INTRODUZIONE AL LIBRO DI GEREMIA
Autore
e ambiente storico
L'attività del profeta
Geremia ha inizio nel 626 a.C. e si conclude qualche anno dopo il 587 a.C. (vedi
1, 2-3). Il profeta morì probabilmente in Egitto (vedi capitoli 43-44).
Nel suo libro troviamo ampie notizie sulla sua attività dal 609 al 587
a.C.
Questi vent'anni sono stati molto importanti
per la vita del popolo ebraico. Il piccolo regno di Giuda, coinvolto nel gioco
delle grandi potenze (Egitto, Assiria, Babilonia), finì per essere
schiacciato dal vincitore Nabucodonosor, re di
Babilonia.
Questi conquistò Gerusalemme
una prima volta nel 597 a.C. Lasciò intatta la città, ma condusse
in esilio il re Ioiachin e un certo numero di persone
qualificate.
Dieci anni dopo, Nabucodonosor
ritornò a Gerusalemme per punire una ribellione del nuovo re, Sedecia.
Questa volta distrusse la città e il tempio del Signore e deportò
a Babilonia buona parte della popolazione superstite, insieme al re Sedecia. Nel
territorio di Giuda rimase soltanto la gente più povera, sfruttata e
maltrattata da bande di soldati sfuggiti al
massacro.
Nel quadro di queste vicende
storiche si inserisce l'attività del profeta Geremia. Egli ricevette da
Dio l'incarico di spiegare ai suoi contemporanei il significato della tragedia
che stavano vivendo. In un primo momento il profeta sperò di poter
convincere il suo popolo ad evitare la catastrofe nazionale. Si oppose ai re, ai
capi, all'opinione pubblica del suo tempo, e lo fece non per calcoli umani, ma
per fedeltà alla missione ricevuta da Dio, alla quale ubbidirà
sempre nonostante le difficoltà interiori ed esteriori, che si
manifestano nei suoi lamenti rivolti a Dio (vedi ad esempio 11, 18-12, 6; 15,
10-21; 17, 14-18; 18, 18-23; 20, 7-18).
Quando la
catastrofe si rivelò inevitabile, il profeta affermò la
necessità di accettare il predominio dei Babilonesi e fu, per questo,
accusato di disfattismo e tradimento. Ma egli amava il suo popolo e suggeriva la
sottomissione perché scorgeva in essa l'ubbidienza al piano di Dio. Il
disastro nazionale e il rifiuto opposto alla sua predicazione gli fecero
comprendere che il comportamento umano può essere mutato solo da una
trasformazione del modo di pensare e agire operata da Dio stesso (31, 31-34).
Sperando in questo, egli poté annunziare ai deportati in Babilonia e a
quelli rimasti in Giudea la futura
rinascita.
Caratteristiche
principali
Il capitolo 36 del libro di Geremia fa
capire in che modo è stato scritto questo libro, almeno nella sua parte
essenziale.
A distanza di vent'anni da quando
aveva cominciato a parlare, Geremia fece scrivere i suoi interventi precedenti.
Questa prima raccolta venne bruciata dal re Ioiakim, ma Geremia ne fece una
seconda redazione, aggiungendo anche altro
materiale.
Il profeta non scrisse personalmente,
ma si servì di un amico, di nome Baruc, che svolgeva una funzione simile
a quella dei nostri notai. E' probabile che Baruc, dopo la morte del profeta,
abbia raccolto le sue memorie e con esse abbia completato il libro. Alcuni
pensano che altri ricordi furono, più tardi, aggiunti a questa raccolta
da discepoli che avevano costatato l'avvenuta realizzazione delle parole del
profeta.
Le ripetizioni, i cambiamenti di
stile e l'apparente disordine che possono disorientare i lettori di oggi, si
spiegano con l'origine complessa del libro. Per seguire meglio i racconti e
comprendere i messaggi del profeta è utile tener conto delle grandi
divisioni all'interno del libro stesso, indicate nello schema
seguente.
Schema
-
Presentazione 1, 1-3
- Dio chiama Geremia alla
missione di profeta 1, 4-19
- Messaggi ai re e
agli abitanti del regno di Giuda 2, 1-24, 10
-
Breve sintesi della missione del profeta Geremia 25,
1-38
- Avvenimenti della vita del profeta 26,
1-45, 5
- Messaggi rivolti alle nazioni straniere
46, 1-51, 64
-
Appendice:
La fine di Gerusalemme 52,
1-34
PRESENTAZIONE DEL LIBRO
CAPITOLO
1
1 Messaggi e fatti della vita di Geremia. Egli
era figlio di Chelkia, uno dei sacerdoti che abitavano ad Anatot, nel territorio
della tribù di Beniamino.
2 Il Signore
cominciò a parlare a Geremia nel tredicesimo anno del regno di Giosia
figlio di Amon, re di Giuda.
3 Il Signore gli
parlò di nuovo quando era re loiakim figlio di Giosia, fino al termine
dell'undicesimo anno di regno di un altro figlio di Giosia, Sedecia. Nel quinto
mese di quell'anno, gli abitanti di Gerusalemme furono condotti in
esilio.
DIO CHIAMA GEREMIA ALLA MISSIONE DI PROFETA
4 Il Signore mi
disse
5 - Io pensavo a te prima ancora di
formarti nel ventre materno. Prima che tu venissi alla luce, ti avevo già
scelto, ti avevo consacrato profeta per annunziare il mio messaggio alle
nazioni.
6 Io
risposi:
- Signore mio Dio, come farò?
Vedi che sono ancora troppo giovane per presentarmi a
parlare.
7 Ma il Signore mi
disse:
- Non preoccuparti se sei troppo giovane.
Va' dove ti manderò e riferisci quel che ti ordinerò.
8 Non aver paura della gente, perché io
sono con te a difenderti. Io, il Signore, ti do la mia
parola.
9 Allora il Signore stese la mano, mi
toccò la bocca e mi disse:
- Io metto le
mie parole sulle tue labbra.
10 Ecco, oggi ti do
autorità
sulle nazioni e sui
regni
per sradicare e demolire,
per distrùggere e abbattere,
per edificare e
piantare.
DUE VISIONI: IL MANDORLO E LA PENTOLA
11 Il Signore mi
domandò:
- Geremia, che cosa
vedi?
Io
risposi:
- Vedo un ramo di
mandorlo.
12 Il Signore
aggiunse:
- Hai visto bene. Ricordati che anch'io
sto ben attento perché si realizzi tutto quel che
dico.
13 Il Signore mi domandò ancora:
- Che cos'altro
vedi?
Risposi:
-
Vedo una pentola che sta bollendo, inclinata da nord verso
sud.
14 Il Signore mi
spiegò:
«E' proprio dal
nord
che si rovescerà la
distruzione
su tutti gli abitanti di questa
regione.
15 Io infatti sto per
radunare
tutte le tribù e i regni del
nord.
Essi verranno, e ogni re porrà il
suo trono
davanti alle porte di Gerusalemme.
Circonderanno le sue mura
e attaccheranno tutte le città di Giuda.
Lo dico io, il
Signore.
16 «Allora io punirò gli
abitanti della Giudea per tutto il male che hanno commesso: hanno abbandonato me
per offrire sacrifici a divinità straniere e per andare a buttarsi in
ginocchio davanti a idoli che loro stessi si sono fabbricati.
17 Ma tu tieniti pronto per andare a riferire
loro quel che io ti ordinerò. Non aver paura di loro, altrimenti
sarò io a farti tremare davanti a loro.
18 Oggi io ti rendo capace di resistere, come
una città fortificata, come una colonna di ferro e un muro di bronzo
contro gli attacchi di questa regione: i re di Giuda, i suoi capi, i sacerdoti,
tutta la sua gente.
19 Si metteranno tutti
contro dite, ma non potranno vincerti perché ci sarò io con te a
difenderti. Te lo prometto io, il Signore!».
MESSAGGI AI RE E AGLI ABITANTI DEL REGNO DI GIUDA
CAPITOLO
2
RICORDI DI UN PASSATO FELICE
1 Il Signore mi
mandò
2 a proclamare sto messaggio a tutti
gli abitanti di Gerusalemme:
«Israele,
voglio ricordarti come mi eri fedele negli anni della tua giovinezza, come mi
amavi quando eri fidanzata. Camminavi dietro a me nel deserto, là, dove
non si può seminare.
3 Eri soltanto mia,
come mia è
l'offerta
dei primi prodotti del
raccolto.
Allora io
punivo
tutti quelli che ti facevano del male.
Lo dico io, il
Signore».
I PRIMI PECCATI DI ISRAELE
4 Ascoltate la parola del
Signore, voi discendenti di Giacobbe, tutte le tribù d'Israele.
5 Il Signore
dice:
«Che male ho fatto ai vostri antenati?
Perché si sono allontanati da me?
Sono corsi dietro agli idoli inutili,
e loro stessi sono diventati insignificanti.
6 Non si sono preoccupati di me
che li ho fatti uscire dall'Egitto.
Li ho guidati attraverso il deserto,
in mezzo alle aride steppe,
tra le ombre allucinanti
di una terra bruciata dal sole,
dove nessuno passa,
dove nessuno può
sopravvivere.
7 Io li ho fatti entrare in una
terra fertile,
perché gustassero i suoi
frutti migliori.
Ma essi, sùbito, hanno
rovinato la mia terra.
8 Neppure i sacerdoti si
sono domandati:
"Dov'è il
Signore?"
Essi hanno sempre tra le mani la mia
legge
eppure non sanno nemmeno chi sono
io.
I capi del
popolo
si sono ribellati contro di me,
i profeti hanno parlato in nome di
Baal
e sono corsi dietro a idoli
inutili.
IL SIGNORE ACCUSA ISRAELE
9 «Per questo, io, il
Signore,
voglio fare di nuovo causa
a voi e ai vostri discendenti.
10 Andate pure a vedere nelle isole greche,
mandate qualcuno a informarsi bene
nel territorio della tribù di Kedar.
Vedrete che non è mai accaduto
quel che accade qui.
11 Nessun'altra nazione ha mai cambiato
i suoi dèi, benché inutili.
Il mio popolo invece ha sostituito me
che sono la sua vera gloria,
con idoli che non gli recano
alcun
vantaggio.
12 Per questo sconvolgerò il
cielo
e tutti saranno atterriti dall'orrore,
- dice il Signore.
-
13 Due sono le
colpe
che ha commesso il mio popolo:
ha abbandonato me,
sorgente di acqua fresca e viva,
e ha preferito scavarsi cisterne,
cisterne screpolate,
incapaci di contenere
acqua.
14 Israele non è nato
schiavo,
né lo è
diventato.
Come mai allora tutti se ne
approfittano?
15 Si gettano su di lui con grida
minacciose;
ruggiscono come leoni,
hanno ridotto la sua terra a un deserto,
hanno incendiato le sue
città
e più nessuno le può
abitare.
16 Perfino gli abitanti di Menfi e di
Tafni
lo hanno assalito con
violenza.
17 Certamente questo ti accade,
Israele,
perché hai abbandonato me,
il Signore Dio tuo,
quando ti guidavo nel
cammino.
18 Perché ora corri in Egitto
a bere le acque del Nilo?
Perché corri in Assiria
a bere le acque
dell'Eufrate?
19 Il male che hai fatto ti
punisce,
il tuo tradimento ti castiga.
Proverai con dura esperienza
quanto è triste ed amaro
abbandonare il Signore, Dio tuo,
ed essergli
infedele.
Lo dico io, il Signore, Dio
dell'universo».
ISRAELE HA ABBANDONATO IL SIGNORE
20 Così dice Dio, il
Signore:
«Gente d'Israele, da quanto tempo,
hai rigettato la mia autorità,
hai rifiutato di
ubbidirmi
e hai detto: "Non voglio più
essere
schiava!".
E
invece ti sei prostituita
sulla cima di tutte le
colline,
all'ombra di ogni
albero.
21 Avevo piantato viti di prima
qualità
per fare di te una vigna
privilegiata.
Come mai ti sei
mutata
in tralci bastardi di uva
selvatica?
22 Anche se continui a
lavarti
con molto sapone,
resterà sempre davanti ai miei
occhi
la macchia della tua
colpa.
23 Come osi
dire:
"Non mi sono macchiata,
non sono andata dietro agli idoli di Baal"?
Guarda e riconosci almeno
quel che fai nella valle:
ti comporti come una cammella irrequieta
che corre qua e là dove vuole,
24 come un'asina selvatica
abituata nel deserto.
Quando entra in calore,
ansima, si eccita, niente la trattiene.
Tutti quelli che la vogliono
non fanno fatica a trovarla:
essa è sempre
disponibile.
25 Fermati, Israele,
prima che i tuoi piedi restino
scalzi
e la tua gola diventi secca.
Ma tu rispondi: "E' inutile insistere.
Ho amato degli dèi stranieri
e voglio ancora correre dietro a
loro"».
LA PUNIZIONE DI ISRAELE
26 Il Signore dice: «Come
si vergogna un ladro sorpreso a rubare, così dovresti vergognarti tu,
popolo d'Israele, con tutti i tuoi re, i tuoi capi, i tuoi sacerdoti e i tuoi
profeti.
27 Rivolti a un pezzo di legno dicono:
"Tu sei mio padre", e a una pietra: "Tu sei mia madre". A me invece voltano le
spalle e non mi adorano. Ma quando si trovano in difficoltà mi
supplicano: "Vieni! Salvaci!".
28 «Gente di
Giuda, dove sono gli dèi che ti sei costruiti? Vengano loro a salvarti,
se sono capaci, quando sei colpita dal male. I tuoi dèi sono diventati
numerosi come le tue città.
29
Perché vuoi accusare me, mentre sei stata tu a ribellarti contro di me? -
così dice il Signore. -
30 Ti ho punito
inutilmente: tu non hai imparato la lezione. Infatti hai assassinato i tuoi
profeti con la ferocia di un leone.
31 Popolo
d'Israele, fa' attenzione alla parola del Signore. Sono forse stato per te come
un deserto o come una terra dove è sempre notte profonda? Perché
quelli del mio popolo dicono: "Vogliamo fare come ci pare, non ritorneremo
più da te"?
32 Nessuna ragazza dimentica
di mettersi i suoi gioielli, nessuna sposa dimentica l'abito di nozze. Il mio
popolo invece si è dimenticato di me da troppo tempo.
33 Come sai combinare i tuoi intrighi per
ricercare l'amore dei tuoi amanti! Anche la peggiore delle donne può
imparare da te.
34 I tuoi vestiti sono
imbrattati fino all'orlo del sangue di povera gente innocente, non di quello di
ladri sorpresi a rubare. «Eppure,
35 tu
continui a ripetere: "Io sono innocente, certamente il Signore non è
più in collera con me". Invece io pronunzio la sentenza contro di te
proprio perché ti ostini a dire che non hai fatto niente di male.
36 Come sei caduta in basso! Anche l'Egitto ti
deluderà come ti ha delusa l'Assiria.
37
Anche dall'Egitto verrai via umiliata e ti metterai le mani nei capelli per la
vergogna. Infatti, io il Signore disprezzo i tuoi progetti che ti danno
sicurezza: non ti serviranno a
niente».
CAPITOLO
3
ISRAELE INFEDELE A DIO
1 Dice il Signore:
«Supponiamo che un uomo divorzi dalla moglie. Questa se ne va per diventare
moglie di un altro. Certamente il primo marito non può ritornare
più da lei, per non rendere impura la terra. Ma tu, Israele, ti sei
prostituita con tanti amanti, e osi tornare da me?
2 Guarda attentamente su ogni collina: riesci a
vedere un luogo dove non ti sei prostituita? Ti sedevi lungo le strade e
aspettavi i clienti, appostata come i predoni arabi nel deserto. Così hai
reso impura la terra con la tua prostituzione e la tua immoralità.
3 Per questo ho trattenuto le piogge e non ho
mandato gli acquazzoni di primavera. Ma tu continui a prostituirti in modo
sfacciato, senza un minimo di pudore.
4
«D'ora in poi forse mi dirai: "Tu sei mio padre, mi hai tanto amata nella
mia giovinezza.
5 Non sarai sempre adirato, non
mi serberai rancore per sempre!". Tu dici così, ma intanto continui a
commettere tutto il male che puoi».
ISRAELE E GIUDA: DUE SORELLE INFEDELI A DIO
6 Durante il regno di Giosia
il Signore mi disse: «Geremia, hai visto che cosa ha fatto l'infedele
Israele? Se n'è andata a fare la prostituta sulla cima di tutte le
colline sacre, all'ombra di ogni albero.
7 Io
pensavo che una volta sbizzarrita, certamente sarebbe ritornata da me. Ma non
è tornata. Sua sorella, la traditrice Giuda, ha visto tutto.
8 Ha visto che io ho consegnato all'infedele
Israele una dichiarazione scritta di divorzio e l'ho cacciata via perché
si è prostituita. Ma la traditrice Giuda non ha avuto paura e anch'essa
si è comportata come una prostituta.
9 La
sua immoralità ha reso impuro tutto il paese perché ha commesso
adulterio, ha adorato idoli di pietra e di legno.
10 Nonostante il castigo d'Israele, la
traditrice Giuda non è tornata da me con tutto il cuore: non è
sincera. Lo dico io, il Signore».
11 Allora
il Signore mi fece capire che Israele, con tutte le sue infedeltà, si era
comportata meglio della traditrice Giuda.
12 Mi
ordinò di andare al nord per dire: «Torna da me, Israele infedele.
Io ti perdonerò perché sono misericordioso. Non sarò in
collera per sempre, - dice il Signore. -
13
Riconosci la tua colpa: ti sei ribellata contro il Signore, Dio tuo, ti sei
concessa a divinità straniere all'ombra di ogni albero e non hai
ascoltato la mia voce. Dice il Signore».
POPOLO DI GIUDA, RITORNA AL TUO DIO
14 «Torna da me, popolo
infedele, sono sempre io il tuo Signore. Ti radunerò da ogni città
e da ogni tribù e ti ricondurrò al monte Sion.
15 Ti darò dei capi che ti guideranno
come voglio io, con saggezza e intelligenza.
16
Allora, - dice il Signore, - quando sarai diventato numeroso nella tua terra,
non si parlerà più dell'arca dell'alleanza con il Signore. Nessuno
ci penserà più, nessuno se ne ricorderà, non ne faranno
un'altra perché nessuno ne sentirà la mancanza.
17 Gerusalemme sarà chiamata: "Trono del
Signore" e si raduneranno in essa tutte le nazioni per adorare me, il Signore.
Non si ostineranno più a fare quel che suggerisce il loro animo malvagio.
18 Gli appartenenti alla tribù di Giuda
si uniranno a quelli d'Israele. Dalle regioni del nord dove stanno in esilio,
torneranno insieme nella terra data da me in eredità ai loro
antenati».
POPOLO D'ISRAELE, RITORNA AL TUO DIO
19 Il Signore dice:
«Israele, desideravo
tanto
accoglierti tra i miei figli
e darti una terra invidiabile,
il gioiello più prezioso del mondo.
Volevo sentirti dire: "Padre mio"
e pensavo che mi saresti rimasto vicino.
20 Invece, tu mi hai
tradito
come una moglie
infedele.
Così dice il
Signore».
21 Si odono gli Israeliti
piangere e gemere
sulle colline.
Hanno perso la strada,
hanno dimenticato il Signore, loro
Dio.
22 Tornate a lui, figli
infedeli:
Egli vuole
guarirvi
dalle vostre infedeltà.
Allora voi direte: «Eccoci, noi
apparteniamo a te perché tu sei il Signore, nostro Dio.
23 E' vero, dalle colline sacre abbiamo
riportato soltanto delusioni, sui monti abbiamo fatto solamente chiasso. Certo,
la salvezza per Israele può venire soltanto dal Signore, nostro Dio.
24 Invece, fin da quando eravamo giovani, noi
abbiamo sacrificato scioccamente a Baal il frutto delle fatiche dei nostri
padri: pecore e buoi, figli e figlie.
25
Buttiamoci a terra per la vergogna, lasciamoci coprire dal disonore,
perché dall'inizio fino ad oggi, noi e i nostri antenati abbiamo peccato
contro il Signore, nostro Dio. Non abbiamo mai ascoltato la voce del Signore,
nostro Dio».
CAPITOLO
4
INVITO ALLA CONVERSIONE
1 Il Signore dice:
«Popolo d'Israele, se davvero cambi condotta, puoi ritornare a me. Se
elimini quegli idoli che io non posso sopportare e ti mantieni fedele a me,
2 se tu giuri sul mio nome nella verità,
nel diritto e nella giustizia, allora anche gli altri popoli vorranno essere
benedetti da me e mi canteranno le loro
lodi».
3 Il Signore dice agli abitanti di
Giuda e di Gerusalemme: «Arate di nuovo i campi lasciati incolti, non
seminate più fra le spine,
4 ma rinnovate
il vostro patto con me. Cambiate sinceramente vita, abitanti di Giuda e di
Gerusalemme. Se non farete così, il mio furore divamperà come
fuoco. Brucerà e nessuno lo potrà spegnere a causa del male che
avete commesso».
ANNUNZIO DELL'INVASIONE
5 Suonate la tromba per tutto
il paese,
gridate a piena voce e avvisate
il popolo di Giuda e di Gerusalemme:
«Correte a rifugiarvi nelle città
fortificate!
6 Indicate la strada che conduce a
Sion!
Mettetevi al sicuro! Non perdete
tempo!
Il Signore sta per mandare una sciagura.
Una grande rovina verrà dal nord».
7 Come un leone che balza fuori dalla tana,
il distruttore dei popoli è già in
marcia.
E' uscito dal suo paese
per saccheggiare il territorio di Giuda,
distruggere le sue città
e lasciarle senza abitanti.
8 Perciò, vestitevi a lutto,
piangete con forti lamenti,
perché la collera ardente del Signore
non si è allontanata da
Giuda.
9 Dice il Signore: «In quel
giorno i re e i capi perderanno il loro coraggio; i sacerdoti e i profeti
saranno confusi e terrorizzati»
10 Allora
dissi: «Signore mio Dio, sei riuscito a ingannare questo popolo e
Gerusalemme! Avevi promesso la pace e invece ci troviamo con la spada alla
gola!»
11-12 Verrà un giorno in cui
si dirà al popolo di Gerusalemme: «Il Signore manda contro di voi
questo vento infuocato. Più impetuoso di quello del deserto, esso spazza
via la paglia e il grano». Il Signore stesso pronunzierà la condanna
contro il suo popolo.
LA REGIONE DI GIUDA E' CIRCONDATA DAI NEMICI
13 L'invasore si avvicina come
nube minacciosa, i suoi carri da guerra sono come un uragano, più veloci
delle aquile sono i suoi cavalli. Non c'è speranza per noi, siamo
perduti!
14 Abitanti di Gerusalemme, fate sparire
il male dalla vostra città, se volete sfuggire alla morte. Per quanto
tempo avete ancora intenzione di seguire i vostri istinti
malvagi?
15 Dalla città di Dan e dalle
montagne di Efraim cominciano ad arrivare cattive notizie.
16 Fate sapere agli abitanti di Gerusalemme e
alle altre popolazioni che i nemici stanno arrivando da una terra lontana.
Lanciano urla contro le città di Giuda,
17 circondano Gerusalemme da ogni parte come
fanno i guardiani dei campi. «Questo vi accade perché vi siete
ribellati contro di me. Dice il Signore».
18
Siete stati voi stessi a tirarvi addosso tutte queste sciagure con la vostra
condotta e le vostre azioni perverse. Ecco il risultato della vostra
malvagità! Ora ne provate l'amarezza fin nel profondo del
cuore.
IL DOLORE DI GEREMIA PER IL POPOLO
19 Sono sconvolto, non posso
sopportare il
dolore!
Il cuore
mi scoppia, sono atterrito:
non posso
tacere!
Ho sentito gli squilli di tromba,
le urla dei soldati in
battaglia.
20 Si annunzia un disastro dopo
l'altro,
tutto il paese è caduto in
rovina.
I nostri accampamenti sono stati
distrutti,
in un baleno le nostre tende sono
sparite.
21 Per quanto
tempo
dovrò vedere bandiere di guerra
e sentire squilli di
tromba?
22 Il Signore
dice:
«Il mio popolo si è comportato
da stolto
e non mi ha riconosciuto come
Dio.
Come sciocchi
bambini
non hanno capito
nulla.
Si sono dimostrati abili nel compiere
il male,
ma non
sono stati capaci di fare
qualcosa di
buono».
UNA VISIONE SPAVENTOSA
23 Guardo la terra: è
deserta e vuota;
il cielo: è senza
luce!
24 Guardo le montagne: le vedo
tremare;
le colline: sono tutte sconvolte!
25 Guardo: non vedo
nessuno.
Perfino gli uccelli sono volati via!
26 Guardo la terra che era
fertile:
è diventata un deserto,
tutte le città sono mucchi di rovine!
E' stato il
Signore!
E' stata la sua collera
ardente!
27 Così dice il
Signore:
«Tutta la terra sarà
devastata,
ma non la distruggerò
completamente.
28 Per questo, la terra
sarà in lutto
e il cielo diventerà
oscuro.
Perché così ho
decretato
e non cambio i miei
piani.
Ho preso una
decisione
e non torno
indietro».
29 Al rumore dei cavalieri
e degli arcieri,
tutti fuggono dalle
città.
Cercano rifugio nelle
foreste
o si nascondono tra le rocce dei
monti.
Ogni città è abbandonata,
non vi è rimasto nemmeno un
uomo.
30 Gerusalemme, per te è
finita!
Che cosa puoi fare
ancora?
Puoi vestirti
d'oro
sfoggiare i tuoi gioielli preziosi,
truccarti gli
occhi.
A nulla serviranno i tuoi
sforzi
per farti più
bella.
I tuoi amanti ti
disprezzano
e cercano solo di ucciderti.
31 Sento un grido
come di donna che ha le doglie,
un urlo come di donna al primo parto.
E' la voce di Gerusalemme!
Sta soffocando tende le mani e
grida:
«Son venuti a
uccidermi!
Non voglio
morire!».
CAPITOLO
5
I PECCATI DI GERUSALEMME
1 Abitanti di Gerusalemme,
percorrete le vie della città,
guardatevi attorno, informatevi,
cercate nelle sue
piazze:
se riuscite a trovare un uomo,
anche uno solo,
che si comporta in modo
onesto
e si mantiene fedele al Signore,
allora Dio perdonerà la vostra
città.
2 Voi giurate il falso anche quando
dite:
«Com'è vero che esiste
Dio...!».
3 Certamente il Signore
vuole che siate fedeli.
Egli vi ha colpiti,
ma voi non ci avete fatto caso,
vi ha schiacciati,
ma voi avete rifiutato la lezione.
Avete reso la vostra faccia
più dura della pietra,
non volete staccarvi
dai vostri
peccati.
4 Allora ho
pensato:
«E' gente ignorante, si comportano
da
sciocchi
perché non seguono il Signore,
non accettano la legge del loro Dio.
5 Me ne andrò a parlare
con quelli che stanno al potere.
Essi certamente seguono il Signore
e accettano la sua legge».
Ma anche questi, come gli altri,
hanno rigettato l'autorità del Signore
e rifiutano di
ubbidirgli.
6 Per
questo:
usciranno i leoni dalla foresta
per sbranarli,
dalla steppa verranno i lupi per sgozzarli,
i leopardi staranno in
agguato
vicino alle loro città.
Se usciranno, saranno dilaniati
perché hanno aumentato i loro peccati
e si allontanano sempre più da Dio.
7 Il Signore
domanda:
«In queste condizioni,
come posso perdonare i
peccati
del mio
popolo?
Hanno
abbandonato
me per servire falsi dèi.
Io li avevo saziati, ma
essi
hanno commesso adulterio
e tutti corrono a
prostituirsi.
8 Sono come stalloni ben pasciuti e
focosi,
ognuno nitrisce alla moglie del suo
vicino.
9 Io, il Signore,
non dovrei forse punirli per questi delitti,
non dovrei vendicarmi di
gente
come
questa?
10 Dirò ai nemici
d'Israele:
"Calpestate i suoi filari di viti,
saccheggiate,
ma non distruggeteli
completamente.
Strappatene i tralci,
perché
non sono più
miei".
11 Il popolo d'Israele e di
Giuda
mi ha tradito
continuamente».
Così dice il
Signore.
12 Gli Israeliti hanno rinnegato
il Signore e dicono: «Non vogliamo saperne di Dio! Non ci capiterà
alcun male, non avremo né guerra né carestia.
13 I profeti non valgono nulla, non annunziano
la parola del Signore. Accada ad essi quel che minacciano a noi!».
14 Il Signore Dio dell'universo mi disse:
«Geremia, poiché il popolo ha detto queste cose, le mie parole sulla
tua bocca saranno come un fuoco e il popolo come la legna consumata dal
fuoco».
LA PUNIZIONE
15 Dice il Signore:
«Popolo d'Israele, farò venire contro di voi una nazione da terre
lontane. E' gente valorosa, è una nazione antica; voi non conoscete la
sua lingua, non riuscirete a capirvi.
16 I loro
arcieri sono infallibili, non risparmieranno nessuno.
17 Divoreranno il vostro raccolto e il vostro
pane, uccideranno i vostri figli e le vostre figlie, mangeranno tutto il vostro
bestiame, distruggeranno le vostre vigne e i vostri fichi. Con le loro armi
raderanno al suolo le vostre città fortificate che vi danno tanta
sicurezza.
18 «Ma neppure in quei giorni
farò distruggere completamente il mio popolo.
19 Si chiederanno: "Per quale motivo il Signore
nostro Dio ci ha fatto subire tutte queste disgrazie?". Tu, Geremia,
risponderai: "Come voi avete abbandonato il Signore per servire divinità
straniere nella vostra terra, così ora servirete popoli stranieri in una
terra che non è la vostra". Lo dico io, il Signore.
20 «Annunzia ai discendenti di Giacobbe,
agli abitanti di Giuda:
21 "Fate attenzione,
gente sciocca e senza cervello. Avete occhi, ma non siete capaci di vedere,
avete orecchie, ma non state a sentire.
22 Io
sono il Signore! Perché non avete timore di me e non tremate in mia
presenza? Al mare io ho dato come confine la sabbia: è un limite
invalicabile per sempre. Le sue onde si agitano, ma sono impotenti,
rumoreggiano, ma non vanno oltre.
23 Voi,
invece, siete un popolo testardo e ribelle, mi avete voltato le spalle e ve ne
siete andati.
24 Non vi è nemmeno venuto
in mente di onorare me, il Signore vostro Dio, quando vi mandavo regolarmente la
pioggia in autunno e in primavera e vi davo ogni anno la stagione adatta per
mietere il grano.
25 Ma i vostri peccati hanno
sconvolto le stagioni, per le vostre iniquità non godete i frutti del
paese".
26 «Infatti tra il mio popolo
c'è gente cattiva: sta in agguato come i cacciatori di uccelli, mette
trappole, ma per farci cadere gli uomini.
27
Come gabbie piene di uccelli, le loro case sono piene di merce rubata. E' per
questo che sono diventati potenti e ricchi,
28
grassi e ben pasciuti. Non c'è limite alla loro arroganza, non rispettano
nessun diritto, nemmeno quello degli orfani, non rendono giustizia agli
oppressi. Eppure prosperano sempre.
29 «Io,
il Signore, non dovrei forse punirli per questi delitti, non dovrei forse
vendicarmi di gente come questa?
30 Cose
terribili e spaventose avvengono nel paese:
31 i
profeti parlano a nome di falsi dèi, i sacerdoti ne approfittano e il mio
popolo è contento di tutto questo. Ma che cosa faranno quando
arriverà la fine?».
CAPITOLO
6
L'ARRIVO DEI NEMICI
1 Discendenti di Beniamino,
abbandonate Gerusalemme per mettervi in salvo! Suonate la tromba nella
città di Tekoa, date l'allarme a Bet-Cherem, perché dal nord si
avvicina un disastro, una grande distruzione.
2
La città di Sion è bella e incantevole, eppure sarà
distrutta.
3 Alcuni re con i loro eserciti
marceranno contro di essa. Ognuno vi pianterà attorno il suo accampamento
per prendere la propria parte di bottino.
4 E
diranno: «Dichiarate guerra a Gerusalemme! State pronti: a mezzogiorno
sferreremo l'attacco!». Alla sera, quando si allungano le ombre, diranno:
«Peccato, il giorno sta per finire!
5 Ma
non importa, l'assaliremo di notte e distruggeremo i suoi
palazzi».
6 Il Signore dell'universo ha
ordinato agli assalitori di tagliare alberi e di costruire una palizzata attorno
a Gerusalemme. «E' una città da punire, - dice il Signore, - non
c'è altro che oppressione.
7 Come un
pozzo dà sempre acqua, così Gerusalemme produce sempre
malvagità. In città si sentono soltanto grida di violenza e di
oppressione, non si vede altro che sofferenza e ferite.
8 Abitanti di Gerusalemme, accettate questa
lezione, altrimenti io vi abbandonerò. Trasformerò la vostra
città in un deserto, in una terra
disabitata».
9 Così dice il Signore
dell'universo: «Prendete tutti i superstiti del popolo d'Israele, fate come
i vendemmiatori che raccolgono l'uva».
10
Allora io dissi: «A chi mi rivolgerò, con la speranza di essere
ascoltato? Tutti sono diventati sordi e rifiutano di prestare attenzione. Anzi,
deridono la parola del Signore e non ne vogliono sapere.
11 Anch'io come te, o Signore, sono adirato
contro di loro. Non posso più frenarmi». Il Signore rispose:
«Sfoga l'ira per le strade, sui bambini e sui giovani. Saranno portati via
uomini e donne, anche se vecchi e cadenti.
12 Le
case, i campi e le loro mogli passeranno ad altri quando stenderò la mia
mano contro gli abitanti di questa regione per punirli.
13 Poveri e ricchi, nessuno escluso, cercano
solo di far denaro, profeti e sacerdoti sono una massa di imbroglioni.
14 Essi curano le piaghe del mio popolo come se
si trattasse di un semplice graffio. Dicono: "Va tutto bene!", e invece non va
bene niente.
15 Dovrebbero vergognarsi per
queste malvagità disgustose, ma non si vergognano affatto, non
arrossiscono. Perciò cadranno come sono caduti altri, saranno abbattuti
quando io li punirò. Io, il Signore, ho stabilito
così».
