ho insistito
per essere un tuo profeta
non ho desiderato
che venisse il giorno del castigo.
Signore, tu lo sai,
ho sempre parlato apertamente con te.
17 Non mettermi paura anche tu:
tu sei l'unico mio rifugio
quando mi trovo in pericolo.
18 Copri di ridicolo quelli che mi perseguitano,
ma risparmia me;
riempì loro di paura, non me.
Fa' cadere su di loro tutte le disgrazie,
falli completamente a pezzi.

IL SABATO E' CONSACRATO AL SIGNORE

19 Il Signore mi diede quest'ordine: «Geremia, va' a metterti vicino alla porta principale di Gerusalemme, chiamata porta del Popolo dalla quale passano i re di Giuda per entrare e uscire dalla città. Poi va' vicino a tutte le altre porte lungo le mura.
20 A tutti quelli che le attraversano, ai re di Giuda, a quelli che vengono da fuori città e a tutti gli abitanti di Gerusalemme, dirai di ascoltare le mie parole.
21 Dirai così: Se ci tenete alla vostra vita, non trasportate nessun peso nel giorno di sabato, non fate passare niente attraverso le porte di Gerusalemme.
22 Non portate nessun oggetto fuori delle vostre case in giorno di sabato e non fate nessun lavoro. Il sabato lo dovete dedicare tutto a me, come ho comandato ai vostri antenati.
23 Essi non mi hanno ascoltato, non hanno prestato attenzione. Anzi si sono intestarditi a non ubbidirmi e a rifiutare i miei insegnamenti.
24 «Ma voi, dice il Signore, ascoltatemi bene: non fate passare nessun carico attraverso le porte di questa città in un giorno di sabato; invece, dedicate a me questo giorno e astenetevi da ogni lavoro.
25 Allora i re e i principi che siedono sul trono di Davide entreranno liberamente attraverso le porte di questa città. Vi passeranno sui carri o a cavallo con i loro ufficiali, insieme alla gente di Giuda e agli abitanti di Gerusalemme, perché la città sarà sempre abitata.
26 La gente verrà dalle città di Giuda e dai dintorni di Gerusalemme, dal territorio di Beniamino, dalla regione della Sefela, dalle montagne e dal Negheb. Tutti porteranno qualcosa al mio tempio: sacrifici da bruciare completamente o in parte, offerte di grano o di incenso, sacrifici di lode.
27 Ma voi dovrete ascoltarmi e dedicare a me il giorno di sabato senza trasportare pesi e introdurli attraverso le porte di Gerusalemme. Se non lo farete, darò fuoco alle porte della città e le fiamme bruceranno i suoi bei palazzi. Nessuno potrà spegnere l'incendio».

CAPITOLO 18

GEREMIA NELLA BOTTEGA DEL VASAIO

1 Il Signore mi diede quest'ordine:
2 «Presto, Geremia! Va' giù nella bottega del vasaio e là ti farò capire qual è il mio messaggio».
3 Io mi recai dal vasaio e mi fermai a guardarlo mentre lavorava al tornio.
4 Ma il vaso, che egli stava modellando con la creta, a un certo punto si guastò tra le sue mani. Allora il vasaio prese altra creta e fece un nuovo vaso, a suo piacere.
5 A quel punto, il Signore mi fece capire il suo messaggio:
6 «Gente d'Israele, non potrei forse comportarmi con voi come fa questo vasaio con la creta? Voi siete nelle mie mani proprio come la creta nelle mani del vasaio.
7 A volte, nei riguardi di una nazione o di un regno io vorrei sradicare, abbattere o distruggere.
8 Ma se quella nazione smette di fare il male per il quale l'avevo minacciata, io rinunzio al castigo che pensavo di mandarle.
9 «A volte invece, nei riguardi di un'altra nazione o di un altro regno vorrei edificare e piantare.
10 Ma se quelli compiono il male che io disapprovo, senza curarsi dei miei avvertimenti, allora io mi rifiuto di dare l'aiuto che avevo promesso.
11 «Ed ora, va' ad annunziare alla gente di Giuda e agli abitanti di Gerusalemme che io, il Signore, ho preso una decisione contro di loro e mi preparo a punirli. Esortali a rinunziare al loro comportamento malvagio, a migliorare le loro abitudini e le loro azioni.
12 Ma essi agiranno sempre peggio e diranno: "E' inutile insistere! Continueremo a fare di testa nostra"».

ISRAELE HA DIMENTICATO IL SIGNORE

13 Ebbene il Signore dice:
«Informatevi presso i popoli stranieri
se hanno mai sentito una cosa simile.
Il popolo d'Israele
ha commesso azioni orribili!
14 Avete mai visto la neve
abbandonare le vette rocciose del Libano?
Avete mai visto l'acqua
abbandonare i gelidi torrenti
di montagna?
15 Invece il mio popolo mi ha dimenticato!
Brucia incenso in onore di idoli inutili,
che lo fanno inciampare sulla sua strada,
lo fanno deviare dalla via percorsa
da sempre
per camminare su sentieri nemmeno
tracciati.
16 Ha ridotto la sua terra
in una condizione spaventosa
che strappa grida di orrore senza fine.
Chi passa di li, rimane sconvolto
e scuote amaramente la testa.
17 Davanti al nemico,
io disperderò il mio popolo,
come polvere sollevata dal vento orientale.
Volterò loro le spalle,
non li guarderò nemmeno
quando saranno colpiti dalla rovina».

CONGIURA CONTRO GEREMIA E PREGHIERA DEL PROFETA

18 Alcuni dissero: «Via, facciamola finita con Geremia! Avremo sempre sacerdoti per istruirci, uomini saggi per darci buoni consigli e profeti che annunziano il messaggio di Dio. Demoliamo Geremia con una campagna di diffamazione e non badiamo più a quel che dice».
19 Allora pregai così:
«Signore, guarda che cosa mi capita,
senti che cosa dicono i miei nemici.
20 In cambio del bene, si deve rendere il male?
Essi preparano un attentato alla mia vita.
Eppure, Signore, ti ricordi?
Sono venuto a pregarti in loro favore
per allontanare la tua collera.
21 Ora però, fa' morire di fame i loro figli,
o falli passare a fil di spada.
Le loro mogli restino vedove e senza figli,
gli uomini muoiano di peste
e i giovani siano uccisi in battaglia.
22 Fa' piombare i banditi su di loro,
falli urlare di spavento nelle loro case.
Essi preparano un attentato contro di me,
vogliono farmi cadere in un agguato.
23 Ma tu, Signore, conosci tutti i progetti
che essi fanno per uccidermi.
Non cancellare questo loro delitto,
non perdonare questo peccato.
Falli crollare davanti a te,
sfoga su di essi la tua collera».

CAPITOLO 19

LA BROCCA SPEZZATA, SEGNO DI SCIAGURA

1 Il Signore diede quest'ordine a Geremia: «Va' dal vasaio a comprare una brocca di terracotta. Poi fa' venire con te alcuni laici e sacerdoti del consiglio degli anziani,
2 e accompagnali nella valle di Ben-Innom, passando per la porta dei Cocci. Là proclamerai il messaggio che io ti comunicherò».
3 Appena giunti, il Signore ordinò a Geremia di dire: «Re di Giuda e abitanti di Gerusalemme, ascoltate quel che vi dice il Signore dell'universo, il Dio d'Israele. Fra poco farò piombare su questo luogo un disastro tale che chi ne sentirà parlare resterà stordito.
4 Agirò così perché gli abitanti di Giuda e di Gerusalemme mi hanno abbandonato e hanno destinato questo luogo a un uso diverso da quello che io volevo. Qui hanno bruciato sacrifici a divinità straniere che né essi, né i loro antenati, né i re di Giuda avevano mai conosciuto. Hanno riempito questo luogo col sangue di gente innocente,
5 e hanno costruito altari per bruciare i loro figli come sacrificio in onore di Baal. Io non ho mai comandato niente di simile, non l'ho mai nemmeno pensato.
6 «Perciò verranno giorni, è parola del Signore, nei quali questa località non si chiamerà più Tofet né valle di Ben-Innom, ma valle del Massacro.
7 In questo luogo farò fallire i progetti di grandezza degli abitanti di Giuda e di Gerusalemme. I loro nemici li uccideranno in battaglia e non si lasceranno sfuggire nessuno. I loro cadaveri saranno il pasto di uccelli rapaci e di bestie selvatiche.
8 Ridurrò questa città in una condizione spaventosa: chi passerà da queste parti, rimarrà sconvolto dall'orrore alla vista delle sue rovine.
9 I loro nemici assedieranno la città per massacrare tutti gli abitanti. L'assedio sarà così terribile che essi si mangeranno tra di loro e divoreranno perfino i propri figli».
10 A questo punto il Signore ordinò a Geremia di spezzare la brocca sotto gli occhi di quelli che lo avevano accompagnato
11 e gli fece proclamare un altro messaggio: «Io, il Signore dell'universo, spezzerò allo stesso modo il popolo e la città. Essi saranno come questa brocca spezzata che non si può più aggiustare. Dovranno seppellire i morti in Tofet perché non ci sarà più posto altrove.
12 Ve lo assicuro, trasformerò questa città con i suoi abitanti in un luogo di morte, come il Tofet.
13 Renderò impure come il Tofet le case di Gerusalemme e i palazzi dei re di Giuda, perché sui terrazzi di tutte queste case hanno bruciato incenso in onore delle stelle e hanno offerto il vino in onore di altri dèi».
14 Allora Geremia si allontanò dal Tofet dove il Signore lo aveva mandato a proclamare il suo messaggio e si fermò nel cortile del tempio. A tutta la gente che si trovava là,
15 egli riferì le parole del Signore dell'universo, Dio d'Israele: «Farò venire su questa città e sui villaggi vicini tutti i castighi che avevo minacciato contro di essa. Perché i suoi abitanti si sono intestarditi e hanno rifiutato di ascoltare le mie parole».

CAPITOLO 20

GEREMIA E' IMPRIGIONATO

1 Il sacerdote Pascur, figlio di Immer, era il capo delle guardie del tempio. Dopo aver udito Geremia che annunziava queste cose,
2 lo fece frustare e lo lasciò incatenato vicino alla porta superiore, detta di Beniamino, dalla quale si entra nel tempio.
3 Il giorno dopo ritornò e fece liberare il profeta dalle catene. Allora Geremia gli disse: «Pascur, il Signore ti cambia nome. Ti chiamerai "Spavento da ogni parte".
4 Infatti il Signore ha detto: Ti renderò motivo di spavento per te e per tutti i tuoi amici. Essi cadranno sotto la spada dei nemici e tu assisterai alla loro morte. Consegnerò tutti gli abitanti di Giuda al re di Babilonia. Li deporterà nel suo paese e ne farà morire molti.
5 Gli consegnerò le ricchezze degli abitanti di Gerusalemme, il prodotto del loro lavoro, le cose più preziose e perfino il tesoro dei re di Giuda. I nemici faranno man bassa di tutto, saccheggeranno e porteranno il bottino a Babilonia.
6 Tu stesso, Pascur, e quelli che stanno con te, sarete fatti prigionieri e deportati a Babilonia. Là morirai e sarai sepolto insieme a tutti i tuoi amici ai quali hai annunziato tante menzogne».

GEREMIA SI SFOGA CON DIO

7 Signore, tu mi hai sedotto
e io non ho saputo resisterti.
Hai fatto ricorso alla forza
e hai ottenuto quel che volevi.
Mi disprezzano da mattina a sera,
tutti ridono di me.
8 Io parlo, e ogni volta
sùbito devo chiamare aiuto
e gridare contro la violenza
e l'oppressione.
Tutto il giorno sono insultato e deriso
perché annunzio la tua parola, o Signore!
9 Ma quando mi son detto:
«Non penserò più al Signore,
non parlerò più in suo nome»,
ho sentito dentro di me come un fuoco
che mi bruciava le ossa:
ho cercato di contenerlo
ma non ci sono riuscito.
10 Mi accorgevo che molti
parlavano male di me
e da ogni parte cercavano di spaventarmi.
Dicevano: «Se qualcuno lo denunzia,
lo denunzieremo anche noi».
Perfino i miei amici più cari
aspettavano un mio passo falso
e dicevano: «Prima o poi,
qualcuno riuscirà a ingannarlo!
Così, l'avremo vinta noi
e potremo vendicarci di lui».
11 Ma tu, Signore, stai al mio fianco,
tu sei forte e mi difendi:
per questo i miei persecutori cadranno
e non avranno la meglio su di me.
Dovranno vergognarsi da morire
perché i loro progetti andranno in fumo.
Saranno disonorati per sempre
e nessuno lo dimenticherà.
12 Tu, Signore dell'universo,
sai distinguere chi ti è fedele
perché vedi i sentimenti
e i pensieri segreti dell'uomo.
Ho affidato a te la mia causa:
sono certo che vedrò
come tu punirai i miei nemici.

13 Cantate inni al Signore!
Lodate il Signore!
Egli ha liberato il povero
dal potere dei suoi nemici.

14 Maledetto il giorno in cui sono nato!
Nessuno consideri benedetto il giorno
nel quale mia madre mi ha messo al mondo!
15 Maledetto l'uomo
che ha riempito di gioia mio padre
quando gli ha dato la notizia:
«E' nato! E' un maschio!».
16 Quell'uomo diventi come le città
che il Signore ha distrutto
senza compassione.
Al mattino egli oda lamenti
e a mezzogiorno grida di guerra.
17 Perché Dio non mi ha fatto morire
prima di nascere?
Mia madre sarebbe stata la mia tomba,
mi avrebbe sempre tenuto dentro di sé.
18 Invece sono uscito dal suo ventre
solo per provare tormento e dolore
e consumare la mia vita nell'umiliazione.

CAPITOLO 21

GEREMIA RISPONDE AGLI INVIATI DEL RE

1 Questo è il messaggio che il Signore affidò a Geremia per il re Sedecia. Il re aveva mandato da Geremia Pascur, figlio di Malchia, e il sacerdote Sofonia, figlio di Maasia, per domandargli: -
2 Poiché Nabucodonosor re di Babilonia ci ha dichiarato guerra, per favore, consulta il Signore per noi. Forse il Signore compirà a nostro favore uno dei suoi prodigi e costringerà il nemico ad allontanarsi.
3 Geremia rispose agli inviati del re: - Andate a riferire a Sedecia
4 quel che dice il Signore, Dio d'Israele: «Voi combattete contro l'esercito del re di Babilonia che vi assedia. Ma io farò indietreggiare i vostri soldati dalle mura fino a concentrarli tutti in mezzo alla città.
5 Io stesso combatterò contro di voi con tutte le mie forze, con ira, furore e grande sdegno.
6 Colpirò quelli che vivono nella città: uomini e animali moriranno con una terribile peste.
7 Inoltre consegnerò in potere di Nabucodonosor re di Babilonia, Sedecia re di Giuda, i suoi ministri e la gente che sarà riuscita a sopravvivere alla peste, alla guerra e alla carestia. Li consegnerò nelle mani dei nemici che cercano solo di farli morire tutti. Infatti Nabucodonosor non si lascerà commuovere: li farà uccidere con la spada, non avrà pietà di nessuno, non li perdonerà. Ve lo dico io, il Signore».
8 Il Signore ordinò poi a Geremia di annunziare al popolo questo messaggio: «Vi offro la possibilità di scegliere tra la via che conduce alla vita e la via che conduce alla morte, - così dice il Signore. -
9 Chi vuol rimanere in questa città, morirà in guerra, o di fame o di peste. Ma chi decide di uscire dalla città per arrendersi ai Babilonesi che l'assediano, non sarà ucciso: avrà almeno salva la vita.
10 Ho deciso di distruggere Gerusalemme, non di salvarla. Essa sarà occupata dal re di Babilonia che la distruggerà con il fuoco. Lo dico io, il Signore».

MESSAGGI PER LA FAMIGLIA REALE

11 Alla famiglia del re di Giuda:
«Ascoltate la parola del Signore,
12 discendenti di Davide!
Il Signore vi dice:
Amministrate bene la giustizia ogni giorno
e impedite ai prepotenti
di sfruttare i poveri.
Se non farete così,
il mio furore divamperà come fuoco.
Brucerà e nessuno lo potrà spegnere
a causa del male che avete commesso.
13 Io, il Signore, mi metto contro di voi,
abitanti del palazzo che domina la vallata,
costruito su una piattaforma rocciosa.
Voi andate dicendo che nessun nemico
potrà attaccarvi
o penetrare nei vostri rifugi.
14 Ma io stesso vi punirò come meritate
per il male che avete commesso:
darò fuoco alla selva di colonne
del vostro palazzo
e anche le case attorno
saranno divorate dalle fiamme.
Così dice il Signore».

CAPITOLO 22
1 Il Signore ordinò poi a Geremia di andare nel palazzo del re di Giuda per proclamare quest'altro messaggio:
2 «Ascolta quel che dice il Signore, o re di Giuda che siedi sul trono di Davide. Lo dice per te, per i tuoi ministri e per i tuoi sudditi che entrano nel palazzo:
3 Comportatevi in modo giusto e onesto e impedite ai prepotenti di sfruttare i poveri. Non cercate di approfittare dei forestieri, degli orfani e delle vedove: non trattateli male. Non uccidete gente innocente in questo luogo, dice il Signore.
4 Se farete davvero quel che io vi comando, i discendenti di Davide potranno continuare a essere re. Potranno andare e venire attraverso le porte di questo palazzo sui carri o a cavallo, insieme ai loro ministri e ai loro sudditi.
5 Ma se non ubbidirete ai miei comandi, quant'è vero che io sono Dio, il Signore, giuro che questo palazzo diventerà un mucchio di rovine».

6 Minaccia del Signore contro il palazzo del re di Giuda:

«Tu eri per me
bello come le foreste di Galaad,
come le vette del Libano.
Eppure non esiterò a trasformarti
in deserto, in un cimitero.
7 Preparerò degli uomini,
darò ad ognuno gli attrezzi,
e li manderò contro di te per distruggerti.
Taglieranno le tue magnifiche colonne
di cedro
e le getteranno nel fuoco.
8 «Quando gli stranieri provenienti da molti paesi passeranno da queste parti, si domande ranno: "Perché il Signore ha trattato così questa grande città?".
9 Allora si sentiranno rispondere: "Questo è accaduto perché i suoi abitanti hanno tradito il patto concluso con il Signore, e hanno onorato e servito divinità straniere"».

MESSAGGIO PER IL RE IOACAZ

10 Non piangete per il re morto, non fate lamenti per lui. Piangete piuttosto per il re che parte piangete perché non tornerà più, non rivedrà il paese natio.
11 Infatti, a proposito di Sallum, che è succeduto a suo padre Giosia re di Giuda, il Signore dice: «Egli è partito di qui e non tornerà più.
12 Morirà nel paese dove lo hanno condotto prigioniero e non rivedrà più la sua terra».

MESSAGGIO CONTRO IL RE IOIAKIM

13 Guai a te che ti costruisci un palazzo
senza rispettare la giustizia,
e alzi nuovi piani
in modo disonesto
perché costringi gli altri
a lavorare per te
e ti rifiuti di pagarli.
14 Tu dici: «Voglio costruirmi
un palazzo grandioso
con vasti saloni al piano superiore».
Vi fai aprire grandi finestre,
rivesti i muri con legno di cedro
e lo fai dipingere di rosso.
15 Ti illudi forse di essere un grande re
per i rivestimenti di cedro del tuo palazzo?
Tuo padre, Giosia, mangiava e beveva
come te,
ma agiva in modo giusto e onesto
e perciò tutto gli andava bene.
16 Egli difendeva i diritti dei poveri
e tutti erano contenti.
In questo modo dimostrava
di conoscermi veramente.
17 Tu, invece, guardi solo al tuo interesse
e studi il modo di uccidere gli innocenti
e di opprimere la gente con ferocia.
Questo ti dice il Signore.

18 Ecco quel che dice il Signore riguardo a
Ioiakim re di Giuda figlio di Giosia:

«Nessuno piangerà la sua morte e dirà:
"E' un grave lutto, fratello!
E' un grave lutto, sorella!".
Nessuno piangerà la sua morte e dirà:
"E' un grave lutto, signore!
E' un grave lutto, maestà!".
19 Trascineranno e getteranno il suo cadavere
fuori delle porte di Gerusalemme:
sarà sepolto come una bestia».

MESSAGGIO PER GERUSALEMME

20 Salite sul monte Libano e gridate,
abitanti di Gerusalemme,
andate sull'altipiano di Basan e urlate,
gridate dalle montagne di Moab,
perché tutti i vostri alleati
sono stati sconfitti.
21 Vi avevo avvertiti
quando tutto andava bene,
ma non avete voluto ascoltarmi.
Vi siete sempre comportati così
dall'inizio della vostra storia:
non mi avete mai ubbidito.
22 I vostri capi saranno spazzati via dal vento
e i vostri alleati saranno fatti prigionieri:
allora sarete svergognati e umiliati
per tutto il male che avete commesso.
23 Avevate preparato il vostro nido tranquillo
tra i cedri fatti venire dal Libano:
invece vi lamenterete tutti
quando vi coglieranno dolori atroci
come le doglie di una partoriente.

MESSAGGIO CONTRO IL RE IOIACHIN

24 Così dice il Signore a Conia figlio di Ioiakim, re di Giuda: «Anche se tu fossi l'anello della mia destra, il mio sigillo personale, giuro sulla mia vita che ti strapperò dal mio dito.
25 Ti consegnerò nelle mani di quelli che ti vogliono uccidere e che ti mettono tanta paura: Nabucodonosor, re di Babilonia, e il suo esercito.
26 Farò deportare te e tua madre in un paese straniero, ben diverso da quello dove siete nati, e là morirete entrambi.
27 Anche se farete di tutto per ritornare nella vostra terra, non ci riuscirete».
28 La gente si domanda: «Questo tale, questo Conia, è forse diventato una brocca incrinata che non serve più, un oggetto privo di interesse? Perché è stato scacciato via con i suoi figli e confinato in una regione che non conosce?».
29 O terra, terra, terra!
Ascolta quel che dice il Signore:
30 «Registrate costui come uno senza figli.
E' un uomo fallito nella sua vita:
nessuno dei suoi discendenti
riuscirà a sedere sul trono di Davide
e a regnare ancora in Giuda».
Questo ha detto il Signore.

CAPITOLO 23

SPERANZE PER IL FUTURO

1 «Guai ai capi del mio popolo, - dice il Signore. - Sono come pastori che distruggono e disperdono il mio gregge».
2 A proposito di questi pastori che dovrebbero prendersi cura del suo gregge, il Signore Dio d'Israele dice: «Voi avete rovinato e disperso il mio gregge e non ve ne siete occupati. Ebbene, io mi occuperò di voi e della vostra cattiva amministrazione.
3 Radunerò io stesso quel che resta delle mie pecore da tutte le regioni dove le avevo disperse. Le farò ritornare ai loro pascoli, saranno feconde e aumenteranno di numero.
4 Manderò ad esse pastori che avranno cura di loro e così non dovranno più temere né spaventarsi: non ne mancherà nemmeno una all'appello». Questo dice il Signore.
5 «Verranno giorni nei quali io farò sorgere
il germoglio di Davide,
un suo discendente legittimo,
- dice il Signore. -
Questo re governerà con saggezza
e attuerà il diritto e la giustizia nel paese.
6 Durante il suo regno
il popolo di Giuda sarà liberato
e quello d'Israele vivrà sicuro.
Chiameranno il re con questo nome:
Il Signore-Nostra-Salvezza».