OSTINAZIONE D'ISRAELE
16 Così dice il Signore
al suo popolo: «Fermatevi per strada e guardatevi attorno, imparate come ci
si comportava nel passato. Camminate sulla strada giusta e vivrete in pace. Ma
voi rispondete: "Non vogliamo seguire quella
strada".
17 Ho anche messo sentinelle presso di
voi per darvi in tempo l'allarme, ma voi avete risposto: "Non vogliamo
sentire".
18 «Perciò ascoltate,
popoli di tutta la terra, e anche tu, comunità d'Israele, sappi bene quel
che sta per accaderti.
19 Farò venire la
rovina su di te a causa dei tuoi progetti malvagi, perché non hai dato
importanza alle mie parole e hai rifiutato il mio insegnamento.
20 Che me ne faccio dell'incenso importato dalla
regione di Saba, o delle spezie aromatiche fatte arrivare da lontano? I tuoi
sacrifici non mi fanno piacere e le tue offerte non mi sono gradite.
21 Perciò, Israele, ti metterò
davanti alcuni ostacoli per farti inciampare. Allora morirete tutti, padri e
figli, amici e vicini. Così dice il
Signore».
L'INVASIONE DAL NORD
22 Dice il Signore:
«Attenzione! Un popolo sta arrivando dal nord. E' una grande nazione che si
mette in marcia dagli estremi confini della terra.
23 Sono armati di archi e di spade, sono crudeli
e senza pietà. Quando vanno a cavallo il loro frastuono è come
quello del mare in tempesta. Sono pronti, come un sol uomo, a combattere contro
dite, Gerusalemme».
24 «Abbiamo udito
la loro fama e siamo rimasti paralizzati dalla paura, - dicono gli abitanti di
Gerusalemme. - Siamo spossati dal dolore e dall'angoscia, come una donna durante
il parto.
25 Non possiamo più uscire nei
campi, né camminare per le strade. Da ogni parte ci sono nemici armati
che spargono il terrore».
26 Dice il
Signore: «Vestitevi a lutto, rotolatevi nella polvere, abitanti di
Gerusalemme! Piangete lacrime amare, lamentatevi come se fosse morto un figlio
unico, perché su di voi piomberà all'improvviso l'esercito
distruttore.
27 «Geremia, voglio che tu sia
come un esperto di metalli in mezzo al mio popolo: provalo e vedrai come si
comporta.
28 Sono tutti ribelli ostinati, duri
come il bronzo e il ferro. Sono completamente corrotti e per di più
spargono calunnie.
29 Soffiando con forza sul
fuoco, le scorie si separano dai metalli. Io ho cercato di raffinare il mio
popolo, ma inutilmente: non si è staccato dai suoi comportamenti cattivi.
30 Allora io, il Signore, l'ho rifiutato;
perciò sarà chiamato "materiale di
scarto"».
CAPITOLO
7
GEREMIA PARLA DAVANTI AL TEMPIO
1-3 Il Signore ordinò a
Geremia di andare al tempio per parlare al popolo di Giuda. Geremia si
fermò alla porta d'ingresso, e a tutti quelli che entravano per
partecipare alle cerimonie religiose
diceva:
«Ascoltate quel che vi dice il
Signore dell'universo, Dio d'Israele! Cambiate la vostra condotta e il vostro
modo di agire, e io vi lascerò abitare in questo luogo.
4 Non fidatevi di quelli che continuano a dire:
"Siamo al sicuro! Abbiamo il tempio del Signore, il tempio del Signore...". Essi
vi ingannano.
5 «Piuttosto, migliorate
davvero la vostra condotta e il vostro modo di agire. Ognuno agisca con
giustizia verso il suo prossimo.
6 Basta con lo
sfruttamento dei forestieri, degli orfani e delle vedove! Basta con lo
spargimento di sangue innocente in questa terra! Basta con il seguire
divinità straniere! Vi portano solamente disgrazie!
7 Se mi ascoltate, vi lascerò ancora
abitare in questa terra che da tanto tempo ho dato ai vostri antenati e per
sempre.
8 «Non avete niente da guadagnare
se continuate a fidarvi di chi vi inganna.
9 Voi
rubate, uccidete, commettete adulterio, giurate il falso, offrite sacrifici a
Baal e seguite divinità straniere che prima non conoscevate.
10 E ora venite qui, vi fermate davanti a me, in
questo tempio consacrato a me, e dite: "Siamo al sicuro". Poi tornate a compiere
le stesse azioni vergognose.
11 Avete forse
preso questo mio tempio per un covo di briganti? Io, il Signore, so bene quel
che avete fatto.
12 Come primo luogo per farmi
costruire un santuario, io avevo scelto Silo. Ora andate a vedere che cosa ne ho
fatto, a causa dei peccati del mio popolo Israele.
13 Voi avete commesso ogni sorta di male. Quando
io vi ho parlato con insistenza, voi non mi avete risposto.
14 Quel che ho fatto a Silo, lo farò
anche a questo tempio consacrato a me, a questo luogo che vi dà tanta
sicurezza perché lo avevo assegnato ai vostri antenati e a voi.
15 Vi scaccerò lontano da me, come ho
fatto con i vostri connazionali, i discendenti di Efraim». Questo ha detto
il Signore.
LA DISUBBIDIENZA DEL POPOLO
16 Il Signore disse:
«Geremia, non pregare per questo popolo, non piangere e non supplicarmi in
suo favore, non insistere con me, perché non ti ascolterò.
17 Non vedi che cosa fanno nelle città di
Giuda e nelle strade di Gerusalemme?
18 I
ragazzi raccolgono la legna, gli uomini accendono il fuoco, le donne impastano
la farina per fare dolci in onore della dea Istar, regina del cielo, e offrono
vino ad altri dèi. Tutto questo mi offende.
19 Ma è proprio me che offendono? No,
offendono se stessi e si coprono di vergogna.
20
Perciò la mia grande collera si riversa su questo luogo, sugli uomini e
sul bestiame, sugli alberi della campagna e sui frutti della terra. Il mio
furore brucerà come fuoco che non si spegne». Così ha detto
Dio, il Signore.
I RIMPROVERI DI DIO
21 Così dice il Signore
dell'universo, Dio d'Israele: «Mangiatevi pure tutta la carne dei vostri
sacrifici, anche quella che siete soliti bruciare completamente in mio onore.
22 Quando feci uscire i vostri antenati
dall'Egitto, non parlai affatto di questi sacrifici, non diedi nessun ordine al
riguardo.
23 Una sola cosa ho comandato:
"Ascoltate la mia voce! Così sarò il vostro Dio e voi il mio
popolo. Osservate i miei comandamenti e tutto vi andrà
bene".
24 Ma essi non ascoltarono, non prestarono
attenzione. Si comportarono da testardi seguendo le loro inclinazioni perverse.
Invece di avvicinarsi a me, mi hanno voltato le spalle.
25 Da quando i vostri antenati uscirono
dall'Egitto fino ad oggi, ho sempre continuato a mandarvi i miei servi, i
profeti.
26 Ma nessuno mi ha ascoltato, nessuno
ha prestato attenzione. Anzi siete diventati ostinati e ribelli più dei
vostri antenati.
27 «Tu, Geremia, dirai
loro tutte queste parole, ma essi non ti ascolteranno; li chiamerai ma non ti
risponderanno.
28 Sono un popolo che non ascolta
la voce del Signore suo Dio e non accetta la correzione. La fedeltà
è morta, e nemmeno se ne parla più».
L'IDOLATRIA NELLA VALLE DI BEN-INNOM
29 Dice il
Signore:
«Tagliatevi i lunghi capelli,
abitanti di Gerusalemme,
e gettateli
lontano.
Intonate un canto
funebre
sulle vostre
colline.
Io ho abbandonato e rigettato il popolo
perché ha meritato la mia collera.
30 «Il popolo di Giuda ha commesso il male
che io, il Signore, disapprovo. Hanno posto i loro idoli vergognosi nel tempio
consacrato a me, e lo hanno profanato.
31 Nella
valle di Benlnnom hanno costruito un luogo sacro chiamato Tofet per bruciare i
loro figli e le loro figlie in sacrificio. Io non ho mai comandato niente di
simile, non l'ho mai pensato.
32 Perciò
io, il Signore, vi assicuro che verranno giorni nei quali non si chiamerà
più Tofet né valle di Benlnnom, ma valle del Massacro. Là
dovranno seppellire i morti, perché non ci sarà più posto
altrove.
33 I cadaveri di questo popolo saranno
il pasto di uccelli rapaci e di bestie selvatiche. Non ci sarà nessuno
per scacciarli.
34 Nelle città di Giuda e
nelle strade di Gerusalemme farò cessare i canti di gioia e di allegria,
i canti dello sposo e della sposa, poiché il paese sarà ridotto a
un deserto».
CAPITOLO
8
1 Dice il Signore: «Allora tireranno fuori
dai loro sepolcri le ossa dei re, dei capi di Giuda, dei sacerdoti, dei profeti
e degli abitanti di Gerusalemme.
2 Queste ossa
non saranno più raccolte per essere sepolte, ma diventeranno letame per
la terra. Le lasceranno sparse al sole, alla luna, alle stelle che essi hanno
amato e servito, che hanno onorato e consultato, e davanti ai quali si sono
prostrati.
3 Gli uomini di questa nazione
malvagia che riusciranno a sopravvivere, preferiranno morire piuttosto che
continuare a vivere così nei luoghi dove io li ho dispersi. Lo assicuro
io, il Signore dell'universo».
OSTINAZIONE NEL MALE
4 Il Signore mi mandò a
dire al suo popolo: «Quando uno cade, forse non si rialza? Se uno perde la
strada, non torna forse indietro?
5
Perché invece il mio popolo si è allontanato da me e non torna
indietro? Sono ostinatamente malvagi e non vogliono tornare a me.
6 Ho ascoltato attentamente, ma non dicono la
verità. Nessuno rinunzia a commettere il male, nessuno riconosce di avere
sbagliato. Ognuno tira dritto per la sua strada come un cavallo lanciato in
battaglia.
7 Anche la cicogna nel cielo sa
quando è tempo di migrare; la tortora, la rondine e la gru sanno quando
è tempo di tornare. Invece il mio popolo non sa riconoscere l'ordine
stabilito dal Signore.
8 Come potete credervi
saggi soltanto perché avete la legge del Signore, dal momento che gli
stessi vostri maestri l'hanno completamente falsata?
9 I sapienti saranno coperti di vergogna,
saranno confusi e fatti prigionieri. Essi hanno disprezzato la parola del
Signore: quale sapienza possono avere?
10
Perciò darò le loro mogli ad altri e i loro campi ai conquistatori
perché tutti, poveri e ricchi, cercano solo di far denaro. Profeti e
sacerdoti sono una massa di imbroglioni.
11
Curano le piaghe del mio popolo come se si trattasse di un semplice graffio. "Va
tutto bene", dicono, e invece non va bene niente.
12 Dovrebbero vergognarsi per queste
malvagità disgustose, ma non si vergognano affatto, non arrossiscono.
Perciò cadranno come sono caduti altri; quando io li punirò,
saranno abbattuti. Io, il Signore, ho stabilito
così».
LA FINE DEL REGNO DI GIUDA
13 Dice il Signore:
«Voglio distruggerli completamente: non resterà neppure un grappolo
nella vigna, nemmeno un frutto sul fico; anche le foglie appassiranno.
Farò venire contro di loro gente che li
calpesterà».
14 Gli abitanti di Giuda
dicono: «Perché ce ne stiamo senza far niente? Riuniamoci, entriamo
nelle città fortificate e restiamo lì perché il Signore
nostro Dio vuole farci morire. Ci fa bere acqua avvelenata, perché
abbiamo peccato contro di lui.
15 Aspettavamo la
pace, ma non c'è stata; aspettavamo la guarigione, ma è arrivato
il terrore.
16 I nostri nemici sono già
nella città di Dan. Sentiamo sbuffare i loro cavalli; al loro nitrito
trema tutta la terra. I nemici sono venuti a saccheggiare il nostro territorio e
le sue ricchezze, a distruggere le città con i loro
abitanti».
17 Dice il Signore:
«Attenzione! Sto per mandare dei serpenti velenosi. Non riuscirete a
incantarli, e vi morderanno».
IL LAMENTO DEL PROFETA GEREMIA
18 Il mio dolore è
senza speranza
mi sento venir
meno.
19 Da un capo all'altro del
paese
sento le grida del mio
popolo:
«Il Signore nostro
re
non è più in
Sion?».
Il Signore
risponde:
«E voi, perché mi avete
offeso
con i vostri idoli, con queste cose
inutili
portate dagli
stranieri?».
20 Il popolo
grida:
«E' finita la mietitura, è
passata l'estate,
e noi non siamo stati
salvati».
21 Sono afflitto per la sventura
che ha colpito il mio popolo,
sono costernato, distrutto dal
dolore.
22 Non c'è nessuna medicina in
Galaad,
non si riesce a trovare un
medico?
Perché il mio
popolo
non è stato
guarito?
23 Vorrei che il mio capo fosse una
fonte
e i miei occhi una sorgente di lacrime,
per piangere giorno e
notte
le vittime del mio popolo.
CAPITOLO
9
1 Vorrei trovare un rifugio nel deserto,
per abbandonare il mio popolo
e fuggire lontano da lui.
Sono tutti infedeli al Signore,
una massa di
traditori.
2 Sono sempre pronti a mentire,
favoriscono la menzogna,
non lasciano regnare la verità nella
nostra
terra.
IL MALE DILAGA
Dice il
Signore:
«Il mio popolo passa da un delitto
all'altro,
e non mi riconosce come suo Dio.
3 Ognuno si guardi dal suo amico,
nessuno si fidi neppure di suo fratello,
perché ogni fratello cerca di
imbrogliare
l'altro
e
ciascuno calunnia l'amico.
4 Tutti ingannano i
propri amici,
nessuno dice la
verità.
Si sono talmente abituati a
mentire
che non possono fare a
meno
di commettere il
male.
5 Commettono violenza su violenza,
un inganno dopo l'altro,
e rifiutano di riconoscermi
come il loro
Dio».
Così dice il
Signore.
6 Per questo, il Signore
dell'universo dice:
«Metterò alla
prova il mio popolo,
lo raffinerò come un
metallo.
Non mi resta altro da fare, con
loro.
7 La loro lingua è come freccia
mortale,
la loro bocca dice solo menzogne.
A parole, augurano il bene agli amici,
ma dentro di sé pensano solo a
rovinarli.
8 E io non dovrei
punirli
per il loro
comportamento?
Non dovrei
vendicarmi
di gente come
questa?».
Così dice il
Signore.
LA ROVINA E' INEVITABILE
9 Io
dissi:
«Vedo i monti: piango e sospiro;
vedo i pascoli e canto un lamento funebre.
Sono bruciati, più nessuno vi passa.
Non si ode più il muggito delle mandrie,
gli uccelli, gli animali selvatici
sono fuggiti,
scomparsi».
10 Rispose il Signore:
«Ridurrò anche Gerusalemme
a un mucchio di rovine,
dove vivono gli sciacalli;
raderò al suolo le città di Giuda,
e più nessuno vi abiterà».
11 Allora
domandai:
«Perché la nostra terra
è devastata
e
bruciata
come un deserto dove non passa nessuno?
Se c'è qualcuno tanto
sapiente
da comprendere
quel che il Signore ha detto,
lo annunzi agli
altri!».
12 Il Signore rispose: «Questo
avviene perché hanno rifiutato la legge che io avevo dato loro, non hanno
ascoltato la mia voce e non hanno ubbidito.
13
Hanno agito da testardi, hanno seguito gli idoli di Baal come avevano imparato
dai loro padri
14-15 Perciò farò
mangiare a questo mio popolo erbe amare e gli farò bere acqua avvelenata.
Li disperderò in mezzo a nazioni a loro sconosciute. Li farò
inseguire da eserciti nemici finché non li avrò completamente
distrutti. E' il Signore dell'universo, Dio di Israele che
parla».
UN LAMENTO FUNEBRE PER GERUSALEMME
16 Il Signore dell'universo
dice:
«Fate attenzione! Chiamate le donne
che per mestiere piangono nei funerali,
cercate le più brave e radunatele!».
17 Il popolo
dice:
«Raccomandate loro di
affrettarsi
a intonare su di noi un canto
funebre.
I nostri occhi si sciolgano in pianto,
le nostre ciglia grondino
lacrime».
18 Ascoltate il grido di lamento
che viene
da
Sion:
«Siamo
rovinati! Che vergogna
dover abbandonare la
nostra terra
ed essere scacciati dalle nostre
case».
19 E io
dico:
«O donne, ascoltate che cosa
dice
il Signore,
fate attenzione alle sue
parole.
Ognuna insegni a sua figlia
come fare il lamento,
e alla propria amica il canto
funebre.
20 La morte è entrata dalle
nostre finestre,
è penetrata nei nostri
palazzi,
ha falciato i bambini per strada
e i giovani nelle
piazze.
21 Questo è quel che il Signore
mi ha ordinato di
dire:
cadaveri umani saranno sparsi
ovunque
come letame sui campi,
come spighe di
grano
lasciate dai mietitori,
che più nessuno
raccoglie».
LA VERA SAPIENZA: CONOSCERE IL SIGNORE
22 Così dice il
Signore:
«Non si vanti il sapiente della sua
sapienza,
non si vanti il forte della sua forza,
non si vanti il ricco della sua
ricchezza.
23 Se qualcuno vuole vantarsi,
si vanti di conoscermi
e di sapere che io, il Signore,
sono buono, giusto e retto con tutti.
Sono queste le cose che mi
piacciono».
24 Dice il Signore:
«Sta per venire il tempo nel quale punirò tutti quelli che praticano
una circoncisione che, per me, non ha alcun valore:
25 i popoli di Egitto, Giuda, Edom, Ammon, Moab
e la gente del deserto che si tagliano i capelli sulle tempie. Tutte queste
nazioni, come anche Israele, non sono circoncise per il Signore e perciò
le punirò».
CAPITOLO
10
GLI IDOLI E IL VERO DIO
1 Ascoltate il messaggio del
Signore, popolo d'Israele.
2 Egli dice:
«Non imitate il modo di vivere
delle altre
nazioni:
esse sono
atterrite
da fenomeni
insoliti
che accadono in cielo,
ma voi non dovete averne
paura.
3 La religione degli altri popoli
non vale
niente.
Essi tagliano un pezzo di legno nel
bosco,
l'intagliatore lo lavora con lo
scalpello;
4 poi lo ricoprono d'oro e d'argento,
lo fissano con chiodi a colpi di martello
perché non
cada.
5 Questi idoli sono come spaventapasseri
in un campo di
cocomeri:
non possono
parlare.
Devono essere
trasportati
perché non possono
camminare.
Non abbiate paura: non fanno alcun
male,
ma non possono nemmeno
fare
alcun
bene».
6 Nessuno è come te,
Signore!
Tu sei grande,
grande e potente è il tuo
nome!
7 Chi non ti renderà onore, re delle
nazioni?
Tu solo lo
meriti.
Non c'è nessuno come te in tutti i
regni,
tra tutti i saggi delle
nazioni.
8 Tutti sono stupidi e sciocchi:
vanno a lezione dagli idoli di
legno!
9 Li fanno ricoprire dagli orefici
con lamine d'argento importato da Tarsis
e con oro fatto venire da Ufaz.
Li fanno rivestire da abili artisti
con stoffe costose rosse e
viola.
10 Ma tu, Signore, sei il vero Dio,
sei tu il Dio vivente,
tu sei re per
sempre.
Quando sei sdegnato, la terra trema,
le nazioni non resistono al tuo
furore.
11 Voi direte alle nazioni
straniere: «I vostri dèi non hanno fatto il cielo e la terra.
Perciò dovranno scomparire dalla faccia della terra, da ogni regione che
è sotto il cielo».
INNO AL CREATORE
12 Il Signore potente ha
formato la terra,
con la sua sapienza ha creato
il mondo,
ha disteso il cielo con la sua
intelligenza.
13 Al suo
comando
le acque si accumulano in
cielo.
Egli fa salire le
nuvole
dall'estremità della terra,
scatena temporali con lampi e
pioggia
e sprigiona il vento
impetuoso.
14 Allora tutti gli
uomini
restano stupiti, non
capiscono.
Quelli che fabbricano
idoli
provano grande
vergogna
perché le loro
statue
risultano false, prive di
vita.
15 Sono oggetti inutili,
degni solo di
disprezzo.
16 Il Signore li farà sparire,
quando se li troverà
davanti.
Il Dio di Giacobbe non è come
quelli!
Egli ha fatto ogni cosa,
e ha scelto Israele come suo
popolo.
Il suo nome è: il Signore
dell'universo.
L'ESILIO E' VICINO
17 Abitanti di Gerusalemme,
siete in stato d'assedio! Raccogliete tutte le vostre cose.
18 Così ha detto il Signore: «Questa
volta scaccerò via tutti gli abitanti di questa terra. Non ci sarà
scampo per nessuno».
19 Allora il
popolo grida:
«Siamo colpiti a morte,
la nostra ferita non può
guarire!
Noi invece
pensavamo
che fosse cosa da poco,
un dolore
sopportabile!
20 Le nostre tende sono sfasciate,
le loro corde sono
rotte.
I nostri figli sono andati
lontano:
non c'è più
nessuno
che pianti i paletti della
tenda
e rialzi i
teloni.
21 I nostri governanti hanno perso la
testa,
non cercano più il Signore come
loro guida.
Per questo hanno sbagliato
tutto
e hanno portato il popolo alla
rovina».
22 Attenzione! Sono giunte
notizie!
Un popolo del nord è in
subbuglio:
il suo esercito viene per ridurre le
città di Giuda
a un deserto abitato solo
da sciacalli.
PREGHIERA DEL PROFETA
23 Signore, ho
capito!
Nessuno sa scegliere la giusta via,
nessuno sa decidere bene per la propria
vita.
24 Correggi il tuo popolo, Signore,
ma non essere troppo duro con
noi.
Non trattarci con
ira:
per noi sarebbe la fine!
25 Rivolgi la tua
collera
contro queste nazioni.
Esse non ti riconoscono come
Dio
e non ti
invocano.
Hanno distrutto
completamente
il tuo
popolo
e hanno devastato il tuo
territorio.
CAPITOLO
11
L'ALLEANZA CON DIO E' STATA TRADITA
1-3 Il Signore mi
affidò un messaggio per gli abitanti di Giuda e di
Gerusalemme:
«Ascoltate i termini
dell'alleanza! Io, il Signore Dio d'Israele, maledico chiunque non li mette in
pratica.
4 E' la stessa alleanza conclusa con i
vostri antenati quando li ho fatti uscire dall'Egitto, dove stavano come in una
fornace per fondere il ferro. Allora dissi: "Se ubbidite alla mia voce e mettete
in pratica quel che io vi comando, diventerete il mio popolo e io sarò il
vostro Dio".
5 Ora io ho mantenuto il giuramento
fatto ai vostri antenati. Ho dato loro una terra dove scorre latte e miele,
proprio quella che voi ora abitate». Io risposi: «Va bene, Signore,
porterò il tuo messaggio».
6 Allora
il Signore mi disse: «Va' nelle città di Giuda e per le strade di
Gerusalemme. Proclama il mio messaggio, esorta il popolo ad ascoltare i termini
di questa alleanza e a metterli in pratica.
7 Da
quando ho fatto uscire i loro antenati dall'Egitto fino ad oggi, ho scongiurato
ripetutamente il popolo di ubbidire alle mie parole.
8 Ma essi non hanno ascoltato e non hanno
ubbidito. Ognuno ha continuato ad essere testardo e ostinato nel fare il male.
Io avevo ordinato di osservare gli impegni di questa alleanza, ma essi non lo
hanno fatto: perciò ho applicato contro di loro le sanzioni
previste».
9 Il Signore mi disse ancora:
«Ho visto che gli abitanti di Giuda e di Gerusalemme hanno fatto una
congiura contro di me.
10 Sono tornati a
commettere i peccati dei loro antenati. Anch'essi hanno rifiutato di ubbidire
alle mie parole, hanno seguito gli dèi stranieri e li hanno adorati.
Così gli abitanti d'Israele e di Giuda hanno rotto l'alleanza che avevo
concluso con i loro antenati.
11 Per questo, -
dice il Signore, - manderò una sciagura e non potranno evitarla. Essi mi
chiameranno a gran voce perché li aiuti, ma io non li ascolterò.
12 Allora gli abitanti di Gerusalemme e delle
altre città di Giuda andranno a implorare aiuto agli dèi ai quali
hanno offerto sacrifici. Ma quando arriverà il disastro, gli dèi
non potranno in nessun modo salvarli.
13 La
gente di Giuda ha ormai tanti idoli quante sono le loro città. Per
adorare quel vergognoso idolo di Baal gli abitanti di Gerusalemme hanno
costruito più altari che strade.
14
Geremia, non pregare per questo popolo, non piangere e non supplicarmi in suo
favore. Quando saranno colpiti dalla sciagura e cercheranno il mio aiuto, non li
ascolterò».
15 Dice il
Signore:
«Il popolo che io
amo
ha commesso azioni
malvagie.
Che cosa viene a fare ora nel mio
tempio?
Pensa forse di allontanare il disastro
con promesse e con sacrifici di animali?
Pensa forse di farla
franca?
16 Io avevo fatto diventare il mio popolo
forte e ricco come un ulivo carico di frutti,
ma ora gli darò fuoco,
le sue foglie bruceranno con grande rumore
e spezzerò i suoi
rami.
17 Io, il Signore dell'universo, lo avevo
piantato. Ma ora ho deciso di far venire una sciagura sul mio popolo, Israele e
Giuda, per il male che hanno commesso. Mi hanno offeso: hanno offerto sacrifici
in onore di Baal».
GEREMIA SI LAMENTA CON IL SIGNORE
18 Il Signore mi ha fatto
vedere gli intrighi che i miei nemici tramavano contro di me e solo allora ho
aperto gli occhi.
19 Io ero come un agnello
docile portato al macello e non capivo che tutti quegli intrighi erano a mio
danno. Essi dicevano di me: «Abbattiamo l'albero mentre è nel suo
pieno vigore; uccidiamolo, così più nessuno si ricorderà di
lui».
20 Allora pregai così:
«Signore dell'universo, tu sei un giudice giusto e conosci i sentimenti e i
pensieri segreti dell'uomo. Io ho affidato a te la mia causa: sono certo che
vedrò come tu punirai i miei
nemici».
21 Gli abitanti di Anatot
minacciano di uccidermi e dicono che mi ammazzeranno se continuo ad annunziare
il messaggio del Signore.
22 Perciò il
Signore dell'universo dice: «Io li punirò! I loro giovani saranno
uccisi in guerra, i loro figli e le loro figlie moriranno di fame.
23 Nessuno di essi si salverà quando
castigherò gli abitanti di Anatot con la sciagura che manderò su
di loro».
CAPITOLO
12
1 Signore, tu sei giusto,
eppure io voglio lamentarmi con te;
voglio discutere con te
a proposito della giustizia.
Perché ai malvagi va tutto bene?
Perché quelli che compiono il male
vivono
tranquilli?
2 Tu li pianti, e quelli mettono
radici,
crescono e producono frutti.
Tu sei sempre sulla loro bocca,
ma il loro cuore è lontano da te.
3 Eppure tu, Signore, mi conosci bene,
mi hai messo alla prova
e sai che sto dalla tua parte.
Metti da parte i malvagi
come pecore destinate al macello,
tienili pronti per il giorno del massacro.
4 Fino a quando la nostra
terra
deve soffrire per la siccità
e tutta l'erba dei campi
sarà arsa dal
sole?
Anche gli animali e gli uccelli muoiono
per la malvagità dei suoi abitanti.
Essi
dicono:
«Dio non vede quel che
facciamo».
5 Il Signore mi rispose:
«Geremia, tu ti stanchi
a correre quando gareggi con gli uomini;
come puoi pensare di farcela con i cavalli?
Se non riesci a rimanere in piedi
in un terreno pianeggiante,
come ti reggerai in
piedi
sulle rive ripide del Giordano?
6 Perfino i tuoi fratelli,
i membri della tua famiglia,
ti hanno tradito,
si sono messi insieme per perseguitarti.
Non fidarti di loro
anche se ti dicono parole
amiche».
IL SIGNORE ABBANDONA IL SUO POPOLO
7 Il Signore
dice:
«Ho abbandonato Israele,
ho ripudiato la nazione che mi ero
scelta;
ho consegnato nelle mani dei suoi
nemici
il popolo che amo.
8 Il popolo che mi ero
scelto
si è ribellato contro di
me;
ha ruggito come un leone nella
foresta
e così io non lo amo
più.
9 Ora il popolo che mi ero
scelto
è diventato una preda bella e
desiderata:
da ogni parte gli uccelli
rapaci
si precipitano su di
lui.
Venite, animali selvatici,
venite anche voi a divorare la
preda.
10 Molti re
stranieri
hanno distrutto la mia
vigna
hanno calpestato i miei campi,
hanno trasformato la mia terra
prediletta
in un deserto
desolato.
11 Sotto i miei occhi l'hanno
ridotta
in una condizione
pietosa.
Tutto è distrutto,
è diventato un deserto
e nessuno se ne prende
cura.
12 Da tutti i nascondigli del deserto
spuntano predoni per saccheggiare:
sono come una spada nelle mie mani.
Essi distruggono ogni cosa
da un capo all'altro del territorio.
Non c'è scampo per nessuno.
13 Il mio popolo ha seminato frumento
e ha raccolto spine;
ha lavorato duramente
senza poi ricavare nulla;
gli sono mancati i raccolti
perché io ero adirato con
lui».
IL SIGNORE PARLA ALLE NAZIONI
14 Così dice il
signore: «Ho un messaggio per tutti i popoli malvagi vicini d'Israele. Essi
hanno messo le mani sulla terra che avevo dato al mio popolo. Io li
sradicherò dalla loro terra e libererò la gente di Giuda dalle
loro mani.
15 Ma poi avrò compassione di
quei popoli: farò tornare ogni nazione alla sua terra e al suo paese di
origine.
16 Hanno insegnato a Israele a giurare
per Baal. Ma se impareranno a comportarsi davvero secondo le leggi del mio
popolo e a dire nei loro giuramenti: "Come è vero che il Signore vive..."
potranno far parte del mio popolo e avere prosperità.
17 Ma se qualche nazione non ubbidirà, la
sradicherò definitivamente e la distruggerò». Così ha
detto il Signore.
CAPITOLO
13
LA SORTE DI UNA CINTURA DI LINO
1 Il Signore mi disse:
«Va', comprati una cintura di lino e legatela ai fianchi. Però non
lavarla».
2 Io comprai la cintura, come
aveva detto il Signore, e me la misi attorno ai fianchi.
3 Dopo un po' il Signore mi disse:
4 «Prendi la cintura che hai comprato e che
porti ai fianchi. Va' al torrente Fara e nascondila tra le
pietre».
5 Io andai e la nascosi là
dove mi aveva detto il Signore.
6 Molto tempo
dopo il Signore mi disse ancora: «Va' a riprendere la cintura che hai
nascosto nel torrente Fara».
7 Ritornai al
torrente, cercai nel posto dove avevo nascosto la cintura e la tirai fuori: era
completamente marcita e non serviva più.
8 Allora il Signore mi
parlò
9 e mi disse: «Allo stesso modo
farò marcire la grande superbia di Giuda e di Gerusalemme.
10 Questo popolo malvagio ha rifiutato di
ascoltare le mie parole; è stato ostinato e ribelle, ha onorato e servito
altri dèi. Perciò lo farò diventare come questa cintura che
non serve più a niente.
11 Io volevo
legare a me il popolo d'Israele e di Giuda proprio come si lega una cintura ai
fianchi. Volevo che fossero il mio popolo, il mio onore e la mia gloria, ma essi
non hanno voluto ascoltarmi».
I BOCCALI DI VINO, SEGNO DELLA COLLERA DI DIO
12 Il Signore Dio d'Israele mi
disse: «Geremia, va' a dire alla gente che ogni boccale deve essere
riempito di vino. Tutti ti risponderanno che lo sanno benissimo.
13 Allora dirai loro che io, il Signore,
riempirò di vino gli abitanti di questa regione: i suoi re che siedono
sul trono di Davide, i sacerdoti, i profeti e gli abitanti di Gerusalemme,
finché non saranno tutti ubriachi.
14 Poi
li farò sbattere l'uno contro l'altro, giovani e vecchi, e andranno in
frantumi come boccali. Non avrò pietà, compassione e misericordia:
li distruggerò completamente».
AMMONIMENTI CONTRO LA SUPERBIA
15 Popolo d'Israele, non
essere arrogante,
ascolta
attentamente
quel che ti dice il
Signore.
16 Rendi onore al Signore tuo Dio,
prima che faccia scendere l'oscurità
e i tuoi piedi inciampino sui monti
quando viene la
notte.
Tu aspetti un nuovo
giorno
ma egli lo
trasformerà
in oscurità profonda,
piena di pericoli mortali.
17 Se tu non
ascolterai
piangerò in segreto per la tua
arroganza.
Verserò lacrime
amare
perché il popolo del Signore
sarà deportato.
18 Il Signore mi
disse: «Ordina al re e alla regina madre di scendere dal loro trono
perché la corona preziosa è già caduta dalle loro teste.
19 Le città del Negheb sono assediate e
nessuno può liberarle. Tutta la popolazione di Giuda è condotta
lontano in esilio».
20 Alza gli occhi,
Gerusalemme, e guarda! I tuoi nemici vengono dal nord. Dov'è il popolo
che ti era stato affidato, il gregge che era il tuo vanto?
21 Tu credevi di esserti assicurata l'amicizia
degli stranieri. Che cosa dirai quando ti conquisteranno e comanderanno su di
te? Ti lamenterai come una donna colta dalle doglie del parto.
22 Allora ti domanderai perché ti sono
accadute queste disgrazie. E' stato a causa delle tue grandi colpe che i nemici
ti hanno spogliata e violentata.
23 Può
un uomo di colore cambiare la sua pelle o un leopardo cancellare le sue macchie?
Così i tuoi abitanti, abituati a comportarsi male, si illudono forse di
poter fare qualcosa di buono?
24 Il Signore li
disperderà come paglia spazzata via dal vento del deserto.
25 E' questo il tuo destino, Gerusalemme! Il
Signore ha deciso di trattarti così perché lo hai messo da parte e
ti sei affidata alla protezione di idoli falsi.
26 Il Signore stesso ti strapperà i
vestiti e ti esporrà nuda alla vergogna.
27 Egli ha visto il tuo comportamento osceno
quando ti sei prostituita sulle alture e nei campi per onorare i tuoi idoli
vergognosi. Gerusalemme, per te è finita! Quando deciderai di
purificarti?
CAPITOLO
14
LA GRANDE SICCITÀ
1 Quando venne la
siccità, il Signore disse
a Geremia:
2 «La terra di Giuda è in
lutto:
le sue città stanno morendo,
la gente è abbattuta per il dolore,
tutta Gerusalemme grida e cerca aiuto.
3 I ricchi mandano i servi
ad attingere
acqua:
quelli giungono ai
pozzi
ma li trovano
asciutti
e ritornano indietro con i secchi vuoti;
scoraggiati e confusi, si nascondono il volto.
4 Non è più caduta la
pioggia
sulla nostra terra:
tutto il terreno è screpolato
e i contadini, avviliti, si nascondono il volto.
5 Le cerve partoriscono nei campi
e abbandonano i cuccioli appena nati
perché non c'è più un filo
d'erba.
6 Gli asini selvatici si fermano sulle
colline
e fiutano il vento come sciacalli:
per mancanza di cibo non ci vedono
più».
7 La gente
grida:
«Anche se i nostri peccati ci
accusano,
salvaci, Signore, per amore del tuo
nome.
E' vero, troppe volte ti abbiamo tradito,
abbiamo peccato contro di
te.
8 Tu sei la speranza d'Israele,
tu ci hai
salvati
nei momenti di
disgrazia.
Perché ora ti
comporti
come uno straniero in mezzo a noi,
come un
viaggiatore
che si ferma solo una
notte?
9 Perché ti
comporti
come un uomo colto di sorpresa,
come un uomo forte,
ma incapace di
aiutare?
Eppure tu sei in mezzo a noi,
Signore!
Noi siamo il tuo
popolo:
non
abbandonarci!».
10 Così dice il
Signore riguardo a questo popolo: «Ci provano gusto a vivere in modo
sregolato, senza tener conto di me. Ma io non posso approvarli. Conosco il loro
comportamento malvagio e li punirò per i loro
peccati».
11 Il Signore mi disse: «Non
chiedermi di aiutare questo popolo.
12 Anche se
digiuneranno, non ascolterò le loro grida che invocano aiuto; anche se mi
faranno offerte o bruceranno in mio onore carne di animali, non mi faranno
piacere. Anzi, li sterminerò con la guerra, la carestia e la
peste».
13 Allora esclamai: «Signore
mio Dio, tu sai che purtroppo i profeti assicurano al popolo che non ci
sarà né guerra né carestia e che tu hai garantito una pace
perfetta nella nostra terra».
14 Ma il
Signore mi rispose: «E' falso quel che i profeti dicono a nome mio. Io non
li ho inviati, non ho dato nessun ordine, non ho rivolto loro la mia parola. Vi
annunziano solo visioni false, predizioni senza senso e invenzioni della loro
fantasia.
15 Questi profeti non li ho mandati
io, anche se parlano a nome mio. Annunziano che non ci sarà né
guerra né carestia in questa regione. Ebbene, io li farò morire
proprio in guerra e a causa della carestia. Te lo assicuro io, il Signore.
16 La gente che li ha ascoltati, farà la
stessa fine: morirà di fame e per la guerra. I loro cadaveri saranno
gettati per le strade di Gerusalemme e nessuno li seppellirà. Questo
capiterà anche alle loro mogli, ai figli e alle figlie. In questo modo
farò ricadere su di essi la loro
malvagità».
IL LAMENTO DI GEREMIA
17 Il Signore mi ordinò
di rivolgere al popolo
queste
parole:
«I miei occhi son pieni di pianto,
giorno e notte non possono
trattenere
le
lacrime:
una grande
sciagura
si è abbattuta sul mio popolo
e lo ha colpito a
morte.
18 Esco in aperta
campagna
e vedo cadaveri di caduti in
guerra;
rientro in
città
e vedo gente che muore di fame.
Profeti e
sacerdoti
si aggirano per la regione
senza capirci più
nulla».
IL LAMENTO DEL POPOLO
19 «Signore, hai messo
Giuda
completamente da
parte?
Ti è diventata
insopportabile
la città di Sion?
Perché ci hai colpiti così
duramente
che non possiamo più
riprenderci?
Aspettavamo la pace, ma non
c'è stata;
aspettavamo la guarigione,
ma è arrivato il terrore.
20 E' vero, Signore, abbiamo
peccato
contro di
te:
riconosciamo i nostri
peccati
e quelli dei nostri padri.
21 Per amore del tuo nome,
non
abbandonarci!
Non permettere che
Gerusalemme
sia
disprezzata!
E' la città dove tu regni
glorioso!
Ricordati della tua alleanza con noi:
non venir meno alle tue
promesse!
22 Fra tutti gli idoli delle nazioni
nessuno è capace di far venire la
pioggia!
Da solo, il cielo non può
mandare temporali!
Noi speriamo in te, Signore
Dio nostro,
perché solamente tu fai tutte
queste cose».
CAPITOLO
15
IL CASTIGO E' INEVITABILE
1 Allora il Signore mi disse:
«Anche se venissero Mosè e Samuele a supplicarmi, io non mi
lascerò intenerire per questo popolo. Mandalo via! Se ne vada!
2 Se ti domanderanno dove devono andare,
risponderai che io
ho
detto:
Chi deve
morire di peste,
vada a morire di
peste!
Chi deve morire per la guerra,
vada a morire in
guerra!
Chi deve morire di fame,
vada a morire di fame!
Chi deve andare in esilio,
vada in esilio!
3
Io, il Signore, ho deciso di colpirli con quattro specie di disgrazie: la guerra
per ucciderli, i cani per farli sbranare, gli uccelli rapaci e infine le bestie
selvatiche per far sparire ogni resto dei loro cadaveri.
4 Tutti i popoli della terra avranno orrore per
il castigo che ha colpito gli abitanti di Giuda. E' la conseguenza dei delitti
commessi a Gerusalemme da Manasse, figlio di Ezechia, quando era re di
Giuda».
5 Il Signore dice:
«Nessuno avrà pietà di te,
Gerusalemme,
nessuno avrà per te un gesto
di solidarietà,
nessuno si fermerà
a domandare come stai.
6 Tu mi hai respinto,
mi hai voltato le
spalle.
Allora io ho steso la mano contro di te
per
distruggerti:
sono stanco di avere pietà!
7 In tutte le città della regione
ho disperso i tuoi abitanti
come paglia al vento.
Ho fatto morire i loro figli,
ho distrutto il mio popolo
perché non ha mai
smesso
di comportarsi
male.
8 Le loro vedove sono diventate
più numerose dei granelli di
sabbia
nel
mare.
In pieno giorno ho mandato il lutto
sulle madri dei giovani in guerra.
All'improvviso le ho sconvolte
con una terribile angoscia.
9 Anche la madre che aveva sette figli
si sente svenire, le manca il respiro,
le si annebbia la vista in pieno giorno,
impallidisce e
vaneggia.
Farò uccidere dai
nemici
anche quelli che
credevano
di averla scampata.
Ve lo assicuro io, il Signore».
GEREMIA SI LAMENTA CON IL SIGNORE MA DIO LO CONFERMA NELLA SUA MISSIONE
10 Quanto sono
infelice!
Perché mia madre mi ha messo al
mondo?
Tutti in questo paese mi sono
nemici!
Non ho fatto debiti, non ho fatto
prestiti,
eppure tutti mi
maledicono.
11 Il Signore mi
rispose:
«Farò andare tutto a tuo
favore,
te lo
prometto!
Farò cadere i nemici ai tuoi
piedi
quando ti troverai in grave
pericolo.
12 Sarai come l'acciaio temprato nel
nord,
che non può essere spezzato
dal ferro o dal
rame.
13 Lascerò nelle mani dei nemici
le ricchezze e i tesori del mio popolo,
per punirlo di tutti i peccati
commessi sul suo
territorio.
14 Il mio popolo diventerà
schiavo
dei suoi
nemici
in una regione che non conosce,
perché la mia ira si è accesa come
un fuoco
che arderà contro di
lui».
15 Allora
dissi:
«Signore, tu mi conosci
bene!
Ricordati di me,
aiutami!
Vendicami dei miei
persecutori.
Se tu sei troppo paziente con loro,
quelli mi
uccidono!
Ricordati che mi insultano per causa
tua.
16 Ero affamato delle tue parole,
e quando le
trovavo
mi sentivo il cuore pieno di
gioia
ed ero perfettamente felice,
perché appartengo a te,
Signore, Dio dell'universo.
17 Non ho mai cercato la mia
felicità
tra gente allegra e chiassosa,
perché tu mi hai
costretto
a rimanere da solo,
in disparte, pieno di sdegno.
18 Perché continuo a
soffrire?
Il mio dolore è come una
piaga
che nessuna medicina riesce a
guarire.
E ora, anche tu mi deludi,
come un torrente dalle acque
incostanti».
19 Allora il Signore mi
rispose:
«Se tu tornerai verso di me,
io ti accoglierò di nuovo
al mio
servizio.
Se tu saprai
distinguere
tra le cose importanti e le cose da
poco,
io continuerò a parlare per mezzo
tuo.
La gente di Giuda deve imparare da te,
non tu da
loro.
20 Nei confronti di questo popolo,
ti renderò come un muro di bronzo
durissimo;
combatteranno
contro di te,
ma non ti vinceranno
perché con te ci sono io
a difenderti e salvarti.
Te lo prometto io, il
Signore!
21 Ti libererò dal potere dei
nemici,
ti strapperò dalle loro mani
violente».
CAPITOLO
16
LA VITA DI GEREMIA E' UN SEGNO PER IL POPOLO
1 Il Signore mi disse ancora:
2 «Non devi prendere moglie e avere figli
in questo paese.
3 Voglio confidarti che cosa
accadrà ai bambini che nascono in questo luogo e ai genitori che hanno
dato loro la vita:
4 moriranno tutti straziati
da mali orribili; resteranno senza funerali e senza sepoltura; saranno come
concime nei campi; saranno uccisi in guerra o moriranno di fame; i loro cadaveri
verranno lasciati in pasto agli uccelli rapaci e alle bestie selvatiche.
5 «E' inutile che tu entri in una casa dove
si fa lutto per unirti ai pianti o per portare conforto: perché io ho
ritirato da questo popolo la prosperità che gli avevo dato. Non lo amo
più, non ne ho compassione.
6 In questo
paese moriranno tutti, senza distinzione, e non saranno rimpianti né
sepolti. Nessuno si graffierà per la disperazione o si taglierà i
capelli in segno di lutto.
7 Nessuno
andrà a mangiare e a bere con chi è afflitto per consolarlo della
morte di persone care, nemmeno se si tratta del padre o della madre.
8 «Non entrare in una casa dove c'è
un pranzo di nozze, non fermarti a mangiare e a bere con gli invitati.
9 Voglio confidarti che cosa accadrà fra
poco, e tutti ne saranno testimoni: farò cessare in questo luogo i canti
di gioia e di allegria, la voce dello sposo e della sposa. Lo dico io, il
Signore dell'universo, Dio d'Israele.
10
«Quando riferirai alla gente tutte queste cose, essi ti domanderanno
perché ho deciso di punirli così duramente. Vorranno sapere quali
colpe hanno commesso, quali peccati hanno fatto contro il Signore loro Dio.
11 Allora tu dirai queste mie parole: I vostri
padri si sono allontanati da me per andare dietro ad altre divinità, le
hanno adorate e si sono inginocchiati davanti ad esse; mi hanno abbandonato e
non hanno seguito i miei insegnamenti.
12 Ma voi
vi siete comportati anche peggio. Ognuno di voi si è ostinato nel seguire
i suggerimenti del suo animo malvagio e rifiuta di ubbidirmi.
13 Perciò vi scaccerò da questa
vostra terra e vi farò andare in una regione che non conoscete. Nemmeno i
vostri padri ne hanno mai sentito parlare. Laggiù servirete
divinità straniere giorno e notte, perché io non avrò
più misericordia di voi».
RITORNO DALL'ESILIO
(vedi 23,
7-8)
14 Il Signore dice: «Sta per venire il
momento in cui la gente non dirà più: "Giuro per la vita del
Signore che ha fatto uscire il popolo d'Israele dall'Egitto...".
15 Invece diranno: "Giuro per la vita del
Signore che ha fatto ritornare il popolo d'Israele dal nord e da tutte le
regioni dove lo aveva disperso". Infatti io li farò ritornare nella loro
terra, quella che avevo dato ai loro antenati».
I COLPEVOLI SARANNO PUNITI
16 Il Signore dice:
«Manderò contro gli Israeliti i loro nemici: questi ne faranno
grandi retate, come fanno i pescatori, e inseguiranno gli altri sui monti e
sulle colline come fanno i cacciatori, per scovarli tutti perfino nelle
spaccature delle rocce.
17 Io vedo tutto quel
che fanno, non possono nascondermi nulla: le loro azioni malvagie mi saltano
agli occhi.
18 Tanto per cominciare, farò
loro pagare fino in fondo le colpe e i peccati commessi. Infatti hanno profanato
la mia terra con i loro idoli senza vita, come sono i cadaveri, e hanno riempito
la mia proprietà con i loro dèi
falsi».
PREGHIERA DI GEREMIA
19 Signore, tu mi
proteggi
e mi dài forza,
tu mi aiuti quando sono in difficoltà.
A te verranno i popoli
da tutte le parti della terra e diranno:
«Gli dèi che i nostri
padri
ci hanno
lasciato
sono soltanto una menzogna,
sono come vento e non servono a
nulla.
20 Non possono essere veri
gli dèi che l'uomo si
fabbrica».
21 «Ebbene, - dice il
Signore, -
questa volta farò conoscere ai
popoli
la mia forza e la mia potenza,
ed essi
riconosceranno
che io sono il
Signore».
CAPITOLO
17
LE COLPE DEL POPOLO DI GIUDA
1 Il peccato del popolo di
Giuda
è scritto con uno scalpello di
ferro,
è inciso nei loro cuori
e sugli angoli sporgenti dei loro altari
con una punta di
diamante.
2 Così i loro figli si
ricorderanno sempre
dei loro altari e dei pali
sacri,
piantati presso gli alberi verdi,
sulle colline elevate,
3 sui monti e in aperta campagna.
Popolo di Giuda,
farò saccheggiare dai nemici
le tue ricchezze e i tuoi tesori
per i peccati commessi
nei luoghi dedicati al culto degli dèi,
sparsi in tutto il tuo
territorio.
4 Tu dovrai restituire
la terra che ti avevo
dato.
Ti renderò schiavo dei tuoi nemici
in una regione che non conosci,
perché mi hai provocato
e la mia ira è come un fuoco
che non si spegne mai.
SENTENZE VARIE
5 Il Signore
dice:
«Io condanno chi si allontana da me,
perché ha fiducia
nell'uomo
e conta soltanto su mezzi
umani.
6 Costui sarà come un rovo
che cresce nel deserto,
in una terra arida, piena di sale,
dove è impossibile vivere:
non gli accadrà mai nulla di buono.
7 Ma io benedico chi ha fiducia in me
e cerca in me la sua
sicurezza.
8 Egli sarà come un albero
che cresce vicino a un fiume
e stende le sue radici fino
all'acqua.
Non dovrà temere quando viene
il caldo,
perché le sue foglie resteranno
verdi.
Neppure un anno di siccità gli
farà danno:
continuerà a produrre
i suoi frutti.
9 Il cuore dell'uomo
inganna
più di ogni altra
cosa:
è
incorreggibile.
Chi può
comprenderlo?
10 Ma io, il Signore,
conosco i sentimenti
e i pensieri segreti
dell'uomo.
Così posso trattare
ciascuno
secondo la sua
condotta
in base al risultato delle sue
azioni».
11 Chi accumula ricchezze in
modo disonesto
è come un uccello che cova
uova non sue:
a metà della vita la
fortuna l'abbandona
e alla fine si
troverà a mani vuote.
12 Il nostro
tempio santo
è come un trono splendente
collocato in alto fin dalle
origini.
13 Signore, tu sei la speranza
d'Israele:
chi ti abbandona è destinato al
fallimento!
Quelli che si allontanano da te
spariranno come nomi scritti nella polvere
perché hanno abbandonato te, il Signore,
la sorgente di acqua fresca e
viva.
ALTRA PREGHIERA DEL PROFETA
14 Signore, solo tu puoi
guarirmi,
solo tu puoi
salvarmi.
Tu mi hai sempre
dato
un motivo per
lodarti!
15 La gente mi
dice:
«Dove sono finite le minacce del
Signore?
Si realizzino, una buona volta!».
16 Io non ho
insistito
per essere un tuo
profeta
non ho
desiderato
che venisse il giorno del
castigo.
Signore, tu lo sai,
ho sempre parlato apertamente con te.
17 Non mettermi paura anche
tu:
tu sei l'unico mio rifugio
quando mi trovo in
pericolo.
18 Copri di ridicolo quelli che mi
perseguitano,
ma risparmia me;
riempì loro di paura, non me.
Fa' cadere su di loro tutte le disgrazie,
falli completamente a
pezzi.
IL SABATO E' CONSACRATO AL SIGNORE
19 Il Signore mi diede
quest'ordine: «Geremia, va' a metterti vicino alla porta principale di
Gerusalemme, chiamata porta del Popolo dalla quale passano i re di Giuda per
entrare e uscire dalla città. Poi va' vicino a tutte le altre porte lungo
le mura.
20 A tutti quelli che le attraversano,
ai re di Giuda, a quelli che vengono da fuori città e a tutti gli
abitanti di Gerusalemme, dirai di ascoltare le mie parole.
21 Dirai così: Se ci tenete alla vostra
vita, non trasportate nessun peso nel giorno di sabato, non fate passare niente
attraverso le porte di Gerusalemme.
22 Non
portate nessun oggetto fuori delle vostre case in giorno di sabato e non fate
nessun lavoro. Il sabato lo dovete dedicare tutto a me, come ho comandato ai
vostri antenati.
23 Essi non mi hanno ascoltato,
non hanno prestato attenzione. Anzi si sono intestarditi a non ubbidirmi e a
rifiutare i miei insegnamenti.
24 «Ma voi,
dice il Signore, ascoltatemi bene: non fate passare nessun carico attraverso le
porte di questa città in un giorno di sabato; invece, dedicate a me
questo giorno e astenetevi da ogni lavoro.
25
Allora i re e i principi che siedono sul trono di Davide entreranno liberamente
attraverso le porte di questa città. Vi passeranno sui carri o a cavallo
con i loro ufficiali, insieme alla gente di Giuda e agli abitanti di
Gerusalemme, perché la città sarà sempre abitata.
26 La gente verrà dalle città di
Giuda e dai dintorni di Gerusalemme, dal territorio di Beniamino, dalla regione
della Sefela, dalle montagne e dal Negheb. Tutti porteranno qualcosa al mio
tempio: sacrifici da bruciare completamente o in parte, offerte di grano o di
incenso, sacrifici di lode.
27 Ma voi dovrete
ascoltarmi e dedicare a me il giorno di sabato senza trasportare pesi e
introdurli attraverso le porte di Gerusalemme. Se non lo farete, darò
fuoco alle porte della città e le fiamme bruceranno i suoi bei palazzi.
Nessuno potrà spegnere
l'incendio».
CAPITOLO
18
GEREMIA NELLA BOTTEGA DEL VASAIO
1 Il Signore mi diede
quest'ordine:
2 «Presto, Geremia! Va'
giù nella bottega del vasaio e là ti farò capire qual
è il mio messaggio».
3 Io mi recai
dal vasaio e mi fermai a guardarlo mentre lavorava al tornio.
4 Ma il vaso, che egli stava modellando con la
creta, a un certo punto si guastò tra le sue mani. Allora il vasaio prese
altra creta e fece un nuovo vaso, a suo piacere.
5 A quel punto, il Signore mi fece capire il suo
messaggio:
6 «Gente d'Israele, non potrei
forse comportarmi con voi come fa questo vasaio con la creta? Voi siete nelle
mie mani proprio come la creta nelle mani del vasaio.
7 A volte, nei riguardi di una nazione o di un
regno io vorrei sradicare, abbattere o distruggere.
8 Ma se quella nazione smette di fare il male
per il quale l'avevo minacciata, io rinunzio al castigo che pensavo di mandarle.
9 «A volte invece, nei riguardi di un'altra
nazione o di un altro regno vorrei edificare e piantare.
10 Ma se quelli compiono il male che io
disapprovo, senza curarsi dei miei avvertimenti, allora io mi rifiuto di dare
l'aiuto che avevo promesso.
11 «Ed ora, va'
ad annunziare alla gente di Giuda e agli abitanti di Gerusalemme che io, il
Signore, ho preso una decisione contro di loro e mi preparo a punirli. Esortali
a rinunziare al loro comportamento malvagio, a migliorare le loro abitudini e le
loro azioni.
12 Ma essi agiranno sempre peggio e
diranno: "E' inutile insistere! Continueremo a fare di testa
nostra"».
ISRAELE HA DIMENTICATO IL SIGNORE
13 Ebbene il Signore
dice:
«Informatevi presso i popoli stranieri
se hanno mai sentito una cosa simile.
Il popolo
d'Israele
ha commesso azioni orribili!
14 Avete mai visto la
neve
abbandonare le vette rocciose del
Libano?
Avete mai visto
l'acqua
abbandonare i gelidi torrenti
di montagna?
15
Invece il mio popolo mi ha dimenticato!
Brucia
incenso in onore di idoli inutili,
che lo fanno
inciampare sulla sua strada,
lo fanno deviare
dalla via percorsa
da
sempre
per camminare su sentieri nemmeno
tracciati.
16 Ha
ridotto la sua terra
in una condizione
spaventosa
che strappa grida di orrore senza
fine.
Chi passa di li, rimane sconvolto
e scuote amaramente la
testa.
17 Davanti al nemico,
io disperderò il mio popolo,
come polvere sollevata dal vento orientale.
Volterò loro le spalle,
non li guarderò nemmeno
quando saranno colpiti dalla
rovina».
CONGIURA CONTRO GEREMIA E PREGHIERA DEL PROFETA
18 Alcuni dissero: «Via,
facciamola finita con Geremia! Avremo sempre sacerdoti per istruirci, uomini
saggi per darci buoni consigli e profeti che annunziano il messaggio di Dio.
Demoliamo Geremia con una campagna di diffamazione e non badiamo più a
quel che dice».
19 Allora pregai
così:
«Signore, guarda che cosa mi
capita,
senti che cosa dicono i miei
nemici.
20 In cambio del bene, si deve rendere il
male?
Essi preparano un attentato alla mia vita.
Eppure, Signore, ti
ricordi?
Sono venuto a pregarti in loro
favore
per allontanare la tua
collera.
21 Ora però, fa' morire di fame i
loro figli,
o falli passare a fil di
spada.
Le loro mogli restino vedove e senza
figli,
gli uomini muoiano di
peste
e i giovani siano uccisi in battaglia.
22 Fa' piombare i banditi su di loro,
falli urlare di spavento nelle loro
case.
Essi preparano un attentato contro di me,
vogliono farmi cadere in un
agguato.
23 Ma tu, Signore, conosci tutti i
progetti
che essi fanno per uccidermi.
Non cancellare questo loro delitto,
non perdonare questo peccato.
Falli crollare davanti a te,
sfoga su di essi la tua
collera».
CAPITOLO
19
LA BROCCA SPEZZATA, SEGNO DI SCIAGURA
1 Il Signore diede
quest'ordine a Geremia: «Va' dal vasaio a comprare una brocca di
terracotta. Poi fa' venire con te alcuni laici e sacerdoti del consiglio degli
anziani,
2 e accompagnali nella valle di
Ben-Innom, passando per la porta dei Cocci. Là proclamerai il messaggio
che io ti comunicherò».
3 Appena
giunti, il Signore ordinò a Geremia di dire: «Re di Giuda e abitanti
di Gerusalemme, ascoltate quel che vi dice il Signore dell'universo, il Dio
d'Israele. Fra poco farò piombare su questo luogo un disastro tale che
chi ne sentirà parlare resterà stordito.
4 Agirò così perché gli
abitanti di Giuda e di Gerusalemme mi hanno abbandonato e hanno destinato questo
luogo a un uso diverso da quello che io volevo. Qui hanno bruciato sacrifici a
divinità straniere che né essi, né i loro antenati,
né i re di Giuda avevano mai conosciuto. Hanno riempito questo luogo col
sangue di gente innocente,
5 e hanno costruito
altari per bruciare i loro figli come sacrificio in onore di Baal. Io non ho mai
comandato niente di simile, non l'ho mai nemmeno pensato.
6 «Perciò verranno giorni, è
parola del Signore, nei quali questa località non si chiamerà
più Tofet né valle di Ben-Innom, ma valle del Massacro.
7 In questo luogo farò fallire i progetti
di grandezza degli abitanti di Giuda e di Gerusalemme. I loro nemici li
uccideranno in battaglia e non si lasceranno sfuggire nessuno. I loro cadaveri
saranno il pasto di uccelli rapaci e di bestie selvatiche.
8 Ridurrò questa città in una
condizione spaventosa: chi passerà da queste parti, rimarrà
sconvolto dall'orrore alla vista delle sue rovine.
9 I loro nemici assedieranno la città per
massacrare tutti gli abitanti. L'assedio sarà così terribile che
essi si mangeranno tra di loro e divoreranno perfino i propri
figli».
10 A questo punto il Signore
ordinò a Geremia di spezzare la brocca sotto gli occhi di quelli che lo
avevano accompagnato
11 e gli fece proclamare un
altro messaggio: «Io, il Signore dell'universo, spezzerò allo stesso
modo il popolo e la città. Essi saranno come questa brocca spezzata che
non si può più aggiustare. Dovranno seppellire i morti in Tofet
perché non ci sarà più posto altrove.
12 Ve lo assicuro, trasformerò questa
città con i suoi abitanti in un luogo di morte, come il Tofet.
13 Renderò impure come il Tofet le case
di Gerusalemme e i palazzi dei re di Giuda, perché sui terrazzi di tutte
queste case hanno bruciato incenso in onore delle stelle e hanno offerto il vino
in onore di altri dèi».
14 Allora
Geremia si allontanò dal Tofet dove il Signore lo aveva mandato a
proclamare il suo messaggio e si fermò nel cortile del tempio. A tutta la
gente che si trovava là,
15 egli
riferì le parole del Signore dell'universo, Dio d'Israele:
«Farò venire su questa città e sui villaggi vicini tutti i
castighi che avevo minacciato contro di essa. Perché i suoi abitanti si
sono intestarditi e hanno rifiutato di ascoltare le mie
parole».
CAPITOLO
20
GEREMIA E' IMPRIGIONATO
1 Il sacerdote Pascur, figlio
di Immer, era il capo delle guardie del tempio. Dopo aver udito Geremia che
annunziava queste cose,
2 lo fece frustare e lo
lasciò incatenato vicino alla porta superiore, detta di Beniamino, dalla
quale si entra nel tempio.
3 Il giorno dopo
ritornò e fece liberare il profeta dalle catene. Allora Geremia gli
disse: «Pascur, il Signore ti cambia nome. Ti chiamerai "Spavento da ogni
parte".
4 Infatti il Signore ha detto: Ti
renderò motivo di spavento per te e per tutti i tuoi amici. Essi cadranno
sotto la spada dei nemici e tu assisterai alla loro morte. Consegnerò
tutti gli abitanti di Giuda al re di Babilonia. Li deporterà nel suo
paese e ne farà morire molti.
5 Gli
consegnerò le ricchezze degli abitanti di Gerusalemme, il prodotto del
loro lavoro, le cose più preziose e perfino il tesoro dei re di Giuda. I
nemici faranno man bassa di tutto, saccheggeranno e porteranno il bottino a
Babilonia.
6 Tu stesso, Pascur, e quelli che
stanno con te, sarete fatti prigionieri e deportati a Babilonia. Là
morirai e sarai sepolto insieme a tutti i tuoi amici ai quali hai annunziato
tante menzogne».
GEREMIA SI SFOGA CON DIO
7 Signore, tu mi hai sedotto
e io non ho saputo resisterti.
Hai fatto ricorso alla forza
e hai ottenuto quel che volevi.
Mi disprezzano da mattina a sera,
tutti ridono di
me.
8 Io parlo, e ogni volta
sùbito devo chiamare aiuto
e gridare contro la
violenza
e
l'oppressione.
Tutto il giorno sono insultato e
deriso
perché annunzio la tua parola, o
Signore!
9 Ma quando mi son
detto:
«Non penserò più al
Signore,
non parlerò più in suo
nome»,
ho sentito dentro di me come un
fuoco
che mi bruciava le
ossa:
ho cercato di
contenerlo
ma non ci sono
riuscito.
10 Mi accorgevo che
molti
parlavano male di
me
e da ogni parte cercavano di spaventarmi.
Dicevano: «Se qualcuno lo denunzia,
lo denunzieremo anche
noi».
Perfino i miei amici più
cari
aspettavano un mio passo
falso
e dicevano: «Prima o poi,
qualcuno riuscirà a
ingannarlo!
Così, l'avremo vinta
noi
e potremo vendicarci di
lui».
11 Ma tu, Signore, stai al mio fianco,
tu sei forte e mi
difendi:
per questo i miei persecutori cadranno
e non avranno la meglio su di me.
Dovranno vergognarsi da morire
perché i loro progetti andranno in fumo.
Saranno disonorati per
sempre
e nessuno lo
dimenticherà.
12 Tu, Signore
dell'universo,
sai distinguere chi ti è
fedele
perché vedi i sentimenti
e i pensieri segreti dell'uomo.
Ho affidato a te la mia causa:
sono certo che vedrò
come tu punirai i miei
nemici.
13 Cantate inni al
Signore!
Lodate il Signore!
Egli ha liberato il povero
dal potere dei suoi
nemici.
14 Maledetto il giorno in cui sono
nato!
Nessuno consideri benedetto il giorno
nel quale mia madre mi ha messo al
mondo!
15 Maledetto
l'uomo
che ha riempito di gioia mio padre
quando gli ha dato la
notizia:
«E' nato! E' un maschio!».
16 Quell'uomo diventi come le
città
che il Signore ha
distrutto
senza
compassione.
Al mattino egli oda lamenti
e a mezzogiorno grida di
guerra.
17 Perché Dio non mi ha fatto
morire
prima di
nascere?
Mia madre sarebbe stata la mia tomba,
mi avrebbe sempre tenuto dentro di
sé.
18 Invece sono uscito dal suo ventre
solo per provare tormento e dolore
e consumare la mia vita
nell'umiliazione.
CAPITOLO
21
GEREMIA RISPONDE AGLI INVIATI DEL RE
1 Questo è il messaggio
che il Signore affidò a Geremia per il re Sedecia. Il re aveva mandato da
Geremia Pascur, figlio di Malchia, e il sacerdote Sofonia, figlio di Maasia, per
domandargli: -
2 Poiché Nabucodonosor re
di Babilonia ci ha dichiarato guerra, per favore, consulta il Signore per noi.
Forse il Signore compirà a nostro favore uno dei suoi prodigi e
costringerà il nemico ad allontanarsi.
3
Geremia rispose agli inviati del re: - Andate a riferire a
Sedecia
4 quel che dice il Signore, Dio
d'Israele: «Voi combattete contro l'esercito del re di Babilonia che vi
assedia. Ma io farò indietreggiare i vostri soldati dalle mura fino a
concentrarli tutti in mezzo alla città.
5
Io stesso combatterò contro di voi con tutte le mie forze, con ira,
furore e grande sdegno.
6 Colpirò quelli
che vivono nella città: uomini e animali moriranno con una terribile
peste.
7 Inoltre consegnerò in potere di
Nabucodonosor re di Babilonia, Sedecia re di Giuda, i suoi ministri e la gente
che sarà riuscita a sopravvivere alla peste, alla guerra e alla carestia.
Li consegnerò nelle mani dei nemici che cercano solo di farli morire
tutti. Infatti Nabucodonosor non si lascerà commuovere: li farà
uccidere con la spada, non avrà pietà di nessuno, non li
perdonerà. Ve lo dico io, il
Signore».
8 Il Signore ordinò poi a
Geremia di annunziare al popolo questo messaggio: «Vi offro la
possibilità di scegliere tra la via che conduce alla vita e la via che
conduce alla morte, - così dice il Signore.
-
9 Chi vuol rimanere in questa città,
morirà in guerra, o di fame o di peste. Ma chi decide di uscire dalla
città per arrendersi ai Babilonesi che l'assediano, non sarà
ucciso: avrà almeno salva la vita.
10 Ho
deciso di distruggere Gerusalemme, non di salvarla. Essa sarà occupata
dal re di Babilonia che la distruggerà con il fuoco. Lo dico io, il
Signore».
MESSAGGI PER LA FAMIGLIA REALE
11 Alla famiglia del re di
Giuda:
«Ascoltate la parola del Signore,
12 discendenti di
Davide!
Il Signore vi
dice:
Amministrate bene la giustizia ogni
giorno
e impedite ai
prepotenti
di sfruttare i
poveri.
Se non farete così,
il mio furore divamperà come
fuoco.
Brucerà e nessuno lo potrà
spegnere
a causa del male che avete
commesso.
13 Io, il Signore, mi metto contro di
voi,
abitanti del palazzo che domina la vallata,
costruito su una piattaforma
rocciosa.
Voi andate dicendo che nessun
nemico
potrà
attaccarvi
o penetrare nei vostri rifugi.
14 Ma io stesso vi punirò come
meritate
per il male che avete
commesso:
darò fuoco alla selva di
colonne
del vostro
palazzo
e anche le case
attorno
saranno divorate dalle
fiamme.
Così dice il Signore».