7 Il Signore dice: «Sta per venire il momento in cui la gente non dirà più: "Giuro per la vita del Signore che ha fatto uscire il popolo d'Israele dall'Egitto...".
8 Invece diranno: "Giuro per la vita del Signore che ha fatto uscire i discendenti d'Israele dalla terra del nord, da tutte le regioni dove li aveva dispersi, e li ha riportati a vivere nella loro patria"».

CONTRO I PROFETI

9 Mi si spezza il cuore nel petto,
mi sento tutto tremare.
Mi sembra d'essere ubriaco,
stordito dal troppo vino.
E' stato a causa del Signore, il Santo,
e delle cose che mi ha detto.
10 Il paese è pieno di gente adultera:
si precipitano tutti verso il male
e sprecano la loro forza in modo disonesto.
Perciò il Signore ha maledetto questa terra,
l'ha riempita di lutto,
ha disseccato tutti i suoi pascoli.

11 Il Signore dice:
«Anche i profeti e i sacerdoti
sono diventati senza scrupoli:
li ho sorpresi a commettere il male
perfino dentro il mio tempio.
12 Perciò li farò camminare
su una strada sdrucciolevole,
brancoleranno nel buio,
si urteranno e cadranno a terra.
Questa è la sciagura che manderò su di loro
quando li punirò.
Lo dico io, il Signore.
13 A Samaria avevo visto che i profeti
si comportavano da stupidi:
essi parlavano in nome di Baal
e allontanavano da me il mio popolo.
14 Ma a Gerusalemme vedo che i profeti
compiono addirittura azioni orribili:
commettono adulterio
e vivono di menzogne,
incoraggiano a fare il male e così nessuno
smette di comportarsi in modo disonesto.
Per me, i profeti e gli abitanti
di Gerusalemme
si sono resi colpevoli
come gli abitanti di Sodoma e Gomorra».

15 Perciò questa è la sentenza che il Signore
dell'universo pronunzia contro i profeti:
«Li costringerò a mangiare erbe amare
e a bere acqua avvelenata,
perché i profeti di Gerusalemme
hanno contaminato tutta la mia terra».
16 Così dice il Signore dell'universo:
«Non date retta
a quel che vi dicono questi profeti:
parlano, parlano, ma vi riempiono la testa
di illusioni vane.
Le visioni che vi descrivono
sono frutto della loro immaginazione:
non gliele ho mandate io.
17 Essi ripetono con insistenza
a quelli che mi disprezzano:
"Vi andrà tutto bene!
Lo garantisce il Signore!".
A tutti quelli che insistono
a fare di testa propria essi assicurano:
"Non vi accadrà niente di male".
18 Nessuno di loro ha conosciuto
i miei progetti,
nessuno ha visto o sentito le mie decisioni,
nessuno è stato attento alla mia parola
e vi ha ubbidito».

19 Ed ora il furore del Signore
si scatena come una tempesta,
come un uragano travolgente
si abbatte sulla testa dei malvagi.
20 L'indignazione del Signore non si calmerà
finché egli non avrà portato a termine
quel che aveva deciso di fare.
Un giorno, anche voi
comprenderete tutto chiaramente.

21 Il Signore dice:
«Io non ho mandato questi profeti
e tuttavia essi vanno di corsa;
io non ho rivolto loro la mia parola,
eppure essi parlano a nome mio.
22 Se avessero conosciuto i miei progetti,
avrebbero riferito le mie parole
e avrebbero esortato il mio popolo
a non comportarsi più in modo disonesto,
a non compiere azioni malvagie».
23 Il Signore domanda:
«Credete che io sia un Dio dalla vista corta,
che non possa vedere anche da lontano?
24 Anche se uno cerca di nascondersi
nei luoghi più segreti,
credete che io non possa vederlo?
Non sapete che io sono presente ovunque,
in cielo e sulla terra? Così dice il Signore».

25 «Ho sentito quel che dicono i profeti quando pretendono di parlare a nome mio e annunziano menzogne. Essi dicono: "Ho avuto un sogno! Ho avuto una visione!".
26 Per quanto tempo andrà avanti così? Che cos'hanno in mente questi profeti quando annunziano cose false, quando raccontano le fantasie che si sono inventate?
27 Si raccontano l'un l'altro i sogni e così credono di convincere il mio popolo a dimenticarsi di me, come hanno fatto i loro antenati quando si sono rivolti a Baal.
28 Se un profeta fa un sogno, lo racconti
come tale.
Invece il profeta che ha avuto
il mio messaggio,
lo proclami con fedeltà.
Non confondete la paglia con il grano!
29 La mia parola è come il fuoco,
e come un martello che frantuma
la roccia! Lo dice il Signore».
30 «Perciò io mi metto contro i profeti che si rubano l'un l'altro le parole e le annunziano come mie.
31 Mi metto contro questi profeti che parlano, parlano e pretendono di rispondere alla gente a mio nome, - dice il Signore. -
32 Mi metto contro quelli che scambiano sogni fantasiosi per profezie. I loro racconti sono menzogne e invenzioni che allontanano da me il mio popolo. Ma io non li ho inviati, non ho dato nessun ordine. Essi non daranno nessun aiuto a questo popolo. Ve lo assicuro io, il Signore».
33 Il Signore disse a Geremia: «Quando la gente, o un profeta, o un sacerdote ti chiederanno: "Qual è il messaggio del Signore, quale peso ci impone?", tu risponderai loro. "Siete voi un peso per il Signore ed egli si sbarazzerà di voi".
34 Se un profeta, o un sacerdote o qualche altro dirà ancora che il messaggio del Signore è un peso, io punirò lui e la sua famiglia.
35 Parlando tra di voi, usate piuttosto queste frasi: "Che cosa ha risposto il Signore? Che cosa ha annunziato il Signore?".
36 Smettetela di parlare di "peso del Signore", altrimenti questa frase diventerà un vero peso per chi la dice. Infatti voi avete interpretato a rovescio le parole del Dio vivente, Signore dell'universo e Dio d'Israele.
37 «Ai profeti domanderete: "Che cosa ha risposto il Signore? Che cosa ha annunziato il Signore?".
38 Se invece continuerete a parlare di "peso del Signore" contro la mia volontà,
39 vi assicuro che vi prenderò e vi getterò lontano come un peso insopportabile, voi e la vostra città, anche se io stesso l'avevo data ai vostri antenati e a voi.
40 Vi coprirò per sempre di infamia e vergogna e non ve ne dimenticherete più!».

CAPITOLO 24

DUE CESTE DI FICHI, DUE DESTINI

1 Nabucodonosor re di Babilonia aveva fatto prigionieri a Gerusalemme Ieconia re di Giuda e figlio di Ioiakim, i capi del popolo, gli artigiani, i fabbri e li aveva condotti a Babilonia. Qualche tempo dopo questi avvenimenti, il Signore mi fece notare due ceste di fichi lasciati da qualcuno davanti al tempio del Signore.
2 In una cesta c'erano fichi bellissimi, di prima scelta, mentre nell'altra c'erano quelli di scarto, addirittura immangiabili.
3 Il Signore mi disse: «Geremia, che cosa vedi?». Io risposi: «Vedo dei fichi: quelli belli sono davvero straordinari, quelli di scarto sono così guasti che non si possono mangiare».
4 Allora il Signore mi fece capire il suo messaggio:
5 «Fa piacere guardare questi bei fichi! Così io guardo con benevolenza la gente di Giuda che ho fatto deportare a Babilonia e la tratterò con bontà. Lo dico io, il Signore, Dio d'Israele.
6 Mi interesserò di loro per liberarli e li farò ritornare in questa terra. Li ricostruirò come nazione e non li abbatterò più. Li pianterò saldamente e non li sradicherò mai più.
7 Li renderò capaci di riconoscere che io sono il Signore. Allora essi saranno davvero il mio popolo e io sarò il loro Dio, perché ritorneranno a me con tutto il cuore.
8 «Invece, riguardo a Sedecia re di Giuda, ai suoi ministri, a quelli che sono rimasti a Gerusalemme e nel resto della regione o si sono stabiliti in Egitto ecco che cosa farò: li tratterò come questi fichi cattivi e immangiabili. Lo dico io, il Signore.
9 Li butterò via, lontano, da ogni parte. Essi saranno per tutti i regni della terra un motivo di spavento; saranno derisi e insultati; saranno disprezzati e maledetti.
10 Manderò contro di loro la guerra, la fame e la peste finché non siano scomparsi tutti dalla terra che io avevo dato ai loro antenati e a loro».

BREVE SINTESI DELLA MISSIONE DI GEREMIA

CAPITOLO 25

VENTITRE' ANNI DI PREDICAZIONE

1 Il Signore affidò a Geremia questo messaggio per tutto il popolo di Giuda nel quarto anno del regno di loiakim, figlio di Giosia e re di Giuda. Quell'anno era il primo del regno di Nabucodonosor re di Babilonia.
2 Il profeta Geremia allora si rivolse al popolo di Giuda e agli abitanti di Gerusalemme e disse:
3 «Dal tredicesimo anno del regno di Giosia re di Giuda e figlio di Amon fino ad oggi, sono ventitré anni che vi annunzio e vi ripeto continuamente quel che il Signore mi comunica. Voi però fate finta di non sentire.
4 Oltre a me, il Signore ha sempre continuato a mandarvi altri profeti, suoi servi, ma voi non li avete ascoltati: nessuno ha prestato loro attenzione.
5 Essi vi esortavano a smetterla con le vostre azioni malvagie, per continuare a vivere sulla terra che da tanto tempo il Signore aveva dato ai vostri antenati perché fosse vostra per sempre.
6 Vi raccomandavano anche di non seguire divinità straniere, di non servirle e di non inginocchiarvi davanti a loro. Vi scongiuravano di non provocare il Signore con idoli costruiti da voi stessi, per non essere puniti da lui.
7 Ma voi non avete ascoltato le parole del Signore; anzi l'avete addirittura provocato con i vostri idoli, attirandovi il suo castigo.

IL SUO ANNUNZIO PER IL POPOLO DI DIO

8 «Ora, udite quel che vi dice il Signore dell'universo: Poiché non avete dato ascolto alle mie parole,
9 chiamerò il mio servo Nabucodonosor re di Babilonia e mobiliterò le popolazioni del nord. Li farò venire a combattere contro questa terra e i suoi abitanti e contro le regioni vicine. Vi sterminerò e trasformerò una volta per sempre questa terra in un mucchio di rovine che strapperanno grida di orrore e di scherno. Ve lo dico io, il Signore.
10 Farò cessare i vostri canti di gioia e di allegria, la voce dello sposo e della sposa. Si fermeranno le macine e si spegneranno le fiamme delle lampade.
11 Tutta questa terra sarà trasformata in un mucchio di rovine e per settant'anni queste nazioni saranno schiave del re di Babilonia.
12 «Passati i settant'anni, punirò il re di Babilonia e il suo popolo per i loro peccati. Lo dice il Signore. Interverrò contro la loro terra e la trasformerò per sempre in un deserto desolato.
13 Farò venire su di essa tutte le sciagure e le minacce scritte in questo libro, cioè tutti i messaggi che ho affidato a Geremia riguardo alle nazioni straniere.
14 Anche i Babilonesi a loro volta saranno sottomessi da grandi nazioni e da re potenti e così li ripagherò come meritano per il male commesso».

IL SUO ANNUNZIO CONTRO LE NAZIONI

15 Il Signore, Dio d'Israele, mi diede quest'ordine: «Prendi questa coppa di vino che io ti porgo: è simbolo della mia ira. Su, prendila, e falla bere a tutte le nazioni alle quali io ti mando.
16 Quando berranno fino ad ubriacarsi, perderanno la testa a causa della guerra che io manderò contro di loro».
17 Allora presi la coppa dalla mano del Signore e la feci bere a tutte le nazioni alle quali il Signore mi aveva mandato.
18 Incominciai da Gerusalemme e dalle città di Giuda, con i loro re e capi. Li feci bere per distruggerli, rovinarli ed essere esempio di maledizione e di scherno, come avviene ancora oggi.
19 Poi venne il turno degli altri:
il faraone re d'Egitto, con i suoi ufficiali,
i ministri e tutti gli Egiziani
20 e i forestieri che vivono in Egitto;
i re della regione di Uz;
i re filistei delle città di Ascalon,
Gaza, Accaron e i superstiti di Asdod;
21 tutti gli abitanti delle regioni di Edom,
Moab e Ammon;
22 ire di Tiro e Sidone;
re dei paesi che stanno al di là del mare;
23 gli abitanti di Dedan, Tema e Buz;
la tribù che si taglia i capelli sulle tempie;
24 i re dell'Arabia;
i re delle tribù del deserto;
25 i re di Zimri, di Elam e della Media;
26 tutti i re del nord, vicini e lontani,
uno dopo l'altro.
Insomma, feci bere da quella coppa tutti i regni che sono sulla terra e lasciai per ultimo il re di Sesach.
27 Il Signore mi aveva incaricato di dire loro: «Il Signore dell'universo, Dio d'Israele, vi ordina di bere e ubriacarvi fino a vomitare e cadere a terra senza potervi rialzare a causa della guerra che manderà contro di voi».
28 Poi aveva aggiunto: «Se qualcuno si rifiuta di prendere la coppa dalla tua mano e non vuole bere, lo farai bere per forza: è un ordine del Signore dell'universo.
29 Io incomincio l'opera di distruzione proprio da Gerusalemme, la mia città. Le altre nazioni pensano forse di cavarsela? No di sicuro! Saranno punite perché farò scoppiare la guerra in tutti i popoli. Lo dico io, il Signore dell'universo.
30 «Tu, Geremia, ripeterai fedelmente le mie parole e dovrai aggiungere:
Il Signore ruggisce dall'alto,
dalla sua santa dimora
fa udire la voce come un tuono.
Emette un ruggito potente
contro il suo popolo;
grida forte come quelli che pigiano l'uva.
A tutti gli abitanti della terra,
31 fino ai confini del mondo,
giunge l'eco del suo grido.
Il Signore ha iniziato un processo
contro tutte le nazioni:
ogni uomo è chiamato in giudizio
e i colpevoli sono condannati a morte.
32 Un disastro si propaga
da una nazione all'altra,
una grande tempesta si alza
dall'estremità della terra».
Così dice il Signore dell'universo.
33 Allora non resterà più nessuno a piangere quelli che il Signore ha ucciso da un'estremità all'altra della terra. Nessuno raccoglierà i cadaveri per seppellirli saranno lasciati come concime nei campi.
34 Urlate, capi del popolo, gridate,
rotolatevi nella polvere, guide del gregge!
Ora tocca a voi andare al macello:
sarete abbattuti e fatti a pezzi
come scelti montoni.
35 Non c'è rifugio per i capi del popolo,
non c'è scampo per le guide del gregge!
36 Sentite le loro grida,
udite le urla strazianti!
Il Signore fa strage nel loro pascolo,
37 la sua collera ardente distrugge
gli ovili, prima tranquilli.
38 Poi si allontana, il Signore,
come un leone che lascia la sua tana.
La sua collera si è scatenata,
la spada ha distrutto ogni cosa:
il paese è ridotto a un deserto.

AVVENIMENTI DELLA VITA DEL PROFETA

CAPITOLO 26

GEREMIA E' MINACCIATO DI MORTE

(vedi 7, 1-15)
1 Il Signore diede queste istruzioni a Geremia all'inizio del regno di Ioiakim figlio di Giosia:
2 «Va' nel cortile del tempio e parla a quelli che vengono da tutte le città di Giuda per partecipare alle cerimonie religiose. Ripeti esattamente quel che ti ho comandato di dire loro: non tralasciare nemmeno una delle mie parole.
3 Forse ti ascolteranno e la smetteranno di comportarsi male. Allora non li punirò più come avevo pensato di fare.
4 Parlerai a nome mio e dirai: Ascoltatemi, e comportatevi secondo la legge che vi ho dato.
5 Mettete in pratica quel che dicono i miei servi, i profeti. Io ho continuato a mandarveli, ma voi non li avete ascoltati.
6 Se continuerete a disubbidire, distruggerò questo tempio come ho distrutto quello di Silo e questa città diventerà per tutte le nazioni della terra un esempio della mia maledizione».
7 I sacerdoti, i profeti e tutta la gente presente udirono Geremia che annunziava questo messaggio nel tempio del Signore.
8 Appena Geremia finì di riferire al popolo le parole che il Signore gli aveva ordinato di dire, i sacerdoti, i profeti e i presenti lo afferrarono gridando: «A morte! A morte!
9 Come osi dire a nome del Signore che questo tempio sarà distrutto come quello di Silo e che questa città sarà devastata e rimarrà senza abitanti?». Tutta la gente che si trovava nel tempio si era intanto affollata intorno a Geremia.
10 I capi di Giuda vennero informati di quanto accadeva. Salirono subito dal palazzo reale al tempio del Signore e si sedettero ai loro posti vicino alla nuova porta.
11 Allora i sacerdoti e i profeti, rivolti alle autorità e a tutti i presenti dissero: «Quest'uomo dev'essere condannato a morte perché ha parlato contro la nostra città. L'avete sentito poco fa con i vostri orecchi».
12 Ma Geremia rispose alle autorità e alla folla: «E' stato il Signore che mi ha mandato ad annunziare quel che avete sentito, contro questo tempio e contro questa città.
13 Cambiate la vostra condotta e il vostro modo d'agire; ubbidite a quanto vi dice il Signore vostro Dio. Allora egli rinunzierà a punirvi con le disgrazie che ha minacciato.
14 Quanto a me, sono nelle vostre mani: fate di me come vi sembra bene e giusto.
15 Però, pensateci bene. Se mi uccidete, sarete responsabili della morte di un innocente, voi e tutti gli abitanti di questa città, perché il Signore mi ha davvero mandato ad annunziarvi chiaramente queste cose».
16 Allora le autorità e la folla dissero ai sacerdoti e ai profeti: «Non possiamo condannare a morte quest'uomo! Ci ha davvero parlato a nome del Signore nostro Dio».
17 A questo punto, alcuni membri del consiglio degli anziani si alzarono e dissero alla gente che si era radunata:
18 «Durante il regno di Ezechia re di Giuda, il profeta Michea di Moreset ripeteva a tutta la gente di questa regione quel che gli aveva cominciato il Signore dell'universo:
"Sion sarà arata come un campo,
Gerusalemme diventerà un mucchio di
rovine
e il monte del tempio
si trasformerà in un bosco selvaggio".
19 «Ebbene, il re Ezechia e la gente di Giuda hanno forse ucciso il profeta per questo? No, hanno avuto timore del Signore e hanno calmato la sua ira. Così il Signore ha rinunziato a colpirli con le disgrazie minacciate. Noi invece con le nostre azioni stiamo per tirarci addosso un castigo terribile».

IL PROFETA URIA E' UCCISO

20 Al tempo di Geremia, anche un altro uomo parlava a nome del Signore. Si chiamava Uria ed era figlio di un certo Semaia, originario di Kiriat-Iearim. Egli parlava contro Gerusalemme e contro Giuda, proprio come Geremia.
21 Il re loiakim, le sue guardie e i suoi ministri udirono i discorsi di Uria. Il re lo fece ricercare per ucciderlo, ma Uria, avvertito in tempo, fuggì pieno di paura e si rifugiò in Egitto.
22 Allora il re loiakim mandò laggiù i suoi uomini guidati da Elnatan, figlio di Acbor.
23 Costoro portarono Uria fuori dell'Egitto e lo condussero davanti al re che lo fece uccidere con un colpo di spada. Il suo cadavere fu gettato nella fossa comune.
24 Invece Geremia era protetto da Achikam figlio di Safan. Grazie a lui, non fu consegnato nelle mani del popolo che voleva farlo morire.

CAPITOLO 27

GEREMIA SI PRESENTA CON UN GIOGO SULLE SPALLE

1 Il Signore diede queste istruzioni a Geremia all'inizio del regno di Sedecia figlio di Giosia re di Giuda.
2 Il Signore gli disse: «Procurati alcuni gioghi di legno con cinghie e mettili sulle spalle.
3 Dovrai mandarne uno a ciascuno dei re di Edom, di Moab, di Ammon, di Tiro e di Sidone, per mezzo dei loro ambasciatori venuti a Gerusalemme per incontrare Sedecia re di Giuda.
4 Li incaricherai anche di riferire esattamente ai loro re il messaggio che io, il Signore dell'universo, Dio d'Israele, ti affido:
5 Io con la mia grande forza e potenza ho creato il mondo, gli uomini e gli animali che vivono sulla terra. Ebbene, io do tutto questo a chi voglio.
6 Ora ho deciso di consegnare le vostre terre al mio servo Nabucodonosor re di Babilonia e di mettere al suo servizio perfino le bestie selvatiche.
7 Tutte le nazioni dovranno servire lui, suo figlio e suo nipote. Poi verrà il momento in cui anche il suo regno sarà sottomesso da nazioni numerose e da re potenti.
8 Ma per ora, se una nazione o un regno non vuole servire Nabucodonosor re di Babilonia o sottomettersi al suo giogo, io li colpirò con la guerra, la carestia e la peste finché non avrò finito di metterli in suo potere. Lo dico io, il Signore.
9 «Perciò non date retta ai vostri profeti o a quelli che pretendono di conoscere il futuro per mezzo dei sogni o evocando gli spiriti o con arti magiche. Tutti questi vogliono convincervi che non diventerete schiavi del re di Babilonia.
10 Ma quel che essi vi annunziano è falso e così vi faranno portar via dalla vostra patria. Io infatti vi disperderò e sarete completamente sterminati.
11 Invece, se una nazione accetta di portare sulle spalle il giogo del re di Babilonia e di servirlo, io la lascerò stare sul suo territorio: potrà coltivarlo e abitarlo. Lo dico io, il Signore».
12 Geremia portò lo stesso messaggio anche a Sedecia re di Giuda: «Anche tu e il tuo popolo dovrete portare sulle spalle il giogo del re di Babilonia. Se accetterete di servire lui e il suo popolo, avrete salva la vita.
13 Il Signore ha minacciato di punire la nazione che non accetta il dominio del re di Babilonia. Perché tu e il tuo popolo volete morire in guerra, o di fame o di peste?
14 Non date retta alle parole dei profeti che dicono "Non diventerete servi del re di Babilonia". Essi vi ingannano.
15 Il Signore stesso ha detto che non li ha mandati. Eppure continuano ad annunziare cose false a nome suo. In questo modo costringono il Signore a scacciarvi lontano e a far morire voi e i profeti che vi raccontano tutte queste storie».
16 Geremia si rivolse poi anche ai sacerdoti e alla gente che stava attorno e riferì questo messaggio del Signore: «Non date retta alle parole dei vostri profeti. Vi promettono che gli arredi del tempio saranno presto riportati indietro da Babilonia, ma vi ingannano.
17 Non ascoltateli! Piuttosto, sottomettetevi al re di Babilonia e avrete salva la vita. Perché volete far diventare questa città un mucchio di rovine?
18 Se questi tali sono veramente profeti e se hanno ricevuto un messaggio del Signore, cerchino piuttosto di supplicare il Signore dell'universo. Lo preghino perché non faccia portare a Babilonia anche gli arredi rimasti nel tempio, nel palazzo del re di Giuda e nelle altre case di Gerusalemme».
19 Perché il Signore dell'universo ha ancora qualcosa da dire a proposito delle colonne, della grande vasca di bronzo, dei carrelli e degli altri arredi preziosi rimasti in città.
20 E' vero, il re Nabucodonosor non li ha presi quando ha portato prigionieri a Babilonia Ieconia re di Giuda e figlio di Ioiakim con i nobili di Giuda e di Gerusalemme.
21 Però il Signore dell'universo, Dio d'Israele, a proposito degli arredi preziosi rimasti nel tempio, nel palazzo del re di Giuda e a Gerusalemme, dice così:
22 «Anche questi oggetti saranno portati a Babilonia e resteranno là finché io non mi interesserò di farli riportare indietro e di sistemarli di nuovo in questo luogo. Ecco quel che ha detto il Signore».

CAPITOLO 28

GEREMIA E IL PROFETA ANANIA

1 Si era ancora all'inizio del regno di Sedecia re di Giuda, e precisamente nell'anno quarto del suo regno. Un giorno del quinto mese, il profeta Anania, figlio di Azzur originario di Gabaon, incontrò Geremia nel tempio, e davanti ai sacerdoti e a tutta la gente gli disse:
2 «Questo è il messaggio che il Signore dell'universo, Dio d'Israele, vi fa sapere: Per me, il giogo che il re di Babilonia vi ha imposto, è già spezzato.
3 Ancora un paio d'anni e poi farò riportare in questo tempio tutti gli arredi preziosi che il re Nabucodonosor ha preso di qui per portarseli a Babilonia.
4 Farò ritornare anche Ieconia re di Giuda e figlio di loiakim con la gente di Giuda deportata a Babilonia. Certamente, spezzerò il giogo che il re di Babilonia vi ha imposto. Ecco quel che dice il Signore!».
5 Allora, alla presenza dei sacerdoti e della gente radunata nel tempio, il profeta Geremia rispose ad Anania:
6 «Sarebbe bello! Il Signore facesse davvero così! Il Signore facesse accadere quel che tu hai annunziato! Facesse veramente ritornare da Babilonia in questo luogo tutti gli arredi del tempio e la gente deportata!
7 Invece, ascolta bene quel che dico, a te e alla gente che sta qui:
8 Prima di me e di te ci sono sempre stati profeti. Essi hanno annunziato guerre, disgrazie e pestilenze contro molte nazioni e regni potenti.
9 Ma se un profeta annunzia la pace, bisogna prima aspettare che si realizzino le sue parole, per sapere se il Signore lo ha davvero incaricato».
10 A questo punto Anania prese il giogo che il profeta Geremia portava ancora sulle spalle, lo fece a pezzi,
11 e disse davanti a tutti: «Così parla il Signore: In questo modo, entro due anni, farò a pezzi il giogo che Nabucodonosor re di Babilonia ha messo sulle spalle di tutte le nazioni». Allora il profeta Geremia si allontanò.
12 Qualche tempo dopo che Anania aveva fatto a pezzi il giogo di Geremia, il Signore ordinò al profeta Geremia
13 di riferire ad Anania queste parole: «Questo è il messaggio del Signore: Tu hai spezzato un giogo di legno, ma dovrai sostituirlo con uno di ferro.
14 Proprio così dice il Signore dell'universo, Dio d'Israele: Ho messo un giogo di ferro sulle spalle di queste nazioni per farle schiave di Nabucodonosor re di Babilonia. Ho messo al suo servizio perfino le bestie selvatiche».
15 Poi, il profeta Geremia concluse con queste parole: «Parliamoci chiaro, Anania, il Signore non ti ha mandato. Sei stato tu che hai spinto questo popolo a fidarsi di cose non vere.
16 Per questo motivo il Signore ha deciso di farti sparire da questa terra. Entro quest'anno tu morirai, perché hai spinto il popolo a ribellarsi contro il Signore».
17 Il profeta Anania morì nel settimo mese di quello stesso anno.

CAPITOLO 29

LETTERA DI GEREMIA

1 Il profeta Geremia mandò da Gerusalemme una lettera a quelli che Nabucodonosor aveva condotto prigionieri a Babilonia. La lettera era indirizzata al gruppo degli anziani in esilio, ai sacerdoti, ai profeti e a tutti gli altri.
2 Tutta questa gente era stata costretta da poco ad abbandonare Gerusalemme con il re Ieconia e la regina madre. Erano partiti anche i funzionari di corte, i capi di Giuda e di Gerusalemme, gli artigiani e i fabbri.
3 La lettera fu recapitata da Elasa figlio di Safan e da Ghemaria figlio di Chelkia. Il re di Giuda Sedecia, li aveva mandati a Babilonia per trattare con il re Nabucodonosor. La lettera diceva:
4 «Questo è il messaggio del Signore dell'universo, Dio d'Israele, per tutti quelli che ha fatto deportare da Gerusalemme a Babilonia:
5 Costruite case e abitatele, coltivate orti e mangiatene i frutti.
6 Prendete moglie e abbiate figli e figlie. Date moglie ai vostri figli e marito alle vostre figlie perché abbiano anch'essi molti bambini. Crescete di numero, lì dove siete, e non diminuite.
7 Lavorate per il benessere della città dove vi ho fatti deportare e pregate il Signore per lei, perché il vostro benessere dipende dal suo.
8 «Il Signore dell'universo, Dio d'Israele, vi dà anche questo avvertimento: Non lasciatevi ingannare dai profeti che vivono in mezzo a voi né da quelli che predicono il futuro; non date retta a quelli che interpretano i vostri sogni.
9 Tutti questi pretendono di parlarvi a nome mio, ma quel che dicono non è vero. Io non li ho affatto mandati. Questo dice il Signore.
10 «Il Signore dice ancora: La potenza di Babilonia durerà settant'anni. Solamente allora io interverrò a vostro favore e realizzerò le promesse che vi ho fatto, di farvi ritornare qui, nella vostra patria.
11 Io, il Signore, ho fatto progetti precisi su di voi. Vi assicuro: sono progetti di benessere, non di sventure perché voglio darvi un futuro pieno di speranza.
12 Allora, quando verrete a supplicarmi e a pregarmi, io vi esaudirò.
13 Mi cercherete e mi troverete. Poiché mi cercherete con tutto il vostro cuore,
14 io mi lascerò trovare da voi, ve lo prometto. Ricostruirò il vostro popolo, vi radunerò da tutte le nazioni e da tutti i paesi dove vi ho dispersi. Vi farò ritornare nel luogo dal quale vi ho fatti partire per l'esilio. Questo dice il Signore.
15 «Voi siete convinti che il Signore vi ha dato profeti anche a Babilonia.
16 Ebbene, ascoltate il messaggio del Signore riguardo al re che governa nel regno di Davide e alla gente rimasta a Gerusalemme, i vostri concittadini che non sono stati deportati con voi.
17 Così dice il Signore dell'universo: Fra poco manderò contro di loro la guerra, la carestia e la peste. Saranno così malconci da sembrare fichi marci, immangiabili.
18 «Continuerò a colpirli con la guerra, la fame e la peste e tutti i regni della terra saranno atterriti quando li vedranno. In tutte le nazioni dove li farò arrivare, la gente ne avrà paura e li maledirà, li coprirà di insulti e di disprezzo.
19 Questo accadrà perché non hanno ubbidito alle mie parole. Io, il Signore, ho continuato a mandare loro i miei servi, i profeti, ma non li hanno mai ascoltati.
20 Almeno voi, che ho mandato in esilio da Gerusalemme a Babilonia, ascoltate quel che vi dico io, il Signore.
21 «Questo è un altro messaggio del Signore dell'universo, Dio d'Israele. Riguarda Acab figlio di Kolaia e Sedecia figlio di Maasia che dicono di parlare a nome di Dio, ma in realtà vi raccontano fandonie. Li consegnerò a Nabucodonosor re di Babilonia, che li farà uccidere davanti a voi.
22 Quando i deportati dalla terra di Giuda che vivono a Babilonia vorranno maledire qualcuno, faranno riferimento a quei due e diranno: "Il Signore ti tratti come Sedecia e Acab che il re di Babilonia ha fatto bruciare vivi".
23 Questo accadrà perché si sono comportati in modo intollerabile tra il popolo d'Israele. Hanno commesso adulterio con le mogli dei loro amici e hanno preteso di parlare a mio nome. Ma io non avevo dato loro nessun ordine. Io so bene come sono andate le cose, perché ne sono stato testimone. Così dice il Signore».

LA LETTERA DI SEMAIA

24-25 Il Signore dell'universo, Dio d'Israele, affidò a Geremia un messaggio per Semaia, originario di Nechelam. Egli di propria iniziativa aveva mandato lettere a tutto il popolo rimasto a Gerusalemme, al sacerdote Sofonia figlio di Maasia e agli altri sacerdoti. Nella lettera indirizzata a Sofonia, egli scriveva:
26 «Il Signore ti ha messo al posto del sacerdote Ioiada ed ora sei tu il sacerdote responsabile del servizio d'ordine nel tempio. E' tuo dovere far legare con catene e con un collare di ferro gli esaltati che si mettono a fare i profeti.
27 E allora, perché non sei intervenuto contro Geremia di Anatot che ha parlato al popolo come se fosse un profeta?
28 E' colpa tua se ha potuto mandarci a dire, qui a Babilonia: "Sarà lunga per voi! Perciò costruite case e abitatele, coltivate orti e mangiatene i frutti"».
29 Il sacerdote Sofonia lesse questa lettera davanti al profeta Geremia.
30 Allora il Signore diede a Geremia l'ordine
31 di far giungere a tutti i deportati questo messaggio a proposito di Semaia, originario di Nechelam: «Semaia vi ha parlato come se fosse un profeta, ma io non l'ho mandato. Poiché vi ha spinti a fidarvi di cose non vere
32 io, il Signore, punirò Semaia di Nechelam e i suoi discendenti. Nessuno della sua famiglia resterà in mezzo a voi, potrà godere del benessere che sto per concedere al mio popolo. Infatti egli ha spinto il popolo a ribellarsi contro di me. Così dice il Signore».

CAPITOLO 30

DIO PROMETTE IL RITORNO D'ISRAELE

1-2 Il Signore, Dio d'Israele, diede quest'ordine a Geremia: «Prendi nota, scrivi tutti i messaggi che ti ho comunicato.
3 Infatti io, il Signore, ti assicuro che entro breve tempo cambierò in meglio la sorte del mio popolo, Israele e Giuda. Li farò ritornare nella terra che avevo dato ai loro antenati ed essi ne prenderanno di nuovo possesso. Così dice il Signore».
4 Questi dunque sono i messaggi del Signore per il popolo d'Israele e di Giuda:
5 «Si odono urla strazianti,
tutti sono atterriti, non c'è scampo!
6 Informatevi, guardatevi attorno:
avete mai visto un uomo partorire?
Perché allora vedo tutti gli uomini
con le mani alle reni
come una donna presa dalle doglie?
Perché sono tutti stravolti
e le loro facce sono diventate pallide?
7 Veramente terribile sarà quel giorno,
non ce n'è mai stato uno simile!
Sarà un tempo di angoscia
per i discendenti di Giacobbe,
ma ne usciranno sani e salvi».

8 Il Signore dell'universo dichiara: «In quel giorno io romperò il giogo che pesa sulle loro spalle, spezzerò le loro catene ed essi non saranno più schiavi di popoli stranieri.
9 Invece serviranno me, il Signore loro Dio, e saranno soggetti al discendente di Davide che io farò regnare su di loro».

10 Il Signore dichiara:
«Non abbiate paura,
discendenti del mio servo Giacobbe,
non lasciatevi abbattere,
voi che appartenete al popolo d'Israele!
Presto verrò a liberarvi
da questa terra lontana
dove siete in esilio con i vostri figli.
Ritornerete e vivrete tranquilli,
discendenti di Giacobbe,
vivrete in pace
e nessuno vi darà fastidio,
11 perché io sono con voi per salvarvi.
Sterminerò tutte le nazioni
in mezzo alle quali vi ho dispersi,
ma voi non sarete distrutti.
Però vi punirò come è giusto,
perché non posso considerarvi innocenti.
Così ha detto il Signore».

12 Il Signore dice al suo popolo:
«Non c'è rimedio alle tue ferite,
le tue piaghe non possono guarire.
13 Nessuno può prendersi cura di te:
per una semplice ferita, c'è rimedio,
ma per te non c'è speranza di guarigione.
14 I tuoi alleati ti hanno dimenticata,
non si interessano più di te.
Ti ho colpita come avrebbe fatto
un nemico,
ti ho punita con molta severità
perché la tua colpa era enorme
e i tuoi peccati troppo gravi.
15 Perché ti lamenti delle tue ferite?
Le tue piaghe non si possono curare.
Sono stato io a procurartele
per punirti della tua colpa enorme
e dei tuoi peccati troppo gravi.
16 Ora però, tutti quelli che ti divoravano
saranno a loro volta divorati.
Tutti i tuoi nemici, senza eccezione,
saranno condotti via prigionieri.
Quelli che ti derubavano
saranno a loro volta derubati.
Quelli che ti saccheggiavano
subiranno a loro volta il saccheggio.
17 Essi dicevano:
"Sion è una città abbandonata da Dio,
più nessuno s'interessa di lei".
Ma io ti ridarò la salute,
ti guarirò dalle tue ferite.
Lo dice il Signore».

18 Così dice il Signore:
«Farò ritornare alle loro abitazioni
i discendenti di Giacobbe
e sarò generoso con le loro famiglie.
Gerusalemme sarà ricostruita
sulle sue rovine
e i palazzi sorgeranno dov'erano prima.
19 Da essi usciranno canti di ringraziamento
e grida di gente felice.
Farò crescere di numero il mio popolo
e non diminuiranno più,
li farò onorare da tutti
e non saranno più disprezzati.
20 Farò dei loro figli
una nazione potente come una volta,
e la renderò stabile.
Io punirò tutti i loro nemici.
21 Avranno come capo uno di loro,
un principe uscito dalla loro razza.
Lo farò venire accanto a me
ed egli starà al mio fianco:
nessun altro potrebbe farlo
senza rischiare la vita».
Così dice il Signore:
22 «Allora voi sarete il mio popolo,
e io sarò il vostro Dio».

23 Ed ora il furore del Signore
si scatena come una tempesta,
come un uragano travolgente
si abbatte sulla testa dei malvagi.
24 La collera ardente del Signore
non si calmerà
finché egli non avrà portato a termine
quel che aveva deciso di fare.
Un giorno, anche voi
comprenderete tutto chiaramente.

CAPITOLO 31

IL RITORNO DEGLI ESILIATI

1 Il Signore dice: «Quando arriverà il momento che ho stabilito, io sarò il Dio di tutte le tribù d'Israele, ed esse formeranno il mio popolo.
2 Nel deserto mi sono dimostrato benevolo
verso un popolo sfuggito
alla morte violenta.
Mentre Israele camminava ancora
cercando riposo,
3 gli sono venuto incontro da lontano
e gli ho detto:
"Ti ho sempre amato e per questo
continuerò a mostrarti il mio amore
incrollabile".
4 Gente d'Israele, ti ricostruirò di nuovo
e tu riprenderai forza.
Suonerai di nuovo i tuoi tamburi
e ti unirai alle danze di gioia.
5 Pianterai di nuovo le vigne
sulle colline di Samaria
e chi le ha coltivate potrà goderne i frutti.
6 Sì, è vicino il giorno in cui le sentinelle
grideranno sulle montagne di Efraim:
"Venite, saliamo al monte Sion,
per stare vicini al Signore, nostro Dio"».
7 Il Signore dice:
«Cantate di gioia per il popolo
di Giacobbe,
rallegratevi con la prima tra le nazioni!
Cantate le vostre lodi a Dio e dite:
"Il Signore ha salvato il suo popolo,
ha liberato i superstiti d'Israele".
8 Infatti io li riconduco dalle regioni del nord,
li raduno dai punti più lontani della terra.
Ritorneranno con loro anche i ciechi
e gli zoppi,
le donne incinte e quelle che hanno
appena partorito;
insieme formeranno una folla immensa.
9 Sono partiti piangendo,
li farò ritornare con lacrime di gioia.
Li condurrò a torrenti ricchi d'acqua,
per una strada comoda, dove non
inciamperanno,
perché io sono un padre per Israele,
ed Efraim è il mio primogenito».

IL LAMENTO E' CAMBIATO IN GIOIA

10 Nazioni straniere,
ascoltate quel che dice il Signore
e annunziate fino alle terre più lontane:
«Il Signore aveva disperso Israele,
ma ora lo raduna e lo custodisce
come fa un pastore con il suo gregge».
11 Infatti il Signore ha liberato i discendenti
di Giacobbe,
li ha strappati dalle mani
di un nemico più forte di loro.
12 Essi verranno sul monte Sion
e canteranno di gioia,
i loro occhi s'illumineranno
di fronte ai doni che il Signore ha preparato:
frumento, olio e vino nuovo,
agnelli, capretti e vitelli.
Si sentiranno rivivere come un giardino
ben irrigato,
non correranno più il rischio
di soffrire la fame.
13 Le ragazze danzeranno felici,
giovani e anziani si uniranno
alla loro festa.
Così dice il Signore:
«Io cambierò il loro lutto in allegria,
li consolerò per le loro afflizioni
e li riempirò di gioia.
14 Farò dare ai sacerdoti offerte
ricche e abbondanti,
il mio popolo riceverà da me
ogni sorta di beni».

DIO E' MISERICORDIOSO CON ISRAELE

15 Il Signore dice:
«Una voce si è sentita
nella regione di Rama,
un lamento e un pianto amaro:
Rachele piange i suoi figli
e non vuole essere consolata
perché essi non ci sono più.
16 Ma ora, basta con i lamenti e il pianto,
asciuga le lacrime dagli occhi
perché io ti ricompenserò dei tuoi affanni:
i tuoi figli ritorneranno dal paese nemico.
17 C'è speranza per i tuoi discendenti:
i tuoi figli ritorneranno in patria,
lo prometto io, il Signore.
18 Ho udito molto bene la gente di Efraim
che si lamentava e diceva:
"Signore, ci hai domati con forza
come si fa con un torello selvaggio.
Ma ora, facci ritornare a te,
perché sei tu il Signore, nostro Dio.
19 E' vero, siamo andati lontani da te
ma ora siamo pentiti.
Tu ci hai fatto capire i nostri sbagli
e noi ci battiamo il petto,
siamo pieni di vergogna e umiliati
per i peccati commessi nel passato".

20 «Efraim è il mio figlio più caro,
il mio bambino preferito,
- dice il Signore. -
Ogni volta che ne parlo,
mi ricordo sempre di lui con affetto
perché il mio cuore si riempie di tenerezza:
certo avrò misericordia di lui!

21 «Pianta dei paletti per segnarti la strada,
ricordati bene la via che hai percorso,
e ritorna, gente d'Israele,
ritorna a queste tue città.
22 Per quanto tempo ancora esiterai,
gente ribelle?
Ormai io, il Signore, ho creato
una cosa completamente nuova sulla terra:
la donna circonderà l'uomo».

RICOSTRUZIONE DEL POPOLO DI DIO

23 Il Signore dell'universo, Dio d'Israele, dice: «Quando avrò fatto ritornare il mio popolo nella terra di Giuda, in tutte le sue città si dirà di nuovo: "Il Signore ti benedica, monte santo, dove abita veramente il Signore".
24 Allora vivranno insieme gli abitanti della campagna di Giuda e quelli delle sue città, agricoltori e allevatori di greggi
25 Io concederò riposo a quelli che sono stanchi e darò il necessario a chi ne ha bisogno.
26 Per questo la gente si sveglierà e dirà: "Abbiamo dormito bene".
27 Presto renderò molto fecondi uomini e animali nelle regioni di Giuda e d'Israele. Lo dico io, il Signore.
28 Fino a questo momento mi sono occupato di loro solo per sradicare, demolire, abbattere, distruggere e danneggiare. D'ora in poi mi interesserò di loro per ricostruire e piantare.
29 Allora nessuno ripeterà più il proverbio: "I genitori mangiano l'uva acerba e ai figli rimane la bocca amara".
30 Invece, soltanto chi mangerà l'uva acerba avrà la bocca amara e soltanto chi ha peccato morirà».

LA NUOVA ALLEANZA

31 Il Signore dice: «Verranno giorni quando io concluderò una nuova alleanza con il popolo d'Israele e con il popolo di Giuda.
32 Questa alleanza non sarà come quella che ho concluso con i loro antenati quando li ho presi per mano per farli uscire dall'Egitto. Essi hanno rotto quell'alleanza, ma io ho continuato ad essere il loro Signore.
33 Questa è l'alleanza che io concluderò con il popolo d'Israele dopo quei giorni: Io metterò la mia legge dentro di loro e la scriverò nel loro cuore. Allora io sarò il loro Dio ed essi saranno il mio popolo.
34 Nessuno dovrà più insegnare agli altri o dire al fratello: Cerca di conoscere il Signore. Perché mi conosceranno tutti, dal più piccolo fino al più grande. Io perdonerò le loro colpe e non mi ricorderò più dei loro peccati. Io, il Signore, lo prometto solennemente».

DIO E' FEDELE ALLE SUE PROMESSE

35 Il Signore ha posto il sole come luce
per il giorno,
la luna e le stelle come luce per la notte;
egli sconvolge il mare con gran fragore
di onde,
il suo nome è: Signore dell'universo.
36 Come sono stabili le leggi della natura
così sarà stabile la nazione
del popolo d'Israele, per sempre.
Lo ha promesso il Signore.
37 Se un giorno qualcuno riuscirà
a misurare l'altezza del cielo
o ad esplorare gli abissi della terra,
solo allora il Signore rifiuterà
di considerare Israele come suo popolo
per il male che ha commesso.
E' una promessa solenne del Signore.
38 Il Signore dice: «Presto Gerusalemme sarà ricostruita in mio onore, dalla torre di Cananeel fino alla porta dell'Angolo.
39 La città si espanderà seguendo una linea che va fino alla collina di Gareb e poi piega verso Goa.
40 Tutta la valle dove si bruciano i cadaveri e se ne disperdono le ceneri, tutti i campi lungo il torrente Cedron fino all'angolo della porta dei Cavalli a oriente, saranno consacrati a me. La città non sarà mai più sconvolta né distrutta».