CAPITOLO
22
1 Il Signore ordinò poi a Geremia di
andare nel palazzo del re di Giuda per proclamare quest'altro messaggio:
2 «Ascolta quel che dice il Signore, o re
di Giuda che siedi sul trono di Davide. Lo dice per te, per i tuoi ministri e
per i tuoi sudditi che entrano nel palazzo:
3
Comportatevi in modo giusto e onesto e impedite ai prepotenti di sfruttare i
poveri. Non cercate di approfittare dei forestieri, degli orfani e delle vedove:
non trattateli male. Non uccidete gente innocente in questo luogo, dice il
Signore.
4 Se farete davvero quel che io vi
comando, i discendenti di Davide potranno continuare a essere re. Potranno
andare e venire attraverso le porte di questo palazzo sui carri o a cavallo,
insieme ai loro ministri e ai loro sudditi.
5 Ma
se non ubbidirete ai miei comandi, quant'è vero che io sono Dio, il
Signore, giuro che questo palazzo diventerà un mucchio di rovine».
6 Minaccia del Signore contro il palazzo
del re di Giuda:
«Tu eri per me
bello come le foreste di Galaad,
come le vette del Libano.
Eppure non esiterò a trasformarti
in deserto, in un cimitero.
7 Preparerò degli uomini,
darò ad ognuno gli attrezzi,
e li manderò contro di te per
distruggerti.
Taglieranno le tue magnifiche
colonne
di cedro
e le getteranno nel fuoco.
8 «Quando gli stranieri provenienti da
molti paesi passeranno da queste parti, si domande ranno: "Perché il
Signore ha trattato così questa grande città?".
9 Allora si sentiranno rispondere: "Questo
è accaduto perché i suoi abitanti hanno tradito il patto concluso
con il Signore, e hanno onorato e servito divinità
straniere"».
MESSAGGIO PER IL RE IOACAZ
10 Non piangete per il re
morto, non fate lamenti per lui. Piangete piuttosto per il re che parte piangete
perché non tornerà più, non rivedrà il paese natio.
11 Infatti, a proposito di Sallum, che è
succeduto a suo padre Giosia re di Giuda, il Signore dice: «Egli è
partito di qui e non tornerà più.
12 Morirà nel paese dove lo hanno
condotto prigioniero e non rivedrà più la sua
terra».
MESSAGGIO CONTRO IL RE IOIAKIM
13 Guai a te che ti costruisci
un palazzo
senza rispettare la giustizia,
e alzi nuovi
piani
in modo
disonesto
perché costringi gli
altri
a lavorare per
te
e ti rifiuti di
pagarli.
14 Tu dici: «Voglio costruirmi
un palazzo grandioso
con vasti saloni al piano superiore».
Vi fai aprire grandi finestre,
rivesti i muri con legno di cedro
e lo fai dipingere di rosso.
15 Ti illudi forse di essere un grande re
per i rivestimenti di cedro del tuo
palazzo?
Tuo padre, Giosia, mangiava e beveva
come te,
ma
agiva in modo giusto e onesto
e perciò
tutto gli andava bene.
16 Egli difendeva i
diritti dei poveri
e tutti erano
contenti.
In questo modo
dimostrava
di conoscermi
veramente.
17 Tu, invece, guardi solo al tuo
interesse
e studi il modo di uccidere gli
innocenti
e di opprimere la gente con ferocia.
Questo ti dice il
Signore.
18 Ecco quel che dice il Signore
riguardo a
Ioiakim re di Giuda figlio di Giosia:
«Nessuno piangerà la sua morte
e dirà:
"E' un grave lutto,
fratello!
E' un grave lutto,
sorella!".
Nessuno piangerà la sua morte e
dirà:
"E' un grave lutto,
signore!
E' un grave lutto,
maestà!".
19 Trascineranno e getteranno il
suo cadavere
fuori delle porte di Gerusalemme:
sarà sepolto come una bestia».
MESSAGGIO PER GERUSALEMME
20 Salite sul monte Libano e
gridate,
abitanti di Gerusalemme,
andate sull'altipiano di Basan e urlate,
gridate dalle montagne di Moab,
perché tutti i vostri alleati
sono stati
sconfitti.
21 Vi avevo avvertiti
quando tutto andava bene,
ma non avete voluto ascoltarmi.
Vi siete sempre comportati così
dall'inizio della vostra
storia:
non mi avete mai
ubbidito.
22 I vostri capi saranno spazzati via
dal vento
e i vostri alleati saranno fatti
prigionieri:
allora sarete svergognati e
umiliati
per tutto il male che avete commesso.
23 Avevate preparato il vostro nido
tranquillo
tra i cedri fatti venire dal
Libano:
invece vi lamenterete
tutti
quando vi coglieranno dolori
atroci
come le doglie di una
partoriente.
MESSAGGIO CONTRO IL RE IOIACHIN
24 Così dice il Signore
a Conia figlio di Ioiakim, re di Giuda: «Anche se tu fossi l'anello della
mia destra, il mio sigillo personale, giuro sulla mia vita che ti
strapperò dal mio dito.
25 Ti
consegnerò nelle mani di quelli che ti vogliono uccidere e che ti mettono
tanta paura: Nabucodonosor, re di Babilonia, e il suo esercito.
26 Farò deportare te e tua madre in un
paese straniero, ben diverso da quello dove siete nati, e là morirete
entrambi.
27 Anche se farete di tutto per
ritornare nella vostra terra, non ci
riuscirete».
28 La gente si domanda:
«Questo tale, questo Conia, è forse diventato una brocca incrinata
che non serve più, un oggetto privo di interesse? Perché è
stato scacciato via con i suoi figli e confinato in una regione che non
conosce?».
29 O terra, terra,
terra!
Ascolta quel che dice il
Signore:
30 «Registrate costui come uno
senza figli.
E' un uomo fallito nella sua
vita:
nessuno dei suoi
discendenti
riuscirà a sedere sul trono di
Davide
e a regnare ancora in Giuda».
Questo ha detto il
Signore.
CAPITOLO 23
SPERANZE PER IL FUTURO
1 «Guai ai capi del mio
popolo, - dice il Signore. - Sono come pastori che distruggono e disperdono il
mio gregge».
2 A proposito di questi pastori
che dovrebbero prendersi cura del suo gregge, il Signore Dio d'Israele dice:
«Voi avete rovinato e disperso il mio gregge e non ve ne siete occupati.
Ebbene, io mi occuperò di voi e della vostra cattiva amministrazione.
3 Radunerò io stesso quel che resta delle
mie pecore da tutte le regioni dove le avevo disperse. Le farò ritornare
ai loro pascoli, saranno feconde e aumenteranno di numero.
4 Manderò ad esse pastori che avranno
cura di loro e così non dovranno più temere né spaventarsi:
non ne mancherà nemmeno una all'appello». Questo dice il
Signore.
5 «Verranno giorni nei quali io
farò sorgere
il germoglio di Davide,
un suo discendente legittimo,
- dice il Signore.
-
Questo re governerà con
saggezza
e attuerà il diritto e la
giustizia nel paese.
6 Durante il suo
regno
il popolo di Giuda sarà liberato
e quello d'Israele vivrà sicuro.
Chiameranno il re con questo
nome:
Il
Signore-Nostra-Salvezza».
7 Il Signore
dice: «Sta per venire il momento in cui la gente non dirà
più: "Giuro per la vita del Signore che ha fatto uscire il popolo
d'Israele dall'Egitto...".
8 Invece diranno:
"Giuro per la vita del Signore che ha fatto uscire i discendenti d'Israele dalla
terra del nord, da tutte le regioni dove li aveva dispersi, e li ha riportati a
vivere nella loro patria"».
CONTRO I PROFETI
9 Mi si spezza il cuore nel
petto,
mi sento tutto tremare.
Mi sembra d'essere ubriaco,
stordito dal troppo vino.
E' stato a causa del Signore, il Santo,
e delle cose che mi ha
detto.
10 Il paese è pieno di gente
adultera:
si precipitano tutti verso il male
e sprecano la loro forza in modo
disonesto.
Perciò il Signore ha maledetto
questa terra,
l'ha riempita di lutto,
ha disseccato tutti i suoi
pascoli.
11 Il Signore
dice:
«Anche i profeti e i
sacerdoti
sono diventati senza
scrupoli:
li ho sorpresi a commettere il
male
perfino dentro il mio tempio.
12 Perciò li farò
camminare
su una strada sdrucciolevole,
brancoleranno nel buio,
si urteranno e cadranno a
terra.
Questa è la sciagura che
manderò su di loro
quando li
punirò.
Lo dico io, il
Signore.
13 A Samaria avevo visto che i
profeti
si comportavano da
stupidi:
essi parlavano in nome di
Baal
e allontanavano da me il mio popolo.
14 Ma a Gerusalemme vedo che i
profeti
compiono addirittura azioni
orribili:
commettono
adulterio
e vivono di menzogne,
incoraggiano a fare il male e così
nessuno
smette di comportarsi in modo
disonesto.
Per me, i profeti e gli
abitanti
di
Gerusalemme
si sono resi
colpevoli
come gli abitanti di Sodoma e
Gomorra».
15 Perciò questa
è la sentenza che il Signore
dell'universo pronunzia contro i
profeti:
«Li costringerò a mangiare
erbe amare
e a bere acqua avvelenata,
perché i profeti di Gerusalemme
hanno contaminato tutta la mia
terra».
16 Così dice il Signore
dell'universo:
«Non date
retta
a quel che vi dicono questi profeti:
parlano, parlano, ma vi riempiono la testa
di illusioni
vane.
Le visioni che vi
descrivono
sono frutto della loro
immaginazione:
non gliele ho mandate
io.
17 Essi ripetono con insistenza
a quelli che mi disprezzano:
"Vi andrà tutto bene!
Lo garantisce il Signore!".
A tutti quelli che insistono
a fare di testa propria essi assicurano:
"Non vi accadrà niente di male".
18 Nessuno di loro ha
conosciuto
i miei progetti,
nessuno ha visto o sentito le mie decisioni,
nessuno è stato attento alla mia
parola
e vi ha
ubbidito».
19 Ed ora il furore del
Signore
si scatena come una tempesta,
come un uragano travolgente
si abbatte sulla testa dei
malvagi.
20 L'indignazione del Signore non si
calmerà
finché egli non avrà
portato a termine
quel che aveva deciso di fare.
Un giorno, anche
voi
comprenderete tutto
chiaramente.
21 Il Signore
dice:
«Io non ho mandato questi
profeti
e tuttavia essi vanno di corsa;
io non ho rivolto loro la mia parola,
eppure essi parlano a nome
mio.
22 Se avessero conosciuto i miei progetti,
avrebbero riferito le mie parole
e avrebbero esortato il mio popolo
a non comportarsi più in modo disonesto,
a non compiere azioni
malvagie».
23 Il Signore
domanda:
«Credete che io sia un Dio dalla
vista corta,
che non possa vedere anche da
lontano?
24 Anche se uno cerca di
nascondersi
nei luoghi più segreti,
credete che io non possa
vederlo?
Non sapete che io sono presente ovunque,
in cielo e sulla terra? Così dice il
Signore».
25 «Ho sentito quel che
dicono i profeti quando pretendono di parlare a nome mio e annunziano menzogne.
Essi dicono: "Ho avuto un sogno! Ho avuto una visione!".
26 Per quanto tempo andrà avanti
così? Che cos'hanno in mente questi profeti quando annunziano cose false,
quando raccontano le fantasie che si sono inventate?
27 Si raccontano l'un l'altro i sogni e
così credono di convincere il mio popolo a dimenticarsi di me, come hanno
fatto i loro antenati quando si sono rivolti a Baal.
28 Se un profeta fa un sogno, lo racconti
come tale.
Invece il profeta che ha avuto
il mio messaggio,
lo proclami con fedeltà.
Non confondete la paglia con il
grano!
29 La mia parola è come il fuoco,
e come un martello che
frantuma
la roccia! Lo dice il Signore».
30 «Perciò io mi metto contro i
profeti che si rubano l'un l'altro le parole e le annunziano come mie.
31 Mi metto contro questi profeti che parlano,
parlano e pretendono di rispondere alla gente a mio nome, - dice il Signore.
-
32 Mi metto contro quelli che scambiano sogni
fantasiosi per profezie. I loro racconti sono menzogne e invenzioni che
allontanano da me il mio popolo. Ma io non li ho inviati, non ho dato nessun
ordine. Essi non daranno nessun aiuto a questo popolo. Ve lo assicuro io, il
Signore».
33 Il Signore disse a Geremia:
«Quando la gente, o un profeta, o un sacerdote ti chiederanno: "Qual
è il messaggio del Signore, quale peso ci impone?", tu risponderai loro.
"Siete voi un peso per il Signore ed egli si sbarazzerà di
voi".
34 Se un profeta, o un sacerdote o qualche
altro dirà ancora che il messaggio del Signore è un peso, io
punirò lui e la sua famiglia.
35 Parlando
tra di voi, usate piuttosto queste frasi: "Che cosa ha risposto il Signore? Che
cosa ha annunziato il Signore?".
36 Smettetela
di parlare di "peso del Signore", altrimenti questa frase diventerà un
vero peso per chi la dice. Infatti voi avete interpretato a rovescio le parole
del Dio vivente, Signore dell'universo e Dio d'Israele.
37 «Ai profeti domanderete: "Che cosa ha
risposto il Signore? Che cosa ha annunziato il Signore?".
38 Se invece continuerete a parlare di "peso del
Signore" contro la mia volontà,
39 vi
assicuro che vi prenderò e vi getterò lontano come un peso
insopportabile, voi e la vostra città, anche se io stesso l'avevo data ai
vostri antenati e a voi.
40 Vi coprirò
per sempre di infamia e vergogna e non ve ne dimenticherete
più!».
CAPITOLO
24
DUE CESTE DI FICHI, DUE DESTINI
1 Nabucodonosor re di
Babilonia aveva fatto prigionieri a Gerusalemme Ieconia re di Giuda e figlio di
Ioiakim, i capi del popolo, gli artigiani, i fabbri e li aveva condotti a
Babilonia. Qualche tempo dopo questi avvenimenti, il Signore mi fece notare due
ceste di fichi lasciati da qualcuno davanti al tempio del Signore.
2 In una cesta c'erano fichi bellissimi, di
prima scelta, mentre nell'altra c'erano quelli di scarto, addirittura
immangiabili.
3 Il Signore mi disse:
«Geremia, che cosa vedi?». Io risposi: «Vedo dei fichi: quelli
belli sono davvero straordinari, quelli di scarto sono così guasti che
non si possono mangiare».
4 Allora il
Signore mi fece capire il suo messaggio:
5
«Fa piacere guardare questi bei fichi! Così io guardo con
benevolenza la gente di Giuda che ho fatto deportare a Babilonia e la
tratterò con bontà. Lo dico io, il Signore, Dio d'Israele.
6 Mi interesserò di loro per liberarli e
li farò ritornare in questa terra. Li ricostruirò come nazione e
non li abbatterò più. Li pianterò saldamente e non li
sradicherò mai più.
7 Li
renderò capaci di riconoscere che io sono il Signore. Allora essi saranno
davvero il mio popolo e io sarò il loro Dio, perché ritorneranno a
me con tutto il cuore.
8 «Invece, riguardo
a Sedecia re di Giuda, ai suoi ministri, a quelli che sono rimasti a Gerusalemme
e nel resto della regione o si sono stabiliti in Egitto ecco che cosa
farò: li tratterò come questi fichi cattivi e immangiabili. Lo
dico io, il Signore.
9 Li butterò via,
lontano, da ogni parte. Essi saranno per tutti i regni della terra un motivo di
spavento; saranno derisi e insultati; saranno disprezzati e maledetti.
10 Manderò contro di loro la guerra, la
fame e la peste finché non siano scomparsi tutti dalla terra che io avevo
dato ai loro antenati e a loro».
BREVE SINTESI DELLA MISSIONE DI GEREMIA
CAPITOLO 25
VENTITRE' ANNI DI PREDICAZIONE
1 Il Signore affidò a
Geremia questo messaggio per tutto il popolo di Giuda nel quarto anno del regno
di loiakim, figlio di Giosia e re di Giuda. Quell'anno era il primo del regno di
Nabucodonosor re di Babilonia.
2 Il profeta
Geremia allora si rivolse al popolo di Giuda e agli abitanti di Gerusalemme e
disse:
3 «Dal tredicesimo anno del regno di
Giosia re di Giuda e figlio di Amon fino ad oggi, sono ventitré anni che
vi annunzio e vi ripeto continuamente quel che il Signore mi comunica. Voi
però fate finta di non sentire.
4 Oltre a
me, il Signore ha sempre continuato a mandarvi altri profeti, suoi servi, ma voi
non li avete ascoltati: nessuno ha prestato loro attenzione.
5 Essi vi esortavano a smetterla con le vostre
azioni malvagie, per continuare a vivere sulla terra che da tanto tempo il
Signore aveva dato ai vostri antenati perché fosse vostra per sempre.
6 Vi raccomandavano anche di non seguire
divinità straniere, di non servirle e di non inginocchiarvi davanti a
loro. Vi scongiuravano di non provocare il Signore con idoli costruiti da voi
stessi, per non essere puniti da lui.
7 Ma voi
non avete ascoltato le parole del Signore; anzi l'avete addirittura provocato
con i vostri idoli, attirandovi il suo castigo.
IL SUO ANNUNZIO PER IL POPOLO DI DIO
8 «Ora, udite quel che vi
dice il Signore dell'universo: Poiché non avete dato ascolto alle mie
parole,
9 chiamerò il mio servo
Nabucodonosor re di Babilonia e mobiliterò le popolazioni del nord. Li
farò venire a combattere contro questa terra e i suoi abitanti e contro
le regioni vicine. Vi sterminerò e trasformerò una volta per
sempre questa terra in un mucchio di rovine che strapperanno grida di orrore e
di scherno. Ve lo dico io, il Signore.
10
Farò cessare i vostri canti di gioia e di allegria, la voce dello sposo e
della sposa. Si fermeranno le macine e si spegneranno le fiamme delle lampade.
11 Tutta questa terra sarà trasformata in
un mucchio di rovine e per settant'anni queste nazioni saranno schiave del re di
Babilonia.
12 «Passati i settant'anni,
punirò il re di Babilonia e il suo popolo per i loro peccati. Lo dice il
Signore. Interverrò contro la loro terra e la trasformerò per
sempre in un deserto desolato.
13 Farò
venire su di essa tutte le sciagure e le minacce scritte in questo libro,
cioè tutti i messaggi che ho affidato a Geremia riguardo alle nazioni
straniere.
14 Anche i Babilonesi a loro volta
saranno sottomessi da grandi nazioni e da re potenti e così li
ripagherò come meritano per il male
commesso».
IL SUO ANNUNZIO CONTRO LE NAZIONI
15 Il Signore, Dio d'Israele,
mi diede quest'ordine: «Prendi questa coppa di vino che io ti porgo:
è simbolo della mia ira. Su, prendila, e falla bere a tutte le nazioni
alle quali io ti mando.
16 Quando berranno fino
ad ubriacarsi, perderanno la testa a causa della guerra che io manderò
contro di loro».
17 Allora presi la coppa
dalla mano del Signore e la feci bere a tutte le nazioni alle quali il Signore
mi aveva mandato.
18 Incominciai da Gerusalemme
e dalle città di Giuda, con i loro re e capi. Li feci bere per
distruggerli, rovinarli ed essere esempio di maledizione e di scherno, come
avviene ancora oggi.
19 Poi venne il turno degli
altri:
il faraone re d'Egitto, con i suoi
ufficiali,
i ministri e tutti gli Egiziani
20 e i forestieri che vivono in Egitto;
i re della regione di
Uz;
i re filistei delle città di Ascalon,
Gaza, Accaron e i superstiti di
Asdod;
21 tutti gli abitanti delle regioni di
Edom,
Moab e
Ammon;
22 ire di Tiro e
Sidone;
re dei paesi che stanno al di là
del mare;
23 gli abitanti di Dedan, Tema e
Buz;
la tribù che si taglia i capelli
sulle tempie;
24 i re
dell'Arabia;
i re delle tribù del deserto;
25 i re di Zimri, di Elam e della Media;
26 tutti i re del nord, vicini e lontani,
uno dopo
l'altro.
Insomma, feci bere da quella coppa tutti
i regni che sono sulla terra e lasciai per ultimo il re di Sesach.
27 Il Signore mi aveva incaricato di dire loro:
«Il Signore dell'universo, Dio d'Israele, vi ordina di bere e ubriacarvi
fino a vomitare e cadere a terra senza potervi rialzare a causa della guerra che
manderà contro di voi».
28 Poi aveva
aggiunto: «Se qualcuno si rifiuta di prendere la coppa dalla tua mano e non
vuole bere, lo farai bere per forza: è un ordine del Signore
dell'universo.
29 Io incomincio l'opera di
distruzione proprio da Gerusalemme, la mia città. Le altre nazioni
pensano forse di cavarsela? No di sicuro! Saranno punite perché
farò scoppiare la guerra in tutti i popoli. Lo dico io, il Signore
dell'universo.
30 «Tu, Geremia, ripeterai
fedelmente le mie parole e dovrai aggiungere:
Il
Signore ruggisce dall'alto,
dalla sua santa
dimora
fa udire la voce come un tuono.
Emette un ruggito potente
contro il suo popolo;
grida forte come quelli che pigiano l'uva.
A tutti gli abitanti della terra,
31 fino ai confini del mondo,
giunge l'eco del suo grido.
Il Signore ha iniziato un processo
contro tutte le nazioni:
ogni uomo è chiamato in giudizio
e i colpevoli sono condannati a
morte.
32 Un disastro si propaga
da una nazione all'altra,
una grande tempesta si alza
dall'estremità della terra».
Così dice il Signore
dell'universo.
33 Allora non resterà
più nessuno a piangere quelli che il Signore ha ucciso da
un'estremità all'altra della terra. Nessuno raccoglierà i cadaveri
per seppellirli saranno lasciati come concime nei
campi.
34 Urlate, capi del popolo, gridate,
rotolatevi nella polvere, guide del gregge!
Ora tocca a voi andare al macello:
sarete abbattuti e fatti a pezzi
come scelti
montoni.
35 Non c'è rifugio per i capi del
popolo,
non c'è scampo per le guide del
gregge!
36 Sentite le loro grida,
udite le urla
strazianti!
Il Signore fa strage nel loro
pascolo,
37 la sua collera ardente
distrugge
gli ovili, prima
tranquilli.
38 Poi si allontana, il Signore,
come un leone che lascia la sua tana.
La sua collera si è scatenata,
la spada ha distrutto ogni
cosa:
il paese è ridotto a un
deserto.
AVVENIMENTI DELLA VITA DEL PROFETA
CAPITOLO
26
GEREMIA E' MINACCIATO DI MORTE
(vedi 7, 1-15)
1 Il Signore diede queste istruzioni a Geremia
all'inizio del regno di Ioiakim figlio di Giosia:
2 «Va' nel cortile del tempio e parla a
quelli che vengono da tutte le città di Giuda per partecipare alle
cerimonie religiose. Ripeti esattamente quel che ti ho comandato di dire loro:
non tralasciare nemmeno una delle mie parole.
3
Forse ti ascolteranno e la smetteranno di comportarsi male. Allora non li
punirò più come avevo pensato di fare.
4 Parlerai a nome mio e dirai: Ascoltatemi, e
comportatevi secondo la legge che vi ho dato.
5
Mettete in pratica quel che dicono i miei servi, i profeti. Io ho continuato a
mandarveli, ma voi non li avete ascoltati.
6 Se
continuerete a disubbidire, distruggerò questo tempio come ho distrutto
quello di Silo e questa città diventerà per tutte le nazioni della
terra un esempio della mia maledizione».
7 I
sacerdoti, i profeti e tutta la gente presente udirono Geremia che annunziava
questo messaggio nel tempio del Signore.
8
Appena Geremia finì di riferire al popolo le parole che il Signore gli
aveva ordinato di dire, i sacerdoti, i profeti e i presenti lo afferrarono
gridando: «A morte! A morte!
9 Come osi
dire a nome del Signore che questo tempio sarà distrutto come quello di
Silo e che questa città sarà devastata e rimarrà senza
abitanti?». Tutta la gente che si trovava nel tempio si era intanto
affollata intorno a Geremia.
10 I capi di Giuda
vennero informati di quanto accadeva. Salirono subito dal palazzo reale al
tempio del Signore e si sedettero ai loro posti vicino alla nuova porta.
11 Allora i sacerdoti e i profeti, rivolti alle
autorità e a tutti i presenti dissero: «Quest'uomo dev'essere
condannato a morte perché ha parlato contro la nostra città.
L'avete sentito poco fa con i vostri
orecchi».
12 Ma Geremia rispose alle
autorità e alla folla: «E' stato il Signore che mi ha mandato ad
annunziare quel che avete sentito, contro questo tempio e contro questa
città.
13 Cambiate la vostra condotta e
il vostro modo d'agire; ubbidite a quanto vi dice il Signore vostro Dio. Allora
egli rinunzierà a punirvi con le disgrazie che ha minacciato.
14 Quanto a me, sono nelle vostre mani: fate di
me come vi sembra bene e giusto.
15 Però,
pensateci bene. Se mi uccidete, sarete responsabili della morte di un innocente,
voi e tutti gli abitanti di questa città, perché il Signore mi ha
davvero mandato ad annunziarvi chiaramente queste
cose».
16 Allora le autorità e la
folla dissero ai sacerdoti e ai profeti: «Non possiamo condannare a morte
quest'uomo! Ci ha davvero parlato a nome del Signore nostro
Dio».
17 A questo punto, alcuni membri del
consiglio degli anziani si alzarono e dissero alla gente che si era radunata:
18 «Durante il regno di Ezechia re di
Giuda, il profeta Michea di Moreset ripeteva a tutta la gente di questa regione
quel che gli aveva cominciato il Signore dell'universo:
"Sion sarà arata come un campo,
Gerusalemme diventerà un mucchio di
rovine
e il monte
del tempio
si trasformerà in un bosco
selvaggio".
19 «Ebbene, il re Ezechia e la
gente di Giuda hanno forse ucciso il profeta per questo? No, hanno avuto timore
del Signore e hanno calmato la sua ira. Così il Signore ha rinunziato a
colpirli con le disgrazie minacciate. Noi invece con le nostre azioni stiamo per
tirarci addosso un castigo terribile».
IL PROFETA URIA E' UCCISO
20 Al tempo di Geremia, anche
un altro uomo parlava a nome del Signore. Si chiamava Uria ed era figlio di un
certo Semaia, originario di Kiriat-Iearim. Egli parlava contro Gerusalemme e
contro Giuda, proprio come Geremia.
21 Il re
loiakim, le sue guardie e i suoi ministri udirono i discorsi di Uria. Il re lo
fece ricercare per ucciderlo, ma Uria, avvertito in tempo, fuggì pieno di
paura e si rifugiò in Egitto.
22 Allora
il re loiakim mandò laggiù i suoi uomini guidati da Elnatan,
figlio di Acbor.
23 Costoro portarono Uria fuori
dell'Egitto e lo condussero davanti al re che lo fece uccidere con un colpo di
spada. Il suo cadavere fu gettato nella fossa comune.
24 Invece Geremia era protetto da Achikam figlio
di Safan. Grazie a lui, non fu consegnato nelle mani del popolo che voleva farlo
morire.
CAPITOLO
27
GEREMIA SI PRESENTA CON UN GIOGO SULLE SPALLE
1 Il Signore diede queste
istruzioni a Geremia all'inizio del regno di Sedecia figlio di Giosia re di
Giuda.
2 Il Signore gli disse: «Procurati
alcuni gioghi di legno con cinghie e mettili sulle spalle.
3 Dovrai mandarne uno a ciascuno dei re di Edom,
di Moab, di Ammon, di Tiro e di Sidone, per mezzo dei loro ambasciatori venuti a
Gerusalemme per incontrare Sedecia re di Giuda.
4 Li incaricherai anche di riferire esattamente
ai loro re il messaggio che io, il Signore dell'universo, Dio d'Israele, ti
affido:
5 Io con la mia grande forza e potenza
ho creato il mondo, gli uomini e gli animali che vivono sulla terra. Ebbene, io
do tutto questo a chi voglio.
6 Ora ho deciso di
consegnare le vostre terre al mio servo Nabucodonosor re di Babilonia e di
mettere al suo servizio perfino le bestie selvatiche.
7 Tutte le nazioni dovranno servire lui, suo
figlio e suo nipote. Poi verrà il momento in cui anche il suo regno
sarà sottomesso da nazioni numerose e da re potenti.
8 Ma per ora, se una nazione o un regno non
vuole servire Nabucodonosor re di Babilonia o sottomettersi al suo giogo, io li
colpirò con la guerra, la carestia e la peste finché non
avrò finito di metterli in suo potere. Lo dico io, il Signore.
9 «Perciò non date retta ai vostri
profeti o a quelli che pretendono di conoscere il futuro per mezzo dei sogni o
evocando gli spiriti o con arti magiche. Tutti questi vogliono convincervi che
non diventerete schiavi del re di Babilonia.
10
Ma quel che essi vi annunziano è falso e così vi faranno portar
via dalla vostra patria. Io infatti vi disperderò e sarete completamente
sterminati.
11 Invece, se una nazione accetta di
portare sulle spalle il giogo del re di Babilonia e di servirlo, io la
lascerò stare sul suo territorio: potrà coltivarlo e abitarlo. Lo
dico io, il Signore».
12 Geremia
portò lo stesso messaggio anche a Sedecia re di Giuda: «Anche tu e
il tuo popolo dovrete portare sulle spalle il giogo del re di Babilonia. Se
accetterete di servire lui e il suo popolo, avrete salva la vita.
13 Il Signore ha minacciato di punire la nazione
che non accetta il dominio del re di Babilonia. Perché tu e il tuo popolo
volete morire in guerra, o di fame o di peste?
14 Non date retta alle parole dei profeti che
dicono "Non diventerete servi del re di Babilonia". Essi vi ingannano.
15 Il Signore stesso ha detto che non li ha
mandati. Eppure continuano ad annunziare cose false a nome suo. In questo modo
costringono il Signore a scacciarvi lontano e a far morire voi e i profeti che
vi raccontano tutte queste storie».
16
Geremia si rivolse poi anche ai sacerdoti e alla gente che stava attorno e
riferì questo messaggio del Signore: «Non date retta alle parole dei
vostri profeti. Vi promettono che gli arredi del tempio saranno presto riportati
indietro da Babilonia, ma vi ingannano.
17 Non
ascoltateli! Piuttosto, sottomettetevi al re di Babilonia e avrete salva la
vita. Perché volete far diventare questa città un mucchio di
rovine?
18 Se questi tali sono veramente profeti
e se hanno ricevuto un messaggio del Signore, cerchino piuttosto di supplicare
il Signore dell'universo. Lo preghino perché non faccia portare a
Babilonia anche gli arredi rimasti nel tempio, nel palazzo del re di Giuda e
nelle altre case di Gerusalemme».
19
Perché il Signore dell'universo ha ancora qualcosa da dire a proposito
delle colonne, della grande vasca di bronzo, dei carrelli e degli altri arredi
preziosi rimasti in città.
20 E' vero, il
re Nabucodonosor non li ha presi quando ha portato prigionieri a Babilonia
Ieconia re di Giuda e figlio di Ioiakim con i nobili di Giuda e di Gerusalemme.
21 Però il Signore dell'universo, Dio
d'Israele, a proposito degli arredi preziosi rimasti nel tempio, nel palazzo del
re di Giuda e a Gerusalemme, dice così:
22 «Anche questi oggetti saranno portati a
Babilonia e resteranno là finché io non mi interesserò di
farli riportare indietro e di sistemarli di nuovo in questo luogo. Ecco quel che
ha detto il Signore».
CAPITOLO
28
GEREMIA E IL PROFETA ANANIA
1 Si era ancora all'inizio del
regno di Sedecia re di Giuda, e precisamente nell'anno quarto del suo regno. Un
giorno del quinto mese, il profeta Anania, figlio di Azzur originario di Gabaon,
incontrò Geremia nel tempio, e davanti ai sacerdoti e a tutta la gente
gli disse:
2 «Questo è il messaggio
che il Signore dell'universo, Dio d'Israele, vi fa sapere: Per me, il giogo che
il re di Babilonia vi ha imposto, è già spezzato.
3 Ancora un paio d'anni e poi farò
riportare in questo tempio tutti gli arredi preziosi che il re Nabucodonosor ha
preso di qui per portarseli a Babilonia.
4
Farò ritornare anche Ieconia re di Giuda e figlio di loiakim con la gente
di Giuda deportata a Babilonia. Certamente, spezzerò il giogo che il re
di Babilonia vi ha imposto. Ecco quel che dice il Signore!».
5 Allora, alla presenza dei sacerdoti e della
gente radunata nel tempio, il profeta Geremia rispose ad Anania:
6 «Sarebbe bello! Il Signore facesse
davvero così! Il Signore facesse accadere quel che tu hai annunziato!
Facesse veramente ritornare da Babilonia in questo luogo tutti gli arredi del
tempio e la gente deportata!
7 Invece, ascolta
bene quel che dico, a te e alla gente che sta qui:
8 Prima di me e di te ci sono sempre stati
profeti. Essi hanno annunziato guerre, disgrazie e pestilenze contro molte
nazioni e regni potenti.
9 Ma se un profeta
annunzia la pace, bisogna prima aspettare che si realizzino le sue parole, per
sapere se il Signore lo ha davvero
incaricato».
10 A questo punto Anania prese
il giogo che il profeta Geremia portava ancora sulle spalle, lo fece a pezzi,
11 e disse davanti a tutti: «Così
parla il Signore: In questo modo, entro due anni, farò a pezzi il giogo
che Nabucodonosor re di Babilonia ha messo sulle spalle di tutte le
nazioni». Allora il profeta Geremia si allontanò.
12 Qualche tempo dopo che Anania aveva fatto a
pezzi il giogo di Geremia, il Signore ordinò al profeta
Geremia
13 di riferire ad Anania queste parole:
«Questo è il messaggio del Signore: Tu hai spezzato un giogo di
legno, ma dovrai sostituirlo con uno di ferro.
14 Proprio così dice il Signore
dell'universo, Dio d'Israele: Ho messo un giogo di ferro sulle spalle di queste
nazioni per farle schiave di Nabucodonosor re di Babilonia. Ho messo al suo
servizio perfino le bestie selvatiche».
15
Poi, il profeta Geremia concluse con queste parole: «Parliamoci chiaro,
Anania, il Signore non ti ha mandato. Sei stato tu che hai spinto questo popolo
a fidarsi di cose non vere.
16 Per questo motivo
il Signore ha deciso di farti sparire da questa terra. Entro quest'anno tu
morirai, perché hai spinto il popolo a ribellarsi contro il
Signore».
17 Il profeta Anania morì
nel settimo mese di quello stesso
anno.
CAPITOLO 29
LETTERA DI GEREMIA
1 Il profeta Geremia
mandò da Gerusalemme una lettera a quelli che Nabucodonosor aveva
condotto prigionieri a Babilonia. La lettera era indirizzata al gruppo degli
anziani in esilio, ai sacerdoti, ai profeti e a tutti gli altri.
2 Tutta questa gente era stata costretta da poco
ad abbandonare Gerusalemme con il re Ieconia e la regina madre. Erano partiti
anche i funzionari di corte, i capi di Giuda e di Gerusalemme, gli artigiani e i
fabbri.
3 La lettera fu recapitata da Elasa
figlio di Safan e da Ghemaria figlio di Chelkia. Il re di Giuda Sedecia, li
aveva mandati a Babilonia per trattare con il re Nabucodonosor. La lettera
diceva:
4 «Questo è il messaggio del
Signore dell'universo, Dio d'Israele, per tutti quelli che ha fatto deportare da
Gerusalemme a Babilonia:
5 Costruite case e
abitatele, coltivate orti e mangiatene i frutti.
6 Prendete moglie e abbiate figli e figlie. Date
moglie ai vostri figli e marito alle vostre figlie perché abbiano
anch'essi molti bambini. Crescete di numero, lì dove siete, e non
diminuite.
7 Lavorate per il benessere della
città dove vi ho fatti deportare e pregate il Signore per lei,
perché il vostro benessere dipende dal suo.
8 «Il Signore dell'universo, Dio d'Israele,
vi dà anche questo avvertimento: Non lasciatevi ingannare dai profeti che
vivono in mezzo a voi né da quelli che predicono il futuro; non date
retta a quelli che interpretano i vostri sogni.
9 Tutti questi pretendono di parlarvi a nome
mio, ma quel che dicono non è vero. Io non li ho affatto mandati. Questo
dice il Signore.
10 «Il Signore dice
ancora: La potenza di Babilonia durerà settant'anni. Solamente allora io
interverrò a vostro favore e realizzerò le promesse che vi ho
fatto, di farvi ritornare qui, nella vostra patria.
11 Io, il Signore, ho fatto progetti precisi su
di voi. Vi assicuro: sono progetti di benessere, non di sventure perché
voglio darvi un futuro pieno di speranza.
12
Allora, quando verrete a supplicarmi e a pregarmi, io vi esaudirò.
13 Mi cercherete e mi troverete. Poiché
mi cercherete con tutto il vostro cuore,
14 io
mi lascerò trovare da voi, ve lo prometto. Ricostruirò il vostro
popolo, vi radunerò da tutte le nazioni e da tutti i paesi dove vi ho
dispersi. Vi farò ritornare nel luogo dal quale vi ho fatti partire per
l'esilio. Questo dice il Signore.
15 «Voi
siete convinti che il Signore vi ha dato profeti anche a Babilonia.
16 Ebbene, ascoltate il messaggio del Signore
riguardo al re che governa nel regno di Davide e alla gente rimasta a
Gerusalemme, i vostri concittadini che non sono stati deportati con voi.
17 Così dice il Signore dell'universo:
Fra poco manderò contro di loro la guerra, la carestia e la peste.
Saranno così malconci da sembrare fichi marci, immangiabili.
18 «Continuerò a colpirli con la
guerra, la fame e la peste e tutti i regni della terra saranno atterriti quando
li vedranno. In tutte le nazioni dove li farò arrivare, la gente ne
avrà paura e li maledirà, li coprirà di insulti e di
disprezzo.
19 Questo accadrà
perché non hanno ubbidito alle mie parole. Io, il Signore, ho continuato
a mandare loro i miei servi, i profeti, ma non li hanno mai ascoltati.
20 Almeno voi, che ho mandato in esilio da
Gerusalemme a Babilonia, ascoltate quel che vi dico io, il Signore.
21 «Questo è un altro messaggio del
Signore dell'universo, Dio d'Israele. Riguarda Acab figlio di Kolaia e Sedecia
figlio di Maasia che dicono di parlare a nome di Dio, ma in realtà vi
raccontano fandonie. Li consegnerò a Nabucodonosor re di Babilonia, che
li farà uccidere davanti a voi.
22 Quando
i deportati dalla terra di Giuda che vivono a Babilonia vorranno maledire
qualcuno, faranno riferimento a quei due e diranno: "Il Signore ti tratti come
Sedecia e Acab che il re di Babilonia ha fatto bruciare
vivi".
23 Questo accadrà perché si
sono comportati in modo intollerabile tra il popolo d'Israele. Hanno commesso
adulterio con le mogli dei loro amici e hanno preteso di parlare a mio nome. Ma
io non avevo dato loro nessun ordine. Io so bene come sono andate le cose,
perché ne sono stato testimone. Così dice il
Signore».
LA LETTERA DI SEMAIA
24-25 Il Signore
dell'universo, Dio d'Israele, affidò a Geremia un messaggio per Semaia,
originario di Nechelam. Egli di propria iniziativa aveva mandato lettere a tutto
il popolo rimasto a Gerusalemme, al sacerdote Sofonia figlio di Maasia e agli
altri sacerdoti. Nella lettera indirizzata a Sofonia, egli scriveva:
26 «Il Signore ti ha messo al posto del
sacerdote Ioiada ed ora sei tu il sacerdote responsabile del servizio d'ordine
nel tempio. E' tuo dovere far legare con catene e con un collare di ferro gli
esaltati che si mettono a fare i profeti.
27 E
allora, perché non sei intervenuto contro Geremia di Anatot che ha
parlato al popolo come se fosse un profeta?
28
E' colpa tua se ha potuto mandarci a dire, qui a Babilonia: "Sarà lunga
per voi! Perciò costruite case e abitatele, coltivate orti e mangiatene i
frutti"».
29 Il sacerdote Sofonia lesse
questa lettera davanti al profeta Geremia.
30
Allora il Signore diede a Geremia l'ordine
31 di
far giungere a tutti i deportati questo messaggio a proposito di Semaia,
originario di Nechelam: «Semaia vi ha parlato come se fosse un profeta, ma
io non l'ho mandato. Poiché vi ha spinti a fidarvi di cose non
vere
32 io, il Signore, punirò Semaia di
Nechelam e i suoi discendenti. Nessuno della sua famiglia resterà in
mezzo a voi, potrà godere del benessere che sto per concedere al mio
popolo. Infatti egli ha spinto il popolo a ribellarsi contro di me. Così
dice il Signore».
CAPITOLO
30
DIO PROMETTE IL RITORNO D'ISRAELE
1-2 Il Signore, Dio d'Israele,
diede quest'ordine a Geremia: «Prendi nota, scrivi tutti i messaggi che ti
ho comunicato.
3 Infatti io, il Signore, ti
assicuro che entro breve tempo cambierò in meglio la sorte del mio
popolo, Israele e Giuda. Li farò ritornare nella terra che avevo dato ai
loro antenati ed essi ne prenderanno di nuovo possesso. Così dice il
Signore».
4 Questi dunque sono i messaggi
del Signore per il popolo d'Israele e di Giuda:
5
«Si odono urla strazianti,
tutti sono
atterriti, non c'è scampo!
6 Informatevi,
guardatevi attorno:
avete mai visto un uomo
partorire?
Perché allora vedo tutti gli
uomini
con le mani alle reni
come una donna presa dalle doglie?
Perché sono tutti stravolti
e le loro facce sono diventate pallide?
7 Veramente terribile sarà quel giorno,
non ce n'è mai stato uno simile!
Sarà un tempo di angoscia
per i discendenti di Giacobbe,
ma ne usciranno sani e
salvi».
8 Il Signore dell'universo
dichiara: «In quel giorno io romperò il giogo che pesa sulle loro
spalle, spezzerò le loro catene ed essi non saranno più schiavi di
popoli stranieri.
9 Invece serviranno me, il
Signore loro Dio, e saranno soggetti al discendente di Davide che io farò
regnare su di loro».
10 Il Signore
dichiara:
«Non abbiate paura,
discendenti del mio servo Giacobbe,
non lasciatevi abbattere,
voi che appartenete al popolo
d'Israele!
Presto verrò a liberarvi
da questa terra
lontana
dove siete in esilio con i vostri figli.
Ritornerete e vivrete tranquilli,
discendenti di Giacobbe,
vivrete in pace
e nessuno vi darà fastidio,
11 perché io sono con voi per salvarvi.
Sterminerò tutte le nazioni
in mezzo alle quali vi ho dispersi,
ma voi non sarete distrutti.
Però vi punirò come è
giusto,
perché non posso considerarvi
innocenti.
Così ha detto il
Signore».
12 Il Signore dice al suo
popolo:
«Non c'è rimedio alle tue
ferite,
le tue piaghe non possono
guarire.
13 Nessuno può prendersi cura di
te:
per una semplice ferita, c'è rimedio,
ma per te non c'è speranza di
guarigione.
14 I tuoi alleati ti hanno
dimenticata,
non si interessano più di
te.
Ti ho colpita come avrebbe fatto
un nemico,
ti ho
punita con molta severità
perché
la tua colpa era enorme
e i tuoi peccati troppo
gravi.
15 Perché ti lamenti delle tue
ferite?
Le tue piaghe non si possono curare.
Sono stato io a procurartele
per punirti della tua colpa enorme
e dei tuoi peccati troppo
gravi.
16 Ora però, tutti quelli che ti
divoravano
saranno a loro volta divorati.
Tutti i tuoi nemici, senza eccezione,
saranno condotti via
prigionieri.
Quelli che ti
derubavano
saranno a loro volta
derubati.
Quelli che ti
saccheggiavano
subiranno a loro volta il
saccheggio.
17 Essi
dicevano:
"Sion è una città
abbandonata da Dio,
più nessuno
s'interessa di lei".
Ma io ti ridarò la
salute,
ti guarirò dalle tue
ferite.
Lo dice il
Signore».
18 Così dice il
Signore:
«Farò ritornare alle loro
abitazioni
i discendenti di Giacobbe
e sarò generoso con le loro famiglie.
Gerusalemme sarà
ricostruita
sulle sue
rovine
e i palazzi sorgeranno dov'erano prima.
19 Da essi usciranno canti di ringraziamento
e grida di gente
felice.
Farò crescere di numero il mio
popolo
e non diminuiranno più,
li farò onorare da tutti
e non saranno più
disprezzati.
20 Farò dei loro
figli
una nazione potente come una volta,
e la renderò
stabile.
Io punirò tutti i loro nemici.
21 Avranno come capo uno di loro,
un principe uscito dalla loro
razza.
Lo farò venire accanto a
me
ed egli starà al mio
fianco:
nessun altro potrebbe
farlo
senza rischiare la
vita».
Così dice il
Signore:
22 «Allora voi sarete il mio
popolo,
e io sarò il vostro
Dio».
23 Ed ora il furore del
Signore
si scatena come una tempesta,
come un uragano
travolgente
si abbatte sulla testa dei malvagi.
24 La collera ardente del
Signore
non si
calmerà
finché egli non avrà
portato a termine
quel che aveva deciso di fare.
Un giorno, anche
voi
comprenderete tutto
chiaramente.
CAPITOLO
31
IL RITORNO DEGLI ESILIATI
1 Il Signore dice:
«Quando arriverà il momento che ho stabilito, io sarò il Dio
di tutte le tribù d'Israele, ed esse formeranno il mio
popolo.
2 Nel deserto mi sono dimostrato benevolo
verso un popolo
sfuggito
alla morte
violenta.
Mentre Israele camminava
ancora
cercando riposo,
3 gli sono venuto incontro da lontano
e gli ho
detto:
"Ti ho sempre amato e per
questo
continuerò a mostrarti il mio amore
incrollabile".
4
Gente d'Israele, ti ricostruirò di nuovo
e tu riprenderai
forza.
Suonerai di nuovo i tuoi
tamburi
e ti unirai alle danze di
gioia.
5 Pianterai di nuovo le vigne
sulle colline di
Samaria
e chi le ha coltivate potrà
goderne i frutti.
6 Sì, è vicino il
giorno in cui le sentinelle
grideranno sulle
montagne di Efraim:
"Venite, saliamo al monte
Sion,
per stare vicini al Signore, nostro
Dio"».
7 Il Signore
dice:
«Cantate di gioia per il popolo
di Giacobbe,
rallegratevi con la prima tra le
nazioni!
Cantate le vostre lodi a Dio e
dite:
"Il Signore ha salvato il suo popolo,
ha liberato i superstiti d'Israele".
8 Infatti io li riconduco dalle regioni del
nord,
li raduno dai punti più lontani
della terra.
Ritorneranno con loro anche i ciechi
e gli zoppi,
le
donne incinte e quelle che hanno
appena
partorito;
insieme formeranno una folla
immensa.
9 Sono partiti piangendo,
li farò ritornare con lacrime di gioia.
Li condurrò a torrenti ricchi d'acqua,
per una strada comoda, dove
non
inciamperanno,
perché io sono un padre per Israele,
ed Efraim è il mio
primogenito».
IL LAMENTO E' CAMBIATO IN GIOIA
10 Nazioni straniere,
ascoltate quel che dice il Signore
e annunziate fino alle terre più lontane:
«Il Signore aveva disperso Israele,
ma ora lo raduna e lo custodisce
come fa un pastore con il suo gregge».
11 Infatti il Signore ha liberato i
discendenti
di Giacobbe,
li ha strappati dalle
mani
di un nemico più forte di
loro.
12 Essi verranno sul monte
Sion
e canteranno di gioia,
i loro occhi
s'illumineranno
di fronte ai doni che il Signore
ha preparato:
frumento, olio e vino nuovo,
agnelli, capretti e
vitelli.
Si sentiranno rivivere come un giardino
ben irrigato,
non correranno più il
rischio
di soffrire la
fame.
13 Le ragazze danzeranno felici,
giovani e anziani si
uniranno
alla loro
festa.
Così dice il
Signore:
«Io cambierò il loro lutto
in allegria,
li consolerò per le loro
afflizioni
e li riempirò di gioia.
14 Farò dare ai sacerdoti
offerte
ricche e abbondanti,
il mio popolo riceverà da me
ogni sorta di
beni».
DIO E' MISERICORDIOSO CON ISRAELE
15 Il Signore
dice:
«Una voce si è sentita
nella regione di Rama,
un lamento e un pianto amaro:
Rachele piange i suoi figli
e non vuole essere consolata
perché essi non ci sono
più.
16 Ma ora, basta con i lamenti e il
pianto,
asciuga le lacrime dagli occhi
perché io ti ricompenserò dei tuoi
affanni:
i tuoi figli ritorneranno dal paese
nemico.
17 C'è speranza per i tuoi
discendenti:
i tuoi figli ritorneranno in
patria,
lo prometto io, il Signore.
18 Ho udito molto bene la gente di Efraim
che si lamentava e diceva:
"Signore, ci hai domati con forza
come si fa con un torello selvaggio.
Ma ora, facci ritornare a te,
perché sei tu il Signore, nostro
Dio.
19 E' vero, siamo andati lontani da te
ma ora siamo
pentiti.
Tu ci hai fatto capire i nostri sbagli
e noi ci battiamo il petto,
siamo pieni di vergogna e
umiliati
per i peccati commessi nel
passato".
20 «Efraim è il mio
figlio più caro,
il mio bambino
preferito,
- dice il Signore.
-
Ogni volta che ne parlo,
mi ricordo sempre di lui con affetto
perché il mio cuore si riempie di
tenerezza:
certo avrò misericordia di
lui!
21 «Pianta dei paletti per
segnarti la strada,
ricordati bene la via che
hai percorso,
e ritorna, gente d'Israele,
ritorna a queste tue
città.
22 Per quanto tempo ancora
esiterai,
gente
ribelle?
Ormai io, il Signore, ho creato
una cosa completamente nuova sulla terra:
la donna circonderà
l'uomo».
RICOSTRUZIONE DEL POPOLO DI DIO
23 Il Signore dell'universo,
Dio d'Israele, dice: «Quando avrò fatto ritornare il mio popolo
nella terra di Giuda, in tutte le sue città si dirà di nuovo: "Il
Signore ti benedica, monte santo, dove abita veramente il
Signore".
24 Allora vivranno insieme gli abitanti
della campagna di Giuda e quelli delle sue città, agricoltori e
allevatori di greggi
25 Io concederò
riposo a quelli che sono stanchi e darò il necessario a chi ne ha
bisogno.
26 Per questo la gente si
sveglierà e dirà: "Abbiamo dormito
bene".
27 Presto renderò molto fecondi
uomini e animali nelle regioni di Giuda e d'Israele. Lo dico io, il Signore.
28 Fino a questo momento mi sono occupato di
loro solo per sradicare, demolire, abbattere, distruggere e danneggiare. D'ora
in poi mi interesserò di loro per ricostruire e piantare.
29 Allora nessuno ripeterà più il
proverbio: "I genitori mangiano l'uva acerba e ai figli rimane la bocca
amara".
30 Invece, soltanto chi mangerà
l'uva acerba avrà la bocca amara e soltanto chi ha peccato
morirà».
LA NUOVA ALLEANZA
31 Il Signore dice:
«Verranno giorni quando io concluderò una nuova alleanza con il
popolo d'Israele e con il popolo di Giuda.
32
Questa alleanza non sarà come quella che ho concluso con i loro antenati
quando li ho presi per mano per farli uscire dall'Egitto. Essi hanno rotto
quell'alleanza, ma io ho continuato ad essere il loro Signore.
33 Questa è l'alleanza che io
concluderò con il popolo d'Israele dopo quei giorni: Io metterò la
mia legge dentro di loro e la scriverò nel loro cuore. Allora io
sarò il loro Dio ed essi saranno il mio popolo.
34 Nessuno dovrà più insegnare
agli altri o dire al fratello: Cerca di conoscere il Signore. Perché mi
conosceranno tutti, dal più piccolo fino al più grande. Io
perdonerò le loro colpe e non mi ricorderò più dei loro
peccati. Io, il Signore, lo prometto
solennemente».
DIO E' FEDELE ALLE SUE PROMESSE
35 Il Signore ha posto il sole
come luce
per il giorno,
la luna e le stelle come luce per la
notte;
egli sconvolge il mare con gran fragore
di onde,
il suo
nome è: Signore dell'universo.
36 Come
sono stabili le leggi della natura
così
sarà stabile la nazione
del popolo
d'Israele, per sempre.
Lo ha promesso il
Signore.
37 Se un giorno qualcuno
riuscirà
a misurare l'altezza del cielo
o ad esplorare gli abissi della terra,
solo allora il Signore rifiuterà
di considerare Israele come suo popolo
per il male che ha
commesso.
E' una promessa solenne del
Signore.
38 Il Signore dice: «Presto
Gerusalemme sarà ricostruita in mio onore, dalla torre di Cananeel fino
alla porta dell'Angolo.
39 La città si
espanderà seguendo una linea che va fino alla collina di Gareb e poi
piega verso Goa.
40 Tutta la valle dove si
bruciano i cadaveri e se ne disperdono le ceneri, tutti i campi lungo il
torrente Cedron fino all'angolo della porta dei Cavalli a oriente, saranno
consacrati a me. La città non sarà mai più sconvolta
né distrutta».
CAPITOLO
32
L'ACQUISTO DI UN CAMPO, SEGNO DI SPERANZA
1 Questi sono gli ordini che
il Signore diede a Geremia durante il decimo anno del regno di Sedecia re di
Giuda. Quell'anno era il diciottesimo del regno di Nabucodonosor,
2 re di Babilonia, il quale con il suo esercito
assediava Gerusalemme. In quel periodo, il profeta Geremia era rinchiuso
nell'atrio della prigione, all'interno del palazzo reale.
3 Lo aveva fatto imprigionare lo stesso re di
Giuda, Sedecia, che accusava il profeta di aver annunziato questo messaggio del
Signore: «Farò cadere Gerusalemme nelle mani del re di Babilonia ed
egli l'occuperà.
4 Nemmeno Sedecia, re di
Giuda, riuscirà a sfuggire alle mani dei nemici, perché ho deciso
di consegnarlo in potere del re di Babilonia. Dovrà comparire davanti a
lui per rispondergli personalmente.
5 Poi
Sedecia sarà condotto prigioniero a Babilonia dove resterà
finché io non interverrò in suo favore. Perciò, anche se
continuerete a combattere contro i Babilonesi, non riuscirete mai a vincere. Lo
dico io, il Signore».
6 Ecco il racconto di
Geremia.
Il Signore mi disse:
7 «Canamel, figlio di tuo zio Sallum, fra
poco verrà a parlarti del campo che egli possiede ad Anatot. Vuole
venderlo a te perché tu sei il parente più prossimo e per legge
hai più diritto degli altri di
acquistarlo».
8 Come il Signore mi aveva
annunziato, mio cugino Canamel venne a trovarmi nell'atrio della prigione e mi
disse: «Perché non compri il campo che io possiedo ad Anatot, nel
territorio di Beniamino? Tu sei il primo che ha diritto di acquistarlo,
perché tu sei il parente più prossimo. Non lasciartelo
sfuggire!».
Allora ne ebbi la certezza: il
Signore mi aveva davvero parlato.
9 Decisi di
comperare da mio cugino Canamel il campo che si trova ad Anatot, e preparai il
denaro secondo il prezzo stabilito: diciassette monete d'argento.
10 Scrissi il contratto, lo chiusi con il mio
sigillo alla presenza dei testimoni che avevo convocato e verificai il peso
dell'argento con una bilancia.
11 Poi presi le
due copie del documento di acquisto, quella sigillata secondo le prescrizioni
della legge e quella rimasta aperta,
12 e le
consegnai a Baruc, figlio di Neria e nipote di Maasia. Erano presenti mio cugino
Canamel, i testimoni che avevano firmato il contratto d'acquisto e un certo
numero di Ebrei che si trovavano nell'atrio della prigione.
13 Davanti a tutti, diedi a Baruc quest'ordine:
14 «Il Signore dell'universo, Dio
d'Israele, comanda di prendere le due copie del contratto di acquisto, la copia
sigillata e quella rimasta aperta, e di metterle in un'anfora di terra cotta,
perché si possano conservare per molto tempo.
15 Infatti il Signore dell'universo, Dio
d'Israele, afferma che un giorno si compreranno ancora case, campi e vigne in
questa regione».
LA PREGHIERA DEL PROFETA
16 Dopo aver consegnato a
Baruc, figlio di Neria, il documento di acquisto, rivolsi al Signore questa
preghiera:
17 «Signore mio Dio, tu con la
tua grande forza e potenza hai creato il cielo e la terra. Niente è
troppo difficile per te.
18 Tu dimostri il tuo
amore a mille generazioni, però fai anche scontare ai figli le
conseguenze dei peccati dei genitori. Sei un Dio grande e forte e il tuo nome
è: Signore dell'universo.
19 Fai progetti
grandiosi e li realizzi tutti. Tu segui con attenzione l'agire degli uomini per
trattare ciascuno secondo la sua condotta e in base al risultato delle sue
azioni.
20 Da quando il nostro popolo si trovava
in Egitto fino ad oggi, tu hai compiuto prodigi e miracoli, non solo tra il
popolo d'Israele ma anche tra gli altri uomini, e così oggi il tuo nome
è diventato famoso.
21 Hai compiuto
prodigi e miracoli, hai usato la tua grande forza e potenza e hai riempito di
terrore i nemici per far uscire dall'Egitto il tuo popolo Israele.
22 Hai dato agli Israeliti questa terra dove
scorre latte e miele, come avevi promesso con giuramento ai loro antenati.
23 Essi arrivarono in questa terra e ne presero
possesso. Però non hanno ascoltato quel che tu dicevi, non si sono
comportati secondo le tue istruzioni, non hanno fatto quel che tu comandavi.
Perciò tu hai mandato su di loro tutte queste
sciagure.
24 I Babilonesi combattono contro
Gerusalemme e ormai hanno portato le loro macchine di assedio fin sotto le sue
mura per occuparla. La guerra, la carestia e la peste stanno per far cadere la
città nelle loro mani. E' accaduto esattamente quel che avevi minacciato,
e tu stai lì a guardare.
25 La
città sta per cadere in potere dei Babilonesi e tu, Signore mio Dio, mi
ordini di comperarmi il campo e di pagarlo davanti a
testimoni!».
LA RISPOSTA DEL
SIGNORE
26 Allora il Signore mi rispose:
27 «Io sono il Signore, il Dio di tutti gli
uomini. Niente è troppo difficile per me.
28 Perciò ti assicuro che farò
cadere questa città in mano a Nabucodonosor re di Babilonia e al suo
esercito che la occuperà.
29 I Babilonesi
che ora assediano la città, vi entreranno e le daranno fuoco. La
incendieranno insieme alle case dove la gente mi esasperava con i suoi sacrifici
a Baal e agli dèi stranieri: essi bruciavano incenso sulle terrazze e
versavano il vino come offerta.
30 Infatti, -
continuò il Signore, - il popolo d'Israele e di Giuda fin dall'inizio
della sua storia si è sempre comportato in un modo che io giudico
malvagio. Essi non hanno fatto altro che provocarmi con le loro azioni.
31 Questa città mi ha dato solo motivo di
indignazione e di collera da quando l'hanno costruita fino ad oggi e
perciò ho deciso di distruggerla.
32
Ormai gli uomini d'Israele e di Giuda con i loro re, i capi, i sacerdoti e i
profeti, e soprattutto gli abitanti di Gerusalemme, mi hanno esasperato con il
loro comportamento malvagio.
33 Invece di
volgersi a me, mi hanno voltato le spalle. Io ho continuato ad istruirli con
cura, ma nessuno ha voluto imparare, anzi non mi stavano nemmeno a sentire.
34 Sono arrivati al punto da sistemare i loro
idoli vergognosi nel tempio consacrato a me e lo hanno profanato.
35 Nella valle di Ben-Innom hanno costruito
altari a Baal per bruciare i loro figli e le loro figlie come sacrificio in
onore del dio Moloc. Ma io non ho mai comandato a loro niente di simile, non ho
mai pensato di far commettere un'azione così orribile per spingere il
popolo di Giuda al peccato
36 «Voi dite che
la guerra, la carestia e la peste faranno cadere questa città in mano al
re di Babilonia. Ebbene, ascoltate quel che vi dico io, il Signore, Dio
d'Israele.
37 Ero fortemente indignato e in
collera contro gli abitanti di questa città e perciò li ho
dispersi in tutte le nazioni. Ma un giorno li radunerò di nuovo, li
ricondurrò qui e li farò vivere tranquilli.
38 Essi saranno di nuovo il mio popolo e io
sarò il loro Dio.
39 Li renderò
capaci di pensare e di agire tutti d'accordo per essere sempre fedeli a me.
Così saranno felici, essi e i loro discendenti.
40 Concluderò con loro un'alleanza
eterna. Sulla base di questa alleanza, io sarò sempre vicino a loro per
fare loro del bene e li convincerò ad essermi sempre fedeli con tutto il
cuore e così non si allontaneranno più da me.
41 Sarò veramente felice di poterli
riempire di ogni bene e farò di tutto perché si stabiliscano
definitivamente in questa terra.
42 «Sono
stato io, il Signore, a colpire il popolo di Giuda con una grande sciagura; e
sarò ancora io a procurargli tutto il bene che ho promesso.
43 Voi dite che questa terra è stata
ridotta a un deserto, senza uomini e senza animali, abbandonata nelle mani dei
Babilonesi. Invece proprio in questa terra la gente ricomincerà a
comperare i campi.
44 Nel territorio di
Beniamino, nei dintorni di Gerusalemme, nelle città di Giuda, nelle
città della montagna, in quelle della regione della Sefela e in quelle
del Negheb, dovunque la gente potrà acquistare campi. Avranno denaro per
comprarli, faranno contratti regolari, sigillati davanti a testimoni,
perché io cambierò la loro sorte. Lo prometto io, il
Signore».
CAPITOLO
33
NUOVE PROMESSE DI
DIO
1 Mentre Geremia si trovava ancora rinchiuso
nell'atrio della prigione, il Signore gli comunicò quest'altro messaggio:
2 «Io ho fatto la terra, l'ho plasmata
perché rimanga stabile; il mio nome è: Signore.
3 Rivolgiti a me e io ti risponderò, ti
rivelerò un grande segreto del quale non hai mai sentito parlare.
4 Io, il Signore, Dio d'Israele, ti assicuro che
le case di Gerusalemme e i palazzi dei re di Giuda saranno demoliti dalle
macchine da guerra e dalle armi dei nemici.
5
Quelli che cercheranno di combattere contro i Babilonesi, moriranno tutti e le
case saranno riempite dai loro cadaveri, perché io stesso li
colpirò con ira e furore. La gente di questa città ha commesso
azioni malvagie e per questo non mi prendo più cura di lei.
6 Però in seguito risanerò la
città e i suoi abitanti e guarirò le loro ferite. Mostrerò
loro come ottenere una pace vera e duratura.
7
Farò ritornare i deportati di Giuda e d'Israele e ricostruirò il
loro popolo come era prima.
8 Li
purificherò dai peccati che hanno commesso contro di me, li
perdonerò per avermi offeso e per essersi ribellati contro di me.
9 Allora Gerusalemme diventerà per me
motivo di gioia, di onore e di vanto di fronte a tutte le nazioni del mondo.
Esse rimarranno meravigliate e stupite quando sentiranno parlare di tutto il
benessere e della prosperità che io concederò agli abitanti di
Gerusalemme».
10 Il Signore dice: «Voi
affermate che la vostra terra è devastata ed è rimasta senza
uomini e senza animali. Ebbene, in questa terra, nelle città di Giuda,
nelle strade di Gerusalemme che ora sono deserte, senza anima viva, senza
animali, si udranno di nuovo
11 rumori di festa e
grida di gioia, i canti dello sposo e della sposa. La gente porterà di
nuovo nel mio tempio le offerte di ringraziamento e
canterà:
"Lodate il Signore dell'universo;
egli è
buono;
eterno è il suo amore per
noi".
Infatti ridarò a questa terra il
benessere che aveva prima. Lo dico io, il
Signore».
12 Il Signore dell'universo dice:
«Questa terra è ora come un deserto e tutte le sue città sono
rimaste senza uomini e senza animali. Però torneranno ad esserci luoghi
tranquilli dove i pastori faranno riposare le loro greggi.
13 Nel territorio di Beniamino, nei dintorni di
Gerusalemme, nelle città di Giuda, nelle città della montagna, in
quelle della pianura lungo il mare e in quelle del sud i pastori potranno di
nuovo contare il loro bestiame. Lo dico io, il
Signore».
14 Il Signore dice: «E'
vicino il tempo nel quale realizzerò le promesse che avevo fatto per il
bene del popolo d'Israele e di Giuda.
15 In quel
momento farò nascere il germoglio di Davide, un suo discendente
legittimo; egli amministrerà la giustizia in modo imparziale nel paese.
16 Allora la terra di Giuda sarà liberata
e gli abitanti di Gerusalemme vivranno tranquilli. La città sarà
chiamata: "Il Signore-Nostra-Salvezza"».
17
Il Signore dice: «Ci sarà sempre un discendente di Davide come re
d'Israele.
18 Ci saranno sempre discendenti
della tribù di Levi come sacerdoti che vengono davanti a me per
presentare i sacrifici completi, bruciare l'incenso e offrire altri
sacrifici».
19 Il Signore disse ancora a
Geremia:
20 «Mi sono impegnato
perché il giorno e la notte si succedano sempre regolarmente, e nessuno
può impedirlo.
21 Allo stesso modo mi
sono impegnato con il mio servo Davide a far regnare sempre un suo discendente,
e con la tribù di Levi a scegliere tra di loro i sacerdoti per il mio
servizio, e nessuno può impedirlo.
22
Farò aumentare il numero dei discendenti del mio servo Davide e dei
sacerdoti della tribù di Levi che stanno al mio servizio. Sarà
impossibile contarli, come non si possono contare le stelle del cielo o i
granelli di sabbia sulla spiaggia».
23 Il
Signore comunicò a Geremia quest'altro messaggio:
24 «Hai fatto caso a quel che dice la
gente? Essi ripetono che io ho abbandonato Israele e Giuda, le due famiglie che
mi ero scelte! In questo modo disprezzano il mio popolo perché non lo
considerano più una nazione.
25
Però, com'è vero che io, il Signore, ho stabilito il succedersi
del giorno e della notte e ho fissato le leggi che regolano il cielo e la terra,
26 così non abbandonerò mai i
discendenti di Giacobbe e del mio servo Davide. Sceglierò tra di loro i
capi che governeranno i discendenti di Abramo, di Isacco e di Giacobbe. Infatti
avrò pietà del mio popolo e farò ritornare i
deportati».
CAPITOLO
34
UN MESSAGGIO PER IL RE SEDECIA
1 Il Signore parlò
ancora a Geremia mentre Nabucodonosor, re di Babilonia, era in guerra contro
Gerusalemme e le altre città di Giuda. L'esercito del re era formato di
truppe di ogni razza provenienti da tutte le regioni che aveva conquistate.
2 Il Signore, Dio d'Israele, ordinò a
Geremia di andare a riferire al re di Giuda, Sedecia, queste precise parole:
«Io, il Signore, consegnerò questa città al re di Babilonia.
Egli la distruggerà con il fuoco.
3 Tu
non riuscirai a scappare, ma sarai arrestato e consegnato al vincitore. Ti
troverai davanti a lui a faccia a faccia e sentirai direttamente da lui quel che
ti dirà. Poi ti manderà a Babilonia.
4 Fa' come ti dico, Sedecia re di Giuda, ed
eviterai la morte violenta, te lo assicuro io, il Signore.
5 Anzi ti prometto che morirai in pace: ai tuoi
funerali avrai gli onori tributati ai tuoi antenati, i re di Giuda che ti hanno
preceduto;
la gente brucerà incenso e ti
piangerà con queste parole: "E' morto il nostro
re!"».