CAPITOLO 32

L'ACQUISTO DI UN CAMPO, SEGNO DI SPERANZA

1 Questi sono gli ordini che il Signore diede a Geremia durante il decimo anno del regno di Sedecia re di Giuda. Quell'anno era il diciottesimo del regno di Nabucodonosor,
2 re di Babilonia, il quale con il suo esercito assediava Gerusalemme. In quel periodo, il profeta Geremia era rinchiuso nell'atrio della prigione, all'interno del palazzo reale.
3 Lo aveva fatto imprigionare lo stesso re di Giuda, Sedecia, che accusava il profeta di aver annunziato questo messaggio del Signore: «Farò cadere Gerusalemme nelle mani del re di Babilonia ed egli l'occuperà.
4 Nemmeno Sedecia, re di Giuda, riuscirà a sfuggire alle mani dei nemici, perché ho deciso di consegnarlo in potere del re di Babilonia. Dovrà comparire davanti a lui per rispondergli personalmente.
5 Poi Sedecia sarà condotto prigioniero a Babilonia dove resterà finché io non interverrò in suo favore. Perciò, anche se continuerete a combattere contro i Babilonesi, non riuscirete mai a vincere. Lo dico io, il Signore».
6 Ecco il racconto di Geremia.
Il Signore mi disse:
7 «Canamel, figlio di tuo zio Sallum, fra poco verrà a parlarti del campo che egli possiede ad Anatot. Vuole venderlo a te perché tu sei il parente più prossimo e per legge hai più diritto degli altri di acquistarlo».
8 Come il Signore mi aveva annunziato, mio cugino Canamel venne a trovarmi nell'atrio della prigione e mi disse: «Perché non compri il campo che io possiedo ad Anatot, nel territorio di Beniamino? Tu sei il primo che ha diritto di acquistarlo, perché tu sei il parente più prossimo. Non lasciartelo sfuggire!».
Allora ne ebbi la certezza: il Signore mi aveva davvero parlato.
9 Decisi di comperare da mio cugino Canamel il campo che si trova ad Anatot, e preparai il denaro secondo il prezzo stabilito: diciassette monete d'argento.
10 Scrissi il contratto, lo chiusi con il mio sigillo alla presenza dei testimoni che avevo convocato e verificai il peso dell'argento con una bilancia.
11 Poi presi le due copie del documento di acquisto, quella sigillata secondo le prescrizioni della legge e quella rimasta aperta,
12 e le consegnai a Baruc, figlio di Neria e nipote di Maasia. Erano presenti mio cugino Canamel, i testimoni che avevano firmato il contratto d'acquisto e un certo numero di Ebrei che si trovavano nell'atrio della prigione.
13 Davanti a tutti, diedi a Baruc quest'ordine:
14 «Il Signore dell'universo, Dio d'Israele, comanda di prendere le due copie del contratto di acquisto, la copia sigillata e quella rimasta aperta, e di metterle in un'anfora di terra cotta, perché si possano conservare per molto tempo.
15 Infatti il Signore dell'universo, Dio d'Israele, afferma che un giorno si compreranno ancora case, campi e vigne in questa regione».

LA PREGHIERA DEL PROFETA

16 Dopo aver consegnato a Baruc, figlio di Neria, il documento di acquisto, rivolsi al Signore questa preghiera:
17 «Signore mio Dio, tu con la tua grande forza e potenza hai creato il cielo e la terra. Niente è troppo difficile per te.
18 Tu dimostri il tuo amore a mille generazioni, però fai anche scontare ai figli le conseguenze dei peccati dei genitori. Sei un Dio grande e forte e il tuo nome è: Signore dell'universo.
19 Fai progetti grandiosi e li realizzi tutti. Tu segui con attenzione l'agire degli uomini per trattare ciascuno secondo la sua condotta e in base al risultato delle sue azioni.
20 Da quando il nostro popolo si trovava in Egitto fino ad oggi, tu hai compiuto prodigi e miracoli, non solo tra il popolo d'Israele ma anche tra gli altri uomini, e così oggi il tuo nome è diventato famoso.
21 Hai compiuto prodigi e miracoli, hai usato la tua grande forza e potenza e hai riempito di terrore i nemici per far uscire dall'Egitto il tuo popolo Israele.
22 Hai dato agli Israeliti questa terra dove scorre latte e miele, come avevi promesso con giuramento ai loro antenati.
23 Essi arrivarono in questa terra e ne presero possesso. Però non hanno ascoltato quel che tu dicevi, non si sono comportati secondo le tue istruzioni, non hanno fatto quel che tu comandavi. Perciò tu hai mandato su di loro tutte queste sciagure.
24 I Babilonesi combattono contro Gerusalemme e ormai hanno portato le loro macchine di assedio fin sotto le sue mura per occuparla. La guerra, la carestia e la peste stanno per far cadere la città nelle loro mani. E' accaduto esattamente quel che avevi minacciato, e tu stai lì a guardare.
25 La città sta per cadere in potere dei Babilonesi e tu, Signore mio Dio, mi ordini di comperarmi il campo e di pagarlo davanti a testimoni!».
LA RISPOSTA DEL SIGNORE
26 Allora il Signore mi rispose:
27 «Io sono il Signore, il Dio di tutti gli uomini. Niente è troppo difficile per me.
28 Perciò ti assicuro che farò cadere questa città in mano a Nabucodonosor re di Babilonia e al suo esercito che la occuperà.
29 I Babilonesi che ora assediano la città, vi entreranno e le daranno fuoco. La incendieranno insieme alle case dove la gente mi esasperava con i suoi sacrifici a Baal e agli dèi stranieri: essi bruciavano incenso sulle terrazze e versavano il vino come offerta.
30 Infatti, - continuò il Signore, - il popolo d'Israele e di Giuda fin dall'inizio della sua storia si è sempre comportato in un modo che io giudico malvagio. Essi non hanno fatto altro che provocarmi con le loro azioni.
31 Questa città mi ha dato solo motivo di indignazione e di collera da quando l'hanno costruita fino ad oggi e perciò ho deciso di distruggerla.
32 Ormai gli uomini d'Israele e di Giuda con i loro re, i capi, i sacerdoti e i profeti, e soprattutto gli abitanti di Gerusalemme, mi hanno esasperato con il loro comportamento malvagio.
33 Invece di volgersi a me, mi hanno voltato le spalle. Io ho continuato ad istruirli con cura, ma nessuno ha voluto imparare, anzi non mi stavano nemmeno a sentire.
34 Sono arrivati al punto da sistemare i loro idoli vergognosi nel tempio consacrato a me e lo hanno profanato.
35 Nella valle di Ben-Innom hanno costruito altari a Baal per bruciare i loro figli e le loro figlie come sacrificio in onore del dio Moloc. Ma io non ho mai comandato a loro niente di simile, non ho mai pensato di far commettere un'azione così orribile per spingere il popolo di Giuda al peccato
36 «Voi dite che la guerra, la carestia e la peste faranno cadere questa città in mano al re di Babilonia. Ebbene, ascoltate quel che vi dico io, il Signore, Dio d'Israele.
37 Ero fortemente indignato e in collera contro gli abitanti di questa città e perciò li ho dispersi in tutte le nazioni. Ma un giorno li radunerò di nuovo, li ricondurrò qui e li farò vivere tranquilli.
38 Essi saranno di nuovo il mio popolo e io sarò il loro Dio.
39 Li renderò capaci di pensare e di agire tutti d'accordo per essere sempre fedeli a me. Così saranno felici, essi e i loro discendenti.
40 Concluderò con loro un'alleanza eterna. Sulla base di questa alleanza, io sarò sempre vicino a loro per fare loro del bene e li convincerò ad essermi sempre fedeli con tutto il cuore e così non si allontaneranno più da me.
41 Sarò veramente felice di poterli riempire di ogni bene e farò di tutto perché si stabiliscano definitivamente in questa terra.
42 «Sono stato io, il Signore, a colpire il popolo di Giuda con una grande sciagura; e sarò ancora io a procurargli tutto il bene che ho promesso.
43 Voi dite che questa terra è stata ridotta a un deserto, senza uomini e senza animali, abbandonata nelle mani dei Babilonesi. Invece proprio in questa terra la gente ricomincerà a comperare i campi.
44 Nel territorio di Beniamino, nei dintorni di Gerusalemme, nelle città di Giuda, nelle città della montagna, in quelle della regione della Sefela e in quelle del Negheb, dovunque la gente potrà acquistare campi. Avranno denaro per comprarli, faranno contratti regolari, sigillati davanti a testimoni, perché io cambierò la loro sorte. Lo prometto io, il Signore».

CAPITOLO 33
NUOVE PROMESSE DI DIO
1 Mentre Geremia si trovava ancora rinchiuso nell'atrio della prigione, il Signore gli comunicò quest'altro messaggio:
2 «Io ho fatto la terra, l'ho plasmata perché rimanga stabile; il mio nome è: Signore.
3 Rivolgiti a me e io ti risponderò, ti rivelerò un grande segreto del quale non hai mai sentito parlare.
4 Io, il Signore, Dio d'Israele, ti assicuro che le case di Gerusalemme e i palazzi dei re di Giuda saranno demoliti dalle macchine da guerra e dalle armi dei nemici.
5 Quelli che cercheranno di combattere contro i Babilonesi, moriranno tutti e le case saranno riempite dai loro cadaveri, perché io stesso li colpirò con ira e furore. La gente di questa città ha commesso azioni malvagie e per questo non mi prendo più cura di lei.
6 Però in seguito risanerò la città e i suoi abitanti e guarirò le loro ferite. Mostrerò loro come ottenere una pace vera e duratura.
7 Farò ritornare i deportati di Giuda e d'Israele e ricostruirò il loro popolo come era prima.
8 Li purificherò dai peccati che hanno commesso contro di me, li perdonerò per avermi offeso e per essersi ribellati contro di me.
9 Allora Gerusalemme diventerà per me motivo di gioia, di onore e di vanto di fronte a tutte le nazioni del mondo. Esse rimarranno meravigliate e stupite quando sentiranno parlare di tutto il benessere e della prosperità che io concederò agli abitanti di Gerusalemme».
10 Il Signore dice: «Voi affermate che la vostra terra è devastata ed è rimasta senza uomini e senza animali. Ebbene, in questa terra, nelle città di Giuda, nelle strade di Gerusalemme che ora sono deserte, senza anima viva, senza animali, si udranno di nuovo
11 rumori di festa e grida di gioia, i canti dello sposo e della sposa. La gente porterà di nuovo nel mio tempio le offerte di ringraziamento e canterà:
"Lodate il Signore dell'universo;
egli è buono;
eterno è il suo amore per noi".
Infatti ridarò a questa terra il benessere che aveva prima. Lo dico io, il Signore».
12 Il Signore dell'universo dice: «Questa terra è ora come un deserto e tutte le sue città sono rimaste senza uomini e senza animali. Però torneranno ad esserci luoghi tranquilli dove i pastori faranno riposare le loro greggi.
13 Nel territorio di Beniamino, nei dintorni di Gerusalemme, nelle città di Giuda, nelle città della montagna, in quelle della pianura lungo il mare e in quelle del sud i pastori potranno di nuovo contare il loro bestiame. Lo dico io, il Signore».
14 Il Signore dice: «E' vicino il tempo nel quale realizzerò le promesse che avevo fatto per il bene del popolo d'Israele e di Giuda.
15 In quel momento farò nascere il germoglio di Davide, un suo discendente legittimo; egli amministrerà la giustizia in modo imparziale nel paese.
16 Allora la terra di Giuda sarà liberata e gli abitanti di Gerusalemme vivranno tranquilli. La città sarà chiamata: "Il Signore-Nostra-Salvezza"».
17 Il Signore dice: «Ci sarà sempre un discendente di Davide come re d'Israele.
18 Ci saranno sempre discendenti della tribù di Levi come sacerdoti che vengono davanti a me per presentare i sacrifici completi, bruciare l'incenso e offrire altri sacrifici».
19 Il Signore disse ancora a Geremia:
20 «Mi sono impegnato perché il giorno e la notte si succedano sempre regolarmente, e nessuno può impedirlo.
21 Allo stesso modo mi sono impegnato con il mio servo Davide a far regnare sempre un suo discendente, e con la tribù di Levi a scegliere tra di loro i sacerdoti per il mio servizio, e nessuno può impedirlo.
22 Farò aumentare il numero dei discendenti del mio servo Davide e dei sacerdoti della tribù di Levi che stanno al mio servizio. Sarà impossibile contarli, come non si possono contare le stelle del cielo o i granelli di sabbia sulla spiaggia».
23 Il Signore comunicò a Geremia quest'altro messaggio:
24 «Hai fatto caso a quel che dice la gente? Essi ripetono che io ho abbandonato Israele e Giuda, le due famiglie che mi ero scelte! In questo modo disprezzano il mio popolo perché non lo considerano più una nazione.
25 Però, com'è vero che io, il Signore, ho stabilito il succedersi del giorno e della notte e ho fissato le leggi che regolano il cielo e la terra,
26 così non abbandonerò mai i discendenti di Giacobbe e del mio servo Davide. Sceglierò tra di loro i capi che governeranno i discendenti di Abramo, di Isacco e di Giacobbe. Infatti avrò pietà del mio popolo e farò ritornare i deportati».

CAPITOLO 34

UN MESSAGGIO PER IL RE SEDECIA

1 Il Signore parlò ancora a Geremia mentre Nabucodonosor, re di Babilonia, era in guerra contro Gerusalemme e le altre città di Giuda. L'esercito del re era formato di truppe di ogni razza provenienti da tutte le regioni che aveva conquistate.
2 Il Signore, Dio d'Israele, ordinò a Geremia di andare a riferire al re di Giuda, Sedecia, queste precise parole: «Io, il Signore, consegnerò questa città al re di Babilonia. Egli la distruggerà con il fuoco.
3 Tu non riuscirai a scappare, ma sarai arrestato e consegnato al vincitore. Ti troverai davanti a lui a faccia a faccia e sentirai direttamente da lui quel che ti dirà. Poi ti manderà a Babilonia.
4 Fa' come ti dico, Sedecia re di Giuda, ed eviterai la morte violenta, te lo assicuro io, il Signore.
5 Anzi ti prometto che morirai in pace: ai tuoi funerali avrai gli onori tributati ai tuoi antenati, i re di Giuda che ti hanno preceduto;
la gente brucerà incenso e ti piangerà con queste parole: "E' morto il nostro re!"».
6 Il profeta Geremia riferì questo messaggio a Sedecia re di Giuda, in Gerusalemme,
7 mentre l'esercito del re di Babilonia assediava questa e le altre due città fortificate, Lachis e Azeka. Erano le uniche città di Giuda che ancora gli resistevano.
GLI SCHIAVI LIBERATI E RIPRESI
8 Il Signore parlò ancora a Geremia in un'altra circostanza. Il re Sedecia aveva concluso un accordo con la popolazione di Gerusalemme per concedere la libertà agli schiavi.
9 Chi aveva al suo servizio schiavi ebrei, uomini o donne, doveva ridare loro la libertà; nessuno poteva più tenere schiavo uno della propria razza, un abitante di Giuda.
10 Tutti i capi e la popolazione che avevano aderito all'accordo di non tenere più uomini e donne come schiavi, ma di ridare loro la libertà, mantennero il loro impegno e li lasciarono liberi.
11 Ma in seguito cambiarono parere, ripresero quelli che prima avevano liberato e li costrinsero a diventare di nuovo loro schiavi.
12 Allora il Signore ordinò a Geremia di dire al popolo:
13 «Questo è il messaggio del Signore, Dio d'Israele: Io ho concluso un accordo con i vostri antenati quando li ho fatti uscire dall'Egitto e li ho liberati dalla schiavitù. I termini dell'accordo erano i seguenti:
14 Ogni sette anni ognuno doveva ridare la libertà al proprio fratello ebreo che si era dovuto vendere a lui come schiavo. Dopo sei anni di lavoro, dovevano rimandarlo libero senza nessun altro obbligo. Ma i vostri antenati non mi hanno ascoltato, non hanno dato retta alle mie parole.
15 Voi invece nei giorni passati avevate preso una decisione a me gradita, quella di ridare la libertà ai vostri connazionali. Vi eravate impegnati con un accordo solenne davanti a me, nel tempio a me consacrato.
16 Ma poi avete cambiato parere e mi avete disprezzato. Ognuno si è ripreso gli uomini e le donne che prima aveva lasciato liberi come essi desideravano, e li ha costretti ad essere di nuovo schiavi.
17 «Perciò, io il Signore, dichiaro che avete disubbidito al mio ordine di dare la libertà ai vostri connazionali, al vostro prossimo. Ebbene, io il Signore, darò alla guerra, alla peste e alla carestia la libertà di agire contro di voi. Tutti i regni della terra saranno spaventati quando vedranno quel che vi accadrà.
18-19 «I capi di Giuda e di Gerusalemme, i funzionari del palazzo reale, i sacerdoti e tutti gli uomini liberi avevano concluso un accordo solenne con me passando in mezzo alle due parti del vitello che avevano ucciso per il sacrificio. Però, in seguito, non sono stati fedeli ai termini dell'accordo, non hanno mantenuto le promesse fatte davanti a me. Perciò li tratterò come il vitello che essi hanno spaccato a metà.
20 Li farò cadere nelle mani dei nemici che li vogliono uccidere. I loro cadaveri saranno divorati da uccelli rapaci e da animali selvatici.
21 Farò cadere Sedecia, re di Giuda, e i suoi ufficiali nelle mani dei nemici che li vogliono uccidere, nelle mani dei Babilonesi. L'esercito del re di Babilonia per ora si è allontanato da voi,
22 ma io gli darò l'ordine di ritornare contro questa città. La stringerà di nuovo d'assedio, l'occuperà e la distruggerà con il fuoco. Farò diventare le città di Giuda come un deserto disabitato. Lo dico io, il Signore».

CAPITOLO 35

GEREMIA E IL CLAN DEI RECABITI

1 Durante il regno di Ioiakim figlio di Giosia, re di Giuda, il Signore diede a me, Geremia, questi ordini:
2 «Va' a parlare con quelli del clan dei Recabiti. Poi conducili in una delle stanze annesse al tempio e offri loro del vino da bere».
3 Allora andai a prendere l'intero clan dei Recabiti: Iazania figlio di un certo Geremia e nipote di Cabassinia, i suoi fratelli e tutti i suoi figli,
4 e li condussi al tempio. Li feci entrare nella sala riservata ai discepoli del figlio di Iegdalia, Canan, uomo di Dio. Questa sala è adiacente a quella dei capi, sopra la stanza di Maasia figlio di Sallum, incaricato di sorvegliare l'ingresso del tempio.
5 Misi poi alcuni boccali pieni di vino e dei bicchieri davanti ai Recabiti e dissi loro:
- Su, bevete un po' di vino!
6 Ma essi risposero:
- Noi non beviamo vino, perché il nostro antenato Ionadab figlio di Recab ci ha lasciato quest'ordine preciso: «Non berrete mai vino, né voi né i vostri discendenti;
7 non costruirete case, non seminerete campi, non pianterete vigne, non ne possederete alcuna, ma abiterete sotto le tende tutta la vita. Così potrete vivere a lungo su questa terra dove abitate come forestieri».
8 Noi abbiamo ubbidito a tutti gli ordini che ci ha dato il nostro antenato Ionadab figlio di Recab. Così noi, le nostre mogli, i nostri figli e figlie, durante tutta la vita non beviamo mai vino;
9 e nemmeno possediamo vigne, campi, sementi, né costruiamo case,
10 ma continuiamo ad abitare sotto le tende. Insomma, eseguiamo fedelmente quel che ci ha ordinato il nostro antenato Ionadab.
11 Però quando Nabucodonosor re di Babilonia ha invaso la nostra terra, abbiamo deciso di venire a Gerusalemme per sfuggire all'esercito babilonese e arameo. Ed ora ci troviamo qui, a Gerusalemme.
12 Allora il Signore ordinò a Geremia
13 di andare a riferire agli abitanti di Giuda e di Gerusalemme queste parole: «Io, il Signore dell'universo, Dio d'Israele, vi chiedo: per quale motivo non avete imitato l'esempio dei Recabiti e non avete ubbidito ai miei ordini?
14 Ionadab figlio di Recab aveva comandato ai suoi discendenti di non bere vino. I Recabiti sono stati fedeli alla prescrizione del loro antenato e fino ad oggi non hanno mai bevuto vino. Io invece ho continuato a ripetervi i miei ordini, ma voi non mi avete ascoltato.
15 Ho continuato a mandarvi tutti i miei servi, i profeti, che vi esortavano ad abbandonare le vostre abitudini malvagie e a migliorare il vostro comportamento. Essi vi raccomandavano anche di non seguire divinità straniere e di non servirle, per continuare a vivere sulla terra che avevo dato ai vostri antenati e a voi. Però voi non mi avete ascoltato, non avete dato retta alle mie parole.
16 Così i discendenti di Ionadab figlio di Recab hanno eseguito le prescrizioni del loro antenato, mentre voi, abitanti di Giuda, non mi avete ascoltato.
17 Perciò farò venire su di voi, abitanti di Giuda e di Gerusalemme, tutte le sciagure che vi avevo annunziato, perché vi ho parlato ma non mi avete ascoltato, vi ho chiamati ma non mi avete risposto. Ve lo dico io, il Signore, Dio dell'universo e Dio d'Israele».
18 Geremia riferì poi ai Recabiti quest'altro messaggio del Signore dell'universo, Dio d'Israele: «Voi avete ubbidito all'ordine del vostro antenato Ionadab, avete eseguito le sue prescrizioni, avete fatto fedelmente quanto vaveva ordinato.
19 Per questo, io il Signore dell'universo, Dio d'Israele, prometto che tra i discendenti di Ionadab figlio di Recab ci sarà sempre qualcuno che avrà l'onore di servirmi».