6 Il profeta Geremia riferì
questo messaggio a Sedecia re di Giuda, in Gerusalemme,
7 mentre l'esercito del re di Babilonia
assediava questa e le altre due città fortificate, Lachis e Azeka. Erano
le uniche città di Giuda che ancora gli
resistevano.
GLI SCHIAVI LIBERATI E
RIPRESI
8 Il Signore parlò ancora a
Geremia in un'altra circostanza. Il re Sedecia aveva concluso un accordo con la
popolazione di Gerusalemme per concedere la libertà agli schiavi.
9 Chi aveva al suo servizio schiavi ebrei,
uomini o donne, doveva ridare loro la libertà; nessuno poteva più
tenere schiavo uno della propria razza, un abitante di Giuda.
10 Tutti i capi e la popolazione che avevano
aderito all'accordo di non tenere più uomini e donne come schiavi, ma di
ridare loro la libertà, mantennero il loro impegno e li lasciarono
liberi.
11 Ma in seguito cambiarono parere,
ripresero quelli che prima avevano liberato e li costrinsero a diventare di
nuovo loro schiavi.
12 Allora il Signore
ordinò a Geremia di dire al popolo:
13
«Questo è il messaggio del Signore, Dio d'Israele: Io ho concluso un
accordo con i vostri antenati quando li ho fatti uscire dall'Egitto e li ho
liberati dalla schiavitù. I termini dell'accordo erano i seguenti:
14 Ogni sette anni ognuno doveva ridare la
libertà al proprio fratello ebreo che si era dovuto vendere a lui come
schiavo. Dopo sei anni di lavoro, dovevano rimandarlo libero senza nessun altro
obbligo. Ma i vostri antenati non mi hanno ascoltato, non hanno dato retta alle
mie parole.
15 Voi invece nei giorni passati
avevate preso una decisione a me gradita, quella di ridare la libertà ai
vostri connazionali. Vi eravate impegnati con un accordo solenne davanti a me,
nel tempio a me consacrato.
16 Ma poi avete
cambiato parere e mi avete disprezzato. Ognuno si è ripreso gli uomini e
le donne che prima aveva lasciato liberi come essi desideravano, e li ha
costretti ad essere di nuovo schiavi.
17
«Perciò, io il Signore, dichiaro che avete disubbidito al mio ordine
di dare la libertà ai vostri connazionali, al vostro prossimo. Ebbene, io
il Signore, darò alla guerra, alla peste e alla carestia la
libertà di agire contro di voi. Tutti i regni della terra saranno
spaventati quando vedranno quel che vi
accadrà.
18-19 «I capi di Giuda e di
Gerusalemme, i funzionari del palazzo reale, i sacerdoti e tutti gli uomini
liberi avevano concluso un accordo solenne con me passando in mezzo alle due
parti del vitello che avevano ucciso per il sacrificio. Però, in seguito,
non sono stati fedeli ai termini dell'accordo, non hanno mantenuto le promesse
fatte davanti a me. Perciò li tratterò come il vitello che essi
hanno spaccato a metà.
20 Li farò
cadere nelle mani dei nemici che li vogliono uccidere. I loro cadaveri saranno
divorati da uccelli rapaci e da animali selvatici.
21 Farò cadere Sedecia, re di Giuda, e i
suoi ufficiali nelle mani dei nemici che li vogliono uccidere, nelle mani dei
Babilonesi. L'esercito del re di Babilonia per ora si è allontanato da
voi,
22 ma io gli darò l'ordine di
ritornare contro questa città. La stringerà di nuovo d'assedio,
l'occuperà e la distruggerà con il fuoco. Farò diventare le
città di Giuda come un deserto disabitato. Lo dico io, il
Signore».
CAPITOLO
35
GEREMIA E IL CLAN DEI RECABITI
1 Durante il regno di Ioiakim
figlio di Giosia, re di Giuda, il Signore diede a me, Geremia, questi ordini:
2 «Va' a parlare con quelli del clan dei
Recabiti. Poi conducili in una delle stanze annesse al tempio e offri loro del
vino da bere».
3 Allora andai a prendere
l'intero clan dei Recabiti: Iazania figlio di un certo Geremia e nipote di
Cabassinia, i suoi fratelli e tutti i suoi figli,
4 e li condussi al tempio. Li feci entrare nella
sala riservata ai discepoli del figlio di Iegdalia, Canan, uomo di Dio. Questa
sala è adiacente a quella dei capi, sopra la stanza di Maasia figlio di
Sallum, incaricato di sorvegliare l'ingresso del tempio.
5 Misi poi alcuni boccali pieni di vino e dei
bicchieri davanti ai Recabiti e dissi loro:
- Su,
bevete un po' di vino!
6 Ma essi
risposero:
- Noi non beviamo vino, perché
il nostro antenato Ionadab figlio di Recab ci ha lasciato quest'ordine preciso:
«Non berrete mai vino, né voi né i vostri discendenti;
7 non costruirete case, non seminerete campi,
non pianterete vigne, non ne possederete alcuna, ma abiterete sotto le tende
tutta la vita. Così potrete vivere a lungo su questa terra dove abitate
come forestieri».
8 Noi abbiamo ubbidito a
tutti gli ordini che ci ha dato il nostro antenato Ionadab figlio di Recab.
Così noi, le nostre mogli, i nostri figli e figlie, durante tutta la vita
non beviamo mai vino;
9 e nemmeno possediamo
vigne, campi, sementi, né costruiamo case,
10 ma continuiamo ad abitare sotto le tende.
Insomma, eseguiamo fedelmente quel che ci ha ordinato il nostro antenato
Ionadab.
11 Però quando Nabucodonosor re
di Babilonia ha invaso la nostra terra, abbiamo deciso di venire a Gerusalemme
per sfuggire all'esercito babilonese e arameo. Ed ora ci troviamo qui, a
Gerusalemme.
12 Allora il Signore ordinò
a Geremia
13 di andare a riferire agli abitanti
di Giuda e di Gerusalemme queste parole: «Io, il Signore dell'universo, Dio
d'Israele, vi chiedo: per quale motivo non avete imitato l'esempio dei Recabiti
e non avete ubbidito ai miei ordini?
14 Ionadab
figlio di Recab aveva comandato ai suoi discendenti di non bere vino. I Recabiti
sono stati fedeli alla prescrizione del loro antenato e fino ad oggi non hanno
mai bevuto vino. Io invece ho continuato a ripetervi i miei ordini, ma voi non
mi avete ascoltato.
15 Ho continuato a mandarvi
tutti i miei servi, i profeti, che vi esortavano ad abbandonare le vostre
abitudini malvagie e a migliorare il vostro comportamento. Essi vi
raccomandavano anche di non seguire divinità straniere e di non servirle,
per continuare a vivere sulla terra che avevo dato ai vostri antenati e a voi.
Però voi non mi avete ascoltato, non avete dato retta alle mie parole.
16 Così i discendenti di Ionadab figlio
di Recab hanno eseguito le prescrizioni del loro antenato, mentre voi, abitanti
di Giuda, non mi avete ascoltato.
17
Perciò farò venire su di voi, abitanti di Giuda e di Gerusalemme,
tutte le sciagure che vi avevo annunziato, perché vi ho parlato ma non mi
avete ascoltato, vi ho chiamati ma non mi avete risposto. Ve lo dico io, il
Signore, Dio dell'universo e Dio
d'Israele».
18 Geremia riferì poi ai
Recabiti quest'altro messaggio del Signore dell'universo, Dio d'Israele:
«Voi avete ubbidito all'ordine del vostro antenato Ionadab, avete eseguito
le sue prescrizioni, avete fatto fedelmente quanto vaveva ordinato.
19 Per questo, io il Signore dell'universo, Dio
d'Israele, prometto che tra i discendenti di Ionadab figlio di Recab ci
sarà sempre qualcuno che avrà l'onore di
servirmi».
CAPITOLO
36
GEREMIA COMANDA A BARUC DI SCRIVERE I MESSAGGI DEL SIGNORE
1 Nel quarto anno del regno di
loiakim figlio di Giosia e re di Giuda, il Signore diede a Geremia quest'ordine:
2 «Procurati un rotolo da scrivere e
scrivici i messaggi che ti ho comunicato riguardo al popolo d'Israele e di Giuda
e alle nazioni straniere. Scrivi tutto quel che ti ho detto da quando ho
incominciato a parlarti durante il regno di Giosia, fino ad oggi.
3 Forse gli abitanti di Giuda si convinceranno
che io ho davvero intenzione di mandare su di loro una grave sciagura e
smetteranno di agire in modo malvagio. Così perdonerò le loro
colpe e i loro peccati».
4 Geremia allora
chiamò Baruc figlio di Neria, per dettargli tutti i messaggi che il
Signore gli aveva comunicato e Baruc li scrisse sul
rotolo.
Geremia detta le sue profezie a Baruc
BARUC LEGGE I MESSAGGI DEL SIGNORE NEL TEMPIO
5 Quindi Geremia diede a Baruc
queste istruzioni: «Io non posso andare al tempio perché me l'hanno
proibito.
6 Va' tu al posto mio quando si raduna
la gente per un giorno di digiuno. Allora leggerai ad alta voce i messaggi del
Signore che hai scritto nel rotolo sotto mia dettatura. Cerca di farli sentire
bene, anche a quelli che arrivano dalle città di Giuda.
7 Forse pregheranno il Signore di perdonarli e
smetteranno di agire in modo malvagio. Infatti il Signore ha detto che è
particolarmente indignato e furente contro questo
popolo».
8 Baruc figlio di Neria
eseguì fedelmente le istruzioni del profeta Geremia: andò nel
tempio per leggere i messaggi del Signore che aveva scritto nel rotolo.
9 Si era già nel quinto anno del regno di
loiakim figlio di Giosia e re di Giuda. Nel nono mese di quell'anno tutto il
popolo fu invitato a digiunare per ottenere i favori del Signore. Le popolazioni
delle città di Giuda vennero a Gerusalemme per fare il digiuno insieme
con gli abitanti di quella città.
10
Proprio in questa circostanza, Baruc lesse ad alta voce nel tempio il messaggio
di Geremia, scritto nel rotolo. Infatti era andato nella sala di Ghemaria figlio
di Safan, segretario di corte. Questa stanza si trovava nel cortile superiore
del tempio, nei pressi della nuova porta.
11
Michea figlio di Ghemaria e nipote di Safan, sentì Baruc mentre leggeva
dal rotolo i messaggi del Signore.
12 Allora
andò al palazzo reale ed entrò nella stanza del segretario dove
era in corso una riunione dei capi. Erano presenti, tra gli altri, Elisama
segretario di corte, Delaia figlio di Semaia, Elnatan figlio di Acbor, Ghemaria
figlio di Sa fan e Sedecia figlio di Anania.
13
Michea riferì loro tutto quel che aveva sentito leggere ad alta voce da
Baruc davanti alla gente.
14 Allora i capi
mandarono ludi figlio di Natania nipote di Selemia e pronipote di Cushi, ad
invitare Baruc a presentarsi con il rotolo che aveva letto ad alta voce davanti
alla gente. Baruc figlio di Neria prese il rotolo e si presentò davanti a
loro.
15 Quelli gli ordinarono:
- Siediti e leggi il rotolo anche a noi. Baruc
eseguì gli ordini.
16 Quando ebbe finito
di leggere, i capi si guardarono pieni di paura e gli
dissero:
- Dobbiamo proprio riferire tutto al
re!
17 Poi domandarono a
Baruc:
- Spiegaci un po', come mai hai scritto
tutte queste cose ?
18 E Baruc
rispose:
- Geremia mi dettava parola per parola e
io ho scritto tutto nel rotolo con
l'inchiostro.
19 Allora i capi gli
dissero:
- Dovete nascondervi tutti e due, tu e
Geremia. Non fate sapere a nessuno dove andrete.
IL RE IOIAKIM BRUCIA IL ROTOLO DI GEREMIA
20 I capi lasciarono il rotolo
nella stanza di Elisama, segretario di corte, e si recarono negli appartamenti
reali per raccontare al re quel che era accaduto.
21 Il re mandò subito ludi a prendere il
rotolo nella stanza di Elisama. ludi andò a prenderlo e poi lo lesse ad
alta voce davanti al re e ai capi che stavano in piedi attorno a lui.
22 Era inverno e il re abitava nella parte
più riparata del palazzo e teneva vicino un braciere acceso.
23 Appena ludi aveva finito di leggere tre o
quattro colonne dello scritto, il re le tagliava con un coltellino e le gettava
nel fuoco. E continuò a fare così finché tutto il rotolo
non fu bruciato.
24 Il re e i suoi ufficiali di
corte sentirono leggere tutti quei messaggi, ma non ne furono impressionati
né mostrarono alcun segno di pentimento.
25 Eppure Elnatan, Delaia e Ghemaria avevano
insistito perché il re non bruciasse il rotolo, ma egli non li
ascoltò.
26 Anzi ordinò a
Ieracmeel, della famiglia reale, di andare con Seraia figlio di Azriel e con
Selemia figlio di Abdeel, ad arrestare il profeta Geremia e il suo segretario
Baruc. Ma il Signore li aveva messi al sicuro.
GEREMIA FA RISCRIVERE I SUOI MESSAGGI
27 Dopo che il re ebbe
bruciato il rotolo con i messaggi che Geremia aveva dettato a Baruc, il Signore
disse a Geremia:
28 «Procurati un altro
rotolo e scrivici di nuovo tutti i messaggi che stavano nel primo, quello
bruciato dal re loiakim.
29 Poi, a nome mio,
dirai a loiakim re di Giuda: Tu hai bruciato quel rotolo e hai accusato Geremia
perché aveva scritto che il re di Babilonia sarebbe venuto di sicuro a
distruggere questa terra e ad uccidere uomini e animali.
30 Ebbene io, il Signore, dico a te, loiakim re
di Giuda, che dopo di te nessuno dei tuoi discendenti sarà re nel regno
di Davide. Il tuo cadavere resterà esposto al sole durante il giorno e al
freddo della notte.
31 Punirò te, i tuoi
discendenti e i tuoi ufficiali di corte per i vostri peccati. Farò venire
su di voi, sugli abitanti di Gerusalemme e sulla popolazione di Giuda tutte le
disgrazie che ho minacciato contro di voi e che voi non avete mai preso sul
serio».
32 Allora Geremia si procurò
un altro rotolo e lo consegnò al suo segretario Baruc figlio di Neria.
Geremia gli dettò tutti i messaggi contenuti nel rotolo bruciato da
loiakim re di Giuda e ne aggiunse molti altri sullo stesso tono. Baruc scrisse
tutto sul nuovo rotolo.
CAPITOLO
37
IL RE SEDECIA CHIEDE CONSIGLIO A GEREMIA
1 Nabucodonosor re di
Babilonia aveva messo come re di Giuda un figlio di Giosia, di nome Sedecia, al
posto di Conia figlio di loiakim.
2 Ma nemmeno
Sedecia ascoltò gli avvertimenti che il Signore gli dava per mezzo del
profeta Geremia. Anche i capi e la gente comune si comportavano come il re.
3 Un giorno Sedecia inviò Iucal figlio di
Selemia e il sacerdote Sofonia figlio di Maasia dal profeta Geremia a dirgli:
«Per favore, prega il Signore nostro Dio per
noi».
4 In quel periodo Geremia non era
ancora stato messo in prigione e poteva muoversi liberamente tra la gente.
5 Frattanto i Babilonesi che assediavano
Gerusalemme ebbero la notizia che l'esercito del faraone era uscito dall'Egitto,
e così si allontanarono dalla città.
6-7 Allora il Signore, Dio d'Israele,
ordinò al profeta Geremia di dare la sua risposta agli inviati del re di
Giuda: «Riferite al re che l'esercito del faraone, partito per portarvi
aiuto, se ne ritornerà presto in Egitto.
8 A questo punto i Babilonesi torneranno
indietro, attaccheranno questa città, l'occuperanno e la distruggeranno
con il fuoco.
9 Vi illudete se pensate che i
Babilonesi non torneranno più indietro. Quelli non se ne andranno
affatto.
10 Anche se voi riusciste a sconfiggere
l'esercito babilonese e lasciaste in vita solo qualche ferito, questi si
alzerà nella propria tenda e distruggerà la città col
fuoco. Ve lo dico io, il Signore».
GEREMIA E' ARRESTATO
11 Mentre l'esercito
babilonese era lontano da Gerusalemme per l'avanzata dell'esercito egiziano,
12 Geremia volle uscire dalla città per
andare nella regione di Beniamino a prendere possesso della sua parte di
eredità.
13 Ma quando giunse alla porta
di Beniamino, Geremia fu fermato dal capo del corpo di guardia, un certo Ieria
figlio di Selemia, nipote di Anania, che disse al
profeta:
- Tu hai intenzione di passare dalla
parte dei Babilonesi.
14 Geremia
rispose:
- Non è vero! Non voglio passare
dalla parte dei Babilonesi!
Ma Ieria non volle
sentir ragioni, prese Geremia e lo consegnò ai suoi superiori.
15 Questi si infuriarono contro Geremia, lo
bastonarono e lo fecero rinchiudere nella casa di Gionata, segretario di corte,
che essi avevano trasformato in carcere.
16
Geremia fu gettato in una cella sotterranea. Si trovava li da molti giorni,
17 quando il re Sedecia mandò a
prenderlo. Poi, nel palazzo reale, in segreto, domandò a
Geremia:
- Hai qualche messaggio del Signore per
me? - Sì, - rispose il profeta. - Tu sarai consegnato prigioniero al re
di Babilonia.
18 Quindi Geremia domandò al
re:
- Quale colpa ho commesso contro di te e i
tuoi ufficiali o contro questo popolo? Perché mi avete messo in prigione?
19 Piuttosto, dove sono finiti i vostri profeti
che annunziavano: «Il re di Babilonia non verrà a combattere
né contro di voi né contro questa
terra»?
20 Ed ora, re mio signore, ascolta
la richiesta che ti rivolgo: non farmi ritornare nella casa di Gionata,
segretario di corte, se no io ci muoio.
21 Allora
il re Sedecia ordinò di rinchiudere Geremia nell'atrio della prigione e
di dargli ogni giorno un pane. Così Geremia mentre era rinchiuso
nell'atrio della prigione ricevette la sua razione di pane che gli veniva
portata dalla via dei Fornai, finché in città non furono esaurite
tutte le scorte.
CAPITOLO
38
GEREMIA E' GETTATO IN UNA CISTERNA
1 Sefatia figlio di Mattan,
Godolia figlio di Pascur, Iucal figlio di Selemia e Pascur figlio di Malchia
vennero a sapere che Geremia continuava a ripetere a tutta la
gente
2 questo messaggio del Signore: «Chi
vuol rimanere in città, morirà in guerra, o di fame o di peste. Ma
chi decide di uscire per arrendersi ai Babilonesi, non sarà ucciso:
avrà salva la vita.
3 Questa città
cadrà certamente in mano all'esercito del re di Babilonia e sarà
occupata. Lo dice il Signore».
4 Quei
dignitari andarono a dire al re Sedecia:
-
Bisogna eliminare questo Geremia. Con i suoi discorsi egli scoraggia i soldati
rimasti in città e tutta l'altra gente. Non cerca il bene del popolo, ma
soltanto il suo male.
5 Sedecia
rispose:
- Quand'è così, fatene
quel che volete. Anche se sono il re, non posso mettermi contro di voi.
6 Allora quelli fecero prendere Geremia per
gettarlo nella cisterna di uno della famiglia reale, Malchia, che era situata
nell'atrio della prigione. Lo calarono con delle corde nella cisterna. Non c'era
acqua ma solo fango e Geremia vi
sprofondò.
IL PROFETA VIENE
LIBERATO
7 Un certo Ebed-Melech, originario
dell'Etiopia, alto funzionario del palazzo reale, venne a sapere che avevano
gettato Geremia nella cisterna. Mentre il re si trovava presso la porta di
Beniamino per amministrare la giustizia,
8
Ebed-Melech uscì dalla reggia e andò ad esporgli il
caso:
9 - Re mio signore, - gli disse, - quegli
uomini si sono comportati male con il profeta Geremia! L'hanno gettato nella
cisterna e là dentro morirà di fame, perché non c'è
più pane in città.
10 Allora il re
diede a Ebed-Melech, l'Etiope, quest'ordine:
-
Prendi subito con te tre uomini e tira fuori Geremia dalla cisterna prima che
muoia.
11 Ebed-Melech ritornò alla reggia
con i tre uomini, prese nel ripostiglio del magazzino stracci e panni vecchi, li
calò con delle corde a Geremia nella cisterna,
12 e gli disse:
-
Presto, mettiti gli stracci e i panni vecchi alle ascelle, e poi sotto fa'
passare le corde.
Appena Geremia fu pronto,
13 Io tirarono su dalla cisterna con le corde.
Da quel momento, Geremia rimase nell'atrio della
prigione.
NUOVO INCONTRO DEL RE SEDECIA CON IL PROFETA
14 Un giorno il re Sedecia
fece venire il profeta Geremia e, presolo da parte vicino al terzo ingresso del
tempio, gli disse:
- Voglio farti una domanda e
tu non nascondermi nulla.
15 Geremia
rispose:
- Se ti dico la verità, tu
certamente mi farai uccidere; se ti do un consiglio, tu non ne terrai conto!
16 Ma Sedecia fece in segreto questo giuramento
a Geremia:
- Davanti al Signore vivente che ci ha
donato la vita, ti giuro che non ti farò morire né ti
consegnerò nelle mani di quegli uomini che cercano di
ucciderti.
17 Allora Geremia disse a
Sedecia:
- Questo è il messaggio del
Signore, Dio dell'universo e Dio d'Israele: Se andrai ad arrenderti agli
ufficiali del re di Babilonia, tu e la tua famiglia avrete salva la vita e
questa città non sarà data alle fiamme.
18 Ma se non ti arrenderai, questa città
sarà data in potere ai Babilonesi: la distruggeranno col fuoco e anche tu
non riuscirai a sfuggire alle loro mani.
19
Sedecia rispose:
- Ho paura degli abitanti di
Giuda che sono passati dalla parte dei Babilonesi. C'è pericolo che cada
nelle loro mani e che mi maltrattino.
20 Ma
Geremia lo rassicurò:
- No, questo non ti
accadrà. Ascolta piuttosto quel che ti dico da parte del Signore e ti
andrà tutto bene: avrai salva la vita.
21
Se invece rifiuti di arrenderti, senti quel che il Signore mi ha rivelato:
22 Tutte le donne rimaste ancora nel tuo palazzo
saranno condotte agli ufficiali del re di Babilonia e diranno di
te:
«I suoi amici l'hanno ingannato. Si
fidava di loro ma l'hanno imbrogliato. I suoi piedi affondano nel fango e gli
amici l'hanno lasciato».
23 Le tue mogli e i
tuoi figli saranno prigionieri dei Babilonesi e nemmeno tu riuscirai a sfuggire
dalle loro mani. Il re di Babilonia ti terrà prigioniero e
distruggerà con il fuoco questa
città.
24 Sedecia raccomandò a
Geremia:
- Non far sapere nulla a nessuno di
questa conversazione e non correrai nessun pericolo.
25 I dignitari di corte verranno a sapere che io
ho parlato con te e ti chiederanno quel che mi hai detto. Minacceranno di
ucciderti se non racconterai per filo e per segno che cosa ti ho confidato.
26 Ma tu risponderai che mi hai supplicato di
non mandarti più nella casa di Gionata, per non morire in quella
prigione.
27 I dignitari andarono effettivamente
da Geremia e lo interrogarono. Egli rispose proprio come il re gli aveva
ordinato di dire e così lo lasciarono in pace. Infatti la conversazione
con il re non era stata ascoltata da nessuno.
28
Geremia rimase dunque nell'atrio della prigione fino alla caduta di
Gerusalemme.
CAPITOLO
39
I BABILONESI CONQUISTANO GERUSALEMME
(vedi 52, 4-16; 2 Re 25,
1-12)
Ecco come avvenne la conquista di
Gerusalemme.
1 Il re di Babilonia Nabucodonosor
aveva schierato tutto il suo esercito per assediare la città. Era il
decimo mese del nono anno del regno di Sedecia re di Giuda.
2 Dopo un anno e mezzo, nell'anno undicesimo del
regno di Sedecia, nel giorno nove del quarto mese, i Babilonesi aprirono una
breccia nelle mura della città.
3 Vi
entrarono tutti gli ufficiali del re di Babilonia e stabilirono il comando
vicino alla porta Centrale: erano Nergal-Sarezer, Samgar Nebo, Sarsechim capo
dei funzionari, Nergal-Sarezer capo degli indovini e altri ufficiali del re di
Babilonia.
4 Appena il re Sedecia e i suoi
ufficiali se ne accorsero, cercarono di fuggire dalla città durante la
notte. Attraversarono il giardino del re e, passata la porta fra le due mura, si
diressero verso la valle del Giordano.
5 Ma i
soldati babilonesi li inseguirono, e raggiunsero Sedecia nella pianura vicino a
Gerico. Lo fecero prigioniero e poi lo condussero da Nabucodonosor re di
Babilonia che allora si trovava nella regione di Camat, a Ribla. Qui,
Nabucodonosor pronunziò la sentenza contro
Sedecia
6 e la fece eseguire sul posto:
ordinò di uccidere i figli di Sedecia sotto gli occhi del padre e fece
uccidere anche tutte le persone importanti di Giuda.
7 Poi fece cavare gli occhi al re Sedecia e
ordinò di legarlo con una doppia catena per condurlo a Babilonia.
8 Intanto a Gerusalemme i Babilonesi avevano
incendiato il palazzo reale e le case della gente, e avevano demolito le mura
della città.
9 Poi il comandante generale
Nabuzaradan fece deportare a Babilonia la popolazione rimasta in città e
tutti quelli che si erano arresi.
10 Invece
lasciò nel territorio di Giuda la gente più povera, quelli che non
possedevano nulla, ed assegnò loro, in quell'occasione, vigne e
campi.
Desolazione di Gerusalemme dopo la sua rovina
I BABILONESI LIBERANO GEREMIA
11 Il re di Babilonia,
Nabucodonosor, aveva dato al comandante generale Nabuzaradan le disposizioni
seguenti nei confronti di Geremia:
12 «Va'
a cercarlo e abbi cura di lui. Bada che nessuno gli faccia del male, anzi
concedigli tutto quel che vuole».
13
Così Nabuzaradan si mise d'accordo con Nabusazban capo dei funzionari,
con Nergal-Sarezer capo degli indovini e con gli altri ufficiali del re di
Babilonia:
14 diede l'ordine di andare a
liberare Geremia dall'atrio della prigione. Lo affidarono a Godolia, figlio di
Achikam e nipote di Safan, perché lo accompagnasse a casa sano e salvo.
Così Geremia tornò a vivere tra la sua
gente.
PROMESSA DI SALVEZZA PER EBED-MELECH
15 Al tempo in cui Geremia si
trovava ancora rinchiuso nell'atrio della prigione, il Signore l'aveva
incaricato
16 di riferire a Ebed-Melech,
l'Etiope, queste parole: «Ascolta il messaggio del Signore dell'universo,
Dio d'Israele: Avevo annunziato la distruzione e non il benessere per questa
città. Tra poco porterò a compimento le mie minacce e tu stesso
potrai vederle attuate.
17 Infatti io, il
Signore, ti proteggerò e non ti lascerò cadere nelle mani degli
uomini che ti fanno tanta paura.
18 Sta'
tranquillo, ti salverò da una morte violenta. Avrai salva la vita
perché hai avuto fiducia in me. Te lo prometto io, il
Signore».
CAPITOLO
40
GEREMIA RIMANE IN TERRA DI GIUDA
1 Il Signore parlò
ancora a Geremia dopo che Nabuzaradan, comandante generale, lo aveva rimandato
libero dalla città di Rama, dove l'aveva trovato in catene. Era con un
gruppo di abitanti di Gerusalemme e di Giuda che stavano per essere condotti in
esilio a Babilonia.
2 Il comandante generale
aveva preso da parte Geremia per dirgli: «Il Signore tuo Dio l'aveva detto
che sarebbe venuta sulla regione questa disgrazia.
3 Ora ha eseguito quel che aveva predetto. Tutto
questo vi è accaduto perché avete peccato contro il Signore e gli
avete disubbidito.
4 Adesso ti faccio togliere
le catene dai polsi e ti rimetto in libertà. Se preferisci venire con me
a Babilonia, fallo pure e io avrò cura di te. Se invece non vuoi, rimani
qui. Guarda, tutto questo territorio è a tua disposizione: va' dove vuoi,
fermati dove ti pare».
5 Poiché
Geremia non rispondeva, Nabuzaradan continuò: «Perché non
torni presso Godolia, figlio di Achikam e nipote di Safan? Il re di Babilonia lo
ha incaricato di governare le città di Giuda. Rimani con lui in mezzo
alla gente. Comunque, sei libero di andare dove ti piace». Il comandante
generale lo rifornì di viveri, gli fece un regalo e lo lasciò
partire.
6 Allora Geremia andò a Mizpa
presso Godolia figlio di Achikam, e si fermò con lui fra la gente rimasta
nella regione.
GODOLIA GOVERNATORE DEL TERRITORIO DI GIUDA
(vedi 2 Re 25,
22-24)
7 Nelle campagne si aggiravano ancora
gruppi di soldati e di ufficiali sbandati. Essi vennero a sapere che il re di
Babilonia aveva incaricato Godolia figlio di Achikam di governare la regione e
gli aveva affidato uomini, donne, bambini e tutta la gente più povera non
deportata in Babilonia.
8 Allora alcuni
ufficiali con i loro uomini andarono da Godolia a Mizpa. Essi erano: Ismaele
figlio di Natania, Giovanni e Gionata figli di Kareca, Seraia figlio di
Tancumet, i figli di Ofi di Netofa e Iezania di Maaca.
9 Godolia dichiarò davanti a tutti:
«Vi do la mia parola che non c'è da aver paura ad arrendersi ai
Babilonesi. Rimanete in questa regione, riconoscete l'autorità del re di
Babilonia e vi troverete bene.
10 Io stesso mi
stabilisco a Mizpa per essere il vostro rappresentante presso i Babilonesi che
vengono da noi. Voi intanto fate provviste di vino, di cereali e di olio,
tenetele in recipienti adatti e tornate ad abitare nelle città che avete
occupato».
11 Molti abitanti di Giuda erano
fuggiti nei territori di Moab, Ammon, Edom e in altre regioni. Tutti costoro
vennero a sapere che il re di Babilonia aveva lasciato in Giudea parte della
popolazione e che aveva affidato l'incarico di governatore a Godolia, figlio di
Achikam e nipote di Safan.
12 Allora questa
gente ritornò nel territorio di Giuda dalle località dove si era
rifugiata e si radunò attorno a Godolia in Mizpa, dove fecero grandi
provviste di vino e di cereali.
GODOLIA ASSASSINATO
(vedi 2 Re 25,
25-26)
13 Un giorno Giovanni figlio di Kareca e
gli altri capi delle bande armate che si aggiravano ancora nelle campagne
andarono a Mizpa da Godolia
14 e gli
dissero:
- Ti hanno già informato che
Baalis re degli Ammoniti ha mandato Ismaele figlio di Natania ad
ucciderti?
Ma Godolia non volle crederci.
15 Allora Giovanni si incontrò
segretamente con Godolia a Mizpa e gli
confidò:
- Se sei d'accordo, andrò
ad ammazzare Ismaele figlio di Natania. Nessuno lo saprà. Bisogna
impedirgli di ucciderti, altrimenti la gente che si è raccolta attorno a
te sarà di nuovo sbandata e quel che è rimasto del regno di Giuda,
scomparirà.
16 Ma Godolia
rispose:
- Non è vero quel che dici nei
confronti di Ismaele. Ti proibisco di fare quanto hai
detto.
CAPITOLO
41
1 Nel settimo mese dello stesso anno, Ismaele
figlio di Natania e nipote di Elisama, imparentato con la famiglia reale e uno
dei grandi ufficiali del re, si recò a Mizpa da Godolia con dieci uomini.
Mentre mangiavano tutti insieme,
2 Ismaele
all'improvviso si alzò e i dieci uomini che erano con lui colpirono con
la spada Godolia e lo uccisero. Così morì colui che il re di
Babilonia aveva messo a governare il paese.
3
Ismaele uccise anche tutti gli abitanti del territorio di Giuda che stavano con
Godolia a Mizpa e i soldati babilonesi che si trovavano
là.
ISMAELE UCCIDE UN GRUPPO DI PELLEGRINI
4 Erano già passati due
giorni dall'assassinio di Godolia, ma nessuno l'aveva ancora saputo.
5 Allora giunsero ottanta uomini provenienti da
armate presero con sé la gente che Ismaele Sichem, da Silo e da Samaria.
Si erano tagliata la barba, avevano stracciato i vestiti e si erano procurate
ferite su tutto il corpo. Portavano con sé doni e incenso da offrire al
Signore nel tempio.
6 Ismaele uscì da
Mizpa e andò loro incontro piangendo. Quando li raggiunse, disse loro:
«Venite da Godolia figlio di
Achikam».
7 Ma appena giunsero all'interno
della città, Ismaele e i suoi uomini li massacrarono e gettarono i loro
cadaveri in una cisterna.
8 Però dieci
uomini di quel gruppo avevano detto a Ismaele: «Non ucciderci! Abbiamo
nascosto nei campi provviste di grano, di orzo, di olio e di miele».
Perciò Ismaele li risparmiò e non li uccise insieme con i loro
compagni.
9 La cisterna nella quale Ismaele
gettò i cadaveri degli uomini uccisi, era quella grande fatta scavare da
Asa re di Giuda quando era in guerra contro Baasa re d'Israele. Ismaele la
riempì di cadaveri.
10 In seguito Ismaele
fece prigioniere le principesse e tutti quelli rimasti a Mizpa, cioè
tutta la gente sotto la giurisdizione di Godolia stabilita da Nabuzaradan
comandante generale. Ismaele partì con i prigionieri e si diresse verso
la regione degli Ammoniti.
I PRIGIONIERI DI ISMAELE SONO LIBERATI
11 Intanto Giovanni figlio di
Kareca e i capi delle bande armate che erano con lui vennero informati di tutti
i delitti compiuti da Ismaele.
12 Allora
radunarono i loro uomini per andare a combattere contro Ismaele e lo raggiunsero
presso la grande cisterna di Gabaon.
13-14 I
prigionieri che Ismaele aveva portato via da Mizpa, appena videro Giovanni con i
capi delle bande armate, furono pieni di gioia. Si ribellarono e tornarono
indietro per raggiungere Giovanni.
15 Ismaele
insieme con otto uomini riuscì a sfuggire a Giovanni e andò presso
gli Ammoniti.
16 Allora Giovanni e gli altri
capi delle bande aveva condotto prigioniera da Mizpa dopo l'assassinio di
Godolia. C'erano soldati, donne, bambini ed eunuchi. Li condussero via da
Gabaon.
17 Durante la marcia fecero sosta a
Gherut-Chimam nei pressi di Betlemme. Di là volevano raggiungere
l'Egitto
18 per allontanarsi dai Babilonesi.
Infatti temevano rappresaglie dopo che Ismaele aveva assassinato Godolia, il
quale era stato nominato governatore della regione dal re di
Babilonia.
CAPITOLO
42
I PROFUGHI CHIEDONO GEREMIA DI CONSULTARE IL SIGNORE
1 Tutti i capi delle bande
armate, compresi Giovanni figlio di Kareca e Azaria figlio di Osaia,
accompagnati da tutta la gente che stava con loro, si
recarono
2 dal profeta Geremia e gli
dissero:
- Per favore, fa' quel che ti chiediamo!
Prega per noi il Signore tuo Dio, pregalo per questa nostra gente che è
sopravvissuta! Prima eravamo numerosi, ma ora siamo rimasti in pochi, come tu
stesso puoi vedere.
3 Prega il Signore tuo Dio
che ci indichi la strada da seguire e quel che dobbiamo
fare.
4 Il profeta Geremia
rispose:
- D'accordo! Presenterò subito al
Signore vostro Dio le vostre richieste. Poi vi riferirò la sua risposta
nei vostri confronti.
5 Quelli allora dissero a
Geremia:
- Davanti al Signore tuo Dio che conosce
la verità ed è fedele, promettiamo di fare esattamente quel che ci
dirà per mezzo tuo.
6 Ti abbiamo dato
l'incarico di presentare le nostre richieste al Signore nostro Dio: ebbene noi
ubbidiremo al suo comando, ci piaccia o no. Tutto andrà bene se
ubbidiremo al Signore, nostro Dio.
IL SIGNORE RISPONDE A GEREMIA
7 Dopo dieci giorni, il
Signore diede la risposta a Geremia.
8 Questi
allora chiamò Giovanni figlio di Kareca, i capi delle bande armate che
erano con lui e tutta la gente.
9 Disse loro:
«Mi avete incaricato di presentare le vostre richieste al Signore, Dio
d'Israele. Questa è la sua risposta:
10
Se decidete di abitare ancora in questa terra, io ricostruirò il vostro
popolo invece di demolirlo, vi farò mettere radici profonde invece di
sradicarvi, porrò fine al castigo che vi ho mandato.
11 Il re di Babilonia vi mette ancora tanta
paura. Non avete motivo di temerlo perché io sono con voi per salvarvi e
per liberarvi dal suo potere.
12 Gli
ispirerò sentimenti di pietà verso di voi, così egli
avrà compassione di voi e vi lascerà ritornare nella vostra
patria. Ve lo assicuro io, il Signore».
13
Geremia continuò: «Ma voi forse non volete ubbidire agli ordini del
Signore vostro Dio e dite: "Non vogliamo più abitare in questa terra,
14 preferiamo andare in Egitto. Là non
vedremo più guerre, non saremo più chiamati a combattere, non
soffriremo più la fame: là potremo vivere!".
15 «Ebbene, voi ultimi superstiti del regno
di Giuda, sentite il messaggio del Signore dell'universo, Dio d'Israele: Se
avete proprio deciso di andare in Egitto per stabilirvi là,
16 allora la guerra, che vi mette tanta paura,
vi raggiungerà anche in Egitto; la fame, che vi dà tante
preoccupazioni, vi tormenterà anche in Egitto, e là morirete.
17 Tutti quelli che hanno deciso di andare a
stabilirsi in Egitto, moriranno in guerra, o di fame o di peste. Neppure uno
scamperà, nessuno potrà evitare la sciagura che io farò
venire su di loro.
18 «Il Signore
dell'universo, Dio d'Israele, vi dice ancora: La mia indignazione e la mia
collera si sono già riversate contro gli abitanti di Gerusalemme. Se voi
andrete in Egitto, si riverseranno anche contro di voi. La vostra sorte
diventerà un esempio terribile: sarete maledetti, insultati e scherniti.
Nessuno di voi rivedrà mai più questo
luogo».
19 E Geremia aggiunse: «Il
Signore dice a voi, ultimi superstiti del regno di Giuda, di non andare in
Egitto. Rendetevi conto che oggi io sono diventato un testimone contro di voi.
20 Avete fatto un grosso sbaglio quando mi avete
dato l'incarico di presentare le vostre richieste al Signore vostro Dio. Mi
avete chiesto di riferirvi tutto quel che il Signore avrebbe detto e vi siete
impegnati a metterlo in pratica.
21 Oggi ve l'ho
riferito, ma voi non volete ascoltare niente di quel che il Signore vostro Dio
mi ha incaricato di dirvi.
22 Perciò,
mettetevelo benin mente: morirete in guerra, o di fame o di peste nella terra
dove volete andare a
stabilirvi».
CAPITOLO
43
GEREMIA COSTRETTO AD ANDARE IN EGITTO
1 Geremia aveva riferito tutti
questi avvertimenti al popolo per incarico del Signore loro Dio. Aveva appena
finito di parlare
2 che Azaria figlio di Osaia,
Giovanni figlio di Kareca e tutti gli altri che erano presenti gli risposero con
tono arrogante: «Sei un gran bugiardo! Il Signore nostro Dio non ti ha
incaricato di dirci di non andare a vivere in Egitto.
3 E' stato Baruc figlio di Neria che ti ha
incitato contro di noi. Quello vuol farci prendere dai Babilonesi, così o
ci ammazzano o ci portano prigionieri a
Babilonia».
4 Giovanni, i capi delle bande
armate e la gente che stava con loro non vollero ubbidire al comando del Signore
di rimanere nella regione di Giuda.
5
Così Giovanni e i capi delle bande armate radunarono gli ultimi
superstiti del regno di Giuda. Era gente che prima si era sparsa nelle regioni
vicine e poi era ritornata con l'intenzione di stabilirsi nella regione di
Giuda:
6 c'erano uomini, donne, bambini, le
principesse reali, insomma tutta la gente che Nabuzaradan, il comandante
generale, aveva lasciato con Godolia figlio di Achikam e nipote di Safan.
Portarono con sé anche Geremia e Baruc.
7
Andarono tutti in Egitto senza tener conto della proibizione del Signore e
giunsero fino alla città di Tafni.
GEREMIA ANNUNZIA L'INVASIONE DELL'EGITTO
8 A Tafni, il Signore disse a
Geremia:
9 «Prendi delle pietre grandi e
nascondile sotto terra in quello spazio che si trova davanti al palazzo del
faraone, qui a Tafni. Fa' in modo che ti vedano gli uomini di Giuda.
10 Allora riferirai loro questo messaggio: Io,
il Signore dell'universo, Dio d'Israele, farò venire qui il mio servo
Nabucodonosor re di Babilonia, e collocherò il suo trono su queste pietre
che ho fatto sotterrare qui. Sopra di esse egli pianterà la sua tenda.
11 Quando egli arriverà,
sconfiggerà l'Egitto. Farà morire chi è destinato alla
morte, farà deportare chi è destinato alla deportazione e
farà massacrare chi è destinato al massacro.
12 Incendierà i templi degli dèi
egiziani, e brucerà le loro statue o le porterà via. Come un
pastore pulisce con cura il suo mantello dai pidocchi, così Nabucodonosor
ripulirà tutto l'Egitto e poi se ne andrà indisturbato.
13 Spezzerà gli obelischi sacri del
tempio del Sole di Eliopoli (città del Sole) e brucerà i templi
degli dèi egiziani».
CAPITOLO
44
MESSAGGIO PER GLI EBREI RIFUGIATI IN EGITTO
1 Il Signore affidò a
Geremia un messaggio rivolto a tutti gli Ebrei che si erano stabiliti in Egitto
nelle città di Migdol, Tafni, Menfi e nella regione di Patros:
2 «Il Signore dell'universo, Dio d'Israele,
dice: Voi stessi
avete visto tutte le disgrazie
che io ho mandato su Gerusalemme e sulle altre città di Giuda: sono
ancora completamente in rovina e disabitate.
3
Ciò è accaduto perché i loro abitanti mi hanno esasperato
con le azioni malvagie che hanno commesso: hanno offerto sacrifici e si sono
messi al servizio di divinità straniere, con le quali non avete mai avuto
niente a che fare, né voi, né loro, né i vostri antenati.
4 Io ho continuato a mandarvi tutti i miei
servi, i profeti, che vi esortavano a non commettere quelle azioni disgustose
che io non posso sopportare.
5 Ma voi non avete
ascoltato, non avete dato retta ai miei avvertimenti quando vi dicevo di
abbandonare le vostre azioni malvagie e l'offerta di sacrifici a divinità
straniere.
6 Allora ho dato sfogo alla mia
collera e alla mia indignazione nelle città di Giuda e per le strade di
Gerusalemme. Le ho distrutte col fuoco e ancora adesso non sono che mucchi di
rovine spaventose».
7 Geremia
continuò: «Fate attenzione alle domande che vi fa il Signore, Dio
dell'universo, Dio d'Israele: Perché volete rovinarvi con le vostre
stesse mani? Perché volete far sterminare uomini e donne, bambini e
lattanti così che non rimanga nessun superstite del popolo di
Giuda
8 Volete proprio provocarmi con le vostre
azioni, con i sacrifici offerti agli dèi stranieri qui in Egitto dove
siete venuti a vivere? Volete proprio farvi sterminare e diventare un esempio
terribile di maledizione per tutti i popoli della terra?
9 Avete dimenticato tutte le azioni malvagie
compiute dai vostri antenati, dai re di Giuda e dalle loro mogli, da voi stessi
e dalle vostre mogli nel paese di Giuda e per le strade di Gerusalemme?
10 Fino ad oggi, nessuno ha sentito rimorso,
nessuno ha avuto timore, nessuno ha seguito l'insegnamento e i comandamenti che
ho dato a voi, come li avevo già dati anche ai vostri
antenati».
11 Geremia concluse: «Per
tutti questi motivi, il Signore dell'universo, Dio d'Israele, vi dice: Mi
metterò contro di voi e vi manderò una sciagura:
distruggerò tutto il popolo di Giuda.
12
Distruggerò gli ultimi superstiti di Giuda, quelli che hanno deciso di
venire a stabilirsi in Egitto: e proprio qui moriranno tutti. Cadranno sotto i
colpi delle spade o saranno consumati dalla fame, tutti senza eccezione.
Moriranno in guerra o di stenti e diventeranno un esempio terribile: saranno
maledetti, insultati e disprezzati.
13
Interverrò contro quelli che si sono stabiliti in Egitto come sono
intervenuto contro gli abitanti di Gerusalemme: con la guerra, la fame e la
peste.
14 Tra gli ultimi superstiti di Giuda che
sono venuti a stabilirsi in Egitto, nessuno potrà né scampare
né fuggire. Essi sognano ancora di ritornare a vivere nella terra di
Giuda. Però nessuno vi ritornerà, eccetto pochi
fuggiaschi».
LA REAZIONE ALLE PAROLE DI GEREMIA
15 Era presente un gruppo
numeroso di uomini e di donne che si erano stabiliti in Egitto, nella regione di
Patros. Gli uomini sapevano bene che le loro mogli offrivano sacrifici agli
dèi stranieri. Tutti risposero a Geremia:
16 «Tu ci hai dato un ordine da parte del
Signore, ma noi non vogliamo ascoltarti.
17
Anzi, faremo proprio quel che avevamo già deciso: bruceremo ancora
sacrifici e offriremo vino ad Istar, regina del cielo. Lo abbiamo già
fatto nelle città di Giuda e per le strade di Gerusalemme come avevano
fatto i nostri antenati, i nostri re e i capi del popolo. A quei tempi avevamo
pane in abbondanza, tutto ci andava bene e non ci capitava nessuna disgrazia.
18 Invece, da quando abbiamo smesso di bruciare
sacrifici e di offrire vino alla regina del cielo, ci è mancato ogni
aiuto e siamo stati sterminati dalla guerra e dalla
fame».
19 Anche le donne dichiararono:
«Certamente, anche noi bruceremo sacrifici e offriremo vino alla regina del
cielo! Prepareremo dolci con la sua immagine e le offriremo il vino,
poiché i nostri mariti sono d'accordo con
noi».
20 A tutta quella gente, uomini e
donne che gli avevano risposto in quel modo, Geremia disse:
21 «Lo so che voi, i vostri antenati, i
vostri re, i vostri capi e i vostri concittadini avete bruciato sacrifici nelle
città di Giuda e per le strade di Gerusalemme. Anche il Signore se
n'è accorto e non l'ha affatto dimenticato.
22 Egli non ha più potuto sopportare le
vostre azioni malvagie e disgustose. Perciò ha ridotto la vostra terra in
una distesa di rovine, oggetto di orrore e di maledizione, senza più
nessun abitante. Questa è la situazione attuale!
23 Il disastro vi ha colpiti perché avete
offerto sacrifici a divinità straniere e avete peccato contro il Signore:
non avete ubbidito a quel che vi diceva, non avete seguito il suo insegnamento,
i suoi comandamenti e le sue esortazioni. Ecco perché siete ridotti
così».
INTERVENTO CONCLUSIVO DEL PROFETA
24 Geremia, rivolto a tutto il
popolo di Giuda che si trovava in Egitto, comprese le donne, disse ancora:
«Ascoltate
25 il messaggio del Signore
dell'universo, Dio d'Israele: Voi e le vostre mogli avete deciso di mantenere le
vostre promesse di presentare sacrifici e di offrire vino alla regina del cielo.
Non avevate ancora finito di dirlo che l'avete già fatto! E' così?
Bene! Mantenete pure i vostri impegni, rispettate le vostre promesse!
26 «Ora però ascoltate la promessa
solenne che io faccio a tutti voi di Giuda che vi siete stabiliti in Egitto. Io,
il Signore, lo giuro sul mio grande nome: nessun uomo di Giuda in tutto l'Egitto
potrà più invocare il mio nome, il nome del Signore, Dio vivente,
come testimone per i suoi giuramenti.
27
Starò ben attento perché non vi capiti niente di buono, ma solo
disgrazie. Voi, gente di Giuda che vivete in Egitto, morirete in guerra o di
fame e sarete sterminati.
28 Soltanto pochissimi
riusciranno ad evitare la morte e ritorneranno dall'Egitto nella terra di Giuda.
Allora i pochi superstiti tra tutti quelli che sono venuti ad abitare in Egitto,
si renderanno conto se è veramente accaduto quel che dico io oppure quel
che dite voi.
29 Vi ripeto ancora che vi
punirò, proprio in questo luogo. Ma per dimostrarvi che le mie minacce
contro di voi si realizzeranno certamente, voglio darvi una prova:
30 consegnerò Cofra re d'Egitto in potere
dei suoi nemici che vogliono ucciderlo. Ho già fatto così con
Sedecia re di Giuda: l'ho consegnato in potere di Nabucodonosor re di Babilonia,
suo nemico, che voleva ucciderlo. Lo dico io, il
Signore».
CAPITOLO
45
GEREMIA PROMETTE A BARUC LA SALVEZZA
1 Baruc figlio di Neria
scrisse su un rotolo i messaggi che Geremia gli dettava, nel quarto anno del
regno di loiakim figlio di Giosia, re di Giuda. In quell'occasione Geremia gli
disse:
2 «Il Signore, Dio d'Israele, mi ha
dato un messaggio per te, Baruc.
3 Tu ti lamenti
e dici: "Avevo già abbastanza preoccupazioni e il Signore me ne aggiunge
altre. Sono stanco di gemere, non ce la faccio più!".
4 Senti il messaggio che il Signore mi ha dato
per te: Fra poco demolirò quel che ho costruito e sradicherò quel
che ho piantato in ogni angolo della terra,
5 e
tu sogni grandi progetti per te? Non farti illusioni, perché
manderò una sciagura su tutti gli esseri viventi. Ma per te farò
un'eccezione: dovunque ti troverai, potrai salvarti la vita. Te lo prometto io,
il Signore».
MESSAGGI RIVOLTI ALLE NAZIONI STRANIERE
CAPITOLO
46
SCONFITTA DEGLI EGIZIANI CARCHEMIS
1 Il Signore affidò al
profeta Geremia questi messaggi che riguardano diverse nazioni.
2 Il primo messaggio è per l'Egitto:
riguarda l'esercito di Necao, re d'Egitto, quando si trovava presso il fiume
Eufrate, a Carchemis. Qui fu sconfitto da Nabucodonosor re di Babilonia,
nell'anno quarto del regno di loiakim figlio di Giosia, re di
Giuda.
3 «Preparate tutti i vostri
scudi
e avanzate pronti a combattere.
4 Attaccate i cavalli! In sella, cavalieri!
Mettete gli elmi! Tutti ai vostri posti!
Tenete pronte le lance! Indossate le
corazze!
5 Ma ora, che cosa succede? Ci
vedo bene?
Stanno cedendo! Tornano indietro!
Le loro truppe scelte sono sconfitte:
corrono come disperati, pieni di terrore,
senza neppure voltarsi. Dice il
Signore.
6 Nemmeno i più svelti possono
fuggire,
le truppe scelte non riescono a
salvarsi.
Lassù nel nord, vicino
all'Eufrate,
essi inciampano e cadono.
7 Chi è che si gonfia come il Nilo
quando straripa con le acque impetuose?
E' l'Egitto che si gonfia come il Nilo
quando straripa con le acque
impetuose.
8 Egli dice: Mi gonfierò,
inonderò la terra,
distruggerò le
città con i loro abitanti.
9
Cavalleria: alla carica!
Addetti ai carri: a
tutta velocità!
Truppe scelte:
all'attacco!
Quelli di Etiopia e di
Put:
avanti con gli
scudi!
Arcieri di Lud: tendete gli archi!
10 E' arrivato il giorno tanto atteso
dal Signore, Dio dell'universo:
oggi può vendicarsi e punire i suoi
nemici.
La sua spada li divorerà
fino ad esserne sazia,
berrà il loro sangue
fino ad esserne ubriaca,
li ucciderà come in un sacrificio
per il Signore, Dio dell'universo,
nelle regioni del nord,
sulle rive dell'Eufrate!
11 Potete anche andare a Galaad
per cercare le medicine,
abitanti
dell'Egitto!
Usate pure ogni tipo di rimedio:
è tutto inutile, non c'è
più speranza per voi!
12 Le altre nazioni
hanno saputo
della vostra vergognosa sconfitta;
il vostro urlo di
dolore
è rimbalzato su tutta la
terra:
i vostri migliori soldati si
scontrano
e cadono uno
sull'altro».
L'INVASIONE DELL'EGITTO
13 Quando Nabucodonosor re di
Babilonia si avvicinava all'Egitto per attaccarlo, il Signore comunicò
questo messaggio al profeta Geremia:
14 «Da'
la notizia in tutto l'Egitto,
fallo sapere nelle
città di Migdol,
Menfi e
Tafni.
Di' ai loro abitanti che si tengano
pronti,
che si preparino a
combattere
perché la guerra ha già
travolto
tutte le popolazioni
vicine.
15 Ma ora, che cosa
succede?
Il vostro potente toro sacro è
abbattuto:
non ha potuto
resistere
all'impeto del
Signore!
16 I vostri mercenari
inciampano e cadono,
e gridano l'un l'altro: "Scappiamo!
Torniamo al nostro paese,
dalla nostra
gente!
Scappiamo lontano dalle spade nemiche!"
17 Così il faraone, re d'Egitto,
si è meritato il soprannome di:
"Fanfarone-che-Perde-l'Occasione".
18
Il conquistatore verrà,
imponente come il
Tabor tra i monti,
come il Carmelo alto sul
mare:
lo giuro per la mia vita,
io che sono il Re,
il Signore
dell'universo.
19 Fate i bagagli per andare in
esilio,
abitanti dell'Egitto,
perché Menfi sarà ridotta a un
deserto,
a un mucchio di rovine, senza
abitanti.
20 L'Egitto è come una
giovenca bellissima,
ma dal nord un tafano viene
su di lei.
21 Anche i suoi
mercenari
sono come vitelli
ingrassati.
Anch'essi voltano le spalle,
fuggono insieme, non
resistono.
E' arrivato per loro il momento del
disastro,
il giorno del
castigo.
22 Come un serpente che striscia,
l'Egitto fugge senza
rumore
quando si avvicinano i
nemici
con il loro
esercito.
L'aggrediscono con le
scuri
come fanno i
boscaioli
23 e abbattono la sua foresta
impenetrabile.
I nemici arrivano in massa,
più numerosi delle
cavallette:
nessuno li può
contare.
24 L'Egitto è coperto di
vergogna
perché è caduto sotto il
dominio
di un popolo del
nord.
Così dice il
Signore».
25 Il Signore dell'universo,
Dio d'Israele, dice: «Fra poco punirò Amon, il dio di Tebe il
faraone, l'Egitto con i suoi dèi e i suoi re. Punirò il faraone e
quelli che si sono fidati di lui:
26 li
consegnerò in potere di quelli che cercano di ucciderli, cioè
Nabucodonosor re di Babilonia e le sue truppe. Ma dopo questi avvenimenti,
l'Egitto sarà di nuovo abitato come nei tempi passati. Lo dico io, il
Signore».
IL SIGNORE SALVERÀ IL SUO POPOLO
(vedi 30,
10-11)
27 «Non abbiate paura,
discendenti del mio servo Giacobbe,
non lasciatevi abbattere,
voi che appartenete al popolo
d'Israele!
Presto verrò a
liberarvi
da questa terra
lontana
dove siete in esilio con i vostri
figli.
Ritornerete e vivrete tranquilli,
discendenti di Giacobbe,
vivrete in pace
e
nessuno vi darà fastidio.
28 Non abbiate
paura,
discendenti del mio servo Giacobbe,
poiché io sono con voi.
Sterminerò tutte le nazioni
in mezzo alle quali vi ho dispersi,
ma voi non sarete distrutti.
Però vi punirò come è
giusto,
perché non posso considerarvi
innocenti.
Così ha detto il
Signore».
CAPITOLO
47
MESSAGGIO RIGUARDANTE I FILISTEI
1 Il Signore affidò al
profeta Geremia questo messaggio che riguarda i Filistei prima che il faraone
venisse ad assediare Gaza.
2 Il Signore dice:
«I nemici provenienti dal nord
sono come marea che cresce.
Diventano un torrente impetuoso
che allaga la terra e tutto travolge,
le città con i loro abitanti.
Tutta la gente della regione
chiede aiuto e piange disperata,
3 quando sente il tumulto
dei cavalli lanciati alla carica,
il fragore dei carri da guerra,
il lugubre cigolar delle
ruote.
I padri non riescono ad aiutare i figli:
le loro braccia cadono senza
forza.
4 Finalmente è arrivato il momento
di distruggere tutti i Filistei,
di cancellare ogni speranza di aiuto
per le città di Tiro e di Sidone.
Infatti il Signore distrugge i Filistei,
gli ultimi superstiti dell'isola di Creta.
5 Gli abitanti di Gaza
si sono rasati i capelli in segno di lutto,
ad Ascalon regna un silenzio di morte.
Fino a quando gli ultimi
abitanti
della
pianura
si faranno ferite in segno di lutto?
6 Essi invocheranno: "Spada del Signore,
fino a quando continuerai a colpirci?
Rientra nel tuo fodero, fèrmati e resta
tranquilla!".
7 Ma essa non può fermarsi.
Il Signore le ha dato ordini precisi:
le ha dato l'incarico di colpire
gli abitanti di Ascalon e di tutta la
costa».
CAPITOLO
48
LA DISTRUZIONE DI MOAB
1 Questo messaggio del Signore
dell'universo, Dio d'Israele, riguarda
Moab:
«Grande sciagura,
per gli abitanti di
Nebo:
la loro città è distrutta!
Kiriataim è stata conquistata,
la grande fortezza è crollata,
e i suoi difensori sono pieni di
vergogna.
2 Era il vanto di Moab: ora non
c'è più!
Hanno preparato i
piani
per conquistare la città di
Chesbon
e far sparire la nazione di
Moab.
La città di Madmen è ridotta
al silenzio:
i suoi abitanti in fuga
sono inseguiti dai nemici.
3 Da Coronaim la gente grida
per chiedere
aiuto:
"E' la rovina, è un enorme
disastro!"
4 Moab ormai è distrutto:
si sentono le grida dei suoi bambini.
5 I fuggiaschi in lacrime
si arrampicano verso la città di Luchit.
Lungo la discesa di Coronaim
gli inseguitori odono le grida
di gente
sconfitta:
6 "Scappate! Si salvi chi
può!
Correte nel deserto come asini
selvatici!"
7 Moab, ti eri
fidato
della tua forza e delle tue ricchezze
ma ora anche tu sei stato conquistato.
Perfino il tuo dio
Camos
deve andare in esilio
con i suoi sacerdoti e
ministri.
8 Nessuna delle tue
città
potrà evitare la distruzione:
tutto sarà spazzato via
nelle valli e sull'altipiano.
Così ha ordinato il Signore:
9 Preparate la tomba per Moab
perché la sua rovina è completa.
Le sue città saranno
abbandonate
in rovina,
senza più nessun
abitante».
10 Maledetto chi è
pigro nell'eseguire l'incarico che il Signore gli ha affidato! Maledetto chi
rifiuta di impugnare la spada!
11 Da quando
ha cominciato ad esistere,
Moab è sempre
vissuto tranquillo
e non è mai stato
deportato in esilio.
Era come un vino lasciato
riposare
mai travasato da un recipiente
all'altro.
Perciò gli era rimasto il
sapore
ed aveva conservato tutto il suo
aroma.
12 «Ora, - dice il Signore, -
è arrivato il momento nel quale manderò contro di lui i nemici che
lo travaseranno. Vuoteranno le sue anfore e le faranno a pezzi.
13 Allora gli abitanti di Moab si vergogneranno
di aver avuto fiducia nel loro dio Camos, come gli abitanti d'Israele si sono
vergognati della loro fiducia nel santuario di Betel».
14 Avranno ancora il coraggio
di proclamarsi i più forti,
i più valorosi in battaglia?
15 Moab è distrutto,
le sue città sono assalite,
i suoi giovani più robusti
sono condotti al
macello.
Il Re, che si chiama "Signore
dell'universo"
dichiara:
16
«Sta per giungere la rovina di Moab;
una
sciagura piomba su di lui.
17 Ormai le nazioni
vicine
che avevano rapporti stretti con
lui
possono compiangerlo e
dire:
"E'
incredibile!
Era tanto grande e
potente
ed ora anche lui è stato
spezzato!".
18 Abitanti di Dibon,
che occupate luoghi superbi,
scendete di lassù e sistematevi
in una regione deserta
perché chi ha distrutto Moab
viene ora contro di voi
per abbattere le vostre
fortezze.
19 Abitanti di Aroer,
fermatevi lungo la strada e aspettate:
quando arriveranno gli
scampati
al disastro,
domandate loro che cosa è accaduto.
20 "Che vergogna! - vi diranno.
-
Moab è distrutto!
Piangete, urlate!
Fate sapere lungo le rive dell'Arnon
che Moab è stato
annientato"».
21 Il Signore ha
pronunziato la condanna contro le città dell'altipiano di Moab: Colon,
laaz. Mefaat,
22 Dibon, Nebo, Bet-Diblataim,
23 Kiriataim, Bet-Gamul, Bet-Meon,
24 Keriot e Bozra. Ha condannato tutte le
città della regione, quelle vicine e quelle lontane.
25 «E' finita la potenza di Moab, la sua
forza è stata annientata». Questa è la sentenza del Signore.
26 Moab si è ribellato contro il Signore:
perciò sarà costretto a bere fino a diventare ubriaco e a
vomitare. Allora la gente si prenderà gioco anche di lui,
27 come egli faceva con Israele: ne parlava,
sempre con grandi cenni di disapprovazione, come se si fosse trattato di un
delinquente.
28 Abitanti di Moab,
abbandonate le città
e andate a vivere tra
le rocce!
Fate come le
colombe
che costruiscono il
nido
sull'orlo dei
precipizi.
29 Abbiamo sentito
parlare
dell'orgoglio smisurato di Moab,
della sua superbia,
arroganza
e
presunzione.
30 «Anch'io lo so, - dice il
Signore. - A parole, egli è tanto prepotente e forte, ma in pratica
è un buono a nulla!».
31 Per questo
mi lamento a gran voce: compiango tutta la gente di Moab e gli abitanti di
Kir-Cheres.
32 Piangerò per gli abitanti
di Sibma
più che per quelli di
Iazer.
I vigneti di
Sibma
si estendevano fino al mar Morto,
i loro tralci giungevano fino a
Iazer.
Ma ora sono piombati i nemici
e hanno distrutto raccolti e
vendemmia.
33 Sono scomparse le feste chiassose
dalle vigne e dai campi di Moab.
Non si versa più il vino dai tini,
nessuno pigia più l'uva,
sono finite le grida di
gioia.
34 Le grida di aiuto provenienti da
Chesbon arrivano fino ad Eleale. Si odono grida fino a laaz, da Zoar fino a
Coronaim e a Eglat-Selisia, perché anche l'oasi di Nimrim è stata
inghiottita dal deserto.
35 Il Signore afferma:
«Farò sparire da Moab quelli che si recano ai luoghi sacri per
offrire sacrifici alle loro
divinità».
36 Perciò sono
sconvolto per la sorte di Moab e per quella degli abitanti di Kir-Cheres. Il mio
lamento è triste come un canto funebre, perché essi hanno perduto
tutto il loro raccolto.
37 In segno di lutto si
sono tagliati tutti i capelli e si sono rasata la barba, hanno le braccia piene
di graffi e vanno vestiti di sacco.
38 Tutta le
gente di Moab grida e si lamenta sulle terrazze di casa e nelle piazze. Infatti
il Signore ha detto: «Ho fatto a pezzi Moab, come si fa con un'anfora che
non serve più a niente».
39 In che
condizione è ridotto Moab! Urlate! E' scappato di fronte al nemico: che
vergogna! I suoi vicini lo tratteranno con ribrezzo e con
scherno.
40 Il Signore afferma: «Il
nemico arriva su Moab, come un avvoltoio con le grandi ali
distese».
41 Le città sono occupate,
e le fortezze
conquistate.
I soldati di Moab, anche i
più forti,
sono sfiniti, come una donna
nel parto
42 Moab è distrutto, resta
senza popolazione,
perché si è
ribellato contro il Signore.
43 Il Signore
proclama:
«Abitanti di Moab,
terrore, fossa e
trappola
sono in agguato per
voi.
44 Chi sfuggirà al
terrore
cadrà nella
fossa;
se riuscirà a risalire dalla
fossa
sarà preso nella
trappola.
infatti ho deciso di punire Moab
in questo
modo
quando interverrò contro di
lui».
Così dice il
Signore.
45 I fuggiaschi, sfiniti,
cercano rifugio a Chesbon,
ma la città è in
fiamme.
L'incendio
divampa
dal palazzo del re
Sicon
e distrugge la gente in
tumulto
nelle vallate di
Moab
e
sull'altipiano.
46 Che sciagura per te, Moab,
sei finito, popolo del dio
Camos!
I tuoi figli e le tue
figlie
sono deportati lontano, in
esilio.
47 «Un giorno però,
cambierà la sorte di Moab», afferma il Signore. Qui termina la
sentenza che il Signore ha pronunziato contro
Moab.
CAPITOLO 49
MESSAGGIO AGLI ABITANTI DI AMMON
1 Questo messaggio del Signore
riguarda
il popolo di
Ammon.
«Come mai gli Ammoniti,
fedeli del dio Milcom,
si sono annesso il territorio di Gad
e hanno occupato città israelite?
Forse Israele è rimasto senza figli,
senza abitanti per i suoi
territori?
2 Ora però è arrivato il
momento
di far risuonare il frastuono della
battaglia
nella città di Rabba, capitale
di Ammon.
La ridurrà in un mucchio di
rovine
e consumerà con il
fuoco
i villaggi che le stanno attorno.
Allora Israele rientrerà in possesso
del territorio che gli era stato tolto».
Così dice il
Signore.
3 «Abitanti di Chesbon,
urlate:
la città di Ai è
devastata.
Voi che abitate nei dintorni di Rabba,
gridate, vestitevi di sacco,
intonate un
lamento
mentre vi aggirate tra muri in rovina.
Il vostro dio Milcom andrà in esilio
con i suoi sacerdoti e ministri.
4 Gente ribelle, osate ancora vantarvi
delle vostre vallate fertili?
Facevate affidamento sulle vostre
provviste
ed eravate
sicuri
che nessuno vi avrebbe attaccati.
5 Ebbene, io manderà su di
voi
il terrore da ogni parte.
Ognuno baderà a se stesso:
fuggirete in disordine
e nessuno potrà radunarvi».
Così dice il Signore, Dio
dell'universo.
6 «Un giorno
però, cambierà la sorte della gente di Ammon», dice il
Signore.
MESSAGGIO AGLI ABITANTI DI EDOM
7 Questo messaggio del Signore
dell'universo
riguarda
Edom.
«La gente di Teman ha forse perduto
il suo tradizionale buon senso?
I suoi sapienti non sanno più dare
consigli?
E' svanita la sua proverbiale
saggezza?
8 Abitanti di Dedan, voltatevi,
fuggite e nascondetevi nelle caverne,
perché è arrivato il momento.
Io punirò tutti i discendenti di
Esaù
con una grande
sciagura.
9 I nemici verranno a vendemmiare da
voi,
e non lasceranno nemmeno un grappolo;
giungeranno d'improvviso,
come ladri di
notte
e porteranno via tutto quel che vorranno.
10 Io stesso, il Signore,
spoglierà i discendenti di Esaù,
scoprirà i loro nascondigli segreti
ed essi non potranno più nascondersi.
Tutta la razza di Edom
e le popolazioni vicine
saranno distrutte. Nessuno
scamperà.