CAPITOLO 36

GEREMIA COMANDA A BARUC DI SCRIVERE I MESSAGGI DEL SIGNORE

1 Nel quarto anno del regno di loiakim figlio di Giosia e re di Giuda, il Signore diede a Geremia quest'ordine:
2 «Procurati un rotolo da scrivere e scrivici i messaggi che ti ho comunicato riguardo al popolo d'Israele e di Giuda e alle nazioni straniere. Scrivi tutto quel che ti ho detto da quando ho incominciato a parlarti durante il regno di Giosia, fino ad oggi.
3 Forse gli abitanti di Giuda si convinceranno che io ho davvero intenzione di mandare su di loro una grave sciagura e smetteranno di agire in modo malvagio. Così perdonerò le loro colpe e i loro peccati».
4 Geremia allora chiamò Baruc figlio di Neria, per dettargli tutti i messaggi che il Signore gli aveva comunicato e Baruc li scrisse sul rotolo.
Geremia detta le sue profezie a Baruc


BARUC LEGGE I MESSAGGI DEL SIGNORE NEL TEMPIO

5 Quindi Geremia diede a Baruc queste istruzioni: «Io non posso andare al tempio perché me l'hanno proibito.
6 Va' tu al posto mio quando si raduna la gente per un giorno di digiuno. Allora leggerai ad alta voce i messaggi del Signore che hai scritto nel rotolo sotto mia dettatura. Cerca di farli sentire bene, anche a quelli che arrivano dalle città di Giuda.
7 Forse pregheranno il Signore di perdonarli e smetteranno di agire in modo malvagio. Infatti il Signore ha detto che è particolarmente indignato e furente contro questo popolo».
8 Baruc figlio di Neria eseguì fedelmente le istruzioni del profeta Geremia: andò nel tempio per leggere i messaggi del Signore che aveva scritto nel rotolo.
9 Si era già nel quinto anno del regno di loiakim figlio di Giosia e re di Giuda. Nel nono mese di quell'anno tutto il popolo fu invitato a digiunare per ottenere i favori del Signore. Le popolazioni delle città di Giuda vennero a Gerusalemme per fare il digiuno insieme con gli abitanti di quella città.
10 Proprio in questa circostanza, Baruc lesse ad alta voce nel tempio il messaggio di Geremia, scritto nel rotolo. Infatti era andato nella sala di Ghemaria figlio di Safan, segretario di corte. Questa stanza si trovava nel cortile superiore del tempio, nei pressi della nuova porta.
11 Michea figlio di Ghemaria e nipote di Safan, sentì Baruc mentre leggeva dal rotolo i messaggi del Signore.
12 Allora andò al palazzo reale ed entrò nella stanza del segretario dove era in corso una riunione dei capi. Erano presenti, tra gli altri, Elisama segretario di corte, Delaia figlio di Semaia, Elnatan figlio di Acbor, Ghemaria figlio di Sa fan e Sedecia figlio di Anania.
13 Michea riferì loro tutto quel che aveva sentito leggere ad alta voce da Baruc davanti alla gente.
14 Allora i capi mandarono ludi figlio di Natania nipote di Selemia e pronipote di Cushi, ad invitare Baruc a presentarsi con il rotolo che aveva letto ad alta voce davanti alla gente. Baruc figlio di Neria prese il rotolo e si presentò davanti a loro.
15 Quelli gli ordinarono:
- Siediti e leggi il rotolo anche a noi. Baruc eseguì gli ordini.
16 Quando ebbe finito di leggere, i capi si guardarono pieni di paura e gli dissero:
- Dobbiamo proprio riferire tutto al re!
17 Poi domandarono a Baruc:
- Spiegaci un po', come mai hai scritto tutte queste cose ?
18 E Baruc rispose:
- Geremia mi dettava parola per parola e io ho scritto tutto nel rotolo con l'inchiostro.
19 Allora i capi gli dissero:
- Dovete nascondervi tutti e due, tu e Geremia. Non fate sapere a nessuno dove andrete.

IL RE IOIAKIM BRUCIA IL ROTOLO DI GEREMIA

20 I capi lasciarono il rotolo nella stanza di Elisama, segretario di corte, e si recarono negli appartamenti reali per raccontare al re quel che era accaduto.
21 Il re mandò subito ludi a prendere il rotolo nella stanza di Elisama. ludi andò a prenderlo e poi lo lesse ad alta voce davanti al re e ai capi che stavano in piedi attorno a lui.
22 Era inverno e il re abitava nella parte più riparata del palazzo e teneva vicino un braciere acceso.
23 Appena ludi aveva finito di leggere tre o quattro colonne dello scritto, il re le tagliava con un coltellino e le gettava nel fuoco. E continuò a fare così finché tutto il rotolo non fu bruciato.
24 Il re e i suoi ufficiali di corte sentirono leggere tutti quei messaggi, ma non ne furono impressionati né mostrarono alcun segno di pentimento.
25 Eppure Elnatan, Delaia e Ghemaria avevano insistito perché il re non bruciasse il rotolo, ma egli non li ascoltò.
26 Anzi ordinò a Ieracmeel, della famiglia reale, di andare con Seraia figlio di Azriel e con Selemia figlio di Abdeel, ad arrestare il profeta Geremia e il suo segretario Baruc. Ma il Signore li aveva messi al sicuro.

GEREMIA FA RISCRIVERE I SUOI MESSAGGI

27 Dopo che il re ebbe bruciato il rotolo con i messaggi che Geremia aveva dettato a Baruc, il Signore disse a Geremia:
28 «Procurati un altro rotolo e scrivici di nuovo tutti i messaggi che stavano nel primo, quello bruciato dal re loiakim.
29 Poi, a nome mio, dirai a loiakim re di Giuda: Tu hai bruciato quel rotolo e hai accusato Geremia perché aveva scritto che il re di Babilonia sarebbe venuto di sicuro a distruggere questa terra e ad uccidere uomini e animali.
30 Ebbene io, il Signore, dico a te, loiakim re di Giuda, che dopo di te nessuno dei tuoi discendenti sarà re nel regno di Davide. Il tuo cadavere resterà esposto al sole durante il giorno e al freddo della notte.
31 Punirò te, i tuoi discendenti e i tuoi ufficiali di corte per i vostri peccati. Farò venire su di voi, sugli abitanti di Gerusalemme e sulla popolazione di Giuda tutte le disgrazie che ho minacciato contro di voi e che voi non avete mai preso sul serio».
32 Allora Geremia si procurò un altro rotolo e lo consegnò al suo segretario Baruc figlio di Neria. Geremia gli dettò tutti i messaggi contenuti nel rotolo bruciato da loiakim re di Giuda e ne aggiunse molti altri sullo stesso tono. Baruc scrisse tutto sul nuovo rotolo.

CAPITOLO 37

IL RE SEDECIA CHIEDE CONSIGLIO A GEREMIA

1 Nabucodonosor re di Babilonia aveva messo come re di Giuda un figlio di Giosia, di nome Sedecia, al posto di Conia figlio di loiakim.
2 Ma nemmeno Sedecia ascoltò gli avvertimenti che il Signore gli dava per mezzo del profeta Geremia. Anche i capi e la gente comune si comportavano come il re.
3 Un giorno Sedecia inviò Iucal figlio di Selemia e il sacerdote Sofonia figlio di Maasia dal profeta Geremia a dirgli: «Per favore, prega il Signore nostro Dio per noi».
4 In quel periodo Geremia non era ancora stato messo in prigione e poteva muoversi liberamente tra la gente.
5 Frattanto i Babilonesi che assediavano Gerusalemme ebbero la notizia che l'esercito del faraone era uscito dall'Egitto, e così si allontanarono dalla città.
6-7 Allora il Signore, Dio d'Israele, ordinò al profeta Geremia di dare la sua risposta agli inviati del re di Giuda: «Riferite al re che l'esercito del faraone, partito per portarvi aiuto, se ne ritornerà presto in Egitto.
8 A questo punto i Babilonesi torneranno indietro, attaccheranno questa città, l'occuperanno e la distruggeranno con il fuoco.
9 Vi illudete se pensate che i Babilonesi non torneranno più indietro. Quelli non se ne andranno affatto.
10 Anche se voi riusciste a sconfiggere l'esercito babilonese e lasciaste in vita solo qualche ferito, questi si alzerà nella propria tenda e distruggerà la città col fuoco. Ve lo dico io, il Signore».

GEREMIA E' ARRESTATO

11 Mentre l'esercito babilonese era lontano da Gerusalemme per l'avanzata dell'esercito egiziano,
12 Geremia volle uscire dalla città per andare nella regione di Beniamino a prendere possesso della sua parte di eredità.
13 Ma quando giunse alla porta di Beniamino, Geremia fu fermato dal capo del corpo di guardia, un certo Ieria figlio di Selemia, nipote di Anania, che disse al profeta:
- Tu hai intenzione di passare dalla parte dei Babilonesi.
14 Geremia rispose:
- Non è vero! Non voglio passare dalla parte dei Babilonesi!
Ma Ieria non volle sentir ragioni, prese Geremia e lo consegnò ai suoi superiori.
15 Questi si infuriarono contro Geremia, lo bastonarono e lo fecero rinchiudere nella casa di Gionata, segretario di corte, che essi avevano trasformato in carcere.
16 Geremia fu gettato in una cella sotterranea. Si trovava li da molti giorni,
17 quando il re Sedecia mandò a prenderlo. Poi, nel palazzo reale, in segreto, domandò a Geremia:
- Hai qualche messaggio del Signore per me? - Sì, - rispose il profeta. - Tu sarai consegnato prigioniero al re di Babilonia.
18 Quindi Geremia domandò al re:
- Quale colpa ho commesso contro di te e i tuoi ufficiali o contro questo popolo? Perché mi avete messo in prigione?
19 Piuttosto, dove sono finiti i vostri profeti che annunziavano: «Il re di Babilonia non verrà a combattere né contro di voi né contro questa terra»?
20 Ed ora, re mio signore, ascolta la richiesta che ti rivolgo: non farmi ritornare nella casa di Gionata, segretario di corte, se no io ci muoio.
21 Allora il re Sedecia ordinò di rinchiudere Geremia nell'atrio della prigione e di dargli ogni giorno un pane. Così Geremia mentre era rinchiuso nell'atrio della prigione ricevette la sua razione di pane che gli veniva portata dalla via dei Fornai, finché in città non furono esaurite tutte le scorte.

CAPITOLO 38

GEREMIA E' GETTATO IN UNA CISTERNA

1 Sefatia figlio di Mattan, Godolia figlio di Pascur, Iucal figlio di Selemia e Pascur figlio di Malchia vennero a sapere che Geremia continuava a ripetere a tutta la gente
2 questo messaggio del Signore: «Chi vuol rimanere in città, morirà in guerra, o di fame o di peste. Ma chi decide di uscire per arrendersi ai Babilonesi, non sarà ucciso: avrà salva la vita.
3 Questa città cadrà certamente in mano all'esercito del re di Babilonia e sarà occupata. Lo dice il Signore».
4 Quei dignitari andarono a dire al re Sedecia:
- Bisogna eliminare questo Geremia. Con i suoi discorsi egli scoraggia i soldati rimasti in città e tutta l'altra gente. Non cerca il bene del popolo, ma soltanto il suo male.
5 Sedecia rispose:
- Quand'è così, fatene quel che volete. Anche se sono il re, non posso mettermi contro di voi.
6 Allora quelli fecero prendere Geremia per gettarlo nella cisterna di uno della famiglia reale, Malchia, che era situata nell'atrio della prigione. Lo calarono con delle corde nella cisterna. Non c'era acqua ma solo fango e Geremia vi sprofondò.
IL PROFETA VIENE LIBERATO
7 Un certo Ebed-Melech, originario dell'Etiopia, alto funzionario del palazzo reale, venne a sapere che avevano gettato Geremia nella cisterna. Mentre il re si trovava presso la porta di Beniamino per amministrare la giustizia,
8 Ebed-Melech uscì dalla reggia e andò ad esporgli il caso:
9 - Re mio signore, - gli disse, - quegli uomini si sono comportati male con il profeta Geremia! L'hanno gettato nella cisterna e là dentro morirà di fame, perché non c'è più pane in città.
10 Allora il re diede a Ebed-Melech, l'Etiope, quest'ordine:
- Prendi subito con te tre uomini e tira fuori Geremia dalla cisterna prima che muoia.
11 Ebed-Melech ritornò alla reggia con i tre uomini, prese nel ripostiglio del magazzino stracci e panni vecchi, li calò con delle corde a Geremia nella cisterna,
12 e gli disse:
- Presto, mettiti gli stracci e i panni vecchi alle ascelle, e poi sotto fa' passare le corde.
Appena Geremia fu pronto,
13 Io tirarono su dalla cisterna con le corde. Da quel momento, Geremia rimase nell'atrio della prigione.

NUOVO INCONTRO DEL RE SEDECIA CON IL PROFETA

14 Un giorno il re Sedecia fece venire il profeta Geremia e, presolo da parte vicino al terzo ingresso del tempio, gli disse:
- Voglio farti una domanda e tu non nascondermi nulla.
15 Geremia rispose:
- Se ti dico la verità, tu certamente mi farai uccidere; se ti do un consiglio, tu non ne terrai conto!
16 Ma Sedecia fece in segreto questo giuramento a Geremia:
- Davanti al Signore vivente che ci ha donato la vita, ti giuro che non ti farò morire né ti consegnerò nelle mani di quegli uomini che cercano di ucciderti.
17 Allora Geremia disse a Sedecia:
- Questo è il messaggio del Signore, Dio dell'universo e Dio d'Israele: Se andrai ad arrenderti agli ufficiali del re di Babilonia, tu e la tua famiglia avrete salva la vita e questa città non sarà data alle fiamme.
18 Ma se non ti arrenderai, questa città sarà data in potere ai Babilonesi: la distruggeranno col fuoco e anche tu non riuscirai a sfuggire alle loro mani.
19 Sedecia rispose:
- Ho paura degli abitanti di Giuda che sono passati dalla parte dei Babilonesi. C'è pericolo che cada nelle loro mani e che mi maltrattino.
20 Ma Geremia lo rassicurò:
- No, questo non ti accadrà. Ascolta piuttosto quel che ti dico da parte del Signore e ti andrà tutto bene: avrai salva la vita.
21 Se invece rifiuti di arrenderti, senti quel che il Signore mi ha rivelato:
22 Tutte le donne rimaste ancora nel tuo palazzo saranno condotte agli ufficiali del re di Babilonia e diranno di te:
«I suoi amici l'hanno ingannato. Si fidava di loro ma l'hanno imbrogliato. I suoi piedi affondano nel fango e gli amici l'hanno lasciato».
23 Le tue mogli e i tuoi figli saranno prigionieri dei Babilonesi e nemmeno tu riuscirai a sfuggire dalle loro mani. Il re di Babilonia ti terrà prigioniero e distruggerà con il fuoco questa città.
24 Sedecia raccomandò a Geremia:
- Non far sapere nulla a nessuno di questa conversazione e non correrai nessun pericolo.
25 I dignitari di corte verranno a sapere che io ho parlato con te e ti chiederanno quel che mi hai detto. Minacceranno di ucciderti se non racconterai per filo e per segno che cosa ti ho confidato.
26 Ma tu risponderai che mi hai supplicato di non mandarti più nella casa di Gionata, per non morire in quella prigione.
27 I dignitari andarono effettivamente da Geremia e lo interrogarono. Egli rispose proprio come il re gli aveva ordinato di dire e così lo lasciarono in pace. Infatti la conversazione con il re non era stata ascoltata da nessuno.
28 Geremia rimase dunque nell'atrio della prigione fino alla caduta di Gerusalemme.

CAPITOLO 39

I BABILONESI CONQUISTANO GERUSALEMME

(vedi 52, 4-16; 2 Re 25, 1-12)
Ecco come avvenne la conquista di Gerusalemme.
1 Il re di Babilonia Nabucodonosor aveva schierato tutto il suo esercito per assediare la città. Era il decimo mese del nono anno del regno di Sedecia re di Giuda.
2 Dopo un anno e mezzo, nell'anno undicesimo del regno di Sedecia, nel giorno nove del quarto mese, i Babilonesi aprirono una breccia nelle mura della città.
3 Vi entrarono tutti gli ufficiali del re di Babilonia e stabilirono il comando vicino alla porta Centrale: erano Nergal-Sarezer, Samgar Nebo, Sarsechim capo dei funzionari, Nergal-Sarezer capo degli indovini e altri ufficiali del re di Babilonia.
4 Appena il re Sedecia e i suoi ufficiali se ne accorsero, cercarono di fuggire dalla città durante la notte. Attraversarono il giardino del re e, passata la porta fra le due mura, si diressero verso la valle del Giordano.
5 Ma i soldati babilonesi li inseguirono, e raggiunsero Sedecia nella pianura vicino a Gerico. Lo fecero prigioniero e poi lo condussero da Nabucodonosor re di Babilonia che allora si trovava nella regione di Camat, a Ribla. Qui, Nabucodonosor pronunziò la sentenza contro Sedecia
6 e la fece eseguire sul posto: ordinò di uccidere i figli di Sedecia sotto gli occhi del padre e fece uccidere anche tutte le persone importanti di Giuda.
7 Poi fece cavare gli occhi al re Sedecia e ordinò di legarlo con una doppia catena per condurlo a Babilonia.
8 Intanto a Gerusalemme i Babilonesi avevano incendiato il palazzo reale e le case della gente, e avevano demolito le mura della città.
9 Poi il comandante generale Nabuzaradan fece deportare a Babilonia la popolazione rimasta in città e tutti quelli che si erano arresi.
10 Invece lasciò nel territorio di Giuda la gente più povera, quelli che non possedevano nulla, ed assegnò loro, in quell'occasione, vigne e campi.
Desolazione di Gerusalemme dopo la sua rovina


I BABILONESI LIBERANO GEREMIA

11 Il re di Babilonia, Nabucodonosor, aveva dato al comandante generale Nabuzaradan le disposizioni seguenti nei confronti di Geremia:
12 «Va' a cercarlo e abbi cura di lui. Bada che nessuno gli faccia del male, anzi concedigli tutto quel che vuole».
13 Così Nabuzaradan si mise d'accordo con Nabusazban capo dei funzionari, con Nergal-Sarezer capo degli indovini e con gli altri ufficiali del re di Babilonia:
14 diede l'ordine di andare a liberare Geremia dall'atrio della prigione. Lo affidarono a Godolia, figlio di Achikam e nipote di Safan, perché lo accompagnasse a casa sano e salvo. Così Geremia tornò a vivere tra la sua gente.

PROMESSA DI SALVEZZA PER EBED-MELECH

15 Al tempo in cui Geremia si trovava ancora rinchiuso nell'atrio della prigione, il Signore l'aveva incaricato
16 di riferire a Ebed-Melech, l'Etiope, queste parole: «Ascolta il messaggio del Signore dell'universo, Dio d'Israele: Avevo annunziato la distruzione e non il benessere per questa città. Tra poco porterò a compimento le mie minacce e tu stesso potrai vederle attuate.
17 Infatti io, il Signore, ti proteggerò e non ti lascerò cadere nelle mani degli uomini che ti fanno tanta paura.
18 Sta' tranquillo, ti salverò da una morte violenta. Avrai salva la vita perché hai avuto fiducia in me. Te lo prometto io, il Signore».

CAPITOLO 40

GEREMIA RIMANE IN TERRA DI GIUDA

1 Il Signore parlò ancora a Geremia dopo che Nabuzaradan, comandante generale, lo aveva rimandato libero dalla città di Rama, dove l'aveva trovato in catene. Era con un gruppo di abitanti di Gerusalemme e di Giuda che stavano per essere condotti in esilio a Babilonia.
2 Il comandante generale aveva preso da parte Geremia per dirgli: «Il Signore tuo Dio l'aveva detto che sarebbe venuta sulla regione questa disgrazia.
3 Ora ha eseguito quel che aveva predetto. Tutto questo vi è accaduto perché avete peccato contro il Signore e gli avete disubbidito.
4 Adesso ti faccio togliere le catene dai polsi e ti rimetto in libertà. Se preferisci venire con me a Babilonia, fallo pure e io avrò cura di te. Se invece non vuoi, rimani qui. Guarda, tutto questo territorio è a tua disposizione: va' dove vuoi, fermati dove ti pare».
5 Poiché Geremia non rispondeva, Nabuzaradan continuò: «Perché non torni presso Godolia, figlio di Achikam e nipote di Safan? Il re di Babilonia lo ha incaricato di governare le città di Giuda. Rimani con lui in mezzo alla gente. Comunque, sei libero di andare dove ti piace». Il comandante generale lo rifornì di viveri, gli fece un regalo e lo lasciò partire.
6 Allora Geremia andò a Mizpa presso Godolia figlio di Achikam, e si fermò con lui fra la gente rimasta nella regione.

GODOLIA GOVERNATORE DEL TERRITORIO DI GIUDA

(vedi 2 Re 25, 22-24)
7 Nelle campagne si aggiravano ancora gruppi di soldati e di ufficiali sbandati. Essi vennero a sapere che il re di Babilonia aveva incaricato Godolia figlio di Achikam di governare la regione e gli aveva affidato uomini, donne, bambini e tutta la gente più povera non deportata in Babilonia.
8 Allora alcuni ufficiali con i loro uomini andarono da Godolia a Mizpa. Essi erano: Ismaele figlio di Natania, Giovanni e Gionata figli di Kareca, Seraia figlio di Tancumet, i figli di Ofi di Netofa e Iezania di Maaca.
9 Godolia dichiarò davanti a tutti: «Vi do la mia parola che non c'è da aver paura ad arrendersi ai Babilonesi. Rimanete in questa regione, riconoscete l'autorità del re di Babilonia e vi troverete bene.
10 Io stesso mi stabilisco a Mizpa per essere il vostro rappresentante presso i Babilonesi che vengono da noi. Voi intanto fate provviste di vino, di cereali e di olio, tenetele in recipienti adatti e tornate ad abitare nelle città che avete occupato».
11 Molti abitanti di Giuda erano fuggiti nei territori di Moab, Ammon, Edom e in altre regioni. Tutti costoro vennero a sapere che il re di Babilonia aveva lasciato in Giudea parte della popolazione e che aveva affidato l'incarico di governatore a Godolia, figlio di Achikam e nipote di Safan.
12 Allora questa gente ritornò nel territorio di Giuda dalle località dove si era rifugiata e si radunò attorno a Godolia in Mizpa, dove fecero grandi provviste di vino e di cereali.

GODOLIA ASSASSINATO

(vedi 2 Re 25, 25-26)
13 Un giorno Giovanni figlio di Kareca e gli altri capi delle bande armate che si aggiravano ancora nelle campagne andarono a Mizpa da Godolia
14 e gli dissero:
- Ti hanno già informato che Baalis re degli Ammoniti ha mandato Ismaele figlio di Natania ad ucciderti?
Ma Godolia non volle crederci.
15 Allora Giovanni si incontrò segretamente con Godolia a Mizpa e gli confidò:
- Se sei d'accordo, andrò ad ammazzare Ismaele figlio di Natania. Nessuno lo saprà. Bisogna impedirgli di ucciderti, altrimenti la gente che si è raccolta attorno a te sarà di nuovo sbandata e quel che è rimasto del regno di Giuda, scomparirà.
16 Ma Godolia rispose:
- Non è vero quel che dici nei confronti di Ismaele. Ti proibisco di fare quanto hai detto.

CAPITOLO 41
1 Nel settimo mese dello stesso anno, Ismaele figlio di Natania e nipote di Elisama, imparentato con la famiglia reale e uno dei grandi ufficiali del re, si recò a Mizpa da Godolia con dieci uomini. Mentre mangiavano tutti insieme,
2 Ismaele all'improvviso si alzò e i dieci uomini che erano con lui colpirono con la spada Godolia e lo uccisero. Così morì colui che il re di Babilonia aveva messo a governare il paese.
3 Ismaele uccise anche tutti gli abitanti del territorio di Giuda che stavano con Godolia a Mizpa e i soldati babilonesi che si trovavano là.