11 Le loro vedove e gli orfani,
abbandonati,
troveranno in me l'unico sostegno,
l'unica possibilità di
vita».
12 Questo è un altro
messaggio del Signore: «Israele non avrebbe dovuto essere punito, eppure ha
bevuto la coppa della mia ira. Tu, Edom, non sei innocente e perciò sarai
certamente punito: anche tu dovrai bere questa coppa.
13 Giuro su me stesso che la tua capitale,
Bozra, sarà ridotta in rovina e diventerà un esempio di
maledizione, un motivo di orrore e di spavento. Anche i villaggi vicini saranno
ridotti in rovina per sempre». Così ha detto il
Signore.
14 Il Signore ha mandato un
messaggio
alle
nazioni
e noi ne abbiamo udito
l'annunzio:
«Radunatevi e marciate contro
Edom!
Movete
all'attacco!».
15 Il Signore dice a
Edom:
«Io ti farà
diventare
la più piccola delle nazioni
e tutti ti
disprezzeranno.
16 La tua arroganza e il tuo
orgoglio
ti hanno
ingannato.
Tu abiti in fortezze tra le rocce,
aggrappato ai luoghi più
alti.
Ma anche se la tua casa è in
alto
come un nido d'aquila,
io ti butterò
giù».
Così ha detto il
Signore.
17 «Ridurrà Edom in
una condizione spaventosa: chi passerà da quelle parti rimarrà
sconvolto dall'orrore di fronte alle sue rovine.
18 Accadrà anche a Edom quanto è
accaduto nella distruzione di Sodoma, Gomorra e delle altre città vicine:
nessun uomo potrà mai più abitare in quella regione».
Così ha detto il Signore.
19
«Come un leone balza fuori dalla boscaglia
del Giordano
e
getta lo scompiglio tra le pecore
che pascolano
nei prati,
così io, il Signore,
scaccerò
gli Edomiti dalla loro
terra.
Metterà a governare su Edom chi
vorrò io:
infatti chi può
confrontarsi con me?
chi può
sfidarmi?
C'è un re che può
resistere di fronte a me?
20 Io, il Signore, ho
fatto
un progetto contro Edom,
ho studiato un piano
contro
gli abitanti di
Teman.
Ascoltatemi
bene:
farà portar via anche i loro bambini
come fossero
agnelli
e tutta la loro terra sarà
devastata.
21 Il crollo di Edom farà
tremare la terra,
le sue grida di
aiuto
si sentiranno fin dal mar
Rosso.
22 «Il nemico verrà su
Bozra, come un avvoltoio dalle grandi ali distese e allora i soldati di Edom,
anche i più forti, saranno sfiniti come una donna nel
parto».
MESSAGGIO AGLI ABITANTI DI DAMASCO
23 Questo messaggio è
rivolto a Damasco: «Gli abitanti di Camat e Arpad sono sconvolti
perché hanno ricevuto notizie drammatiche: sono agitati come un mare in
tempesta e non trovano pace.
24 La gente di
Damasco trema, è sfinita
e pensa solo
alla fuga;
è stata colta da angoscia e
dolori
come una donna che sta per
partorire.
25 E' stata completamente abbandonata
la città così famosa, sempre piena
di festa.
26 Quel giorno i suoi giovani migliori
cadranno morti per strada e tutti i soldati saranno sterminati, lo dico io, il
Signore dell'universo.
27 Incendierò
tutta la città di Damasco e anche i palazzi del re Ben-Adad saranno
distrutti».
MESSAGGIO ALLA TRIBÙ DI KEDAR E ALLA CITTÀ DI AZOR
28 Questo messaggio è
rivolto alla tribù di Kedar e ai territori dipendenti dalla città
di Azor quando furono conquistati da Nabucodonosor, re di Babilonia. Così
dice il Signore:
«Babilonesi, all'assalto
contro la tribù di Kedar,
distruggete la gente del deserto orientale.
29 Saccheggiate le loro tende, le greggi,
e i depositi con tutte le provviste,
portate via i cammelli.
Seminate il terrore nell'accampamento
girandogli attorno con alte
grida».
30 Il Signore dice agli
abitanti di Azor:
«Scappate,
fuggite
e nascondetevi nelle caverne,
perché Nabucodonosor, re di Babilonia,
ha fatto un piano contro di voi
e l'ha studiato in tutti i suoi
particolari».
31 Il Signore
aggiunge:
«Babilonesi, all'assalto contro
questa gente
che si credeva al sicuro e
tranquilla.
Essi vivono isolati dagli altri,
le loro abitazioni non hanno né porte
né
serrature.
32 Prendete i loro cammelli e tutto il
bestiame
come vostro bottino di
guerra.
Io poi disperderà ai quattro
venti
le tribù che si tagliano i capelli
sulle tempie
e farà venire da ogni
parte
la rovina su di
loro.
33 Azor sarà ridotta a un deserto
per sempre,
un luogo di rifugio per gli
sciacalli:
nessun uomo potrà mai
più abitare
in quella
regione».
Così ha detto il
Signore.
MESSAGGIO ALLA GENTE DI ELAM
34 Il Signore affidò al
profeta Geremia questo messaggio che riguarda la regione di Elam, poco dopo che
Sedecia era diventato re di Giuda.
35 Così
disse il Signore dell'universo:
«La potenza
di Elam è fondata sugli arcieri,
ma io
spezzerò i loro archi di guerra.
36
Manderò i venti
dalle quattro
estremità del cielo;
li
faròsoffiare contro Elam,
e farò
portar via dai venti i suoi abitanti.
Saranno
dispersi in tutte le nazioni
senza
eccezione.
37 Sono molto
indignato!
Perciò renderò gli
Elamiti paurosi
davanti ai nemici che li vogliono
uccidere;
manderà su di loro una grande
sciagura:
li farà inseguire dai
nemici
finché non li avrà tutti
annientati,
perché sono molto
indignato.
38 Eliminerà da Elam il re e i
capi
e io regnerò al loro
posto».
Così ha detto il
Signore.
39 «Un giorno però,
cambierà la sorte di Elam», afferma il
Signore.
CAPITOLO
50
BABILONIA SARÀ CONQUISTATA
1 Il Signore affidò al
profeta Geremia questo messaggio che riguarda la città di Babilonia e il
suo territorio.
2 «Da' la notizia alle
nazioni,
fallo sapere con il segnale stabilito,
non nascondere nulla e annunzia:
Babilonia è stata conquistata!
Il suo dio e signore, Marduk,
è stato frantumato in modo vergognoso,
i suoi idoli
ripugnanti
sono distrutti e
calpestati.
3 Contro Babilonia è venuto
dal nord
un
popolo
che ridurrà la sua regione in un
deserto
dove nessuno potrà più
abitare:
uomini e animali fuggiranno
lontano».
DIO PROMETTE IL RITORNO DEL SUO POPOLO
4 «Quando queste cose
accadranno,
- dice il Signore,
-
la gente d'Israele e di Giuda
tornerà insieme verso la sua terra.
Cammineranno
piangendo
e cercheranno me, il Signore, loro Dio.
5 Domanderanno la strada per Sion,
la mèta del loro viaggio, e diranno:
"Venite, stringiamo con il Signore
un'alleanza per
sempre
e non dimentichiamola più".
6 Il mio popolo era come un gregge sperduto,
condotto sui monti dai suoi pastori
e poi abbandonato a se
stesso.
Le pecore andavano da un monte all'altro
e avevano dimenticato il proprio
ovile.
7 Chiunque le trovava le poteva sbranare.
I loro nemici
dicevano:
"Non c'è niente di male a
trattarli così!
Essi hanno peccato contro
il Signore
che era la vera
ricchezza
e la speranza dei loro
antenati".
8 Fuggite da Babilonia, gente
d'Israele,
abbandonate subito questo paese,
siate i primi, come i capri davanti al
gregge!
9 Perché io sto radunando nel
nord
molti popoli
potenti
e li manderò contro
Babilonia:
si schiereranno contro di
essa
e la
conquisteranno.
Raggiungeranno certamente il loro
scopo,
come le frecce di un abile
arciere
non mancano mai il
bersaglio.
10 Saccheggeranno tutta la
regione
e porteranno via quel che
vorranno».
Così dice il
Signore.
LA CADUTA DI BABILONIA
11 Il Signore afferma:
«Gente di Babilonia,
avete schiacciato il mio popolo.
Fate pure festa, saltate di gioia,
come vitelli su un prato,
come stalloni che nitriscono.
12 Ma ora la terra dove voi siete nati
è coperta di disonore e di vergogna.
Babilonia diventerà l'ultima delle
nazioni,
ridotta in un deserto, in un'arida
steppa.
13 L'ho privata dei suoi abitanti
e l'ho completamente distrutta,
perché ero molto indignato contro di lei.
Chi passerà vicino a Babilonia
rimarrà sconvolto dall'orrore
di fronte alle sue rovine.
14 Disponetevi tutti attorno a Babilonia,
voi soldati armati di arco.
Scagliate contro di lei
frecce a volontà,
perché si è resa colpevole
contro di me, il Signore.
15 Lanciate urla di guerra
contro di lei da ogni
parte.
I Babilonesi già escono per
arrendersi
perché le loro torri sono
crollate
e le mura sono state
abbattute.
E' questa la vendetta voluta da me,
il
Signore:
vendicatevi pure contro Babilonia,
trattatela com'essa ha fatto con gli
altri!
16 Non lasciate in vita a
Babilonia
nessuno che semini o che
mieta.
Ogni straniero che vive in
essa
ritorni tra i suoi, nella sua patria,
per sfuggire gli orrori della
guerra».
IL RITORNO D'ISRAELE
17 Il Signore afferma:
«Israele era ridotto come un gregge disperso, inseguito dai leoni. Il re di
Assiria lo raggiunse per primo, e lo divorò. Poi sopraggiunse anche
Nabucodonosor, re di Babilonia, che completò la strage.
18 Perciò io, il Signore dell'universo,
Dio d'Israele, punirò il re di Babilonia e tutto il suo territorio come
ho già punito il re di Assiria.
19
Ricondurrò invece Israele come un gregge nel suo pascolo. Troverà
di che sfamarsi sul monte Carmelo e nella fertile regione di Basan;
mangerà a sazietà anche nelle zone montagnose di Efraim e di
Galaad.
20 Quando questo accadrà non si
troverà più nessuna traccia dei peccati d'Israele e delle colpe di
Giuda perché io perdonerò quelli che lascerò in vita. Lo
dico io, il Signore».
DIO CONDANNA BABILONIA
21 Il Signore
comanda:
«Muovete all'attacco
contro gli abitanti di Merataim e di Pekod,
distruggeteli, annientateli fino all'ultimo,
eseguite tutti i miei
ordini.
22 C'è rumore di guerra, in quella
regione!
Tutto è
distrutto!
23 Com'è possibile?
Babilonia era come un martello
che fracassava ogni cosa in tutta la terra:
ora lei stessa è ridotta in mille pezzi
e suscita orrore alle altre nazioni.
24 Babilonia, ti sei messa contro di me,
il Signore,
e io
ti ho preparato una trappola.
Tu ci sei cascata,
senza accorgertene,
e sei rimasta
prigioniera.
25 Ho tirato fuori dai miei depositi
le armi per sfogare il mio sdegno,
perché devo compiere una grande impresa
nella regione di Babilonia,
io, il Signore, Dio dell'universo.
26 Accorrete da ogni parte contro di lei,
sfondate i suoi granai,
ammucchiate il
bottino
e distruggetelo
tutto:
non lasciate nemmeno una
briciola!
27 Uccidete i suoi forti soldati,
conduceteli come tori al
macello!
E' arrivato il
momento
in cui ho deciso di
punirli:
per loro è finita!
28 I profughi,
fuggiti
dalla regione di Babilonia,
arrivano nella città di
Sion
per portare la grande notizia:
"Il Signore nostro Dio l'ha punita!
Ha vendicato la
distruzione
del suo
tempio!".
29 Fate venire contro
Babilonia
tutti i soldati armati di arco:
circondino la città
e non lascino fuggire nessuno.
Le facciano pagare il male commesso,
la trattino come essa ha fatto con gli altri
perché è stata arrogante con me,
il Signore, il Santo d'Israele.
30 Quel giorno i suoi giovani migliori cadranno
morti per strada e tutti i soldati saranno sterminati, lo dico io, il
Signore».
31 Il Signore, Dio
dell'universo, dichiara:
«A noi due,
Babilonia arrogante!
E' arrivata la tua ora e io
ti punirò.
32 Eri così sicura di
te,
ma ora barcolli e cadi a terra,
nessuno ti dà una mano.
Incendierò le tue città
e anche i loro dintorni saranno
distrutti».
33 Così dice il Signore
dell'universo:
«Il popolo d'Israele e quello
di Giuda
sono oppressi dai loro
nemici:
questi li hanno deportati,
li trattengono con la forza
e non vogliono più lasciarli partire.
34 Ma io sono forte e li libererò.
Il mio nome è: il Signore dell'universo.
Interverrò io stesso in loro difesa
per rendere tranquilla la terra,
e per sconvolgere la gente di
Babilonia».
35 Il Signore
proclama:
«Guerra contro i Babilonesi,
contro gli abitanti della capitale,
contro i suoi capi e i
consiglieri.
36 Guerra ai suoi indovini bugiardi,
ed essi impazziranno;
guerra ai suoi forti soldati,
ed essi tremeranno di paura.
37 Guerra ai suoi cavalli, ai suoi carri,
ai soldati
stranieri
che combattono per
lei:
essi diventeranno come
donnicciole.
Guerra contro i suoi
tesori:
saranno abbandonati al saccheggio.
38 La siccità colpirà i suoi
fiumi
ed essi si
prosciugheranno.
Babilonia è la patria
degli idoli:
questi oggetti orribili mandano in
delirio
quelli che li
adorano.
39 Perciò a Babilonia faranno la
tana
bestie selvatiche, sciacalli e
struzzi.
Gli uomini non l'abiteranno mai
più:
essa resterà disabitata per
sempre!
40 Io stesso la
distruggerò
come ho fatto con Sodoma,
Gomorra
e le altre città
vicine.
Nessun essere
umano
abiterà mai più in
essa.
Lo dico io, il
Signore.
GLI INVASORI DAL NORD
(vedi 6, 22-24; 49,
19-21)
41 «Attenzione! Un popolo,
una nazione
numerosa
sta per arrivare da una regione del
nord:
re potenti si mettono in
marcia
dagli estremi confini della terra.
42 Sono armati di archi e di spade,
sono crudeli e senza
pietà.
Il loro frastuono quando vanno a
cavallo
è come quello del mare in
tempesta.
Sono pronti, come un sol uomo,
a combattere contro te, Babilonia.
43 Il re di Babilonia ha udito la loro
fama
ed è rimasto paralizzato dalla
paura:
è spossato dal dolore e
dall'angoscia
come una donna durante il
parto.
44 «Come un leone balza fuori
dalla boscaglia del
Giordano
egetta lo scompiglio tra le
pecore
che pascolano nei prati,
così io, il Signore, scaccerò i
Babilonesi
dalla loro
terra.
Metterò a governare su Babilonia
chi vorrò
io:
infatti, chi può confrontarsi con me?
chi può
sfidarmi?
c'è un re che può
resistere di fronte a me?
45 Io, il Signore, ho
fatto un progetto
contro Babilonia,
ho studiato un
piano
contro tutta quella
regione.
Ascoltatemi
bene:
farà portar via anche i loro bambini
come fossero
agnelli
e tutta la loro terra sarà
devastata.
46 Il crollo di Babilonia farà
tremare la terra,
le sue grida di aiuto
giungono
fino ai popoli più
lontani».
CAPITOLO
51
LA CONDANNA DEFINITIVA DI BABILONIA
1 Così dice il
Signore:
«Farà soffiare un vento
impetuoso
che travolgerà Babilonia
con tutti i suoi abitanti.
2 Manderò contro di essa popoli nemici
che spazzeranno tutta la regione
come una bufera di vento;
l'attaccheranno da ogni parte,
quando verrà il momento di distruggerla.
3 I suoi difensori non avranno tempo
di impugnare
l'arco
o di indossare la
corazza:
nessuno dei suoi giovani sarà
risparmiato,
il suo esercito sarà
completamente distrutto.
4 Vi saranno molte
vittime,
nella regione di
Babilonia;
i feriti saranno
abbandonati
nelle sue
strade.
5 Israele e Giuda non sono stati privati
del loro Dio,
il
Signore dell'universo,
anche se la loro terra
è piena di delitti
contro di lui, il Santo
d'Israele.
6 Fuggite lontano da Babilonia,
mettetevi in
salvo!
Non fatevi travolgere dal
castigo
causato dai suoi
peccati!
E' arrivato il giorno della mia
vendetta:
io, il Signore, ripagherò la
città
come si
merita.
7 Io tenevo in mano
Babilonia
come una coppa
d'oro
per ubriacare tutta la
terra.
Le nazioni hanno bevuto il suo
vino
e sono rimaste
stordite.
8 Poi, all'improvviso,
Babilonia è caduta, è a
pezzi!
Piangete sulla sua sorte, alleati della
città,
cercate medicine rare: forse
guarirà!
9 Ma voi dite: "Abbiamo fatto di
tutto
per salvare Babilonia,
ma è stato
inutile.
Lasciamola
stare
e torniamo nei nostri
paesi.
La sua rovina è così
grande
che arriva fino al cielo, tocca le
nuvole".
10 Il mio popolo invece
dirà:
"Il Signore ha fatto valere il
nostro diritto!
Andiamo a raccontare agli
abitanti di Sion
quel che il Signore nostro Dio
ha fatto per noi"».
11 Il Signore ha preparato un piano
per distruggere Babilonia
e ha affidato ai re dei Medi
l'incarico di portarlo a termine.
Così il Signore vuole vendicare
la distruzione del suo
tempio.
«Fate la punta alle frecce,
preparatene un gran numero!
12 Date il segnale
d'attacco
contro le mura di Babilonia,
rinforzate i posti di guardia,
mettete altre sentinelle,
preparate gli agguati!».
Il Signore aveva fatto un progetto
e ora egli compie quel che aveva annunziato
contro gli abitanti di
Babilonia.
13 Babilonia, sei costruita
sulle rive di due grandi fiumi
e possiedi molte ricchezze,
ma ora per te è giunta la fine,
hai colmato la tua misura.
14 Il Signore dell'universo
ha giurato sulla sua stessa vita:
«Farò venire su di te gli invasori
che ti ricopriranno come uno
sciame
di
cavallette
e canteranno vittoria su di
te».
INNO AL CREATORE
(vedi 10,
12-16)
15 Il Signore potente ha formato la terra,
con la sua sapienza ha creato il mondo,
ha disteso il cielo con la sua
intelligenza.
16 Al suo
comando
le acque si accumulano in cielo.
Egli fa salire le nuvole
dall'estremità della terra,
scatena temporali con lampi e pioggia
e sprigiona il vento
impetuoso.
17 Allora tutti gli uomini
restano stupiti, non capiscono.
Quelli che fabbricano idoli
provano grande vergogna
perché le loro statue
risultano false, prive di
vita.
18 Sono oggetti inutili,
degni solo di
disprezzo.
Il Signore li farà sparire,
quando se li troverà davanti.
19 Il Dio di Giacobbe non è come quelli!
Egli ha fatto ogni cosa
e ha scelto Israele come suo popolo.
Il suo nome è: il Signore
dell'universo.
BABILONIA STRUMENTO DELLA PUNIZIONE DIVINA
20 Il Signore
dice:
«Babilonia, tu sei stata per me
come un grosso martello,
un arma micidiale.
Mi sono servito di te
per fare a pezzi le
nazioni
e per frantumare i regni.
21 Mi sono servito di
te
per colpire cavalli e cavalieri,
per rovesciare i carri e chi ci stava
sopra.
22 Mi sono servito di
te
per far strage di uomini e donne,
per ammazzare giovani e vecchi,
per abbattere ragazzi e ragazze.
23 Mi sono servito di
te
per sterminare i pastori e il loro gregge,
per massacrare chi arava e i suoi buoi,
per annientare i capi e i
governanti».
BABILONIA E' PUNITA
24 Il Signore
dice:
«Ora tutti vedrete come faccio pagare
a Babilonia e agli abitanti di quella
regione
il male che hanno fatto a
Sion.
25 A noi due, Babilonia!
Tu hai costruito la tua grandezza
distruggendo tutta la terra.
Ma io con un pugno ti faccio rotolare,
demolisco la tua sicurezza
e ti riduco a un mucchio di
cenere.
26 Le tue pietre non serviranno
più
per costruire
le fondamenta o gli angoli delle case,
perché sarai un
deserto
abbandonato per sempre.
Lo dico io, il
Signore.
27 Date il segnale d'attacco nella
regione,
tra le nazioni suonate la tromba di
guerra!
Mobilitate le nazioni contro Babilonia,
fate venire contro di
lei
i regni di Ararat, di Minni e di
Aschenaz.
Nominate un comandante supremo,
fate avanzare i cavalli
come uno sciame di
cavallette.
28 Mobilitate le nazioni contro
Babilonia,
fate venire i re dei Medi,
i loro capi, i
governanti
e tutta la gente che dipende da loro.
29 La terra è sconvolta e
trema
perché il Signore compie il suo
progetto:
far diventare la regione di
Babilonia
un
deserto
dove più nessuno può
vivere.
30 A Babilonia i soldati più
forti
hanno rinunziato a
combattere
e si sono rinchiusi nelle loro
fortezze.
Hanno perduto il
coraggio
e sembrano
donnicciole.
Le porte della città sono
state sfondate
e le case sono in
fiamme.
31 E' un continuo arrivare
di messaggeri
veloci
che portano notizie al re di
Babilonia.
Essi
annunziano:
"I nemici sono entrati in
città
da ogni
parte!".
32 "Hanno occupato i guadi dei fiumi!".
"Hanno incendiato le fortezze!".
"I soldati sono presi dal panico!".
33 Fra poco Babilonia
raccoglierà il frutto delle sue azioni:
sarà calpestata dai nemici
come un'aia dove si batte il
grano.
Lo affermo io, il Signore dell'universo,
Dio d'Israele».
LAMENTO DI GERUSALEMME
34 Si lamentano gli abitanti
di Gerusalemme:
«Nabucodonosor, re di
Babilonia,
ha fatto sparire le nostre ricchezze,
ha divorato
tutto
e ci ha lasciati come un piatto
vuoto.
Come un mostro ci ha inghiottiti,
si è riempito il
ventre
delle nostre cose
migliori
e ha buttato via tutto il
resto.
35 Signore, fa' pagare a
Babilonia
la violenza che ha usato contro di
noi!
Fa' pagare ai
Babilonesi
il nostro sangue che hanno
versato!».
RISPOSTA DEL
SIGNORE
36 Il Signore risponde agli
abitanti
di
Gerusalemme:
«Io stesso prenderò la
vostra difesa
e vendicherò i torti che
avete ricevuto:
prosciugherò i grandi
fiumi di Babilonia
e farò seccare le loro
sorgenti.
37 Babilonia sarà
ridotta
a un mucchio di rovine,
a un rifugio per gli sciacalli.
Desterà orrore e disprezzo
e più nessuno vorrà
abitarvi.
38 Tutti gli abitanti di Babilonia
ruggiscono come leoni,
ringhiano come belve feroci,
39 per la loro fame insaziabile.
Io preparo il loro pasto
e li farà ubriacare fino a stordirli.
Si addormenteranno per sempre,
non si sveglieranno più.
40 Li farò andare al macello
come agnelli, montoni o capri.
Lo dico io, il
Signore».
LAMENTO SU BABILONIA
41 Com'è
possibile?
Babilonia, lodata in tutto il mondo,
è stata occupata e conquistata.
E' diventata oggetto di orrore
fra le
nazioni!
42 I nemici l'hanno travolta e sommersa
come onde di un mare in tempesta.
43 Anche le altre città sono distrutte,
il suo territorio è ridotto a un deserto,
a una steppa,
dove più nessuno abita,
dove la gente evita di
passare.
44 Il Signore
annunzia:
«Punirà Bel, il dio di
Babilonia,
gli strapperà dalla
bocca
quel che sta
divorando
e le nazioni non correranno
più
a rendergli
onore.
Anche le mura di Babilonia sono crollate!
45 Esci dalla città, popolo
mio.
Ognuno cerchi di mettersi in
salvo
per evitare la mia grande
indignazione.
46 Non abbiate paura, non
scoraggiatevi per le voci diffuse in tutta la regione. Ogni anno arrivano altre
notizie: violenze da tutte le parti, un dittatore contro
l'altro...
47 Ormai, però, è
arrivato il momento:
io interverrò contro
gli idoli di Babilonia.
Tutto il suo territorio
sarà pieno
di
sgomento;
i cadaveri dei suoi abitanti lo
ricopriranno.
48 In terra e in cielo si
sentirà
un canto di trionfo su
Babilonia
perché dal nord
arriveranno
quelli che dovranno
distruggerla».
Questa è la promessa
del Signore.
49 Come
Babilonia
ha fatto molte vittime in Israele,
così ci saranno molte vittime
anche nella regione di
Babilonia.
50 Voi, che siete scampati alla
morte,
partite, non perdete tempo!
Pensate al Signore,
tenete vivo il ricordo di Gerusalemme,
anche se siete
lontani.
51 Voi dite: «Abbiamo
provato
una profonda vergogna,
siamo stati umiliati e coperti d'insulti
perché gli stranieri sono entrati
nel santuario del
Signore».
52 Ma il Signore afferma:
«Ormai è arrivato il momento:
interverrà contro gli idoli di Babilonia,
e i feriti faranno udire i loro lamenti
in tutta la
regione.
53 Anche se Babilonia salirà in
cielo
e costruirà lassù una
fortezza imprendibile,
io la farò
raggiungere e distruggere
dai suoi nemici».
Così ha detto il
Signore.
BABILONIA E' DISTRUTTA
54 Da Babilonia giunge un
grido d'aiuto:
una grande sciagura ha colpito il
paese.
55 Infatti il Signore distrugge Babilonia
e fa tacere le sue grida
che sono come il
fragore
delle onde impetuose
di un mare in burrasca.
56 I nemici sono venuti per
distruggere
Babilonia:
fanno
prigionieri i suoi soldati,
spezzano i loro
archi di guerra.
Infatti il Signore è un
Dio
che punisce il
male
e rende a ciascuno quel che si merita.
57 «Io, il gran re, il Signore
dell'universo, dichiaro: Farò ubriacare i suoi capi e i consiglieri, i
suoi governatori, i ministri e i soldati. Si addormenteranno per sempre e non si
sveglieranno più.
58 Le imponenti mura di
Babilonia
sono rase al suolo,
le sue alte porte incendiate:
gente di ogni paese
ha faticato per costruirle, ma
invano.
Ora il loro lavoro è consumato dal
fuoco!».
Così dice il Signore
dell'universo.
IL MESSAGGIO DI GEREMIA E' MANDATO A BABILONIA
59 Seraia, figlio di Neria e
nipote di Maasia, era l'aiutante di campo di Sedecia, re di Giuda. Quando il re
si recò a Babilonia nel quarto anno del suo regno, Seraia era al suo
seguito. In quell'occasione il profeta Geremia gli affidò un incarico
personale.
60 Geremia aveva raccolto in un unico
rotolo tutti gli annunzi delle disgrazie che avrebbero colpito Babilonia,
cioè le minacce che sono state scritte qui, contro di lei.
61 Geremia, dunque, disse a Seraia: «Quando
arriverai a Babilonia, alla prima occasione leggerai queste parole ad alta voce.
62 Concluderai così: "Signore, tu hai
promesso di distruggere questo luogo e di ridurlo a un deserto per sempre, senza
lasciarvi più nessun abitante, né uomo né
animale".
63 A questo punto, appena avrai finito
di leggere, legherai il rotolo a una pietra e lo getterai
nell'Eufrate
64 pronunziando queste parole: "Allo
stesso modo affonderà Babilonia e non si rialzerà più dalla
sciagura che il Signore le farà cadere addosso"». Qui finiscono i
messaggi di Geremia.
APPENDICE
CAPITOLO
52
GERUSALEMME E' CONQUISTATA
(vedi 39, 4-7; 2 Re 24, 18-25,
7)
1 Sedecia aveva ventun anni quando divenne
re. Regnò a Gerusalemme per undici anni. Sua madre si chiam ava Camital,
ed era figlia di un certo Geremia che veniva dalla città di Libna.
2 Sedecia si comportò male, offese il
Signore, come aveva fatto il re Ioiakim.
3 Tutto
questo accadde perché grande era la collera del Signore contro
Gerusalemme e il regno di Giuda, al punto che egli aveva deciso di scacciare
lontano da sé il suo popolo. Sedecia si era ribellato contro
Nabucodonosor, re di Babilonia.
4 Nel nono anno
del regno di Sedecia, il giorno dieci del decimo mese Nabucodonosor
arrivò sotto Gerusalemme con tutto il suo esercito. Le truppe si
accamparono di fronte alla città, le costruirono attorno dei
terrapieni
5 e la tennero assediata fino
all'undicesimo anno del regno di Sedecia.
6 In
quell'anno si esaurirono le scorte di viveri della città e la fame
divenne insopportabile per la popolazione. Il giorno nove del quarto
mese
7 i Babilonesi aprirono una breccia nelle
mura della città. Tutti i soldati che erano a difesa di Gerusalemme
cercarono di fuggire durante la notte. Passarono attraverso la porta fra le due
mura che si apre sul giardino del re e si diressero verso la valle del Giordano,
nonostante l'assedio dei Babilonesi.
8 Ma
l'esercito babilonese inseguì il re Sedecia e lo raggiunse nella pianura
vicino a Gerico. Tutti i suoi soldati l'avevano abbandonato.
9 I Babilonesi lo fecero prigioniero e lo
condussero dal re di Babilonia che allora si trovava nella regione di Camat, a
Ribla. Qui, il re di Babilonia pronunziò la sentenza contro
Sedecia
10 e la fece eseguire sul posto:
ordinò di uccidere i figli di Sedecia sotto gli occhi del padre e fece
uccidere anche tutti i capi di Giuda.
11 Poi
fece cavare gli occhi a Sedecia, ordinò di legarlo con una doppia catena
e di condurlo a Babilonia. Qui lo fece gettare in carcere dove rimase fino al
giorno della sua morte.
GERUSALEMME E' DISTRUTTA
(vedi 2 Re 25,
8-17)
12 Nell'anno diciannovesimo del regno di
Nabucodonosor, il dieci del quinto mese entro in Gerusalemme il comandante
generale Neburadan, personaggio molto influente alla corte del re di Babilonia.
13 Egli fece incendiare il tempio del Signore,
il palazzo reale e le case di Gerusalemme, soprattutto quelle più grandi.
14 Le truppe babilonesi, agli ordini del
comandante generale, demolirono completamente le mura che circondavano
Gerusalemme.
15 Il comandante generale
Nabuzaradan deportò la popolazione che era rimasta in città,
qualche famiglia povera, gli ultimi artigiani e i disertori che erano passati
dalla parte dei Babilonesi.
16 Lasciò
invece in Giuda la gente più povera per coltivare le vigne e i campi.
17 I Babilonesi fecero a pezzi le colonne di
bronzo, i carrelli e la grande vasca di bronzo che si trovavano nel tempio e
portarono tutto questo a Babilonia.
18 Presero
anche i vasi per la cenere, le palette, gli smoccolatoi, le bacinelle, i mestoli
e tutti gli altri oggetti di bronzo usati nel servizio del tempio.
19 Il comandante generale portò via anche
gli oggetti d'oro e d'argento: tazze, bracieri, bacinelle, caldaie, candelabri,
bicchieri e coppe.
20 Non è possibile
calcolare il peso del bronzo impiegato da Salomone per costruire tutti gli
arredi del tempio: le due colonne, la grande vasca appoggiata sui dodici buoi di
bronzo e i carrelli.
21 Le due colonne erano
alte ciascuna circa nove metri con una circonferenza di circa sei metri; erano
vuote all'interno e avevano uno spessore di quattro dita.
22 Ognuna era sormontata da un capitello, alto
circa due metri e mezzo, decorato tutt'attorno da rami di melograno intrecciati.
Il tutto era di bronzo. Le due colonne erano identiche e avevano anche la stessa
decorazione.
23 Sui rami intrecciati
tutt'attorno si contavano cento melagrane: di queste, novantasei erano disposte
sui quattro lati.
ELENCO DEI DEPORTATI A BABILONIA
(vedi 2 Re 25,
18-21)
24 Il comandante generale fece portar via
come prigionieri Seraia, capo dei sacerdoti e Sofonia che era secondo in
autorità, insieme con altri tre responsabili dell'ingresso del tempio.
25 Egli fece anche portar via un funzionario,
responsabile delle truppe e sette uomini del personale di corte rimasti in
città, l'aiutante del capo dell'esercito, incaricato di arruolare i
soldati, e altri sessanta personaggi importanti che aveva catturati a
Gerusalemme.
26 Nabuzaradan, il comandante
generale, li prese e li condusse dal re di Babilonia a Ribla,
27 nella regione di Camat. Qui il re li fece
uccidere.
Così la gente di Giuda fu
deportata lontano dalla sua patria.
28 Questo
è l'elenco degli abitanti del territorio di Giuda fatti deportare da
Nabucodonosor:
nell'anno settimo del suo regno:
3.023;
29 nell'anno diciottesimo: 832 deportati
da Gerusalemme;
30 nell'anno ventitreesimo: 745
deportati per ordine di Nabuzaradan, comandante generale. In tutto furono
deportate 4.600 persone.
IL RE IOIACHIN LIBERATO DAL CARCERE
(vedi 2 Re 25,
27-30)
31 Trentasette anni dopo la deportazione
di Ioiachin re di Giuda, diventò re di Babilonia Evil-Merodach. Il
venticinque del dodicesimo mese di quell'anno, Evil-Merodach concesse la grazia
a Ioiachin e lo fece uscire dalla prigione.
32
Lo trattò con grande bontà e gli assegnò un posto d'onore
superiore a quello degli altri re che erano prigionieri con lui a Babilonia.
33 Gli permise di non indossare più la
divisa dei prigionieri e di mangiare a tavola con lui per il resto della sua
vita.
34 Fino alla sua morte, Ioiachin ricevette
sempre dal re di Babilonia tutto il necessario per il suo
mantenimento.