ISMAELE UCCIDE UN GRUPPO DI PELLEGRINI

4 Erano già passati due giorni dall'assassinio di Godolia, ma nessuno l'aveva ancora saputo.
5 Allora giunsero ottanta uomini provenienti da armate presero con sé la gente che Ismaele Sichem, da Silo e da Samaria. Si erano tagliata la barba, avevano stracciato i vestiti e si erano procurate ferite su tutto il corpo. Portavano con sé doni e incenso da offrire al Signore nel tempio.
6 Ismaele uscì da Mizpa e andò loro incontro piangendo. Quando li raggiunse, disse loro: «Venite da Godolia figlio di Achikam».
7 Ma appena giunsero all'interno della città, Ismaele e i suoi uomini li massacrarono e gettarono i loro cadaveri in una cisterna.
8 Però dieci uomini di quel gruppo avevano detto a Ismaele: «Non ucciderci! Abbiamo nascosto nei campi provviste di grano, di orzo, di olio e di miele». Perciò Ismaele li risparmiò e non li uccise insieme con i loro compagni.
9 La cisterna nella quale Ismaele gettò i cadaveri degli uomini uccisi, era quella grande fatta scavare da Asa re di Giuda quando era in guerra contro Baasa re d'Israele. Ismaele la riempì di cadaveri.
10 In seguito Ismaele fece prigioniere le principesse e tutti quelli rimasti a Mizpa, cioè tutta la gente sotto la giurisdizione di Godolia stabilita da Nabuzaradan comandante generale. Ismaele partì con i prigionieri e si diresse verso la regione degli Ammoniti.

I PRIGIONIERI DI ISMAELE SONO LIBERATI

11 Intanto Giovanni figlio di Kareca e i capi delle bande armate che erano con lui vennero informati di tutti i delitti compiuti da Ismaele.
12 Allora radunarono i loro uomini per andare a combattere contro Ismaele e lo raggiunsero presso la grande cisterna di Gabaon.
13-14 I prigionieri che Ismaele aveva portato via da Mizpa, appena videro Giovanni con i capi delle bande armate, furono pieni di gioia. Si ribellarono e tornarono indietro per raggiungere Giovanni.
15 Ismaele insieme con otto uomini riuscì a sfuggire a Giovanni e andò presso gli Ammoniti.
16 Allora Giovanni e gli altri capi delle bande aveva condotto prigioniera da Mizpa dopo l'assassinio di Godolia. C'erano soldati, donne, bambini ed eunuchi. Li condussero via da Gabaon.
17 Durante la marcia fecero sosta a Gherut-Chimam nei pressi di Betlemme. Di là volevano raggiungere l'Egitto
18 per allontanarsi dai Babilonesi. Infatti temevano rappresaglie dopo che Ismaele aveva assassinato Godolia, il quale era stato nominato governatore della regione dal re di Babilonia.

CAPITOLO 42

I PROFUGHI CHIEDONO GEREMIA DI CONSULTARE IL SIGNORE

1 Tutti i capi delle bande armate, compresi Giovanni figlio di Kareca e Azaria figlio di Osaia, accompagnati da tutta la gente che stava con loro, si recarono
2 dal profeta Geremia e gli dissero:
- Per favore, fa' quel che ti chiediamo! Prega per noi il Signore tuo Dio, pregalo per questa nostra gente che è sopravvissuta! Prima eravamo numerosi, ma ora siamo rimasti in pochi, come tu stesso puoi vedere.
3 Prega il Signore tuo Dio che ci indichi la strada da seguire e quel che dobbiamo fare.
4 Il profeta Geremia rispose:
- D'accordo! Presenterò subito al Signore vostro Dio le vostre richieste. Poi vi riferirò la sua risposta nei vostri confronti.
5 Quelli allora dissero a Geremia:
- Davanti al Signore tuo Dio che conosce la verità ed è fedele, promettiamo di fare esattamente quel che ci dirà per mezzo tuo.
6 Ti abbiamo dato l'incarico di presentare le nostre richieste al Signore nostro Dio: ebbene noi ubbidiremo al suo comando, ci piaccia o no. Tutto andrà bene se ubbidiremo al Signore, nostro Dio.

IL SIGNORE RISPONDE A GEREMIA

7 Dopo dieci giorni, il Signore diede la risposta a Geremia.
8 Questi allora chiamò Giovanni figlio di Kareca, i capi delle bande armate che erano con lui e tutta la gente.
9 Disse loro: «Mi avete incaricato di presentare le vostre richieste al Signore, Dio d'Israele. Questa è la sua risposta:
10 Se decidete di abitare ancora in questa terra, io ricostruirò il vostro popolo invece di demolirlo, vi farò mettere radici profonde invece di sradicarvi, porrò fine al castigo che vi ho mandato.
11 Il re di Babilonia vi mette ancora tanta paura. Non avete motivo di temerlo perché io sono con voi per salvarvi e per liberarvi dal suo potere.
12 Gli ispirerò sentimenti di pietà verso di voi, così egli avrà compassione di voi e vi lascerà ritornare nella vostra patria. Ve lo assicuro io, il Signore».
13 Geremia continuò: «Ma voi forse non volete ubbidire agli ordini del Signore vostro Dio e dite: "Non vogliamo più abitare in questa terra,
14 preferiamo andare in Egitto. Là non vedremo più guerre, non saremo più chiamati a combattere, non soffriremo più la fame: là potremo vivere!".
15 «Ebbene, voi ultimi superstiti del regno di Giuda, sentite il messaggio del Signore dell'universo, Dio d'Israele: Se avete proprio deciso di andare in Egitto per stabilirvi là,
16 allora la guerra, che vi mette tanta paura, vi raggiungerà anche in Egitto; la fame, che vi dà tante preoccupazioni, vi tormenterà anche in Egitto, e là morirete.
17 Tutti quelli che hanno deciso di andare a stabilirsi in Egitto, moriranno in guerra, o di fame o di peste. Neppure uno scamperà, nessuno potrà evitare la sciagura che io farò venire su di loro.
18 «Il Signore dell'universo, Dio d'Israele, vi dice ancora: La mia indignazione e la mia collera si sono già riversate contro gli abitanti di Gerusalemme. Se voi andrete in Egitto, si riverseranno anche contro di voi. La vostra sorte diventerà un esempio terribile: sarete maledetti, insultati e scherniti. Nessuno di voi rivedrà mai più questo luogo».
19 E Geremia aggiunse: «Il Signore dice a voi, ultimi superstiti del regno di Giuda, di non andare in Egitto. Rendetevi conto che oggi io sono diventato un testimone contro di voi.
20 Avete fatto un grosso sbaglio quando mi avete dato l'incarico di presentare le vostre richieste al Signore vostro Dio. Mi avete chiesto di riferirvi tutto quel che il Signore avrebbe detto e vi siete impegnati a metterlo in pratica.
21 Oggi ve l'ho riferito, ma voi non volete ascoltare niente di quel che il Signore vostro Dio mi ha incaricato di dirvi.
22 Perciò, mettetevelo benin mente: morirete in guerra, o di fame o di peste nella terra dove volete andare a stabilirvi».

CAPITOLO 43

GEREMIA COSTRETTO AD ANDARE IN EGITTO

1 Geremia aveva riferito tutti questi avvertimenti al popolo per incarico del Signore loro Dio. Aveva appena finito di parlare
2 che Azaria figlio di Osaia, Giovanni figlio di Kareca e tutti gli altri che erano presenti gli risposero con tono arrogante: «Sei un gran bugiardo! Il Signore nostro Dio non ti ha incaricato di dirci di non andare a vivere in Egitto.
3 E' stato Baruc figlio di Neria che ti ha incitato contro di noi. Quello vuol farci prendere dai Babilonesi, così o ci ammazzano o ci portano prigionieri a Babilonia».
4 Giovanni, i capi delle bande armate e la gente che stava con loro non vollero ubbidire al comando del Signore di rimanere nella regione di Giuda.
5 Così Giovanni e i capi delle bande armate radunarono gli ultimi superstiti del regno di Giuda. Era gente che prima si era sparsa nelle regioni vicine e poi era ritornata con l'intenzione di stabilirsi nella regione di Giuda:
6 c'erano uomini, donne, bambini, le principesse reali, insomma tutta la gente che Nabuzaradan, il comandante generale, aveva lasciato con Godolia figlio di Achikam e nipote di Safan. Portarono con sé anche Geremia e Baruc.
7 Andarono tutti in Egitto senza tener conto della proibizione del Signore e giunsero fino alla città di Tafni.

GEREMIA ANNUNZIA L'INVASIONE DELL'EGITTO

8 A Tafni, il Signore disse a Geremia:
9 «Prendi delle pietre grandi e nascondile sotto terra in quello spazio che si trova davanti al palazzo del faraone, qui a Tafni. Fa' in modo che ti vedano gli uomini di Giuda.
10 Allora riferirai loro questo messaggio: Io, il Signore dell'universo, Dio d'Israele, farò venire qui il mio servo Nabucodonosor re di Babilonia, e collocherò il suo trono su queste pietre che ho fatto sotterrare qui. Sopra di esse egli pianterà la sua tenda.
11 Quando egli arriverà, sconfiggerà l'Egitto. Farà morire chi è destinato alla morte, farà deportare chi è destinato alla deportazione e farà massacrare chi è destinato al massacro.
12 Incendierà i templi degli dèi egiziani, e brucerà le loro statue o le porterà via. Come un pastore pulisce con cura il suo mantello dai pidocchi, così Nabucodonosor ripulirà tutto l'Egitto e poi se ne andrà indisturbato.
13 Spezzerà gli obelischi sacri del tempio del Sole di Eliopoli (città del Sole) e brucerà i templi degli dèi egiziani».

CAPITOLO 44

MESSAGGIO PER GLI EBREI RIFUGIATI IN EGITTO

1 Il Signore affidò a Geremia un messaggio rivolto a tutti gli Ebrei che si erano stabiliti in Egitto nelle città di Migdol, Tafni, Menfi e nella regione di Patros:
2 «Il Signore dell'universo, Dio d'Israele, dice: Voi stessi
avete visto tutte le disgrazie che io ho mandato su Gerusalemme e sulle altre città di Giuda: sono ancora completamente in rovina e disabitate.
3 Ciò è accaduto perché i loro abitanti mi hanno esasperato con le azioni malvagie che hanno commesso: hanno offerto sacrifici e si sono messi al servizio di divinità straniere, con le quali non avete mai avuto niente a che fare, né voi, né loro, né i vostri antenati.
4 Io ho continuato a mandarvi tutti i miei servi, i profeti, che vi esortavano a non commettere quelle azioni disgustose che io non posso sopportare.
5 Ma voi non avete ascoltato, non avete dato retta ai miei avvertimenti quando vi dicevo di abbandonare le vostre azioni malvagie e l'offerta di sacrifici a divinità straniere.
6 Allora ho dato sfogo alla mia collera e alla mia indignazione nelle città di Giuda e per le strade di Gerusalemme. Le ho distrutte col fuoco e ancora adesso non sono che mucchi di rovine spaventose».
7 Geremia continuò: «Fate attenzione alle domande che vi fa il Signore, Dio dell'universo, Dio d'Israele: Perché volete rovinarvi con le vostre stesse mani? Perché volete far sterminare uomini e donne, bambini e lattanti così che non rimanga nessun superstite del popolo di Giuda
8 Volete proprio provocarmi con le vostre azioni, con i sacrifici offerti agli dèi stranieri qui in Egitto dove siete venuti a vivere? Volete proprio farvi sterminare e diventare un esempio terribile di maledizione per tutti i popoli della terra?
9 Avete dimenticato tutte le azioni malvagie compiute dai vostri antenati, dai re di Giuda e dalle loro mogli, da voi stessi e dalle vostre mogli nel paese di Giuda e per le strade di Gerusalemme?
10 Fino ad oggi, nessuno ha sentito rimorso, nessuno ha avuto timore, nessuno ha seguito l'insegnamento e i comandamenti che ho dato a voi, come li avevo già dati anche ai vostri antenati».
11 Geremia concluse: «Per tutti questi motivi, il Signore dell'universo, Dio d'Israele, vi dice: Mi metterò contro di voi e vi manderò una sciagura: distruggerò tutto il popolo di Giuda.
12 Distruggerò gli ultimi superstiti di Giuda, quelli che hanno deciso di venire a stabilirsi in Egitto: e proprio qui moriranno tutti. Cadranno sotto i colpi delle spade o saranno consumati dalla fame, tutti senza eccezione. Moriranno in guerra o di stenti e diventeranno un esempio terribile: saranno maledetti, insultati e disprezzati.
13 Interverrò contro quelli che si sono stabiliti in Egitto come sono intervenuto contro gli abitanti di Gerusalemme: con la guerra, la fame e la peste.
14 Tra gli ultimi superstiti di Giuda che sono venuti a stabilirsi in Egitto, nessuno potrà né scampare né fuggire. Essi sognano ancora di ritornare a vivere nella terra di Giuda. Però nessuno vi ritornerà, eccetto pochi fuggiaschi».

LA REAZIONE ALLE PAROLE DI GEREMIA

15 Era presente un gruppo numeroso di uomini e di donne che si erano stabiliti in Egitto, nella regione di Patros. Gli uomini sapevano bene che le loro mogli offrivano sacrifici agli dèi stranieri. Tutti risposero a Geremia:
16 «Tu ci hai dato un ordine da parte del Signore, ma noi non vogliamo ascoltarti.
17 Anzi, faremo proprio quel che avevamo già deciso: bruceremo ancora sacrifici e offriremo vino ad Istar, regina del cielo. Lo abbiamo già fatto nelle città di Giuda e per le strade di Gerusalemme come avevano fatto i nostri antenati, i nostri re e i capi del popolo. A quei tempi avevamo pane in abbondanza, tutto ci andava bene e non ci capitava nessuna disgrazia.
18 Invece, da quando abbiamo smesso di bruciare sacrifici e di offrire vino alla regina del cielo, ci è mancato ogni aiuto e siamo stati sterminati dalla guerra e dalla fame».
19 Anche le donne dichiararono: «Certamente, anche noi bruceremo sacrifici e offriremo vino alla regina del cielo! Prepareremo dolci con la sua immagine e le offriremo il vino, poiché i nostri mariti sono d'accordo con noi».
20 A tutta quella gente, uomini e donne che gli avevano risposto in quel modo, Geremia disse:
21 «Lo so che voi, i vostri antenati, i vostri re, i vostri capi e i vostri concittadini avete bruciato sacrifici nelle città di Giuda e per le strade di Gerusalemme. Anche il Signore se n'è accorto e non l'ha affatto dimenticato.
22 Egli non ha più potuto sopportare le vostre azioni malvagie e disgustose. Perciò ha ridotto la vostra terra in una distesa di rovine, oggetto di orrore e di maledizione, senza più nessun abitante. Questa è la situazione attuale!
23 Il disastro vi ha colpiti perché avete offerto sacrifici a divinità straniere e avete peccato contro il Signore: non avete ubbidito a quel che vi diceva, non avete seguito il suo insegnamento, i suoi comandamenti e le sue esortazioni. Ecco perché siete ridotti così».

INTERVENTO CONCLUSIVO DEL PROFETA

24 Geremia, rivolto a tutto il popolo di Giuda che si trovava in Egitto, comprese le donne, disse ancora: «Ascoltate
25 il messaggio del Signore dell'universo, Dio d'Israele: Voi e le vostre mogli avete deciso di mantenere le vostre promesse di presentare sacrifici e di offrire vino alla regina del cielo. Non avevate ancora finito di dirlo che l'avete già fatto! E' così? Bene! Mantenete pure i vostri impegni, rispettate le vostre promesse!
26 «Ora però ascoltate la promessa solenne che io faccio a tutti voi di Giuda che vi siete stabiliti in Egitto. Io, il Signore, lo giuro sul mio grande nome: nessun uomo di Giuda in tutto l'Egitto potrà più invocare il mio nome, il nome del Signore, Dio vivente, come testimone per i suoi giuramenti.
27 Starò ben attento perché non vi capiti niente di buono, ma solo disgrazie. Voi, gente di Giuda che vivete in Egitto, morirete in guerra o di fame e sarete sterminati.
28 Soltanto pochissimi riusciranno ad evitare la morte e ritorneranno dall'Egitto nella terra di Giuda. Allora i pochi superstiti tra tutti quelli che sono venuti ad abitare in Egitto, si renderanno conto se è veramente accaduto quel che dico io oppure quel che dite voi.
29 Vi ripeto ancora che vi punirò, proprio in questo luogo. Ma per dimostrarvi che le mie minacce contro di voi si realizzeranno certamente, voglio darvi una prova:
30 consegnerò Cofra re d'Egitto in potere dei suoi nemici che vogliono ucciderlo. Ho già fatto così con Sedecia re di Giuda: l'ho consegnato in potere di Nabucodonosor re di Babilonia, suo nemico, che voleva ucciderlo. Lo dico io, il Signore».

CAPITOLO 45

GEREMIA PROMETTE A BARUC LA SALVEZZA

1 Baruc figlio di Neria scrisse su un rotolo i messaggi che Geremia gli dettava, nel quarto anno del regno di loiakim figlio di Giosia, re di Giuda. In quell'occasione Geremia gli disse:
2 «Il Signore, Dio d'Israele, mi ha dato un messaggio per te, Baruc.
3 Tu ti lamenti e dici: "Avevo già abbastanza preoccupazioni e il Signore me ne aggiunge altre. Sono stanco di gemere, non ce la faccio più!".
4 Senti il messaggio che il Signore mi ha dato per te: Fra poco demolirò quel che ho costruito e sradicherò quel che ho piantato in ogni angolo della terra,
5 e tu sogni grandi progetti per te? Non farti illusioni, perché manderò una sciagura su tutti gli esseri viventi. Ma per te farò un'eccezione: dovunque ti troverai, potrai salvarti la vita. Te lo prometto io, il Signore».

MESSAGGI RIVOLTI ALLE NAZIONI STRANIERE

CAPITOLO 46

SCONFITTA DEGLI EGIZIANI CARCHEMIS

1 Il Signore affidò al profeta Geremia questi messaggi che riguardano diverse nazioni.
2 Il primo messaggio è per l'Egitto: riguarda l'esercito di Necao, re d'Egitto, quando si trovava presso il fiume Eufrate, a Carchemis. Qui fu sconfitto da Nabucodonosor re di Babilonia, nell'anno quarto del regno di loiakim figlio di Giosia, re di Giuda.

3 «Preparate tutti i vostri scudi
e avanzate pronti a combattere.
4 Attaccate i cavalli! In sella, cavalieri!
Mettete gli elmi! Tutti ai vostri posti!
Tenete pronte le lance! Indossate le corazze!

5 Ma ora, che cosa succede? Ci vedo bene?
Stanno cedendo! Tornano indietro!
Le loro truppe scelte sono sconfitte:
corrono come disperati, pieni di terrore,
senza neppure voltarsi. Dice il Signore.
6 Nemmeno i più svelti possono fuggire,
le truppe scelte non riescono a salvarsi.
Lassù nel nord, vicino all'Eufrate,
essi inciampano e cadono.

7 Chi è che si gonfia come il Nilo
quando straripa con le acque impetuose?
E' l'Egitto che si gonfia come il Nilo
quando straripa con le acque impetuose.
8 Egli dice: Mi gonfierò, inonderò la terra,
distruggerò le città con i loro abitanti.

9 Cavalleria: alla carica!
Addetti ai carri: a tutta velocità!
Truppe scelte: all'attacco!
Quelli di Etiopia e di Put:
avanti con gli scudi!
Arcieri di Lud: tendete gli archi!
10 E' arrivato il giorno tanto atteso
dal Signore, Dio dell'universo:
oggi può vendicarsi e punire i suoi nemici.
La sua spada li divorerà
fino ad esserne sazia,
berrà il loro sangue
fino ad esserne ubriaca,
li ucciderà come in un sacrificio
per il Signore, Dio dell'universo,
nelle regioni del nord,
sulle rive dell'Eufrate!
11 Potete anche andare a Galaad
per cercare le medicine,
abitanti dell'Egitto!
Usate pure ogni tipo di rimedio:
è tutto inutile, non c'è più speranza per voi!
12 Le altre nazioni hanno saputo
della vostra vergognosa sconfitta;
il vostro urlo di dolore
è rimbalzato su tutta la terra:
i vostri migliori soldati si scontrano
e cadono uno sull'altro».

L'INVASIONE DELL'EGITTO

13 Quando Nabucodonosor re di Babilonia si avvicinava all'Egitto per attaccarlo, il Signore comunicò questo messaggio al profeta Geremia:
14 «Da' la notizia in tutto l'Egitto,
fallo sapere nelle città di Migdol,
Menfi e Tafni.
Di' ai loro abitanti che si tengano pronti,
che si preparino a combattere
perché la guerra ha già travolto
tutte le popolazioni vicine.
15 Ma ora, che cosa succede?
Il vostro potente toro sacro è abbattuto:
non ha potuto resistere
all'impeto del Signore!
16 I vostri mercenari
inciampano e cadono,
e gridano l'un l'altro: "Scappiamo!
Torniamo al nostro paese,
dalla nostra gente!
Scappiamo lontano dalle spade nemiche!"
17 Così il faraone, re d'Egitto,
si è meritato il soprannome di:
"Fanfarone-che-Perde-l'Occasione".
18 Il conquistatore verrà,
imponente come il Tabor tra i monti,
come il Carmelo alto sul mare:
lo giuro per la mia vita,
io che sono il Re,
il Signore dell'universo.
19 Fate i bagagli per andare in esilio,
abitanti dell'Egitto,
perché Menfi sarà ridotta a un deserto,
a un mucchio di rovine, senza abitanti.

20 L'Egitto è come una giovenca bellissima,
ma dal nord un tafano viene su di lei.
21 Anche i suoi mercenari
sono come vitelli ingrassati.
Anch'essi voltano le spalle,
fuggono insieme, non resistono.
E' arrivato per loro il momento del disastro,
il giorno del castigo.
22 Come un serpente che striscia,
l'Egitto fugge senza rumore
quando si avvicinano i nemici
con il loro esercito.
L'aggrediscono con le scuri
come fanno i boscaioli
23 e abbattono la sua foresta impenetrabile.
I nemici arrivano in massa,
più numerosi delle cavallette:
nessuno li può contare.
24 L'Egitto è coperto di vergogna
perché è caduto sotto il dominio
di un popolo del nord.
Così dice il Signore».

25 Il Signore dell'universo, Dio d'Israele, dice: «Fra poco punirò Amon, il dio di Tebe il faraone, l'Egitto con i suoi dèi e i suoi re. Punirò il faraone e quelli che si sono fidati di lui:
26 li consegnerò in potere di quelli che cercano di ucciderli, cioè Nabucodonosor re di Babilonia e le sue truppe. Ma dopo questi avvenimenti, l'Egitto sarà di nuovo abitato come nei tempi passati. Lo dico io, il Signore».

IL SIGNORE SALVERÀ IL SUO POPOLO

(vedi 30, 10-11)
27 «Non abbiate paura,
discendenti del mio servo Giacobbe,
non lasciatevi abbattere,
voi che appartenete al popolo d'Israele!
Presto verrò a liberarvi
da questa terra lontana
dove siete in esilio con i vostri figli.
Ritornerete e vivrete tranquilli,
discendenti di Giacobbe,
vivrete in pace
e nessuno vi darà fastidio.
28 Non abbiate paura,
discendenti del mio servo Giacobbe,
poiché io sono con voi.
Sterminerò tutte le nazioni
in mezzo alle quali vi ho dispersi,
ma voi non sarete distrutti.
Però vi punirò come è giusto,
perché non posso considerarvi innocenti.
Così ha detto il Signore».

CAPITOLO 47

MESSAGGIO RIGUARDANTE I FILISTEI

1 Il Signore affidò al profeta Geremia questo messaggio che riguarda i Filistei prima che il faraone venisse ad assediare Gaza.
2 Il Signore dice:
«I nemici provenienti dal nord
sono come marea che cresce.
Diventano un torrente impetuoso
che allaga la terra e tutto travolge,
le città con i loro abitanti.
Tutta la gente della regione
chiede aiuto e piange disperata,
3 quando sente il tumulto
dei cavalli lanciati alla carica,
il fragore dei carri da guerra,
il lugubre cigolar delle ruote.
I padri non riescono ad aiutare i figli:
le loro braccia cadono senza forza.
4 Finalmente è arrivato il momento
di distruggere tutti i Filistei,
di cancellare ogni speranza di aiuto
per le città di Tiro e di Sidone.
Infatti il Signore distrugge i Filistei,
gli ultimi superstiti dell'isola di Creta.
5 Gli abitanti di Gaza
si sono rasati i capelli in segno di lutto,
ad Ascalon regna un silenzio di morte.
Fino a quando gli ultimi abitanti
della pianura
si faranno ferite in segno di lutto?
6 Essi invocheranno: "Spada del Signore,
fino a quando continuerai a colpirci?
Rientra nel tuo fodero, fèrmati e resta tranquilla!".
7 Ma essa non può fermarsi.
Il Signore le ha dato ordini precisi:
le ha dato l'incarico di colpire
gli abitanti di Ascalon e di tutta la costa».

CAPITOLO 48

LA DISTRUZIONE DI MOAB

1 Questo messaggio del Signore dell'universo, Dio d'Israele, riguarda Moab:
«Grande sciagura,
per gli abitanti di Nebo:
la loro città è distrutta!
Kiriataim è stata conquistata,
la grande fortezza è crollata,
e i suoi difensori sono pieni di vergogna.
2 Era il vanto di Moab: ora non c'è più!
Hanno preparato i piani
per conquistare la città di Chesbon
e far sparire la nazione di Moab.
La città di Madmen è ridotta al silenzio:
i suoi abitanti in fuga
sono inseguiti dai nemici.
3 Da Coronaim la gente grida
per chiedere aiuto:
"E' la rovina, è un enorme disastro!"

4 Moab ormai è distrutto:
si sentono le grida dei suoi bambini.
5 I fuggiaschi in lacrime
si arrampicano verso la città di Luchit.
Lungo la discesa di Coronaim
gli inseguitori odono le grida
di gente sconfitta:
6 "Scappate! Si salvi chi può!
Correte nel deserto come asini selvatici!"

7 Moab, ti eri fidato
della tua forza e delle tue ricchezze
ma ora anche tu sei stato conquistato.
Perfino il tuo dio Camos
deve andare in esilio
con i suoi sacerdoti e ministri.
8 Nessuna delle tue città
potrà evitare la distruzione:
tutto sarà spazzato via
nelle valli e sull'altipiano.
Così ha ordinato il Signore:
9 Preparate la tomba per Moab
perché la sua rovina è completa.
Le sue città saranno abbandonate
in rovina,
senza più nessun abitante».

10 Maledetto chi è pigro nell'eseguire l'incarico che il Signore gli ha affidato! Maledetto chi rifiuta di impugnare la spada!

11 Da quando ha cominciato ad esistere,
Moab è sempre vissuto tranquillo
e non è mai stato deportato in esilio.
Era come un vino lasciato riposare
mai travasato da un recipiente all'altro.
Perciò gli era rimasto il sapore
ed aveva conservato tutto il suo aroma.
12 «Ora, - dice il Signore, - è arrivato il momento nel quale manderò contro di lui i nemici che lo travaseranno. Vuoteranno le sue anfore e le faranno a pezzi.
13 Allora gli abitanti di Moab si vergogneranno di aver avuto fiducia nel loro dio Camos, come gli abitanti d'Israele si sono vergognati della loro fiducia nel santuario di Betel».
14 Avranno ancora il coraggio
di proclamarsi i più forti,
i più valorosi in battaglia?
15 Moab è distrutto,
le sue città sono assalite,
i suoi giovani più robusti
sono condotti al macello.

Il Re, che si chiama "Signore dell'universo"
dichiara:
16 «Sta per giungere la rovina di Moab;
una sciagura piomba su di lui.
17 Ormai le nazioni vicine
che avevano rapporti stretti con lui
possono compiangerlo e dire:
"E' incredibile!
Era tanto grande e potente
ed ora anche lui è stato spezzato!".

18 Abitanti di Dibon,
che occupate luoghi superbi,
scendete di lassù e sistematevi
in una regione deserta
perché chi ha distrutto Moab
viene ora contro di voi
per abbattere le vostre fortezze.
19 Abitanti di Aroer,
fermatevi lungo la strada e aspettate:
quando arriveranno gli scampati
al disastro,
domandate loro che cosa è accaduto.
20 "Che vergogna! - vi diranno. -
Moab è distrutto!
Piangete, urlate!
Fate sapere lungo le rive dell'Arnon
che Moab è stato annientato"».

21 Il Signore ha pronunziato la condanna contro le città dell'altipiano di Moab: Colon, laaz. Mefaat,
22 Dibon, Nebo, Bet-Diblataim,
23 Kiriataim, Bet-Gamul, Bet-Meon,
24 Keriot e Bozra. Ha condannato tutte le città della regione, quelle vicine e quelle lontane.
25 «E' finita la potenza di Moab, la sua forza è stata annientata». Questa è la sentenza del Signore.
26 Moab si è ribellato contro il Signore: perciò sarà costretto a bere fino a diventare ubriaco e a vomitare. Allora la gente si prenderà gioco anche di lui,
27 come egli faceva con Israele: ne parlava, sempre con grandi cenni di disapprovazione, come se si fosse trattato di un delinquente.

28 Abitanti di Moab, abbandonate le città
e andate a vivere tra le rocce!
Fate come le colombe
che costruiscono il nido
sull'orlo dei precipizi.
29 Abbiamo sentito parlare
dell'orgoglio smisurato di Moab,
della sua superbia, arroganza
e presunzione.
30 «Anch'io lo so, - dice il Signore. - A parole, egli è tanto prepotente e forte, ma in pratica è un buono a nulla!».
31 Per questo mi lamento a gran voce: compiango tutta la gente di Moab e gli abitanti di Kir-Cheres.
32 Piangerò per gli abitanti di Sibma
più che per quelli di Iazer.
I vigneti di Sibma
si estendevano fino al mar Morto,
i loro tralci giungevano fino a Iazer.
Ma ora sono piombati i nemici
e hanno distrutto raccolti e vendemmia.
33 Sono scomparse le feste chiassose
dalle vigne e dai campi di Moab.
Non si versa più il vino dai tini,
nessuno pigia più l'uva,
sono finite le grida di gioia.

34 Le grida di aiuto provenienti da Chesbon arrivano fino ad Eleale. Si odono grida fino a laaz, da Zoar fino a Coronaim e a Eglat-Selisia, perché anche l'oasi di Nimrim è stata inghiottita dal deserto.
35 Il Signore afferma: «Farò sparire da Moab quelli che si recano ai luoghi sacri per offrire sacrifici alle loro divinità».
36 Perciò sono sconvolto per la sorte di Moab e per quella degli abitanti di Kir-Cheres. Il mio lamento è triste come un canto funebre, perché essi hanno perduto tutto il loro raccolto.
37 In segno di lutto si sono tagliati tutti i capelli e si sono rasata la barba, hanno le braccia piene di graffi e vanno vestiti di sacco.
38 Tutta le gente di Moab grida e si lamenta sulle terrazze di casa e nelle piazze. Infatti il Signore ha detto: «Ho fatto a pezzi Moab, come si fa con un'anfora che non serve più a niente».
39 In che condizione è ridotto Moab! Urlate! E' scappato di fronte al nemico: che vergogna! I suoi vicini lo tratteranno con ribrezzo e con scherno.

40 Il Signore afferma: «Il nemico arriva su Moab, come un avvoltoio con le grandi ali distese».
41 Le città sono occupate,
e le fortezze conquistate.
I soldati di Moab, anche i più forti,
sono sfiniti, come una donna nel parto

42 Moab è distrutto, resta senza popolazione,
perché si è ribellato contro il Signore.

43 Il Signore proclama:
«Abitanti di Moab,
terrore, fossa e trappola
sono in agguato per voi.
44 Chi sfuggirà al terrore
cadrà nella fossa;
se riuscirà a risalire dalla fossa
sarà preso nella trappola.
infatti ho deciso di punire Moab
in questo modo
quando interverrò contro di lui».
Così dice il Signore.
45 I fuggiaschi, sfiniti,
cercano rifugio a Chesbon,
ma la città è in fiamme.
L'incendio divampa
dal palazzo del re Sicon
e distrugge la gente in tumulto
nelle vallate di Moab
e sull'altipiano.
46 Che sciagura per te, Moab,
sei finito, popolo del dio Camos!
I tuoi figli e le tue figlie
sono deportati lontano, in esilio.
47 «Un giorno però, cambierà la sorte di Moab», afferma il Signore. Qui termina la sentenza che il Signore ha pronunziato contro Moab.

CAPITOLO 49

MESSAGGIO AGLI ABITANTI DI AMMON

1 Questo messaggio del Signore riguarda
il popolo di Ammon.
«Come mai gli Ammoniti,
fedeli del dio Milcom,
si sono annesso il territorio di Gad
e hanno occupato città israelite?
Forse Israele è rimasto senza figli,
senza abitanti per i suoi territori?
2 Ora però è arrivato il momento
di far risuonare il frastuono della battaglia
nella città di Rabba, capitale di Ammon.
La ridurrà in un mucchio di rovine
e consumerà con il fuoco
i villaggi che le stanno attorno.
Allora Israele rientrerà in possesso
del territorio che gli era stato tolto».
Così dice il Signore.

3 «Abitanti di Chesbon, urlate:
la città di Ai è devastata.
Voi che abitate nei dintorni di Rabba,
gridate, vestitevi di sacco,
intonate un lamento
mentre vi aggirate tra muri in rovina.
Il vostro dio Milcom andrà in esilio
con i suoi sacerdoti e ministri.
4 Gente ribelle, osate ancora vantarvi
delle vostre vallate fertili?
Facevate affidamento sulle vostre provviste
ed eravate sicuri
che nessuno vi avrebbe attaccati.
5 Ebbene, io manderà su di voi
il terrore da ogni parte.
Ognuno baderà a se stesso:
fuggirete in disordine
e nessuno potrà radunarvi».
Così dice il Signore, Dio dell'universo.

6 «Un giorno però, cambierà la sorte della gente di Ammon», dice il Signore.

MESSAGGIO AGLI ABITANTI DI EDOM

7 Questo messaggio del Signore dell'universo
riguarda Edom.
«La gente di Teman ha forse perduto
il suo tradizionale buon senso?
I suoi sapienti non sanno più dare consigli?
E' svanita la sua proverbiale saggezza?
8 Abitanti di Dedan, voltatevi,
fuggite e nascondetevi nelle caverne,
perché è arrivato il momento.
Io punirò tutti i discendenti di Esaù
con una grande sciagura.
9 I nemici verranno a vendemmiare da voi,
e non lasceranno nemmeno un grappolo;
giungeranno d'improvviso,
come ladri di notte
e porteranno via tutto quel che vorranno.
10 Io stesso, il Signore,
spoglierà i discendenti di Esaù,
scoprirà i loro nascondigli segreti
ed essi non potranno più nascondersi.
Tutta la razza di Edom
e le popolazioni vicine
saranno distrutte. Nessuno scamperà.
11 Le loro vedove e gli orfani, abbandonati,
troveranno in me l'unico sostegno,
l'unica possibilità di vita».

12 Questo è un altro messaggio del Signore: «Israele non avrebbe dovuto essere punito, eppure ha bevuto la coppa della mia ira. Tu, Edom, non sei innocente e perciò sarai certamente punito: anche tu dovrai bere questa coppa.
13 Giuro su me stesso che la tua capitale, Bozra, sarà ridotta in rovina e diventerà un esempio di maledizione, un motivo di orrore e di spavento. Anche i villaggi vicini saranno ridotti in rovina per sempre». Così ha detto il Signore.

14 Il Signore ha mandato un messaggio
alle nazioni
e noi ne abbiamo udito l'annunzio:
«Radunatevi e marciate contro Edom!
Movete all'attacco!».
15 Il Signore dice a Edom:
«Io ti farà diventare
la più piccola delle nazioni
e tutti ti disprezzeranno.
16 La tua arroganza e il tuo orgoglio
ti hanno ingannato.
Tu abiti in fortezze tra le rocce,
aggrappato ai luoghi più alti.
Ma anche se la tua casa è in alto
come un nido d'aquila,
io ti butterò giù».
Così ha detto il Signore.

17 «Ridurrà Edom in una condizione spaventosa: chi passerà da quelle parti rimarrà sconvolto dall'orrore di fronte alle sue rovine.
18 Accadrà anche a Edom quanto è accaduto nella distruzione di Sodoma, Gomorra e delle altre città vicine: nessun uomo potrà mai più abitare in quella regione». Così ha detto il Signore.

19 «Come un leone balza fuori dalla boscaglia
del Giordano
e getta lo scompiglio tra le pecore
che pascolano nei prati,
così io, il Signore, scaccerò
gli Edomiti dalla loro terra.
Metterà a governare su Edom chi vorrò io:
infatti chi può confrontarsi con me?
chi può sfidarmi?
C'è un re che può resistere di fronte a me?
20 Io, il Signore, ho fatto
un progetto contro Edom,
ho studiato un piano contro
gli abitanti di Teman.
Ascoltatemi bene:
farà portar via anche i loro bambini
come fossero agnelli
e tutta la loro terra sarà devastata.
21 Il crollo di Edom farà tremare la terra,
le sue grida di aiuto
si sentiranno fin dal mar Rosso.

22 «Il nemico verrà su Bozra, come un avvoltoio dalle grandi ali distese e allora i soldati di Edom, anche i più forti, saranno sfiniti come una donna nel parto».

MESSAGGIO AGLI ABITANTI DI DAMASCO

23 Questo messaggio è rivolto a Damasco: «Gli abitanti di Camat e Arpad sono sconvolti perché hanno ricevuto notizie drammatiche: sono agitati come un mare in tempesta e non trovano pace.
24 La gente di Damasco trema, è sfinita
e pensa solo alla fuga;
è stata colta da angoscia e dolori
come una donna che sta per partorire.
25 E' stata completamente abbandonata
la città così famosa, sempre piena di festa.
26 Quel giorno i suoi giovani migliori cadranno morti per strada e tutti i soldati saranno sterminati, lo dico io, il Signore dell'universo.
27 Incendierò tutta la città di Damasco e anche i palazzi del re Ben-Adad saranno distrutti».

MESSAGGIO ALLA TRIBÙ DI KEDAR E ALLA CITTÀ DI AZOR

28 Questo messaggio è rivolto alla tribù di Kedar e ai territori dipendenti dalla città di Azor quando furono conquistati da Nabucodonosor, re di Babilonia. Così dice il Signore:
«Babilonesi, all'assalto
contro la tribù di Kedar,
distruggete la gente del deserto orientale.
29 Saccheggiate le loro tende, le greggi,
e i depositi con tutte le provviste,
portate via i cammelli.
Seminate il terrore nell'accampamento
girandogli attorno con alte grida».

30 Il Signore dice agli abitanti di Azor:
«Scappate, fuggite
e nascondetevi nelle caverne,
perché Nabucodonosor, re di Babilonia,
ha fatto un piano contro di voi
e l'ha studiato in tutti i suoi particolari».

31 Il Signore aggiunge:
«Babilonesi, all'assalto contro questa gente
che si credeva al sicuro e tranquilla.
Essi vivono isolati dagli altri,
le loro abitazioni non hanno né porte
né serrature.
32 Prendete i loro cammelli e tutto il bestiame
come vostro bottino di guerra.
Io poi disperderà ai quattro venti
le tribù che si tagliano i capelli sulle tempie
e farà venire da ogni parte
la rovina su di loro.
33 Azor sarà ridotta a un deserto per sempre,
un luogo di rifugio per gli sciacalli:
nessun uomo potrà mai più abitare
in quella regione».
Così ha detto il Signore.

MESSAGGIO ALLA GENTE DI ELAM

34 Il Signore affidò al profeta Geremia questo messaggio che riguarda la regione di Elam, poco dopo che Sedecia era diventato re di Giuda.
35 Così disse il Signore dell'universo:
«La potenza di Elam è fondata sugli arcieri,
ma io spezzerò i loro archi di guerra.
36 Manderò i venti
dalle quattro estremità del cielo;
li faròsoffiare contro Elam,
e farò portar via dai venti i suoi abitanti.
Saranno dispersi in tutte le nazioni
senza eccezione.
37 Sono molto indignato!
Perciò renderò gli Elamiti paurosi
davanti ai nemici che li vogliono uccidere;
manderà su di loro una grande sciagura:
li farà inseguire dai nemici
finché non li avrà tutti annientati,
perché sono molto indignato.
38 Eliminerà da Elam il re e i capi
e io regnerò al loro posto».
Così ha detto il Signore.
39 «Un giorno però, cambierà la sorte di Elam», afferma il Signore.

CAPITOLO 50

BABILONIA SARÀ CONQUISTATA

1 Il Signore affidò al profeta Geremia questo messaggio che riguarda la città di Babilonia e il suo territorio.
2 «Da' la notizia alle nazioni,
fallo sapere con il segnale stabilito,
non nascondere nulla e annunzia:
Babilonia è stata conquistata!
Il suo dio e signore, Marduk,
è stato frantumato in modo vergognoso,
i suoi idoli ripugnanti
sono distrutti e calpestati.
3 Contro Babilonia è venuto dal nord
un popolo
che ridurrà la sua regione in un deserto
dove nessuno potrà più abitare:
uomini e animali fuggiranno lontano».

DIO PROMETTE IL RITORNO DEL SUO POPOLO

4 «Quando queste cose accadranno,
- dice il Signore, -
la gente d'Israele e di Giuda
tornerà insieme verso la sua terra.
Cammineranno piangendo
e cercheranno me, il Signore, loro Dio.
5 Domanderanno la strada per Sion,
la mèta del loro viaggio, e diranno:
"Venite, stringiamo con il Signore
un'alleanza per sempre
e non dimentichiamola più".
6 Il mio popolo era come un gregge sperduto,
condotto sui monti dai suoi pastori
e poi abbandonato a se stesso.
Le pecore andavano da un monte all'altro
e avevano dimenticato il proprio ovile.
7 Chiunque le trovava le poteva sbranare.
I loro nemici dicevano:
"Non c'è niente di male a trattarli così!
Essi hanno peccato contro il Signore
che era la vera ricchezza
e la speranza dei loro antenati".

8 Fuggite da Babilonia, gente d'Israele,
abbandonate subito questo paese,
siate i primi, come i capri davanti al gregge!
9 Perché io sto radunando nel nord
molti popoli potenti
e li manderò contro Babilonia:
si schiereranno contro di essa
e la conquisteranno.
Raggiungeranno certamente il loro scopo,
come le frecce di un abile arciere
non mancano mai il bersaglio.
10 Saccheggeranno tutta la regione
e porteranno via quel che vorranno».
Così dice il Signore.

LA CADUTA DI BABILONIA

11 Il Signore afferma:
«Gente di Babilonia,
avete schiacciato il mio popolo.
Fate pure festa, saltate di gioia,
come vitelli su un prato,
come stalloni che nitriscono.
12 Ma ora la terra dove voi siete nati
è coperta di disonore e di vergogna.
Babilonia diventerà l'ultima delle nazioni,
ridotta in un deserto, in un'arida steppa.
13 L'ho privata dei suoi abitanti
e l'ho completamente distrutta,
perché ero molto indignato contro di lei.
Chi passerà vicino a Babilonia
rimarrà sconvolto dall'orrore
di fronte alle sue rovine.
14 Disponetevi tutti attorno a Babilonia,
voi soldati armati di arco.
Scagliate contro di lei
frecce a volontà,
perché si è resa colpevole
contro di me, il Signore.
15 Lanciate urla di guerra
contro di lei da ogni parte.
I Babilonesi già escono per arrendersi
perché le loro torri sono crollate
e le mura sono state abbattute.
E' questa la vendetta voluta da me,
il Signore:
vendicatevi pure contro Babilonia,
trattatela com'essa ha fatto con gli altri!
16 Non lasciate in vita a Babilonia
nessuno che semini o che mieta.
Ogni straniero che vive in essa
ritorni tra i suoi, nella sua patria,
per sfuggire gli orrori della guerra».

IL RITORNO D'ISRAELE

17 Il Signore afferma: «Israele era ridotto come un gregge disperso, inseguito dai leoni. Il re di Assiria lo raggiunse per primo, e lo divorò. Poi sopraggiunse anche Nabucodonosor, re di Babilonia, che completò la strage.
18 Perciò io, il Signore dell'universo, Dio d'Israele, punirò il re di Babilonia e tutto il suo territorio come ho già punito il re di Assiria.
19 Ricondurrò invece Israele come un gregge nel suo pascolo. Troverà di che sfamarsi sul monte Carmelo e nella fertile regione di Basan; mangerà a sazietà anche nelle zone montagnose di Efraim e di Galaad.
20 Quando questo accadrà non si troverà più nessuna traccia dei peccati d'Israele e delle colpe di Giuda perché io perdonerò quelli che lascerò in vita. Lo dico io, il Signore».

DIO CONDANNA BABILONIA

21 Il Signore comanda:
«Muovete all'attacco
contro gli abitanti di Merataim e di Pekod,
distruggeteli, annientateli fino all'ultimo,
eseguite tutti i miei ordini.
22 C'è rumore di guerra, in quella regione!
Tutto è distrutto!
23 Com'è possibile?
Babilonia era come un martello
che fracassava ogni cosa in tutta la terra:
ora lei stessa è ridotta in mille pezzi
e suscita orrore alle altre nazioni.
24 Babilonia, ti sei messa contro di me,
il Signore,
e io ti ho preparato una trappola.
Tu ci sei cascata, senza accorgertene,
e sei rimasta prigioniera.
25 Ho tirato fuori dai miei depositi
le armi per sfogare il mio sdegno,
perché devo compiere una grande impresa
nella regione di Babilonia,
io, il Signore, Dio dell'universo.
26 Accorrete da ogni parte contro di lei,
sfondate i suoi granai,
ammucchiate il bottino
e distruggetelo tutto:
non lasciate nemmeno una briciola!
27 Uccidete i suoi forti soldati,
conduceteli come tori al macello!
E' arrivato il momento
in cui ho deciso di punirli:
per loro è finita!
28 I profughi, fuggiti
dalla regione di Babilonia,
arrivano nella città di Sion
per portare la grande notizia:
"Il Signore nostro Dio l'ha punita!
Ha vendicato la distruzione
del suo tempio!".

29 Fate venire contro Babilonia
tutti i soldati armati di arco:
circondino la città
e non lascino fuggire nessuno.
Le facciano pagare il male commesso,
la trattino come essa ha fatto con gli altri
perché è stata arrogante con me,
il Signore, il Santo d'Israele.
30 Quel giorno i suoi giovani migliori cadranno morti per strada e tutti i soldati saranno sterminati, lo dico io, il Signore».

31 Il Signore, Dio dell'universo, dichiara:
«A noi due, Babilonia arrogante!
E' arrivata la tua ora e io ti punirò.
32 Eri così sicura di te,
ma ora barcolli e cadi a terra,
nessuno ti dà una mano.
Incendierò le tue città
e anche i loro dintorni saranno distrutti».
33 Così dice il Signore dell'universo:
«Il popolo d'Israele e quello di Giuda
sono oppressi dai loro nemici:
questi li hanno deportati,
li trattengono con la forza
e non vogliono più lasciarli partire.
34 Ma io sono forte e li libererò.
Il mio nome è: il Signore dell'universo.
Interverrò io stesso in loro difesa
per rendere tranquilla la terra,
e per sconvolgere la gente di Babilonia».
35 Il Signore proclama:
«Guerra contro i Babilonesi,
contro gli abitanti della capitale,
contro i suoi capi e i consiglieri.
36 Guerra ai suoi indovini bugiardi,
ed essi impazziranno;
guerra ai suoi forti soldati,
ed essi tremeranno di paura.
37 Guerra ai suoi cavalli, ai suoi carri,
ai soldati stranieri
che combattono per lei:
essi diventeranno come donnicciole.
Guerra contro i suoi tesori:
saranno abbandonati al saccheggio.
38 La siccità colpirà i suoi fiumi
ed essi si prosciugheranno.
Babilonia è la patria degli idoli:
questi oggetti orribili mandano in delirio
quelli che li adorano.
39 Perciò a Babilonia faranno la tana
bestie selvatiche, sciacalli e struzzi.
Gli uomini non l'abiteranno mai più:
essa resterà disabitata per sempre!
40 Io stesso la distruggerò
come ho fatto con Sodoma, Gomorra
e le altre città vicine.
Nessun essere umano
abiterà mai più in essa.
Lo dico io, il Signore.

GLI INVASORI DAL NORD

(vedi 6, 22-24; 49, 19-21)
41 «Attenzione! Un popolo,
una nazione numerosa
sta per arrivare da una regione del nord:
re potenti si mettono in marcia
dagli estremi confini della terra.
42 Sono armati di archi e di spade,
sono crudeli e senza pietà.
Il loro frastuono quando vanno a cavallo
è come quello del mare in tempesta.
Sono pronti, come un sol uomo,
a combattere contro te, Babilonia.
43 Il re di Babilonia ha udito la loro fama
ed è rimasto paralizzato dalla paura:
è spossato dal dolore e dall'angoscia
come una donna durante il parto.

44 «Come un leone balza fuori
dalla boscaglia del Giordano
egetta lo scompiglio tra le pecore
che pascolano nei prati,
così io, il Signore, scaccerò i Babilonesi
dalla loro terra.
Metterò a governare su Babilonia
chi vorrò io:
infatti, chi può confrontarsi con me?
chi può sfidarmi?
c'è un re che può resistere di fronte a me?
45 Io, il Signore, ho fatto un progetto
contro Babilonia,
ho studiato un piano
contro tutta quella regione.
Ascoltatemi bene:
farà portar via anche i loro bambini
come fossero agnelli
e tutta la loro terra sarà devastata.
46 Il crollo di Babilonia farà tremare la terra,
le sue grida di aiuto giungono
fino ai popoli più lontani».

CAPITOLO 51

LA CONDANNA DEFINITIVA DI BABILONIA

1 Così dice il Signore:
«Farà soffiare un vento impetuoso
che travolgerà Babilonia
con tutti i suoi abitanti.
2 Manderò contro di essa popoli nemici
che spazzeranno tutta la regione
come una bufera di vento;
l'attaccheranno da ogni parte,
quando verrà il momento di distruggerla.
3 I suoi difensori non avranno tempo
di impugnare l'arco
o di indossare la corazza:
nessuno dei suoi giovani sarà risparmiato,
il suo esercito sarà completamente distrutto.
4 Vi saranno molte vittime,
nella regione di Babilonia;
i feriti saranno abbandonati
nelle sue strade.
5 Israele e Giuda non sono stati privati
del loro Dio,
il Signore dell'universo,
anche se la loro terra è piena di delitti
contro di lui, il Santo d'Israele.
6 Fuggite lontano da Babilonia,
mettetevi in salvo!
Non fatevi travolgere dal castigo
causato dai suoi peccati!
E' arrivato il giorno della mia vendetta:
io, il Signore, ripagherò la città
come si merita.
7 Io tenevo in mano Babilonia
come una coppa d'oro
per ubriacare tutta la terra.
Le nazioni hanno bevuto il suo vino
e sono rimaste stordite.
8 Poi, all'improvviso,
Babilonia è caduta, è a pezzi!
Piangete sulla sua sorte, alleati della città,
cercate medicine rare: forse guarirà!
9 Ma voi dite: "Abbiamo fatto di tutto
per salvare Babilonia,
ma è stato inutile.
Lasciamola stare
e torniamo nei nostri paesi.
La sua rovina è così grande
che arriva fino al cielo, tocca le nuvole".
10 Il mio popolo invece dirà:
"Il Signore ha fatto valere il nostro diritto!
Andiamo a raccontare agli abitanti di Sion
quel che il Signore nostro Dio
ha fatto per noi"».

11 Il Signore ha preparato un piano
per distruggere Babilonia
e ha affidato ai re dei Medi
l'incarico di portarlo a termine.
Così il Signore vuole vendicare
la distruzione del suo tempio.
«Fate la punta alle frecce,
preparatene un gran numero!
12 Date il segnale d'attacco
contro le mura di Babilonia,
rinforzate i posti di guardia,
mettete altre sentinelle,
preparate gli agguati!».
Il Signore aveva fatto un progetto
e ora egli compie quel che aveva annunziato
contro gli abitanti di Babilonia.
13 Babilonia, sei costruita
sulle rive di due grandi fiumi
e possiedi molte ricchezze,
ma ora per te è giunta la fine,
hai colmato la tua misura.
14 Il Signore dell'universo
ha giurato sulla sua stessa vita:
«Farò venire su di te gli invasori
che ti ricopriranno come uno sciame
di cavallette
e canteranno vittoria su di te».

INNO AL CREATORE

(vedi 10, 12-16)
15 Il Signore potente ha formato la terra,
con la sua sapienza ha creato il mondo,
ha disteso il cielo con la sua intelligenza.
16 Al suo comando
le acque si accumulano in cielo.
Egli fa salire le nuvole
dall'estremità della terra,
scatena temporali con lampi e pioggia
e sprigiona il vento impetuoso.
17 Allora tutti gli uomini
restano stupiti, non capiscono.
Quelli che fabbricano idoli
provano grande vergogna
perché le loro statue
risultano false, prive di vita.
18 Sono oggetti inutili,
degni solo di disprezzo.
Il Signore li farà sparire,
quando se li troverà davanti.
19 Il Dio di Giacobbe non è come quelli!
Egli ha fatto ogni cosa
e ha scelto Israele come suo popolo.
Il suo nome è: il Signore dell'universo.

BABILONIA STRUMENTO DELLA PUNIZIONE DIVINA

20 Il Signore dice:
«Babilonia, tu sei stata per me
come un grosso martello,
un arma micidiale.
Mi sono servito di te
per fare a pezzi le nazioni
e per frantumare i regni.
21 Mi sono servito di te
per colpire cavalli e cavalieri,
per rovesciare i carri e chi ci stava sopra.
22 Mi sono servito di te
per far strage di uomini e donne,
per ammazzare giovani e vecchi,
per abbattere ragazzi e ragazze.
23 Mi sono servito di te
per sterminare i pastori e il loro gregge,
per massacrare chi arava e i suoi buoi,
per annientare i capi e i governanti».

BABILONIA E' PUNITA

24 Il Signore dice:
«Ora tutti vedrete come faccio pagare
a Babilonia e agli abitanti di quella regione
il male che hanno fatto a Sion.
25 A noi due, Babilonia!
Tu hai costruito la tua grandezza
distruggendo tutta la terra.
Ma io con un pugno ti faccio rotolare,
demolisco la tua sicurezza
e ti riduco a un mucchio di cenere.
26 Le tue pietre non serviranno più
per costruire
le fondamenta o gli angoli delle case,
perché sarai un deserto
abbandonato per sempre.
Lo dico io, il Signore.

27 Date il segnale d'attacco nella regione,
tra le nazioni suonate la tromba di guerra!
Mobilitate le nazioni contro Babilonia,
fate venire contro di lei
i regni di Ararat, di Minni e di Aschenaz.
Nominate un comandante supremo,
fate avanzare i cavalli
come uno sciame di cavallette.
28 Mobilitate le nazioni contro Babilonia,
fate venire i re dei Medi,
i loro capi, i governanti
e tutta la gente che dipende da loro.
29 La terra è sconvolta e trema
perché il Signore compie il suo progetto:
far diventare la regione di Babilonia
un deserto
dove più nessuno può vivere.
30 A Babilonia i soldati più forti
hanno rinunziato a combattere
e si sono rinchiusi nelle loro fortezze.
Hanno perduto il coraggio
e sembrano donnicciole.
Le porte della città sono state sfondate
e le case sono in fiamme.
31 E' un continuo arrivare
di messaggeri veloci
che portano notizie al re di Babilonia.
Essi annunziano:
"I nemici sono entrati in città
da ogni parte!".
32 "Hanno occupato i guadi dei fiumi!".
"Hanno incendiato le fortezze!".
"I soldati sono presi dal panico!".

33 Fra poco Babilonia
raccoglierà il frutto delle sue azioni:
sarà calpestata dai nemici
come un'aia dove si batte il grano.
Lo affermo io, il Signore dell'universo,
Dio d'Israele».

LAMENTO DI GERUSALEMME

34 Si lamentano gli abitanti di Gerusalemme:
«Nabucodonosor, re di Babilonia,
ha fatto sparire le nostre ricchezze,
ha divorato tutto
e ci ha lasciati come un piatto vuoto.
Come un mostro ci ha inghiottiti,
si è riempito il ventre
delle nostre cose migliori
e ha buttato via tutto il resto.
35 Signore, fa' pagare a Babilonia
la violenza che ha usato contro di noi!
Fa' pagare ai Babilonesi
il nostro sangue che hanno versato!».
RISPOSTA DEL SIGNORE
36 Il Signore risponde agli abitanti
di Gerusalemme:
«Io stesso prenderò la vostra difesa
e vendicherò i torti che avete ricevuto:
prosciugherò i grandi fiumi di Babilonia
e farò seccare le loro sorgenti.
37 Babilonia sarà ridotta
a un mucchio di rovine,
a un rifugio per gli sciacalli.
Desterà orrore e disprezzo
e più nessuno vorrà abitarvi.
38 Tutti gli abitanti di Babilonia
ruggiscono come leoni,
ringhiano come belve feroci,
39 per la loro fame insaziabile.
Io preparo il loro pasto
e li farà ubriacare fino a stordirli.
Si addormenteranno per sempre,
non si sveglieranno più.
40 Li farò andare al macello
come agnelli, montoni o capri.
Lo dico io, il Signore».

LAMENTO SU BABILONIA

41 Com'è possibile?
Babilonia, lodata in tutto il mondo,
è stata occupata e conquistata.
E' diventata oggetto di orrore
fra le nazioni!
42 I nemici l'hanno travolta e sommersa
come onde di un mare in tempesta.
43 Anche le altre città sono distrutte,
il suo territorio è ridotto a un deserto,
a una steppa,
dove più nessuno abita,
dove la gente evita di passare.
44 Il Signore annunzia:
«Punirà Bel, il dio di Babilonia,
gli strapperà dalla bocca
quel che sta divorando
e le nazioni non correranno più
a rendergli onore.
Anche le mura di Babilonia sono crollate!
45 Esci dalla città, popolo mio.
Ognuno cerchi di mettersi in salvo
per evitare la mia grande indignazione.
46 Non abbiate paura, non scoraggiatevi per le voci diffuse in tutta la regione. Ogni anno arrivano altre notizie: violenze da tutte le parti, un dittatore contro l'altro...
47 Ormai, però, è arrivato il momento:
io interverrò contro gli idoli di Babilonia.
Tutto il suo territorio sarà pieno
di sgomento;
i cadaveri dei suoi abitanti lo ricopriranno.
48 In terra e in cielo si sentirà
un canto di trionfo su Babilonia
perché dal nord arriveranno
quelli che dovranno distruggerla».
Questa è la promessa del Signore.

49 Come Babilonia
ha fatto molte vittime in Israele,
così ci saranno molte vittime
anche nella regione di Babilonia.

50 Voi, che siete scampati alla morte,
partite, non perdete tempo!
Pensate al Signore,
tenete vivo il ricordo di Gerusalemme,
anche se siete lontani.
51 Voi dite: «Abbiamo provato
una profonda vergogna,
siamo stati umiliati e coperti d'insulti
perché gli stranieri sono entrati
nel santuario del Signore».
52 Ma il Signore afferma:
«Ormai è arrivato il momento:
interverrà contro gli idoli di Babilonia,
e i feriti faranno udire i loro lamenti
in tutta la regione.
53 Anche se Babilonia salirà in cielo
e costruirà lassù una fortezza imprendibile,
io la farò raggiungere e distruggere
dai suoi nemici».
Così ha detto il Signore.

BABILONIA E' DISTRUTTA

54 Da Babilonia giunge un grido d'aiuto:
una grande sciagura ha colpito il paese.
55 Infatti il Signore distrugge Babilonia
e fa tacere le sue grida
che sono come il fragore
delle onde impetuose
di un mare in burrasca.
56 I nemici sono venuti per distruggere
Babilonia:
fanno prigionieri i suoi soldati,
spezzano i loro archi di guerra.
Infatti il Signore è un Dio
che punisce il male
e rende a ciascuno quel che si merita.
57 «Io, il gran re, il Signore dell'universo, dichiaro: Farò ubriacare i suoi capi e i consiglieri, i suoi governatori, i ministri e i soldati. Si addormenteranno per sempre e non si sveglieranno più.
58 Le imponenti mura di Babilonia
sono rase al suolo,
le sue alte porte incendiate:
gente di ogni paese
ha faticato per costruirle, ma invano.
Ora il loro lavoro è consumato dal fuoco!».
Così dice il Signore dell'universo.

IL MESSAGGIO DI GEREMIA E' MANDATO A BABILONIA

59 Seraia, figlio di Neria e nipote di Maasia, era l'aiutante di campo di Sedecia, re di Giuda. Quando il re si recò a Babilonia nel quarto anno del suo regno, Seraia era al suo seguito. In quell'occasione il profeta Geremia gli affidò un incarico personale.
60 Geremia aveva raccolto in un unico rotolo tutti gli annunzi delle disgrazie che avrebbero colpito Babilonia, cioè le minacce che sono state scritte qui, contro di lei.
61 Geremia, dunque, disse a Seraia: «Quando arriverai a Babilonia, alla prima occasione leggerai queste parole ad alta voce.
62 Concluderai così: "Signore, tu hai promesso di distruggere questo luogo e di ridurlo a un deserto per sempre, senza lasciarvi più nessun abitante, né uomo né animale".
63 A questo punto, appena avrai finito di leggere, legherai il rotolo a una pietra e lo getterai nell'Eufrate
64 pronunziando queste parole: "Allo stesso modo affonderà Babilonia e non si rialzerà più dalla sciagura che il Signore le farà cadere addosso"». Qui finiscono i messaggi di Geremia.

APPENDICE

CAPITOLO 52

GERUSALEMME E' CONQUISTATA

(vedi 39, 4-7; 2 Re 24, 18-25, 7)
1 Sedecia aveva ventun anni quando divenne re. Regnò a Gerusalemme per undici anni. Sua madre si chiam ava Camital, ed era figlia di un certo Geremia che veniva dalla città di Libna.
2 Sedecia si comportò male, offese il Signore, come aveva fatto il re Ioiakim.
3 Tutto questo accadde perché grande era la collera del Signore contro Gerusalemme e il regno di Giuda, al punto che egli aveva deciso di scacciare lontano da sé il suo popolo. Sedecia si era ribellato contro Nabucodonosor, re di Babilonia.
4 Nel nono anno del regno di Sedecia, il giorno dieci del decimo mese Nabucodonosor arrivò sotto Gerusalemme con tutto il suo esercito. Le truppe si accamparono di fronte alla città, le costruirono attorno dei terrapieni
5 e la tennero assediata fino all'undicesimo anno del regno di Sedecia.
6 In quell'anno si esaurirono le scorte di viveri della città e la fame divenne insopportabile per la popolazione. Il giorno nove del quarto mese
7 i Babilonesi aprirono una breccia nelle mura della città. Tutti i soldati che erano a difesa di Gerusalemme cercarono di fuggire durante la notte. Passarono attraverso la porta fra le due mura che si apre sul giardino del re e si diressero verso la valle del Giordano, nonostante l'assedio dei Babilonesi.
8 Ma l'esercito babilonese inseguì il re Sedecia e lo raggiunse nella pianura vicino a Gerico. Tutti i suoi soldati l'avevano abbandonato.
9 I Babilonesi lo fecero prigioniero e lo condussero dal re di Babilonia che allora si trovava nella regione di Camat, a Ribla. Qui, il re di Babilonia pronunziò la sentenza contro Sedecia
10 e la fece eseguire sul posto: ordinò di uccidere i figli di Sedecia sotto gli occhi del padre e fece uccidere anche tutti i capi di Giuda.
11 Poi fece cavare gli occhi a Sedecia, ordinò di legarlo con una doppia catena e di condurlo a Babilonia. Qui lo fece gettare in carcere dove rimase fino al giorno della sua morte.

GERUSALEMME E' DISTRUTTA

(vedi 2 Re 25, 8-17)
12 Nell'anno diciannovesimo del regno di Nabucodonosor, il dieci del quinto mese entro in Gerusalemme il comandante generale Neburadan, personaggio molto influente alla corte del re di Babilonia.
13 Egli fece incendiare il tempio del Signore, il palazzo reale e le case di Gerusalemme, soprattutto quelle più grandi.
14 Le truppe babilonesi, agli ordini del comandante generale, demolirono completamente le mura che circondavano Gerusalemme.
15 Il comandante generale Nabuzaradan deportò la popolazione che era rimasta in città, qualche famiglia povera, gli ultimi artigiani e i disertori che erano passati dalla parte dei Babilonesi.
16 Lasciò invece in Giuda la gente più povera per coltivare le vigne e i campi.
17 I Babilonesi fecero a pezzi le colonne di bronzo, i carrelli e la grande vasca di bronzo che si trovavano nel tempio e portarono tutto questo a Babilonia.
18 Presero anche i vasi per la cenere, le palette, gli smoccolatoi, le bacinelle, i mestoli e tutti gli altri oggetti di bronzo usati nel servizio del tempio.
19 Il comandante generale portò via anche gli oggetti d'oro e d'argento: tazze, bracieri, bacinelle, caldaie, candelabri, bicchieri e coppe.
20 Non è possibile calcolare il peso del bronzo impiegato da Salomone per costruire tutti gli arredi del tempio: le due colonne, la grande vasca appoggiata sui dodici buoi di bronzo e i carrelli.
21 Le due colonne erano alte ciascuna circa nove metri con una circonferenza di circa sei metri; erano vuote all'interno e avevano uno spessore di quattro dita.
22 Ognuna era sormontata da un capitello, alto circa due metri e mezzo, decorato tutt'attorno da rami di melograno intrecciati. Il tutto era di bronzo. Le due colonne erano identiche e avevano anche la stessa decorazione.
23 Sui rami intrecciati tutt'attorno si contavano cento melagrane: di queste, novantasei erano disposte sui quattro lati.

ELENCO DEI DEPORTATI A BABILONIA

(vedi 2 Re 25, 18-21)
24 Il comandante generale fece portar via come prigionieri Seraia, capo dei sacerdoti e Sofonia che era secondo in autorità, insieme con altri tre responsabili dell'ingresso del tempio.
25 Egli fece anche portar via un funzionario, responsabile delle truppe e sette uomini del personale di corte rimasti in città, l'aiutante del capo dell'esercito, incaricato di arruolare i soldati, e altri sessanta personaggi importanti che aveva catturati a Gerusalemme.
26 Nabuzaradan, il comandante generale, li prese e li condusse dal re di Babilonia a Ribla,
27 nella regione di Camat. Qui il re li fece uccidere.

Così la gente di Giuda fu deportata lontano dalla sua patria.
28 Questo è l'elenco degli abitanti del territorio di Giuda fatti deportare da Nabucodonosor:
nell'anno settimo del suo regno: 3.023;
29 nell'anno diciottesimo: 832 deportati da Gerusalemme;
30 nell'anno ventitreesimo: 745 deportati per ordine di Nabuzaradan, comandante generale. In tutto furono deportate 4.600 persone.

IL RE IOIACHIN LIBERATO DAL CARCERE

(vedi 2 Re 25, 27-30)
31 Trentasette anni dopo la deportazione di Ioiachin re di Giuda, diventò re di Babilonia Evil-Merodach. Il venticinque del dodicesimo mese di quell'anno, Evil-Merodach concesse la grazia a Ioiachin e lo fece uscire dalla prigione.
32 Lo trattò con grande bontà e gli assegnò un posto d'onore superiore a quello degli altri re che erano prigionieri con lui a Babilonia.
33 Gli permise di non indossare più la divisa dei prigionieri e di mangiare a tavola con lui per il resto della sua vita.
34 Fino alla sua morte, Ioiachin ricevette sempre dal re di Babilonia tutto il necessario per il suo mantenimento.
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